Ancora una volta Spalletti ce l’ha fatta, l’Inter è riuscita a vincere nuovamente dopo l’exploit di Cagliari e il precedente 2-0 in casa all’Atalanta. Contro il Chievo i neroazzurri hanno addirittura segnato cinque reti, sintomo di come quella famosa espressione Inter più fortunata che bella è un concetto piuttosto ridicolo, una forma ora più che mai desueta. Le firme di Perisic, Skriniar e Icardi sono la proiezione sul tabellino dei tre eroi di questa Inter versione autunno-inverno, uno stupefacente capolavoro della rinascita firmato Luciano Spalletti. Abbandonare le forme ciniche di inizio stagione per appropriarsi di un sistema di gioco più rodato e fine, come la qualità del palleggio e la verticalizzazione molto meno improvvisata di quanto non fosse a inizio stagione. Ieri, contro i clivensi, l’Inter ha proposto oltre che a degli inediti titolari anche un calcio più pulito e schiacciante, che appunto neanche il Chievo, tatticamente una delle migliori squadre del campionato, è riuscito ad arginare.
INEDITI D’AUTORE
Ranocchia e Brozovic, Santon e Joao Mario: Spalletti ce l’ ha fatta anche con loro. Se il giovane ex portento della Primavera neroazzurra aveva già impressionato per una ritrovata continuità nelle ultime uscite, l’ottima partita di Ranocchia è stata una sorpresa più che lieta. Il tanto discusso e rinnegato ex difensore del Bari ieri si è presentato titolare a San Siro con tanta voglia di fare, e il risultato è stato una prestazione coi fiocchi con tanto di cartellino giallo, chiusure in anticipo e tre tentativi a rete pericolosi. Il rispolvero di Ranocchia coincide con le parole di Spalletti riguardo la presunta rosa corta della sua squadra, che senza i titolarissimi in effetti faceva venire qualche dubbio in termini di efficienza.

Invece ieri sono andati tutti bene, in primis Ranocchia, anche se pure Brozovic e Joao Mario – quest’ultimo non fenomenale ma comunque in fase di miglioramento – hanno contribuito a ovviare convincentemente alle assenza forzate di Vecino e Gagliardini. Il centrocampo più fluido e tecnico con Borja Valero e Brozovic ha permesso il già citato buon possesso palla che ha scaldato gli infreddoliti 70’000 di San Siro, giunti copiosi allo stadio per contemplare live gli effettivi e definitivi progressi tecnico-tattici di una squadra che sempre ottenendo risultati utili ha anche migliorato il proprio modo di stare in campo.
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Certo se non ci fossero state le parate divine di Handanovic, la media gol pazzesca di Icardi e qualche regalo fortunoso dell’avversario magari l’Inter non avrebbe il primato in campionato, eppure tutte le strade necessitano di aiuti extra e si, anche di fortuna. Contro il Chievo l’Inter ha schiacciato l’avversario nella propria area dando prova anche di saper controllare la partita pure quando i titolari, come già detto, non sono i migliori undici. Ecco il quindicesimo gol di Icardi, la tripletta di Perisic e la conferma di Skriniar, che chiamarlo rivelazione o sorpresa è oramai un mero e ripetitivo spreco di parole.
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L’Inter attacca velocemente, chiude gli spazi con strategia e sa sempre dove trovare il riferimento offensivo, che siano i tagli di Icardi o Candreva; nel match di San Siro si sono confermate quelle tesi già viste in altre partite, che danno fiducia al lavoro di Spalletti e alla sua bravura. Riportare l’Inter così in alto e in così breve tempo è un’opera che sa di miracolo, un’impresa in progressione che ha eletto la fiducia nel gruppo e la solidità in campo come suoi leitmotiv. Spalletti ha conferito competitività a giocatori molli, rimasti fuori dagli schemi della scorsa stagione e che neppure il pubblico di San Siro oramai gradiva più. Adesso tutti insieme, da Icardi a Ranocchia, sono i primi in classifica di una pazza Serie A in cui i portieri segnano al 95′ e i destini sono ancora tutti da scrivere, perchè in alto, insieme alle prime tre, c’è ancora qualcuno che vuole dire la sua.
RISCHI
Come detto l’Inter è primatista con 0 sconfitte in Serie A, facendo meglio addirittura del Napoli e della Juve, tecnicamente superiori. Con tutti questi bei risultati i nerazzurri si godono giustamente il primo posto in solitario coscienti però del fatto che per la fine del campionato mancano più del 50% delle partite, e anche se non ci sono competizioni europee da disputare, il rischio di crollo fisico è comunque dietro l’angolo. E’ fisiologico che tutte le squadre risentano prima o poi di danni collaterali fisico-atletici, e alla fine il campionato potrebbe risultare diverso per Spalletti e soci. Anche perché l’Inter è sì prima ma con un gruppo di pretendenti al trono molto arrabbiati, che non si chiamano solo Allegri e Sarri ma anche Di Francesco e Inzaghi. Le romane infatti attendono solo un passo falso delle prime tre per potersi avvinghiare su un sicuro posto in Champions League, e la classifica, momentaneamente, ammette questa possibilità: con l’Inter prima a 39 punti, seguono Napoli e Juve con 38 e 37, e ancor più dietro sta la Roma con 34 e la Lazio a 32. L’Inter ha nel prossimo weekend un delicato confronto con la Juventus a Torino, dove gli Spalletti boys sono chiamati a fare qualcosa di metafisico per strappare anche solo il pareggio in casa di Allegri, galvanizzato dal successo di venerdì sera e deciso a inseguire il primo posto che raggiungerebbe proprio battendo i nerazzurri. Di fatto, anche con una sola beffarda sconfitta l’Inter rischierebbe di essere risucchiata dal primo-secondo posto al terzo-quarto, ipotesi che avverrebbe ovviamente con la concomitanza dei successi di Napoli, Roma e Lazio. Quindi ad una prevedibile ma lontana perdita di garanzie fisiche l’Inter deve guardarsi anche dalle posizioni posteriori, che pretendono di dire la loro in qualsiasi occasione, e i nerazurri, per Napoli e Juventus, sono un bastone fra le ruote abbastanza ingombrante nella corsa al titolo. L’Inter con l’attuale primo posto si ritaglia un complesso sistema di onori e oneri, che di fatto lasciano poco spazio ai conti e alle chiacchiere: l’Inter deve continuare con questo rullino di marcia se vuole salvaguardare l’integrità dei primissimi posti.