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Poteva andare meglio

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Poteva andare meglio

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Reti bianche ma tanta sostanza. Il risultato sornione di San Siro, gremito per la celebrazione del centodecimo anniversario della nascita dei neroazzurri, è in realtà un pout pourri di emozioni e calcio, una sorta di inno alla gestione del gioco e dello schieramento posizionale. Se il Napoli, infatti, non è riuscito a sfondare e a entrare in area di rigore come al suo solito è stato merito di un’ottima Inter che in difesa è stata più efficace di quanto non si fosse visto nelle ultime uscite (Genoa, Benevento). Gli azzurri di Sarri hanno giocato un buon calcio e fatto la partita a Milano, anche se alla fine, come testimonia il risultato, per quello visto sul terreno di gioco il pareggio è il finale più corretto di una sceneggiatura che preannunciava botti. Il punto a testa dimostra che effettivamente, da un lato, in Napoli ha mollato un pochino negli ultimi sette giorni, mentre l’Inter, dopo il ritorno a vincere, offre una prestazione e un risultato convincente contro l’ex prima in classifica. E nel bene e nel male, il punto a testa non piace troppo a nessuno.

https://www.youtube.com/watch?v=wfH9pGnl0CY

INTER

Ci si aspettava una gran prestazione dei neroazzurri nel weekend del loro compleanno e così (in parte) è stato. Solidità in difesa e movimento in attacco, Skkriniar che blocca Insigne, Rafinha che trova gli spazi e Icardi che attacca la profondità. Il brasiliano ha giocato un buon primo tempo, definibile il migliore forse prima che nella ripresa Cancelo non si inventasse Roberto Carlos dribblando e gareggiando in velocità con tutto l’out destro del Napoli.

E di fatto, l’aspetto più convincente dell’Inter è stata proprio la capacità offensiva, che a differenza della gara d’andata – o più in generale l’impostazione tattica nelle sfide importanti come contro la Juve – ha permesso all’Inter di essere più pericolosa e spaventare la super difesa di Sarri, recentemente bucata quattro volte dalla Roma ma dalla difficile permeabilità. Si sono visti un tiro di Candreva di poco a lato (36′) e un palo di Skriniar (48′), ma al di là delle occasioni concrete, l’Inter ha comunque fatto vedere qualcosa dalle parti di Reina. Ma anche lì, come spesso si è già detto in questa stagione, l’inconcludenza, l’isolamento posizionale di Icardi e la difficoltà di trovare concretezza palla al piede negli ultimi 20-30 metri hanno limitato le chance offensive neroazzurre. Come già detto è andato molto bene Rafinha, propositivo e mobile, che si è visto viaggiare per un po’ tutto il campo andando a prendere palla fino a centrocampo;

La heatmap di Rsfinha contro il Napoli: il trequartista brasiliano è stato molto presente in tutte le zone del campo.

bene Cancelo negli spunti (anche a fascia invertita con D’Ambrosio); convincente prova di Brozovic bravo a interdire e a leggere i movimenti del centrocampo del Napoli. A fine gara, Spalletti ha parlato di “assenza di qualità” per quel che riguarda un certo tipo di gioco, e in parte è difficile dargli torto; eppure, in certi aspetti della partita (soprattutto nel finale) l’Inter si è sgonfiata completamente perdendo ogni tipo di inventiva, che fortunatamente non ha permesso al Napoli di segnare nonostante Insigne e co fossero andati spesso vicino alla rete. L’Inter fa una buona partita ma rimarca l’insoddisfacente gioco di questa stagione: un’impostazione tattica valida per contenere l’avversario ma insufficiente per fare male, e calciatori di qualità o meno, l’Inter avrebbe alcuni elementi in rosa che potrebbero dare di più, sia come singoli che come pedine di uno scacchiere collettivo.

Ieri sera, ma non è la prima volta, la prestazione di Ivan Perisic è stata piuttosto deludente.

Per i neroazzurri è un punto da applaudire per il blasone dell’avversario e per aver tenuto la porta inviolata, mentre per l’aspetto della classifica, con la vittoria del Milan a Genova, la X finale è un po’ meno  soddisfacente, visto che la distanza con i cugini rossoneri si è ridotta a soli cinque punti.

NAPOLI

Il Napoli ci ha provato e ha fatto la partita ma non è bastato. Gli azzurri campani hanno palesato ancora una volta una particolare assenza di lucidità sotto porta e una qualche difficoltà  a trovare la giusta via verso la rete, facendo cantare uno score di due gol in due partite quando, 10 giorni fa, la squadra aveva una media di 2,3 reti per incontro. La sterilità offensiva palesata alla Scala del calcio non è soltanto colpa del tridente offensivo di Sarri ma anche della compattezza difensiva dell’Inter, che per lunghi tratti ha scelto di difendere a oltranza occupando gli spazi per i soliti inserimenti di Allan e Hamsik.

Contro l’Inter Allan è stato nuovamente uno dei più brillanti del Napoli, ma pure il brasiliano ha sofferto il pressing della mediana neroazzurra.

La prestazione del capitano del Napoli non è stata certo superlativa ma è comunque sufficiente, e se i gol non sono arrivati è anche per il Napoli è stato costretto (due volte lo stesso Hamsik) a scegliere la mera opzione della conclusioni da fuori area, spaventando Handanovic solo in un paio di occasioni. E se nel primo tempo in difesa si perdevano parecchi palloni per sciocche uscite palla al piede o banali errori di impostazione, il Napoli è cresciuto molto nella ripresa facendo la partita nell’ultima mezz’ora di gara, giocando quasi sempre nella metà campo neroazzurra. Le intemperie offensive della squadra di Spalletti hanno spaventato il Napoli nella prima parte di gara, quando Candreva saltava Mario Rui e colpiva distratta la linea a quattro di Sarri, che spesso si è sentita sotto pressione nei cross verso Icardi o gli attacchi sul secondo palo di Perisic. Infatti, se la coppia di centrali ha dimostrati ancora una volta solidità e impassibilità, gli esterni Hysaj e Mario Rui hanno avuto difficoltà nel contenimento dei propri uomini in marcatura, e solo la giornata storta dell’ex Borussia Dortmund non ha permesso al Napoli di subire parecchie imbucate dal lato di Hysaj. E se a centrocampo gli azzurri hanno avuto la meglio sui rivali di casa, in attacco Insigne ha sciupato parecchie occasioni non da lui, non sfruttando i rari errori di Skriniar o l’errata impostazione dei terzini.

Ieri sera Insigne ha avyto l’occasione più clamorosa a tu per tu con Handanovic ma ha sciupato tutto con un pallonetto piuttosto inutile.

Se Mertens si è mosso molto e Callejon si è sacrificato parecchio a pressare i portatori di palla, va sottolineato come alla fine il Napoli sia dovuto ricorrere spesso all’uno contro uno, evidentemente unico modo per far breccia in un muro di maglie neroazzurre compatto davanti ad Handanovic. Insigne e Allan sono quelli che hanno dribblato di più (rispettivamente 6 e 5 volte) ma alla fine, gli 11 tiri del Napoli verso la porta dell’Inter sono avvenuti principalmente da fuori dell’area di rigore. Adesso il Napoli è secondo in classifica rischiando di ritrovarsi in poco più di una settimana secondo a quattro punti di distanza dalla Juventus capolista (che giocherà mercoledì il recupero contro l’Atalanta) e l’umore a Castel Volturno non può essere dei migliori. I giochi di forza sono cambiati, adesso è il Napoli a dover guardare verso l’alto.

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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