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Inter, l'attacco è una necessità sul mercato?

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Inter, l’attacco è una necessità sul mercato?

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L’Inter batte il Villarreal (3-1) e infila la quarta vittoria consecutiva in amichevole, dopo che anche Lione, Bayern Monaco e Chelsea sono uscite sconfitte dal match con i nerazzurri.

Uno dei punti di forza della squadra di Spalletti in questa fase pre-campionato è stato, finora, nonostante la pesante assenza di Icardi, sicuramente l’attacco, guidato da due sorprese: Jovetic ed Eder.

Proprio quest’ultimi, soprattutto il montenegrino, sono stati rivitalizzati dal tecnico di Certaldo, mostrando uno stato di forma e un’utilità per la squadra prima non vista.

Quanto è prezioso “Jo-Jo” per l’Inter! In Chelsea-Inter controlla benissimo un fantastico pallone del “geometra” Borja Valero e conquista un rigore.

Non è un caso che 7 dei 12 gol segnati nelle sette amichevoli disputate fino ad oggi dalla squadra milanese abbiano la firma dei due “nuovi acquisti” (quattro del brasiliano, tre del giocatore ex Siviglia), statistica che sottolinea l’importanza di entrambi per la nuova Inter che sta nascendo.

JOVETIC: ATTACCANTE AL SERVIZIO DEI COMPAGNI

Stevan Jovetic domenica scorsa ha voluto impreziosire la sua preparazione alla stagione che si appresta a cominciare con una rete “a forbice contro gli spagnoli, ma non è l’unica cosa per cui verrà ricordata la sua estate.

“Jo-Jo“, infatti, sta facendo vedere grandi cose: buoni movimenti con i quali si mette anche al servizio dei compagni, creando occasioni e mandando in rete gli altri, senso del gol e giocate di classe.

Inter-Lione: Jovetic manda in rete Gabigol, che sciupa incredibilmente.

E’ sempre di più un punto di riferimento e ora le voci di mercato che lo vedevano lontano dall’Inter sembrano essere state spente (quasi) del tutto: almeno lui ha dichiarato platealmente di voler rimanere a Milano nell’esultanza contro il Chelsea. Bisognerebbe vedere se la società è dello stesso avviso…

EDER: BOMBER D’AREA DI RIGORE

Altro uomo protagonista dell’attacco nerazzurro è Eder, il quale nella passata stagione ha realizzato 10 marcature  e 7 assist, che si sta dimostrando incredibilmente letale in area di rigore: i 2 contro il Bayern Monaco e quello al Villarreal sono gol da bomber vero, anche se lui centravanti alla Icardi non lo è proprio.

Bayern Monaco-Inter: cross in mezzo e zuccata da centravanti di Eder.

Il suo futuro sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo a 23 giorni dalla chiusura della sessione di calciomercato, più chiaro: il suo nuovo mister non vuole privarsene.

ANCHE GLI ESTERNI CI SONO!

Detto delle due punte, non si può non parlar bene anche degli esterni offensivi.

Antonio Candreva sforna sempre cross pericolosi e assist fondamentali (2 in questa fase), mentre Perisic non ha più il broncio di inizio luglio e i risultati si vedono (una rete, un assist e più vivacità in campo), con addirittura un rinnovo di contratto in arrivo (sembrava destinato ormai al Manchester United).

Quando vuole, il croato sa essere fondamentale. L’assist per il 2-0 di Eder al Bayern Monaco è il suo.

L’ATTACCO E’ UNA NECESSITA’ SUL MERCATO?

Questa situazione stride con le prospettive in chiave calciomercato: si dice che Sabatini e Ausilio stiano preparando grandi colpi per rinforzare il reparto avanzato.

Oltre a Emre Mor (esterno adattabile anche come punta) e Schick (centravanti), si parla tanto anche di un’ala di spessore internazionale (Di Maria, Pastore, Lucas alcuni nomi che circolano).

Detto che un esterno offensivo giovane occorre (da approvare l’acquisto del turco del Borussia Dortmund), magari anche un altro disponibile a contendersi il posto con i due già presenti, ci si interroga se vale la pena spendere altri soldi, che si potrebbero usare per un difensore di spessore, per altri attaccanti.

Ha senso cedere Jovetic, viste le sue perfomances, per liberare il posto a Schick, che costa 30 milioni e che a differenza del numero 8 a fatica giocherebbe al fianco di Icardi, nel caso Spalletti volesse ricorrere a una coppia d’attacco?

E, dato che l’Inter quest’anno sarà impegnato solo in campionato, oltre che in Coppa Italia, serve l’acquisto di un top esterno come Di Maria, che farebbe sì impazzire i tifosi, ma che ridurebbe notevolmente il budget per un centrale di difesa?

L’attuale attacco, con l’innesto di Emre Mor e un altro esterno non troppo costoso e con esperienza in Serie A, non avrebbe nulla da invidiare a quello di Roma e Milan (anche se bisogna vedere quali acquisti concluderanno ancora queste due), principali avversarie per un posto in Champions League, mentre è necessario un grande difensore.

La ragione, quindi, pone alla dirigenza interista un interrogativo importante: l’attacco è una necessità con un importante buco nella retroguardia da coprire?

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Flash News

Bastoni recupera per l’Udinese? Le ultime da Appiani Gentile

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Bastoni

L’Inter, reduce da tre trasferte di fila di cui l’ultima vinta per 3-0 contro il Napoli, si prepara ad accogliere tra le mura amiche l’Udinese. Sfida in programma sabato 9 dicembre alle ore 20.45. Intanto durante le ultime sessioni d’allenamento, Simone Inzaghi sta facendo alcune valutazioni per quanto riguarda la formazione migliore da schierare in campo dal primo minuto. Il tecnico e lo staff, stanno monitorando con particolare attenzione i calciatori alle prese con i loro infortuni.

LE CONDIZIONI DI BASTONI E PAVARD

Secondo quanto riportato da Fcinter1908, Alessandro Bastoni avrebbe svolto la sessione odierna interamente con il gruppo, fatta eccezione della partitella per evitare rischi inutili. Il difensore aveva rimediato un infortunio al polpaccio la scorsa pausa per le nazioni. Adesso la sua presenza in panchina o da titolare contro il club friulano, è praticamente certa.

Arrivano buone notizie anche da Benjamin Pavard. Il francese sta lavorando ancora a parte, tuttavia le sue condizioni sono in netto miglioramento. La sensazione è che non manchi troppo al suo rientro, ma non si correranno alcuni rischi nel tentativo di agevolare il suo ritorno in campo.

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Roggero: “McTominay straordinario, Garnacho è un talento. Giovani poco utilizzati in Italia? È un problema sociale, non solo del calcio”

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Garnacho Rovesciata

La 15ª giornata di Premier League volge al termine. Il turno infrasettimanale, infatti, si chiuderà questa sera con le sfide Everton-Newcastle e Tottenham-West Ham. Le gare già disputate hanno espresso verdetti di rilievo: su tutti, la prova di forza dell’Aston Villa di Emery contro il Manchester City, il 2-1 del Manchester United sul Chelsea targato McTominay e la rimonta da capogiro dell’Arsenal sul campo del Luton (3-4 al 97′). La situazione in classifica è più equilibrata che mai: la capolista è proprio la formazione di Arteta (36 punti), a +2 sul Liverpool secondo e a +4 sull’Aston Villa terzo. I campioni in carica del City sono al momento a quota 30: la squadra di Guardiola ha conquistato solo 3 punti nelle ultime 4 e non vince in campionato da oltre un mese.

Nicola Roggero, giornalista e telecronista di Sky Sport, è intervenuto ai nostri microfoni per tracciare il proprio bilancio e dire la sua su alcune individualità. Ma non solo: Roggero ha inoltre motivato le ragioni legate all’affermazione di tanti giovani nel campionato inglese e commentato la possibile decisione dell’IFAB (organo che modifica le regole del calcio) di introdurre in Premier le espulsioni a tempo. Di seguito l’intervista completa a Nicola Roggero.

L’INTERVISTA A NICOLA ROGGERO

Forse mai quest’anno era regnato tanto equilibrio in vetta dopo 15 giornate. In zona Champions e in ottica titolo ci sono varie squadre candidate: qual è cresciuta maggiormente rispetto alla passata stagione? 

“La squadra più cresciuta è l’Aston Villa. Quando arrivò Emery era in zona retrocessione, oggi è terza in classifica. È un risultato straordinario. Fin dove si può spingere? Bisogna valutare che la rosa non è completa come quella di altre squadre, ma non mi sorprenderei se al termine del campionato l’Aston Villa finisse tra le prime quattro”.

Da quale squadra si aspetta qualcosa in più per quelle che sono le potenzialità della rosa?

“Direi su tutte il Manchester United. È una squadra che ha speso una quantità di denaro impressionante sul mercato, ma fatica a essere protagonista. Ha avuto una prestazione molto buona ieri sera con il Chelsea, ma direi che è stata una sorta di eccezione all’interno dell’anno. Per il resto è spesso stato deludente, soprattutto nel confronto con le altre big. Contro il Chelsea è stata la prima vittoria contro una squadra tra le prime dieci in classifica. È una stagione fino a questo momento deficitaria”.

Su Garnacho: la rovesciata d’autore contro l’Everton è stato un colpo da fuoriclasse. Qual è il suo punto di vista sul ragazzo?

È un grande talento, ha ancora bisogno di continuità. Deve razionalizzare le sue abilità e non eccedere nella giocata ad effetto, ma senza dubbio sarà un protagonista per lo United negli anni a venire. È molto giovane e ha potenzialità altissime, ultimamente ha sempre più spazio in prima squada. Sarà uno dei giocatori cui affidare il futuro di questo club”.

Scott McTominay: cannoniere dello United, decisivo anche ieri sera con la doppietta al Chelsea. È lui che più di ogni altro, in questo momento, rappresenta l’anima e lo spirito dello United?

“Con il club lui è cresciuto, incarna la filosofia di Old Trafford. Non si arrende mai, ha un vero spirito scozzese di combattività, ma è sorprendente quanti gol faccia. È il capocannoniere della squadra in campionato e della Scozia alle qualificazioni europee. Definirlo un giocatore di combattimento è limitativo, è un calciatore che si sta rivelando straordinario“.

Ieri hanno trovato il gol Cole Palmer (2002) e Hinshelwood, classe 2005. Nel turno precedente, si sono affermati Colwill (2003, Chelsea), Buonanotte (2004, Brighton) e Koleosho (2004, Burnley). Lo stesso Garnacho, di cui abbiamo parlato in precedenza, deve ancora compiere 20 anni. Sono solo casi o in Inghilterra i giovani sono effettivamente trattati in modo diverso rispetto all’Italia da allenatori e società?

“Io penso che il problema non sia solo del football italiano, ma della società italiana. Quest’ultima considera giovani gente con trenta e rotti anni. Gli altri Pasi analizzano le situazioni dal punto di vista del talento. Se uno ha le qualità, a prescindere dall’età, emerge. Nel nostro paese non è così, si rimane giovani a vita e non si dà mai veramente fiducia. È il motivo per cui tanti ragazzi, che potrebbero essere utili, sono costretti ad emigrare e non sono a disposizone del nostro Paese. È un problema sociale, generale. Il mio pensiero è che la responsabilità sia la totale immaturità e ignoranza del calcio italiano, dove si pensa sempre di poter crescere. È un problema di mentalità che non è solo del calcio: nel calcio è acuito perché il calcio in Italia è molto ignorante. È in antitesi con lo sport. Lo sport ha questo privilegio: con il talento puoi emergere, ma in Italia non succede”. 

L’IFAB (organismo che modifica le regole del calcio) ha deciso di portare avanti l’idea dell’espulsione “a tempo”, ovvero una sorta di cartellino “arancione” per punire irregolarità particolari come i falli tattici. Tale norma potrebbe essere testata in Premier nella prossima stagione. Se regolamentata, potrebbe essere un’opzione valida e “giusta”?

Certo. Come al solito il calcio arriva molto dopo le altre discipline sportive. È una norma che da molti anni c’è nel rugby, in cui si valuta che può essere corretta un’espulsione a tempo. Io sono assolutamente a favore. Non mi stupisce che sia l’Inghilterra la prima a varare questa possibilità. È vero che loro sono molto conservatori per quanto riguarda il gioco, ma poi in realtà sono molto aperti alle novità punitive. Sono chiusi alle novità negative, tipo il VAR, una cosa che dovrebbe essere dimenticata e seppellita. Ma sull’espulsione a tempo sono d’accordissimo, il rugby ha dimostrato che è una cosa che funziona. Fa ridere che nel calcio non si sappia quanto si giochi, ormai nel recupero abbiamo recuperi extra….basterebbe applicare il tempo effettivo e si smetterebbe con mille pantomime”.

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Hellas Verona-Lazio, tagliandi a ruba: attese ventottomila presenze

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Hellas Verona

La Serie A e le rispettive squadre vivono di tifosi. Giocare di fronte a un pubblico scarno può diventare, a volte, scoraggiante per i calciatori e per le dirigenze dei club, i quali impiegano tanti sforzi per cercare di raggiungere grandi obiettivi. Nel corso delle ultime ore l’Empoli ha avviato un’iniziativa volta a cercare di rendere partecipi tante persone a supporto della squadra. Spesso i club delle zone basse di classifica riempiono gli stadi grazie alla presenza di una big del nostro calcio e la situazione dovrebbe far riflettere.

Tuttavia, va riconosciuto che le cose non stanno sempre così dato che, soprattutto i gruppi organizzati, tendono a stare vicini alla squadra anche nei momenti di difficoltà. L’Hellas Verona avrebbe intenzione di uscire da un periodo del genere, proiettandosi nelle zone che garantirebbero una salvezza tranquilla. Il prossimo match, in programma sabato 9 dicembre alle ore 15:00, vede opporsi agli scaligeri la Lazio, a caccia di punti per rilanciarsi in lotta UEFA Champions League. Per la squadra di Maurizio Sarri, però, da fronteggiare non ci sarà solo la squadra in campo.

Infatti, la prevendita dei biglietti per la gara procede in modo spedito sfiorando, addirittura, le 28mila presenze. Molti dei settori disponibili sono già andati a ruba: i tagliandi rimasti disponibili si aggirano solo nel settore “Poltrone” e “Poltronissime”. La cornice si va via via componendo e il dodicesimo uomo in campo per il Verona sta prendendo forma.

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Pafundi, l’attaccante che gioca in Nazionale e non all’Udinese non ha agente: la situazione

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Udinese Pafundi

La Serie A sta entrando sempre più nel vivo e in ogni giornata ci sono scontri diretti nella zona alta e bassa della classifica. La seconda metà è la parte che, solitamente, cambia di gara in gara complici, appunto, i ribaltamenti di fronte derivati dai risultati finali. Nel corso dell’ultima giornata il roboante 3-3 nel match tra Udinese e Verona ha regalato spettacolo. Allo stesso tempo, però, tiene sulle spine i tifosi dei club. L’Udinese non è solita nel trovarsi nella zona bassa della classifica. I 12 punti conquistati segnalano forti problemi.

Il cambio di allenatore avvenuto in corsa, però, sta portando i suoi frutti. Chi, invece, non riesce a fare svoltare la sua avventura in bianconero è Simone Pafundi. Questi può dirsi soddisfatto solo per quello che sta raccogliendo con la Nazionale. Gabriele Cioffi, allenatore dell’Udinese, avrebbe potuto segnare una svolta nella stagione di Pafundi ma così non è stato: il diciassettenne trequartista, infatti, nell’ultima gara non è stato convocato per scelta tecnica. Questa situazione potrebbe alimentare degli scenari di calciomercato.

Nell’ultima sessione di trattative, l’agente di Pafundi avrebbe cercato una sistemazione, anche solo in prestito, che gli garantisse un posto in squadra, ma, alla fine, è rimasto in Friuli. Il rinnovo del contratto sino al 2026 avrebbe potuto cambiare tutto. Tuttavia, il classe 2006 ha collezionato appena due presenze, di cui una in Serie A e una in Coppa Italia, le quali hanno offerto solamente 60 minuti di gioco al ragazzo. La situazione, al momento, non è delle migliori per la crescita del gioiellino che, in accordo con la famiglia, ha deciso di cambiare nuovamente agenzia. Attualmente, la giovane promessa del calcio friulano è senza procuratore. Ma, in questo modo, si crede, che si possa arrivare alla soluzione ideale per l’Udinese e per Pafundi.

Tra pochi mesi Pafundi compirà diciotto anni e l’Udinese ha intenzione di prolungargli il contratto fino al 2028: per rendere tutto ciò effettivo, c’è necessità di non arrivare al muro contro muro.

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