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L'Inter deve spiegare le ali

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L’Inter deve spiegare le ali

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L’inizio di campionato dell’Inter è tanto straordinario quanto convincente. Un prologo dalle premesse dolci per il popolo interista, che spera di poter continuare a vivere questo dolce racconto ricco di vittorie e soddisfazioni. Nell’attesa di conoscere se la favola nerazzurra porterà ulteriori risultati e traguardi, la squadra di Luciano Spalletti in questi primi mesi di stagione sta convincendo tutti.

Ma ogni storia porta con sè naturalmente delle difficoltà e delle incertezze. Non sarebbe avvincente e folle altrimenti. E la Pazza Inter non vuole smentire il proprio titolo.

Per poter spiccare definitivamente il volo alla squadra nerazzurra servono le ali. Gli esterni offensivi infatti, chi più chi meno, hanno faticato in questo avvio di stagione, trovando poco spazio o non convincendo appieno.

MATTEO POLITANO

Partiamo con l’ex Sassuolo. Matteo Politano in questo inizio di stagione è probabilmente insieme a Stefan De Vrij l’acquisto più azzeccato (in attesa del vero Nainggolan) del mercato estivo dell’Inter. L’esterno nerazzurro sta regalando sprazzi di grande calcio in quella corsia destra, per l’incubo delle difese avversarie. Dalle incursioni al centro alle cavalcate sulla fascia, l’Azzurro dimostra nel suo gioco un grande cuore. Buoni anche i suoi numeri: 2 gol in 14 partite giocate, condite da una grande intelligenza tattica facendosi trovare sempre pronto sulla destra. Per non parlare dell’aiuto alla squadra: col 79% di passaggi riusciti, 53 cross su azione (di cui 8 riusciti) e 3 assist finora si è rivelato manna per i propri compagni.

Al pronti via della stagione la maglia da titolare sulla corsia di destra sembrava destinata a Keita Baldé. Ma con lavoro e sacrificio Politano si è guadagnato il posto e non intende perderlo. E pensare che avrebbe potuto goderselo il Napoli, che invece ha preferito puntare su Simone Verdi, che finora ha trovato poco spazio nelle fila partenopee.

Non c’è dubbio, Politano sta andando alla grande con l’Inter finora. Nella confusione delle ali nerazzurre lui rappresenta l’unica vera certezza per Luciano Spalletti. L’ex Sassuolo è diventato imprescindibile per i tifosi nerazzurri che esultano nel segno delle sue cavalcate senza fine.

Ma non solo. Perché anche Roberto Mancini intende puntare su di lui per il futuro della Nazionale.

KEITA BALDÉ

Il giovane senegalese sta vivendo un inizio di stagione discontinuo e travagliato. Approdato alla Pinetina in prestito con diritto di riscatto dal Monaco fissato per 30 milioni. Grandissimo talento con la maglia della Lazio, su Keita sono altissime le aspettative. Spalletti gli ha concesso fiducia: 12 finora le presenze in 14 giornate, di cui solo 5 da titolare però. Complice un inizio sottotono e un Politano sfolgorante.

Pochissimi i tiri per quello che dovrebbe essere un’ala che fa dell’accentrarsi, dribblare e segnare la sua filosofia calcistica: solo 13, di cui 8 nello specchio. Le giocate leziose e la poca incisività nella manovra della squadra hanno suscitato le polemiche del pubblico nei primi mesi della stagione. Il riscatto sembrava ben lontano dall’essere esercitato, con Keita destinato a finire in quella lunga lista dell’Inter di prestiti non riscattati alla fine della stagione (si veda Ljajic, Podolski, Telles, Cancelo, Rafinha…).

Eppure nelle ultime partite la musica sembra cambiata. 3 i gol nelle ultime due presenze, di cui 2 contro il Frosinone e l’ultimo ieri contro la Roma, partita in cui si è fatto trovare pronto sfornando grande calcio. Nel valzer delle ali nerazzurre da comparsa sembra che adesso stia trovando un posto da protagonista verso il premio più ambito: il riscatto e la conferma da parte della società di Corso Vittorio Emanuele.

Dopo un inizio sottotono e di certo non all’altezza dell’Inter, il senegalese sembra aver cambiato marcia. Sarà fondamentale il suo apporto fin dai prossimi impegni della Beneamata, chiamata a una stagione importante e di conferme.

IVAN PERISIC

Il capitolo sicuramente più dolente della stagione nerazzurra fino ad oggi. Ivan Perisic, il vero Ivan Perisic, l’oggetto del desiderio del popolo interista, costretto a momenti di straordinarie partite a incontri monotoni e sottotono. Mai continuo nel lungo periodo.

Il Mondiale di Russia aveva mostrato al mondo le vere doti del croato. Partite da sogno le sue: corsa, spirito di sacrifico, grandi giocate e gol che hanno trascinato la Croazia alla tanto sognata finale. Per la gioia dell’Inter, che avrebbe sperato finalmente di godersi un giocatore di livello mondiale in vista del ritorno trionfale in Champions League. Ma la speranza è rimasta tale e non si è concretizzata ad oggi.

Il croato ha sofferto come nessuno i postumi della fatica post Mondiale e non si è ancora ripreso. Il numero 44 nerazzurro sceso in campo in questa prima parte di stagione è lontano anni luce dal vero Ivan il terribile, seminatore di puro terrore nell’area di rigore avversaria. Spalletti continua a dargli fiducia ma la titolarità non è più indiscussa come un tempo. Spesso il croato è stato sostituito a partita in corso (ben 4 volte in 13 partite giocate) e fisicamente continua a non convincere.

Etichettato molto spesso come uno dei peggiori in campo, sta faticando tantissimo anche dal punto di vista tattico e mentale. L’apporto difensivo non manca ed è sempre apprezzabile, ma il vero compito di un’ala è quello di attaccare e segnare. 2 gol e 2 assist per lui in 13 partite; certamente non all’altezza del suo nome. I suoi doppi passi per superare gli avversari stanno diventando un lontano ricordo, con Perisic che si limita a “fare il compitino” senza affondare la giocata decisiva.

Spalletti ha bisogno del croato ora più che mai. L’Inter ha bisogno come il pane del suo talento croato sulla fascia sinistra, in vista dei prossimi impegni importanti. Per non incombere nel discorso cessione, che ogni anno bussa alla sua porta alla vigilia delle sessioni di calciomercato.

ANTONIO CANDREVA

Qualcuno l’ha visto? Il laterale classe 1987, a fronte degli arrivi di Politano e Keita, sembrava destinato all’addio. Ma Spalletti si è opposto, premendo fortemente sulla sua permanenza in nerazzurro.

All’inizio il numero 87 sembrava aver trovato motivazioni e voglia di giocare, segnando alla prima presenza dopo pochi minuti che era entrato in campo. Un inizio promettente il suo, dopo la scorsa stagione con molti assist ma senza nemmeno un gol segnato. Spalletti è maestro nel rivitalizzare giocatori dati per bolliti o finiti e sembrava che anche lui avrebbe giovato della sua cura.

Ma non è stato così. Appena 5 le presenze per l’Italiano, sostituito ben 4 volte. I numeri non mentono: l’inizio di stagione di Candreva non è giudicabile perché visto davvero poco in campo. Non ha nemmeno deluso per il gioco mostrato in campo, evidentemente le priorità di Spalletti in quel ruolo sono lontane dal suo nome, finito nel dimenticatoio di Appiano Gentile.

Con questo Politano e Keita in continuo miglioramento, è difficile che Candreva torni a trovare spazio tra le fila dei titolari. La finestra di mercato in uscita è molto calda in casa Inter questo gennaio.

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Calciomercato

Non solo Popovic: il Milan osserva il 2007 Zohouri

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Milan

I rossoneri sono in cerca di nuovi giovani da inserire nel proprio vivaio ed entrano nel vivo del calciomercato. Il sito dedicato al calciomercato “Foot Mercato” lancia un’indiscrezione dalla Francia: nei giorni scorsi si sono incontrati i dirigenti del Diavolo e gli agenti del centrocampista classe 2007 Guy Noël Zohouri, in forza al Le Havre.

Titolare nell’U19 della compagine francese, spicca in particolare per le sue doti da incursionista, abbinate a tanta forza fisica e tecnica. Il contratto del giovane francese è in scadenza a giugno 2025, motivo per il quale il Milan sarà costretto a trattare con la società del ragazzo per poter aggiudicarsi le sue prestazioni.

La notizia di Zohouri esce appena dopo quella relativa ad un altro giovane che vestirà la maglia rossonera a gennaio: Matija Popovic, gioiello serbo classe 2006, si accaserà alla corte di Pioli a ridosso della scadenza di contratto con il Partizan Belgrado – sua attuale squadra – e firmerà un contratto fino al 2028 (solo dopo il compimento del suo 18esimo anno di età il prossimo 8 gennaio). In grado di ricoprire tutti i ruoli dell’attacco, è dotato di una grande velocità di azione – soprattutto considerando i suoi 195 cm di altezza – e di un gran bagaglio tecnico, tanto che il Milan ha dovuto superare la concorrenza di big europee come Real Madrid, Barcellona e Juventus.

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Coppa Italia

Lazio-Genoa, Gilardino: “Il rigore non concesso è visibile a tutti”

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Gilardino

LAZIO-GENOA GILARDINO – Il Genoa perde 1-0 contro la Lazio e viene eliminato dalla Coppa Italia. Nel finale di gara, però, i rossoblù protestano per un contatto in area di rigore tra Fini e Pellegrini. Nel post-partita, Alberto Gilardino ha parlato di questo episodio e della prestazione della sua squadra in conferenza stampa. Inoltre, il tecnico del Grifone e ha parlato anche delle condizioni di Albert Gudmundsson.

GILARDINO DOPO LAZIO-GENOA: “SODDISFATTO DELLA PRESTAZIONE, HO AVUTO RISPOSTE IMPORTANTI”

Di seguito, le dichiarazioni di Gilardino:

LA PRESTAZIONE – “Sono soddisfatto. In campo c’erano tanti ragazzi che hanno giocato poco o non hanno mai giocato, le risposte avute sono importanti. Era una prova. Poi Retegui ha messo altri minuti sulle gambe. Non mi sono piaciuti solo i primi dieci minuti del primo tempo, tanta paura e poca lucidità. Siamo venuti fuori alla distanza, creando occasioni. Adesso ci prepariamo per la partita di domenica“.

L’EPISODIO DEL RIGORE – “L’arbitro non ci ha dato spiegazioni, ma è visibile a tutti, quindi non voglio commentare”.

SU IMMOBILE – “Ciro ha fatto un percorso incredibile. Sono contento che abbia raggiunto questi traguardi. Lo conosco bene, anche a livello umano, e si merita tutto questo. È un simbolo per la Lazio e questo mondo. Mi auguro che possa giocare ancora tanti anni. In Nazionale? Lo dovreste chiedere a mister Spalletti. Ciro ha delle qualità incredibili, le ha dimostrate ovunque. Io ho Retegui che credo possa diventare importante per l’Italia, ha tutto e ha ancora tanti margini di miglioramento”.

DRAGUSIN STA MIGLIORANDO – “Sì, una crescita notevole nell’ultimo anno. Un netto miglioramento sotto il punto di vista dell’attenzione e della personalità, ma anche dell’impatto fisico”.

SU GUDMUNDSSON – “Mi auguro che massimo giovedì sia in gruppo per riaverlo domenica a disposizione a Monza. Oggi Messias è rimasto a riposo, anche Badelj lo abbiamo tenuto per domenica. Dobbiamo stringerci e rimanere compatti in questo momento. Per salvarci però dobbiamo andare forte anche in allenamento”.

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Coppa Italia

La Lazio supera il Genoa: sarà derby di Coppa Italia con la Roma?

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LAZIO COPPA ITALIA – Questa sera la Lazio, allo Stadio Olimpico di Roma, ha battuto il Genoa nella sfida degli ottavi di finale di Coppa Italia: decisiva la rete di Matteo Guendouzi in avvio di partita, precisamente al 5′ di gioco. Il centrocampista francese, servito perfettamente da Luca Pellegrini, apre il piattone destro e fulmina Nicola Leali con un destro a fil di palo. Poi la formazione biancoceleste ha amministrato il vantaggio senza correre troppi rischi (anzi, è andata più volte vicina alla rete del raddoppio), vincendo di misura 1-0, eliminando il Grifone e approdando così ai quarti di finale di Coppa Italia. L’unica nota storta della serata riguarda l’infortunio di Gustav Isaksen, costretto al cambio al 27′ del primo tempo a causa di un problema muscolare. Ora, gli uomini di Maurizio Sarri sono attesi dal derby capitolino?

PROBABILE DERBY LAZIO-ROMA AI QUARTI DI COPPA ITALIA

La Lazio conoscerà il suo avversario nei quarti di Coppa solo mercoledì 3 gennaio quando, alle 21.00, sempre all’Olimpico, si giocherà Roma-Cremonese. La vincente di questa sfida (il cui esito, almeno sulla carta, appare scontato, visto che si affronteranno una big del campionato di Serie A contro una squadra che, attualmente, milita in Serie B) sfiderà proprio la Lazio martedì 9 gennaio.

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Coppa Italia

Lazio-Genoa 1-0, le pagelle: Guendouzi illumina, male Martin

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Feyenoord-Lazio

PAGELLE LAZIO-GENOA – La Lazio passa in casa contro il Genoa e stacca il biglietto per gli ottavi. Ai biancocelesti basta un ispirato Guendouzi contro un Genoa che ci prova ma non risulta mai pericoloso.

LE PAGELLE DELLA LAZIO

Provedel 6: qualche parata di poca rilevanza nella prima frazione. Attento nel seguire l’andamento del gioco ed intervenire in anticipo su alcuni palloni velenosi.

Hysaj 6,5: il primo tempo domina così come i suoi compagni di reparto sulla zona di competenza di destra. Con i suoi passaggi a rubare tempo agli avversari permette alla Lazio di giganteggiare in mezzo al campo.

Patric 6: impreciso a volte in fase di chiusura ma per il resto non deve affrontare grandi pericoli (Dal 65′ Marusic 6: buon impatto nella gara. Non sbaglia un passaggio).

Gila 5,5: subisce la qualità di Kutlu per tutto il primo tempo. Impreciso su alcune dinamiche difensive che avrebbero potuto costare caro alla Lazio. Perde uno scontro vitale in area contro Retegui ma si rifà salvando miracolosamente il tiro dell’argentino.

Pellegrini 6,5: entra con l’atteggiamento giusto e lo dimostra la palla anticipata prima, e poi servita perfettamente per Guendouzi che la mette in porta.

Guendouzi 8,5: il tuttofare di questa Lazio. Sulla trequarti per raccogliere il (bel) suggerimento di Pellegrini e sfornare il gol del vantaggio, come mezz’ala per disegnare linee di passaggio geometriche e in difesa per raccogliere i palloni degli avversari. Onnipresente in mezzo al campo. Mente e braccio di quasi ogni azione offensiva della Lazio. Manca la stella di Luis Alberto ma a splendere questa sera è lui.

Rovella 6: la verticalità di passaggio è una delle sue miglior qualità e lo fa vedere anche in questa partita. Si vede di più nel secondo tempo e il suo apporto alla manovra è buono (Dall’80’ Cataldi 6: entra per far respirare l’ex Monza e lo sostituisce portando avanti i suoi compiti).

Kamada 5: scompare per 79′ poi lancia con grande qualità Immobile. Il suo unico highlight di partita (Dall’80’ Basic 5,5: ha da subito la palla del match point ma la spreca con un tiro telefonato per Leali).

Isaksen 6: gioca poco meno di mezz’ora e tanto basta per capire che è in fiducia. Accusa un fastidio che non gli permette di continuare e viene sostituito (Dal 27′ Felipe Anderson 5,5: non incide nel match, giocando più per lo sviluppo della manovra).

Castellanos 6: l’impressione è quella che il suo compito lo ha portato a termine. Interpreta bene il ruolo di falso 9 aprendo zone di campo per i compagni (Dal 65′ Immobile 6: la Lazio si aggrappa a lui per provare a chiudere il match. Una sola occasione su suggerimento di Kamada ma Leali respinge. Bene nei duelli individuali).

Pedro 6: solita partita da mina vagante per l’instancabile ala esperta spagnola. Dà tanto in campo, aiuta la squadra ed è un grande grattacapo per la difesa del Genoa, soprattutto nella ripresa.

Sarri 6,5: la sua Lazio vince una gara dominata qualitativamente anche se non riesce a chiuderla. Avrebbe potuto risparmiare qualche energia ma riesce comunque a passare il turno.

LE PAGELLE DEL GENOA

Leali 6: può poco sul gol di Guendouzi. Para un tiro insidioso di Immobile e poco altro, il resto lo fa la difesa.

Vogliacco 5,5: soffre l’offensiva laziale. Male negli scontri aerei, bene nei passaggi (Dall’83’ Fini 5,5: corre, tanto, ed entra in campo con discreto carattere, forse troppo, perché viene ammonito dopo qualche minuto per un’entrata in ritardo su Cataldi).

Dragusin 6: Gilardino gli affida le chiavi del trittico difensivo e il classe 2002 ripaga con una prestazione sufficiente. Buona maturità calcistica in fase di costruzione male nei duelli difensivi. Cala nella ripresa (Dal 69′ De Winter 6,5: alza la qualità difensiva del Genoa. Bene nei disimpegni).

Matturro 5,5: spesso i suoi lanci lunghi finiscono nelle mani degli avversari. La sua zona di competenza è una delle più colpite dalla tempesta Guendouzi e l’uruguaiano ne risente (Dal 61’Haps 6: prova a spingere sulla sinistra non scaturendo mai, però, un’azione pericolosa).

Hefti 5,5: la fascia destra del Genoa è quella più redditizia in termini di spinta, anche se non risultano mai effettivamente pericoloso.

Jagiello 6: fa quello che può contro una Lazio ispirata e gli riesce spesso bene. (Dal 61′ Malinovksi 6: entra e prova a risollevare le speranze del Genoa grazie ai suoi spunti)

Kutlu 6,5: vince il mismatch contro Gila sull’esterno di sinistra. Nella prima frazione gli attacchi più rilevanti passano soprattutto dalle sue giocate. Cala leggermente nel secondo tempo ma è sempre uno dei protagonisti della fase offensiva genoana.

Thorsby 6,5: si vede poco ma il suo è un apporto fondamentale per il gioco del Genoa. Bene nei dribbling, nei tackle ne esce spesso vincitore ed è uno dei migliori dei suoi.

Martin 5: una partita imprecisa sotto il punto di vista di passaggi e tentativi di tiro. Non una prestazione memorabile.

Galdames 5,5: la sua pericolosità viene neutralizzata dalla difesa della Lazio. Riesce a fare poco oltre a qualche conclusione fioca dalla distanza.

Retegui 6,5: non gli arrivano molti palloni, per cui si mette a disposizione della squadra in fase di costruzione e lo fa bene. Pericoloso nella ripresa con un buono scatto nell’area di rigore avversaria ma l’intervento di Gila rovina tutto (Dal 69′ Puscas 5: impalpabile lì davanti).

Gilardino 5,5: il suo Genoa le prova tutte ma la Lazio neutralizza bene i principali pericoli, tra tutti Retegui. Il suo percorso in coppa finisce qui mentre adesso, in campionato, arriverà un calendario pesante.

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