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Inter, hai davvero bisogno di Icardi?

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Inter, hai davvero bisogno di Icardi?

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Mauro Emanuel Icardi. Una macchina da gol, punti ed emozioni in grado di segnare al primo pallone toccato, con un talento che va a spiazzare qualsiasi avversario. 122 gol in 5 anni e mezzo di Inter, vincendo due volte il titolo di capocannoniere della Serie A, nel 2015 e nel 2018. Straordinario è il termine giusto per definirlo.

Ad un primo impatto parrebbe blasfemia pura pensare di privarsi di lui, il giocatore su cui i nerazzurri hanno puntato tutto: sogni, speranze e desideri di vittoria. Negli anni, infatti, Maurito ha sempre saputo far fronte a un’infinita costellazione di polemiche, facendo brillare la propria stella nel segno di ciò che sa fare meglio: segnare e far impazzire i propri tifosi.

Ma quando la nuvola delle critiche su comportamenti inopportuni si fa tempesta, superando ciò che davvero conta, ossia il campo, la situazione diventa insostenibile. E’ quanto sta accadendo quest’anno, stagione in cui le chiacchiere fuori dal rettangolo di gioco hanno preso il sopravvento. Rinnovi di contratto, malumori nello spogliatoio, atteggiamenti non da capitano, ne avremo ancora per molto. Minimo fino alla fine della stagione, quando si scoprirà definitivamente il suo destino.

E nel caos che non sta dando tregua alla Beneamata la domanda ormai sorge spontanea: Inter, ma hai davvero bisogno di Icardi? Numero Diez analizza gli ipotetici pro e contro di un’Inter senza il suo numero 9.

I PRO

I vantaggi di una Inter senza il suo bomber, per quanto potrebbero essere considerati frettolosi, potrebbero non mancare. In tutti i sensi.

In primis a livello societario. Nella stagione in corso, infatti, si è parlato più di Icardi fuori che dentro al campo. Tante, troppe chiacchiere sulla bocca di tutti, che hanno intasato i pensieri dei e sui nerazzurri in questi mesi. 15 gol in 28 partite finora sono un bottino di tutto rispetto, ma non all’altezza della sua fama: i 9 gol in campionato stanno stretti a un attaccante che ha saputo abituare, anno dopo anno, a tutt’altra storia.

Ma il copione di quest’anno recita prepotentemente una parola: problemi. Disagi della dirigenza e malumori nello spogliatoio susseguiti mese dopo mese. Del resto la decisione di togliergli la fascia è stata unanime, e questo la dice lunga su quanto le prestazioni in campo siano passate in secondo piano.

I vantaggi si vedrebbero poi dove davvero conta, in quel rettangolo di gioco da cui tutto nasce. I nerazzurri quest’anno sono scesi in campo senza Maurito in cinque occasioni. Bologna, Cagliari, Genoa, Rapid Vienna e Sampdoria, non proprio dei big match naturalmente, ma senza l’ormai ex capitano i nerazzurri le hanno vinte tutte. Spicca poi la media gol che sfonda i 2,5 a partita, con ben quattro gare con almeno due marcature. Era dal 2 dicembre, in occasione del big match contro la Roma finito per 2 a 2, che la Beneamata non segnava almeno due reti. Ci sono voluti più di due mesi e un’ottima prestazione contro la Sampdoria per sentire due volte il boato di San Siro.

Senza il suo bomber l’Inter appare più orgogliosa, forte e fiera. Icardi, infatti, spesso e volentieri ha sempre rappresentato il totem della Provvidenza in grado di risolvere prestazioni deludenti e scarne sul piano del gioco. Senza poter contare sul numero 9 i nerazzurri si sono dovuti arrangiare. Lo si è visto in particolare contro la Sampdoria: un incontro ricco di dinamismo, movimenti e inserimenti in tutti i reparti.

Lautaro è ancora grezzo e giovane ma ha saputo farsi valere, lottando e muovendosi a tutto tondo là davanti. Nainggolan e Perisic hanno preso in mano l’incontro, il primo regalando l’ennesima prestazione in crescendo condita da un magnifico gol, il secondo tuffandosi finalmente, dopo mesi di astinenza, nell’uno contro uno, vincendo e servendo un pallone al bacio per D’Ambrosio.

L’esultanza vista in campo ha il sapore della rabbia e della rivalsa, e del voler dimostrare che l’Inter non è solo Icardi, ma un gruppo unito che vuole vincere e segnare nel segno di questi colori, che sono e devono rimanere la prima cosa di cui si deve parlare.

I CONTRO

Sembrerebbe dunque tutto rose e fiori senza Icardi. Il dato sorprendente è che con Maurito in campo l’Inter ha segnato più di due gol in appena 2 occasioni su 28 (Lazio-Inter e Inter-Benevento di Coppa Italia). Numeri che rendono l’attacco nerazzurro di quest’anno non all’altezza della sua difesa: se la Beneamata ha la seconda miglior difesa del campionato, dietro solo alla corazzata juventina, ha invece soltanto l’ottavo attacco della Serie A, a pari merito col Sassuolo.

Un altro dato curioso: Icardi divenne capitano dell’Inter all’inizio della stagione 2015-2016. Se si prendono in esame le partite giocate dai nerazzurri senza di lui da allora, il dato è significativo: 18 vittorie, 2 pareggi e appena 2 sconfitte. Una media punti stratosferica di 2,54 a partita.

Tutto, insomma, sembrerebbe girare contro Mauro. Ma se freddi dati e poche prestazioni fin qui hanno dimostrato un certo trend positivo senza di lui, sei anni di Maurito ci hanno insegnato ben altro. 122 gol segnati in ogni modo e da tutte le posizioni. Un istinto killer di goleador forse come nessuno al mondo, nel rapporto palloni giocati e reti segnate. Un feeling con la porta unico nel suo genere, nel segno di un reparto offensivo sempre e comunque sostenuto dal suo talento.

Lautaro Martinez, infatti, per quanto promettente si è dimostrato grezzo e spesso inesperto. Contro la Sampdoria è stato annullato a più riprese da Tonelli, pur mettendoci grinta e cuore. Il suo rendimento fin qui è stato buono e soddisfacente nel complesso, ma da qui a degno erede di Icardi il passo è più lungo della gamba, col numero 10 ancora distante da certi standard qualitativi sul campo.

IN SINTESI

Nelle buone e nelle cattive prestazioni Icardi c’è sempre stato, questo è sicuro. E altrettanto innegabile è stato il suo rendimento, unico e sorprendente. Un’annata sottotono come quella in corso non basta per condannare in toto un talento come lui. Ma quando i malumori e i dissapori diventano insostenibili e prendono il sopravvento, tutto sembra crollare.

Il “pavimento” dei tifosi sul quale Mauro camminava stagione dopo stagione sembra crollare sotto i piedi. E per quanto fondamentale per i colori nerazzurri, nessun giocatore è insostituibile, nessun elemento che non mette grinta, cuore e determinazione al servizio dei colori nerazzurri può sentirsi al sicuro nel cuore dei tifosi.

Serve mettere da parte tutto ciò che è inutile, superfluo e deleterio per tornare a concentrarsi su ciò che davvero conta: il gioco. Solo così Mauro Icardi diventa un elemento imprescindibile e insostituibile per questa squadra, come per anni è stato. Un baluardo di talento allo stato puro per tutto il popolo del calcio.

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Spalletti: “L’Inter è meritatamente prima in classifica! All’Europeo voglio un’Italia completa”

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Italia-Macedonia resoconto

Al Gran Galà del Calcio, il CT Luciano Spalletti si è espresso su vari temi, tra cui l’andamento del campionato a partire dalla sfida del Maradona tra le sue due ex squadre, Napoli e Inter e le sensazioni per Euro2024. Ecco le sue parole.

LE PAROLE DI SPALLETTI 

SU NAPOLI-INTER – “Sono un osservatore, l’Inter è giusto che sia prima in classifica per quello che ha fatto vedere. All’Inter vedo davvero tante qualità: la vedo una squadra matura, una squadra che è in rapporto, una squadra che è in relazione. C’è un calcio fisico, uno tecnico e uno relazionale: il blocco squadra è un mito e l’Inter mi pare abbia tutte queste caratteristiche, anche in quelli che sono i comportamenti tra di loro”.

L’INTER O IL SUO NAPOLI – “Al Napoli ho visto fare splendide partite, la squadra non è riuscita a mantenere il ritmo che aveva in precedenza. Però per il momento l’Inter ha molti meriti per la sua classifica, per il momento è in testa meritatamente”.

SULL’EUROPEO –Dovrà essere un’Italia che completa quello che ha fatto vedere in queste prime partite. Per sessanta-settanta minuti noi abbiamo dimostrato di essere un’ottima squadra in tutte le partite, però poi bisogna andare avanti. L’incontro non si decide al primo pugno. Dobbiamo far vedere le nostre qualità, ma per 100 minuti“.

SU CAMARDA E I GIOVANI – “I giovani devono giocare in Serie A ma solo se sono in grado di mettere in difficoltà quello più maturo che hanno davanti. Se hanno tutto garantito, tutto facile…”.

PREOCCUPA L’INFORTUNIO DI SCAMACCA? – A me non preoccupare niente. Ci sono delle soluzione da più parti e spetta a loro, mettere il musino e far vedere di che panni si vestono”.

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Alla Ricerca del Diez

Chi è Sudakov, il gioiello ucraino che piace alla Juventus

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Chi è Sudakov

CHI È SUDAKOV, IL GIOIELLO UCRAINO CHE PIACE ALLA JUVENTUS – Uno dei nomi più chiacchierati degli ultimi tempi è quello del centrocampista dello Shakhtar Heorhiy Sudakov. L’ucraino classe 2002 è attenzionato da tanti club europei. In particolare su di lui c’è la Juventus, che sta cercando almeno un rinforzo nella zona mediana del campo, possibilmente giovane, in attesa del rientro di Nicolò Fagioli e quello, più lontano, di Paul Pogba. Nelle prossimi giorni Cristiano Giuntoli potrà affondare il colpo, ma non sarà facile portare il calciatore a Torino a gennaio, a meno di un’offerta intorno ai 15 milioni di euro. Ma chi è Sudakov? Andiamo ad illustrare nel dettaglio le sue caratteristiche e a ripercorrere la sua carriera.

LE CARATTERISTICHE DI SUDAKOV

Sudakov è un centrocampista offensivo che agisce principalmente sulla trequarti, zona in cui riesce ad essere molto pericoloso grazie alla tecnica sopraffina abbinata ad un’ottima abilità. All’occorrenza può essere arretrato di qualche metro andando a coprire il ruolo di mezz’ala di inserimento.

LA CARRIERA DI SUDAKOV

Sudakov è il calciatore sul quale la nazionale ucraina baserà il suo futuro.

Il ragazzo cresce calcisticamente nel Metalist Kharkiv prima di entrare nelle giovanili dello Shakhtar a 17 anni. In questo momento la sua carriera sta vivendo l’ascesa decisiva dopo l’esordio in Champions League avvenuto nel 2020 al Santiago Bernabeu. Quel giorno gli ucraini fecero la storia riuscendo ad imporsi sul Real Madrid.

Ma come detto precedentemente, in questa stagione Sudakov si sta facendo notare al panorama calcistico europeo anche in Champions League, dove si è reso vero protagonista della sfida contro il Barcellona. Al termine della stessa è stato nominato migliore in campo.

I suoi numeri in questo inizio di stagione sono ottimi. Nel campionato ucraino Sudakov ha messo a segno 2 reti in 9 presenze, mentre nella massima competizione continentale conta 1 gol in 5 apparizioni.

Dopo aver seguito tutto il percorso all’interno della nazionale ucraina, il centrocampista ha esordito in Prima Squadra il 23 maggio 2021. Da quella data ha collezionato 12 presenze e 1 rete.

 

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Giuntoli: “De Laurentiis ha avuto grande rispetto per me”

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Juventus

Serata di stelle al Golden Boy 2023, vinto da Jude Bellingham. La manifestazione, come di consueto, si festeggia a dicembre e premia il miglior calciatore Under-21 militante nella massima serie di un campionato europeo. Tra i presenti anche Cristiano Giuntoli, Football Director della Juventus. Di seguito riportiamo le sue dichiarazioni raccolte da Sky Sport.

L’INTERVISTA A GIUNTOLI

GOLDEN BOY – Sono onorato di essere qui per un premio così importante, ringrazio chi ha pensato a me per questo riconoscimento. Noi pensiamo al lavoro, siamo in un tunnel lungo, buio, e ogni tanto vediamo una lucina in fondo. A testa bassa ho sempre pensato a lavorare e fare il meglio per il mio club.

DE LAURENTIIS – Devo ringraziare Aurelio De Laurentiis per la grande pazienza che ha avuto con me, non sono io ad averla avuta con lui, come invece tutti pensano, per le volte che ho sbagliato. Lui mi ha lasciato esprimere e alla fine ci siamo tolti una grande soddisfazione”.

SCUDETTO AL NAPOLI – Un particolare solo è riduttivo, è un insieme di cose. Ho avuto collaboratori e allenatori bravissimi, un presidente che mi è venuto dietro assecondandomi. Io mi sento un principale attore ma è stata la vittoria di un gruppo di lavoro, partita da lontano”.

JUVENTUS – “Io sono arrivato da poco e ho trovato un gruppo di lavoro straordinario. Con Giovanni Manna lavoro gomito a gomito, ma anche i dirigenti del passato hanno fatto un grande lavoro e in questo momento il club sta usufruendo dei frutti di questo recente passato e di questo grande lavoro. Devo dire che siamo comunque la Juventus, serve equilibrio tra competitività e sostenibilità finanziaria. Questo è dato non solo da una strategia, bisogna capire i momenti e cogliere le occasioni. In questo momento i ragazzi ci stanno dando grandi soddisfazioni.

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Flash News

Vagnati: “Radonjic? Attualmente è un giocatore del Torino, in futuro vedremo”

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Torino

Davide Vagnati, il DS, del Torino, ha parlato ai microfoni di Sky Sport prima della partita contro l’Atalanta. La sfida di stasera chiude il 14° turno di campionato e rappresenta una crocevia importante per la stagione. Così, a pochi minuti dal fischio d’inizio, il direttore sportivo ha rilasciato una breve intervista che riportiamo di seguito.

L’INTERVISTA A VAGNATI

ATTACCANTI – “Il bello degli attaccanti è che uno li giudica se hanno fatto gol. Duvan è un giocatore molto importante per quanto riguarda il gioco. Come ha detto spesso il mister, lui ha grande entusiasmo e voglia di fare. Sanabria l’anno scorso ha fatto tanti gol nel girone di ritorno. Manca la scintilla ma ci ha fatto vedere comunque che è un grande giocatore”.

RADONJIC –Radonjic è un giocatore del Torino e vedremo cosa succederà da qual al mercato. Ci sono ancora tante partite, magari la prossima giocherà e farà bene. Lui, come qualsiasi altro giocatore, deve dimostrare quello che è il valore del club e poi spetta all’allenatore fare le scelte tecniche”.

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