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L’illusionista

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L’illusionista

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Vi ricordate il 1996? Molti di voi probabilmente no, come motli di Numero Diez più o meno. Molti di voi non erano forse neanche nati nel 1996, e per questo ecco il riassunto di quell’anno in tre eventi.

Il 22 maggio, allo Stadio Olimpico di Roma, la Juventus conquista la sua fino ad ora ultima Champions League, sconfiggendo ai rigori l’Ajax. Il 5 luglio nasce Dolly, il primo mammifero completamente clonato. Nella stessa estate il Barcellona mette sotto contratto un giovane dalle buone prospettive, un dodicenne molto timido, ma che in campo dimostra una personalità sorprendente, unita ad una grande abilità palla al piede, che gli valgono il soprannome  di “Illusionista”.

Il ragazzino in questione si chiama Andrés Iniesta, ed è nato l’11 maggio 1984 in un piccolissimo villaggio chiamato Fuentealbilla, nell’entroterra montuoso della Spagna, lontano dalle coste paradisiache che siamo abituati a vedere.

DALL’ALBACETE ALLA CHAMPIONS LEAGUE

Nel 1992 i genitori lo iscrivono nella scuola calcio dell’Albacete, ma durante il torneo infantil di Brunete del 1996 riesce ad attirare su di sé le attenzioni di molti osservatori, tra cui quelli del Barcellona. I genitori sono perplessi, non sono sicuri di far trasferire un figlio così giovane in una città lontana da casa, per tentare una carriera calcistica che si sa, è tutto tranne che certa. Il padre di Andrés, fino a quel momento tifosissimo del Real Madrid, si fa coraggio, e lascia andare il figlio in Catalogna, a tentar fortuna nella Masia.

Iniesta gioca in tutte le categorie giovanili, nel 2000 viene integrato nella squadra ”B”, e il 29 ottobre 2002 esordisce in prima squadra, in un palcoscenico magico come la Champions League, nella gara vinta 1-0 a Bruges. A poco più di 18 anni, Iniesta è già entrato nelle grazie di un allenatore affermato come l’Olandese Louis Van Gaal, che talvolta lo fa scendere in campo, prima dell’esonero alla ventesima giornata, a causa di alcuni risultati abbastanza deludenti.

Chiusa la stagione al sesto posto, la dirigenza affida la panchina all’ex selezionatore della Nazionale olandese e dello Sparta Rotterdam Frank Rijkaard, vecchia conoscenza anche del campionato italiano, dove ha vestito la maglia del Milan.

Con l’ex milanista Andrés entra a far parte stabilmente della prima squadra nella stagione 2004/2005, nella quale gioca 37 partite di campionato su 38, realizzando anche il suo primo gol, arrivato il 4 dicembre 2004 al Camp Nou, contro il Malaga, ripetendosi poi la settimana successiva, proprio contro l’Albacete. I blaugrana vincono il campionato, ma in Champions League non vanno oltre gli ottavi di finale, eliminati dal Chelsea di José Mourinho, nonostante una magia di Ronaldinho allo Stamford Bridge.

L’appuntamento con la Coppa dalle grandi orecchie è però solamente rimandato. L’anno successivo agli ottavi c’è ancora il Chelsea, ma questa volta solo i catalani a passare il turno, eliminando poi Benfica e Milan, raggiungendo la finalissima del torneo, contro l’Arsenal.

Allo Stade de France Iniesta inizia dalla panchina. Il mediano titolare è il brasiliano Edmilson, che però non disputa una delle migliori partite della sua carriera, uscendo a fine primo tempo, con i Gunners avanti di una rete. Serve una scossa, e arriva proprio dai sostituti. Iniesta gioca un ottimo secondo tempo, contribuendo attivamente in fase di impostazione, e conducendo il Barcellona alla rimonta, culminata con la rete del terzino Juliano Belletti, altro subentrato.

Andrés è insieme al suo compagno di reparto Xavi un punto fermo del centrocampo del Barça, e a fine stagione ottiene la convocazione in Nazionale per i Mondiali di Germania 2006, dove gioca una partita contro l’Arabia Saudita.

E’ tutto bello per il mediano, ma nell’estate 2007 arrivano delle voci che turbano l’ambiente catalano, secondo cui il Real Madrid sarebbe interessato proprio al talento del numero 8, il quale però respinge al mittente le offerte, dichiarando amore eterno al Barcellona, quella società che lo ha preso da piccolo e lo ha cresciuto, e quella maglia a strisce blaugrana è diventata ormai una seconda pelle.

Nell’estate 2008 la Spagna vince il suo primo titolo Europeo, e in panchina arriva un allenatore destinato a lasciare il segno nella storia del club: Pep Guardiola, idolo d’infanzia di Iniesta, che instaura un nuovo modo di giocare, fondando il proprio gioco sul palleggio di centrocampisti come Xavi e lo stesso Iniesta, divenuto quarto capitano, e riconosciuto da tutti come “Don Andrés”.

Il gioco di Guardiola calza a pennello ai centrocampisti barcelonisti, con la visione di gioco di Iniesta messa in risalto da un controllo palla fuori dal comune. I risultati non tardano ad arrivare, e il Barça vince Liga, Copa del Rey e Champions League, proprio grazie ad un gran gol di Iniesta nei minuti di recupero della semifinale contro il Chelsea, in quello che è un triplete storico. A fine anno Don Andrés finisce quinto nella classifica per il Pallone d’Oro, vinto da Lionel Messi, entrando così nel novero dei migliori calciatori del mondo.

L’HOMBRE DEL MUNDIAL

Una sfilza di infortuni non permettono a Iniesta di essere molto presente nella stagione 2009/2010, ma non gli impediscono di partecipare al Mondiale Sudafricano. Il 16 giugno a Durban, gli iberici iniziano la competizione nel peggiore dei modi, cedendo 1-0 alla Svizzera, con il numero 8 che torna in campo nella terza giornata, risultando determinante nel 2-1 al Cile, segnando anche il gol del momentaneo 2-0.

Da qui in poi Don Andrés le gioca tutte, fino alla finalissima contro l’Olanda. La partita è difficile, molto maschia e dalla difficile risoluzione. Lo 0-0 porta il match ai supplementari, ed è qui che entra in gioco il destino.

Il solito fraseggio esasperato spagnolo porta il pallone a Fernando Torres, che la mette in mezzo. La difesa oranje sembra scampare il pericolo, ma la sfera si porta tra i piedi di Cesc Fabregas, che serve proprio l’accorrente Iniesta. Il numero 8 è da solo, ma deve fare in fretta, e dopo un controllo perfetto sigla il gol dell’1-0 a quattro minuti dal termine, dedicando la rete a Dani Jarque, capitano dell’Espanyol scomparso nel 2009. A fine anno, Don Andrés risulterà secondo nella classifica del Pallone d’oro.

L’ULTIMA CHAMPIONS

Nel 2012 Guardiola lascia la panchina del Barcellona, dove si insedia il suo vice Tito Vilanova, scomparso due anni più tardi a causa di un tumore, ma sostituito già nel 2013 da Gerardo Martino, famoso più per il turnover ”scientifico” che per altro.

La svolta arriva nel 2014, quando torna Luis Enrique. Il tecnico spagnolo riporta in auge il tiki-taka di Guardiola, e nel 2015 arriva un nuovo triplete, culminato con la vittoria in Champions League sulla Juventus per 3-1.

Nel 2015, con l’addio di Xavi, Iniesta diventa il capitano del Barcellona, e non smette di collezionare trofei, fino al 27 aprile 2018, quando decide di lasciare il club catalano, due giorni prima della vittoria della Liga, la sua nona in carriera, in un palmares che comprende anche 7 Supercoppe di Spagna, 6 Coppe del Re, 4 Champions League, 3 Supercoppe UEFA, 3 Coppe del Mondo per Club, 2 Europei e un Mondiale.

IL CALCIO DAGLI OCCHI A MANDORLA

Da quest’anno è un nuovo giocatore del Vissel Kobe, squadra giapponese, che milita nella massima serie nipponica. Qualche giorno fa è arrivata anche la prima rete con la nuova maglia.

Non vederlo più con la maglia blaugrana farà un certo effetto, ma quel che è certo è che stato un giocatore capace di rivoluzionare il calcio, sia sotto il punto di vista tecnico, che dal punto di vista tattico. Un eterno fanciullo simbolo di dedizione e attaccamento alla maglia, un modello per tutti i giovani che intraprendono la carriera.

“Non sono ossessionato da Messi, il pericolo è Iniesta. È fantastico, lavora per la squadra, il modo in cui trova i passaggi, il suo movimento e la capacità di creare spazi è incredibile. È così importante per il Barcellona.”

(Sir Alex Ferguson)

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Calcio Internazionale

Ten Hag enigmatico sul futuro di Greenwood: “Non spetta a me decidere il suo ritorno”

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Greenwood

Mason Greenwood è un giocatore del Manchester United, ma da molto tempo non gioca: vicende extracalcistiche lo hanno tenuto fuori dal campo. Il classe 2001, per quello che aveva fatto vedere sul terreno verde, era un profilo davvero interessante. Questo lo sa anche l’attuale tecnico dei Red Devils, Ten Hag, che dice: “Greenwood ha dimostrato in passato di essere in grado di segnare gol, ma non spetta a me decidere se tornare”.

 

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Calcio Internazionale

Ryan Mason difende il presidente del Tottenham Levy: “È stato deluso da alcune persone”

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Ryan Mason, attuale traghettatore in panchina di un Tottenham sempre più alla deriva, ha di recente difeso il proprietario del club, Daniel Levy, da qualche anno criticato per gli insuccessi del club. Mason ha così parlato nel post partita della gara persa in casa contro il Brentford del 20 maggio.

A LUI DISPIACE –A Levy dispiace. Dispiace a tutti coloro che vivono la realtà Tottenham che vogliono un club vittorioso. Ha speso molti soldi ed è probabilmente è stato deluso da alcune figure all’interno del club ma questo è il calcio. Fortunatamente però possiamo invertire la rotta e portare la situazione dalla nostra con il tempo”.

CLASSIFICA FALSA –Certamente la posizione in classifica è falsa ed è dipesa anche dai vari incastri di partite. Sono stato chiaro nello spogliatoio e mi sono assicurato che ogni calciatore capisse per cosa stesse lottando: per il club. Nel caso non fossi stato chiaro ho detto loro di dichiararsi indisponibili per la gara contro il Leeds (giocata oggi e vinta per 4-1 ndr)”.

 

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Flash News

Barella suona la carica: “Ad Istanbul niente da perdere, sarà bellissimo”

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A ridosso del triplice fischio a San Siro, Nicolò Barella si è presentato ai microfoni di Sky rilasciando importanti dichiarazioni dopo il 3-2 contro l’Atalanta.

Ecco l’estratto dei suoi passaggi più importanti:

L’APPROCCIO DI QUESTA SERA?“Ce lo siamo detti negli spogliatoi, avevamo un avversario difficilissimo da affrontare dopo così pochi giorni di riposo, e ci siamo detti di mettere la partita subito nel binario giusto e l’abbiamo fatto”.

SULLA STAGIONE AGLI SGOCCIOLI – “È stata una stagione strana, in Italia abbiamo tralasciato qualcosa, anche in partite dove non abbiamo avuto un approccio giusto ma alla fine siamo stati bravi a tenerci il posto in Champions ed ora ci sarà una partita troppo bella ed importante dopo la fine del campionato”.

IL MOMENTO“Sicuramente nell’ultimo periodo abbiamo trovato equilibrio e forma fisica, anche di giocatori che prima erano mancati. Anche io mi sento molto meglio, e cerchiamo di arrivare al meglio all’appuntamento di Istanbul per cercare di godercelo perché sarà straordinario”.

LA SFIDA CON IL MANCHESTER CITY“Anche noi in Coppa Italia dovevamo essere favoriti, ma poi la Fiorentina ci ha messo in difficoltà segnando subito. Sarà una partita secca col City, non abbiamo nulla da chiedere di più. Entreremo in campo dando tutto quello che abbiamo”.

 

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Serie A Back To The Future: giornata 37

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Penultimo appuntamento con Serie A Back To The Future, che questa settimana vede tante partite decisive per le sorti delle squadre in campo, con risultati, in alcune circostanze, inaspettati.

SAMPDORIA-SASSUOLO 2-1 30/05/2012

A inizio maggio una delle saghe più demenziali dei primi anni 2000 vede la sua conclusione con “American Pie: Ancora Insieme”, che conclude le vicende degli amici californiani.
A fine mese iniziano i Play Off della Serie B 2011/12, con la Sampdoria che ospita il Sassuolo al Ferraris.
Dopo un avvio equilibrato, i neroverdi (giunti al terzo posto nella Regular Season) ottengono un calcio di rigore.
Dal dischetto Sansone si fa ipnotizzare da Angelo Da Costa, che mette in angolo.
Un paio di minuti dopo, però, proprio da corner il Sassuolo passa con Missiroli, che svetta di testa e riesce a mettere in rete, con la complicità di Pozzi, appostato sul palo.
Il gol subito potrebbe essere una mazzata brutale per i sogni di promozione della Samp, che però reagisce e pareggia nel recupero del primo tempo, con Eder che sfrutta un brutto errore di Piccioni, che di fatto toglie il pallone dalla disponibilità di Pomini in uscita, e insacca l’1-1.
Ad inizio ripresa i blucerchiati completano la rimonta, con Eder, questa volta in versione assistman, che mette in mezzo un pallone teso perfetto per Nicola Pozzi, che firma il definitivo 2-1.

SALERNITANA-UDINESE 1-1 23/09/1990

Il 20 settembre esce nelle sale italiane “Quei Bravi Ragazzi”, uno dei capisaldi della filmografia di Martin Scorsese.
Nella Serie B 1990/91, l’Udinese è chiamato a partire forte, visti i cinque punti di penalizzazione che gravano sulle spalle dei bianconeri.
Alla terza giornata, i friulani sono ancora a -4, con la delicata trasferta di Salerno in programma.
I padroni di casa partono forte, sbloccando il punteggio con Martini dopo appena sette minuti.
La Salernitana controlla il match, nonostante i continui attacchi dell’Udinese, che riesce a capitalizzare al 64’ con Nestor Sensini, per un pareggio che accontenta a metà le due squadre.

SPEZIA-TORINO 1-0 06/11/2021

Il 22 ottobre esce nelle sale “Dune” il kolossal di Denis Villeneuve destinato ad essere l’inizio della saga fantascientifica derivata dal famoso romanzo di Frank Herbert.
Nella Serie A 2021/22 lo Spezia, dopo il primo anno in massima serie, parte a spron battuto, trovando punti importanti per la salvezza.
La vittoria casalinga della dodicesima giornata arriva contro il Torino, grazie ad un super gol firmato da Jacopo Sala ad inizio ripresa.

FIORENTINA-ROMA 1-0 11/12/1994

Ci lascia il 6 dicembre Gian Maria Volonté, uno dei più grandi attori italiani di sempre, stroncato da un infarto durante le riprese di “Lo sguardo di Ulisse”.
Nella Serie A 1994/95 che ormai guarda al Natale, Fiorentina e Roma si sfidano in un match che più riservare emozioni.
La partita, però, è bloccata e le due difese diventano protagoniste, chiudendo ogni sortita offensiva con efficacia.
A decidere l’incontro ci pensa un calcio piazzato di Rui Costa al 73’, con il pallone che entra dopo una serie di tocchi, l’ultimo dei quali sembra essere di Amedeo Carboni che firma il più classico degli autogol.

INTER-ATALANTA 2-0 23/02/1997

Esce ad inizio estate “Con Air”, film action con un grande Nicolas Cage e un agghiacciante Steve Buscemi.
La Serie A 1996/97 a febbraio entra nel vivo e mette in scena un Inter-Atalanta che promette spettacolo. I bergamaschi arrivano da 10 gare senza sconfitta e mettono paura ai padroni di casa, con un primo tempo ottimo.
Nella ripresa, però, i valori vengono fuori è un lancio lungo di Winter viene calamitato in area da Youri Djorkaeff, che si inventa un gran gol per l’1-0.
La reazione dell’Atalanta è timida e l’Inter amministra senza troppi affanni, fino al raddoppio firmato Zamorano nel recupero su punizione di Ganz.

HELLAS VERONA-EMPOLI 1-0 03/01/1988

“Good Morning, Vietnam”, questa è la frase con cui nel gennaio del 1988 Robin Williams tiene compagnia ai soldati americani.
Nella Serie A 1987/88 l’Empoli, penalizzato di 5 punti ad inizio stagione, tenta la rimonta salvezza, ma fatica tremendamente a confermare quanto di buono fatto nell’annata precedente.
La partita del Bentegodi contro l’HellasVerona, ormai lontano dai fasti Scudetto, ma sempre avversario ostico, viene decisa da un colpo di testa di Elkjaer al 73’, su punizione battuta da Verza.

BOLOGNA-NAPOLI 1-1 07/05/1989

Il 7 aprile esce “Il mio piede sinistro”, film che consacra Daniel Day-Lewis come uno dei più grandi interpreti della sua generazione.
La Serie A 1988/89 vede il ritorno del Bologna, guidato da Gigi Maifredi, che inizia a costituire la sua avventura nella massima serie.
La partita casalinga contro il Napoli arriva verso la fine della stagione, con la salvezza ancora da conquistare.
I partenopei, senza Maradona, fanno comunque paura, ma sono i rossoblu a sbloccare l’incontro al 22’ con Lorenzo su assist di Poli.
Il vantaggio bolognese dura appena 3 minuti, quanto basta a De Napoli per pescare Careca, con il brasiliano delicato a mettere in rete il pareggio.
Il punteggio non cambia più e il punto fa bene al Bologna in vista del rush finale.

MONZA-LECCE 1-1 16/06/1985

L’estate del 1985 vede il ritorno al cinema della Disney, con “Taron e la Pentola Magica”, uno dei più cupi Classici che, col tempo, è diventato un cult.
Nell’ultima giornata della Serie B 1984/85 il Lecce cerca un punto per l’aritmetica promozione in Serie A, contro un Monza che si trova tranquillo a centro classifica.
La partita si decide in poco meno di venti minuti, con i giallorossi che passano con Di Chiara al quarto d’ora e Saini che pareggia due minuti più tardi per i brianzoli.
Il pareggio, come annunciato, regala il salto di categoria al Lecce, che torna in massima serie.

LAZIO-CREMONESE 2-1 19/11/1995

Il 24 novembre arriva in Italia “Pocahontas”, 33’ Classico Disney, che riceve valutazioni contrastanti, soprattutto per la sua storia molto matura rispetto al canone disneyano.
La Serie A 1995/96 per la Lazio rappresenta la prima stagione di alto livello dopo anni difficili, con il terzo posto finale che certifica l’inizio dell’epopea biancoceleste di fine millennio.
La partita contro la Cremonese, che a fine stagione retrocederà, mostra tutti i pregi della squadra di Zeman.
Alla mezz’ora Winter mette dentro da due passi dopo un palo colpito di testa da Rambaudi.
La Lazio, in pieno stile zemaniano, attacca senza sosta, ma raddoppia solamente al 65’, quando Casiraghi si fa trovare pronto su un cross di Negro.
Al 72’ la Cremonese tenta di riaprire la partita con un calcio di rigore di Maspero, ma il risultato non cambia più.

JUVENTUS-MILAN 3-1 21/11/1999

Il 29 ottobre esce nelle sale italiane “Fight Club”, successo clamoroso di David Fincher con numerose scene cult entrate nell’immaginario pop.
La Serie A 1999/00 rappresenta uno dei punti più alti del nostro calcio, con una serie di campioni fenomenali per un campionato avvincente fino all’ultima giornata.
A novembre la Juventus, partita fortissimo, riceve il Milan, che sta cercando la quadra dopo un avvio difficile.
Al 21’ sono proprio i rossoneri a sbloccare l’incontro, con Sala che si fa trovare pronto di testa su cross di Weah, con la sfera che colpisce Zidane prima di entrare in rete.
Il vantaggio ospite dura, però, appena due minuti, perché una punizione di Del Piero viene girata splendidamente in rete di testa, all’altezza del primo palo, da Antonio Conte.
Dopo questo rapido botta e risposta, il primo tempo scivola via, con la Juventus che riparte nella ripresa con un altro piglio.
Al 51’ è Inzaghi a siglare il gol del 2-1, con un bel sinistro in diagonale su invito di Del Piero.
A chiudere i giochi ci pensa Kovacevic al 94’ su cross dalla trequarti di Tacchinardi.

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