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Isco, il Diez andaluso

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Isco, il Diez andaluso

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In Andalusia, a pochi chilometri da Malaga, sorge uno dei centri storici più antichi di Spagna: Benalmádena. Il paese, abitato da circa 66 mila persone, è suddiviso tendenzialmente in tre parti: Benalmádena Pueblo, la parte più storica e genuina; Benalmádena Costa, la zona sul mare e più movimentata, e infine Arroyo de la Miel, la parte residenziale che rappresenta un mix tra le prime due. In quest’ultima, ventisette anni fa, nasceva Francisco Román Alarcón Suárez, noto più semplicemente come Isco. Lui, come la sua Arroyo, miscela minuziosamente la semplicità con l’intrattenimento, divertendo con spontaneità e stupendo nella quotidianità.

LA STRADA DI ISCO

“Voglio avere il pallone. L’ho sempre chiesto. Da bambino, per la strada de las Flores, i vicini mi conoscevano perchè andavo sempre in giro con la palla. Sono cresciuto lì, per strada; giocavo nella piazza con gli amici di mio fratello, tutti più grandi. Principalmente è stata questa la mia storia”

Isco nella sua Benalmádena inizia a giocare a calcio, in una delle scuole che ha forgiato numerosi talenti di oggi e del passato: la strada. Ogni mattina, sul banco di scuola, il pensiero fisso di Isco era rivolto infatti, alle partite del pomeriggio in piazza o per la strada de Las Flores, dove insieme agli amici di suo fratello maggiore Antonio, inizia a farsi conoscere tra un dribbling e l’altro. Nonostante la grande differenza di età, il leitmotiv per andare a vincere quelle partite era passare la palla al ragazzino, già posseduto da un’intelligenza tattica fuori dall’ordinario.

La sua prima avventura calcistica fu con il PDM Benalmádena, la società sportiva vicino casa. Dopo solamente due anni, l’Atlético Benamiel Club de Fútbol, altra squadra di Benalmádena, lo contatta, iniziando così una storia che durò per 7 anni, dove Isco coltivò al massimo le sue peculiarità, attirando gli occhi degli osservatori di quasi tutte le maggiori squadre spagnole, che ad ogni partita in casa dell’Atletico, completano la cornice di pubblico, composta prevalentemente da genitori.

Alla fine, fu il Valencia ad anticipare la ricca concorrenza, che convinse la famiglia a sposare il suo progetto, nonostante la notevole distanza da casa. Cinquecentododici. Questi i chilometri percorsi da Isco, partito dalla sua Arroya, in direzione de la Ciutat Esportiva, il centro sportivo giovanile de Los Murciélagos. Inizia dunque per lui un nuovo percorso, fatto di tante amicizie e di una sostanziale crescita sul piano del gioco, tale da permettergli l’esordio in Liga all’età di diciannove anni. Da lì a fine stagione, però, i minuti giocati furono solamente 61, spalmati in 4 partite, a causa delle selettive ideologie calcistiche di Emery, che condannava il talento di Isco a causa del suo poco lavoro senza palla.

RITORNO A CASA

“Quando sei infelice, torna nel luogo che più ami. Lui – a differenza delle persone – ha sempre qualcosa da dirti” 

Proprio perché quando qualcosa non va, niente è meglio che tornare dove si è cresciuti e dove si hanno gettato le proprie basi per il futuro. E così decide di fare Isco, perché da emarginato a Valencia, diventa importante, anzi fondamentale nello scacchiere di Manuel Pellegrini a Malaga, città a venti minuti da casa sua. Negli schemi de El Ingeniero, in cui i giocatori avevano grande libertà di movimento, Isco aveva la possibilità di spaziare per tutto il versante offensivo malagueños, e di conseguenza, incidere grazie alla sua visione e alla facilità di giocata, rendendolo il vero fulcro del gioco di Pellegrini. Assist e gol impreziosiranno, i due anni passati in Andalusia, in cui vanno sottolineate le 9 reti siglate nell’annata 2012/2013, valevoli la chiamata del Real che per 30 milioni di euro, nel Luglio 2013 completa il suo tesseramento, diventando dunque un blancos.

Immagine presa dal profilo Instagram ufficiale di Isco.

GLI ALTI E BASSI DI MADRID

Arriviamo dunque all’ultimo, e attuale, passaggio della sua carriera. A Madrid, Isco, cambia radicalmente il suo stile di gioco, grazie ad una delle tante intuizioni dell’odierno tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, capace di reinventarsi mezzala in un centrocampo a tre. Il motivo è molto semplice: giocare con stelle quali Bale, Ronaldo e Di Maria costringeva la panchina al ragazzo andaluso, almeno fino a quando il tecnico emiliano, non decide appunto di inserirlo come interno nel centrocampo dei blancos. Arretrando il suo raggio d’azione, sviluppa una innata capacità di lavoratore, mettendosi a completa disposizione della squadra, a discapito della sua fase realizzativa. La stesse attitudini vengono riproposte da Zidane ma non dall’ormai ex tecnico Solari, che rinnega la disponibilità e dedizione al lavoro di Isco in allenamento, influenzando sia il minutaggio dello spagnolo, relegandolo spesso in tribuna, sia la qualità del gioco madridista, privato della fantasia del trequartista.

Fonte: profilo Instagram del giocatore.

REAL È ADDIO?

Ora il clima con Zidane sembra essere tornato più tranquillo, anche se diversi rumors di mercato lo vedono lontano da Madrid: Juventus, PSG e Manchester City sembrano essere alla porta in caso di un’apertura di Florentino Perez, che nel frattempo ha già sottratto Hazard dal Chelsea, possibile concorrente per l’andaluso. Ora non resta che scoprire per quale squadra giocherà in futuro: se continuerà in maglia “blanca” o inizierà una nuova avventura. Con la sola speranza di rivederlo danzare in campo.

 

Fonte immagine di copertina: Profilo Instagram ufficiale del calciatore.

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Chi è Rokas Pukstas, il nuovo talento del calcio americano

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Chi è Rokas Pukstas

CHI È ROKAS PUKSTAS, IL NUOVO TALENTO DEL CALCIO AMERICANO – Tra le nuove frontiere del calcio ci sono gli Stati Uniti. Gli USA negli ultimi anni stanno alimentando il palcoscenico del calcio europeo con numerosi profili. Tra i campionati maggiormente affollati c’è la Serie A, in cui militano Christian Pulisic, Timothy Weah, Weston McKennie e Yunus Musah. A questi negli scorsi mesi si sarebbe potuto aggiungere anche il giovane Rokas Pukstas, che era finito nel mirino di alcuni club del campionato nostrano come Roma e Milan.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARRIERA

Rokas Pukstas è nato il 25 agosto 2004 a Stillwater, in Okahoma, negli Stati Uniti. Oltre a quella statunitense, gode anche della nazionalità lituana: suo padre Mindaugas ha rappresentato la Lituania nelle Olimpiadi del 2004. Cresciuto calcisticamente negli Stati Uniti, durante la sua formazione ha fatto anche un’esperienza nella Barça Academy, in Arizona. Il suo approdo in Europa è avvenuto nel settembre 2020 durante il periodo del Covid. Vari i club che avrebbero voluto accaparrarselo, ma la sua scelta è ricaduta sull’Hadjuk Spalato.

Il club croato è rinomato per essere uno dei settori giovanili migliori del Vecchio Continente. In Croazia Pukstas si è messo in mostra prima nelle giovanili dello Spalato con cui ha realizzato 13 reti e due assist in 32 partite. Durante la scorsa stagione si è fatto conoscere anche dal Milan, contro cui ha realizzato una rete nella semifinale di Youth League. Sempre durante la scorsa annata è arrivato anche il debutto in prima squadra con cui ha realizzato finora 7 reti e tre assist in 36 presenze.

CHI È ROKAS PUKSTAS: NAZIONALE

Con gli USA, invece, finora è arrivato fino alla nazionale U20, con cui ha finora giocato 12 partite in cui ha realizzato due reti. Una di queste è arrivata durante l’ultimo Mondiale di categoria, dove gli Stati Uniti sono stati eliminati ai quarti di finale contro l’Uruguay: Pukstas ha segnato una rete nella gara degli ottavi contro la Nuova Zelanda.

CHI È ROKAS PUKSTAS: CARATTERISTICHE TECNICHE

Alto 181 cm, Rokas Pukstas può occupare varie posizioni in campo: mediano, trequartista, centrale di centrocampo e anche ala destra. Il primo è il ruolo prediletto. Il classe 2004 è un centrocampista box to box con un grande senso del gol e tempismo negli inserimenti. Caratteristiche per cui in molti lo paragonano a Mario Pasalic.

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram Rokas Pukstas

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Chi è Joao Neves, l’ultimo protagonista del derby de Lisboa

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Chi è Joao Neves

CHI È JOAO NEVES – Nell’ultimo turno del campionato portoghese è andato in atto il derby de Lisboa, la classica sfida tra Benfica e Sporting. Gli ospiti sembravano avere la partita in mano grazie alla rete di Gyokeres, ma nel finale succede di tutto. Il Benfica, infatti, trova due gol negli ultimissimi minuti di recupero, con Joao Neves e Tengstedt. Oggi parleremo del centrocampista portoghese, l’ultimo gioiello delle Aquile.

CHI È JOAO NEVES: DAL BENFICA AL BENFICA

Joao Neves nasce il 27 settembre 2004 a Tavira, comune portoghese nei pressi di Faro. I primi passi sul campo li compie proprio nel club del suo paese ma nel 2016 – a poco più di 12 anni – viene subito preso in carico dal settore giovanile del Benfica. L’ingresso in prima squadra arriva nel 2022, con l’esordio in campo il 30 dicembre, dove entra nel finale contro il Braga. Il debutto in Champions arriva, invece, pochi mesi dopo contro il Bruges. Joao Neves inizia ad avere sempre più spazio grazie, anche, alla partenza nel mercato invernale di Enzo Fernandez, che lascia scoperto un posto a centrocampo. Oggi il portoghese è uno dei pilastri della squadra nonostante la giovane età, complice soprattutto la grande fiducia che il club ha riposto in lui.

CHI È JOAO NEVES: CARATTERISTICHE

Joao Neves è alto 1,74 m e gioca davanti alla difesa, solitamente in coppia con Florentino o Kokcu. Il portoghese è uno che vuole sempre la palla, trova sempre gli spazi giusti e, soprattutto, abile in fase di palleggio, coinvolgendo tutti i reparti. Non è uno che entra sempre nel tabellino dei marcatori, ma gli unici due gol realizzati in prima squadra sono entrambi pesanti, poiché realizzati contro lo Sporting. Il primo è arrivato nell’ultimo derby della scorsa stagione, che è valso il pareggio al 94′. Il secondo, come già detto, è arrivato in circostanze abbastanza simili, sempre durante il derby de Lisboa e sempre a fine partita. Oggi Joao Neves è, sicuramente, uno dei prospetti più interessanti in Europa, su cui pare abbia già messo gli occhi il Manchester United. Il Benfica, però, è sempre bottega cara, come dimostra la lunga trattativa per cedere Enzo al Chelsea.

 

Immagine di copertina: joao_neves87 (Instagram)

 

 

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Chi è Pietro Comuzzo, il 2005 viola che ha esordito con Italiano

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Pietro Comuzzo

CHI È PIETRO COMUZZO, IL 2005 VIOLA CHE HA ESORDITO CON ITALIANO – Classe 2005 ma già presenze europee e in Serie A. Pietro Comuzzo ha scalato le gerarchie della Fiorentina e di Vincenzo Italiano, ritagliandosi qualche minuto in campionato e giocando gran parte del match di Conference League, vinto dai toscani per 6-0 contro il Cukaricki. Il giovane classe 2005 ha sorpreso i tifosi, gli addetti ai lavori, e lo stesso allenatore ex Spezia tanto da schierarlo per 82′, seppur dovuto entrare per l’emergenza causata dall’infortunio di Kayode.

CHI È PIETRO COMUZZO

Giovanissimo terzino, nasce a San Daniele del Friuli e inizia a calcare i primi campi da calcio prima al Tricesimo e poi nelle prestigiose giovanili dell’Udinese. Gli bastano un paio di anni per trovare poi spazio nella primavera della Fiorentina dal 2019. Diventa tra i prospetti più importanti della sua età, giocando per l’U17 dei viola e, nel frattempo, venendo convocato dalla Nazionale U17. Accumula esperienza e scala le gerarchie sia del club sia della Nazionale. Nella passata stagione grandi coinvolgimento nel campionato primavera dei toscani, in cui Comuzzo ha raccolto 30 presenze con oltre 2200′ giocati, tutti da difensore centrale. Nella Nazionale invece viene convocato dall’U18, giocando da titolare due partite contro Francia e Romania.

L’ESORDIO IN CAMPIONATO E IN CONFERENCE

Le ottime prestazioni lo portano ad essere osservato attentamente dalla prima squadra e da Vincenzo Italiano. L’occasione arriva l’8 ottobre: sul 3-1 per i viola, nella sorprendente vittoria contro il Napoli, arriva la possibilità di scendere in campo per il classe 2005. Solo un 1′ per lui, ma la grande emozione e occasione di poter calcare i campi di Serie A, e non sarebbe stata l’ultima. La grande responsabilità arriva in Conference League, dopo l’infortunio di Kayode, Italiano sceglie lui nel ruolo di terzino destro per sostituirlo. Partita di grande sostanza e sicurezza, esordio europeo che non ha mostrato alcun limite di inesperienza e paura negli occhi del difensore.

Comuzzo si è fatto trovare pronto, e Italiano ha deciso così di dargli un altro piccolo assaggio di campionato, nella vittoria dei toscani contro il Bologna, in cui Comuzzo ha giocato un’altra manciata di minuti. 

                                                                                                                                                   foto copertina: Profilo Instagram ufficiale – Pietro Comuzzo

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Chi è Lloyd Kelly, il difensore che piace a Milan e Juventus

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Chi è Lloyd Kelly

CHI È LLOYD KELLY, IL DIFENSORE CHE PIACE A MILAN E JUVENTUS – Lloyd Kelly, centrale classe 1995 del Bournemouth, è nel mirino di Milan e Juventus. I rossoneri e i bianconeri hanno trovato nell’inglese il profilo ideale per rinforzare il reparto difensivo, considerando anche il contratto in scadenza nel giugno del 2024. Se il Milan ha già visionato il ragazzo, nella decima giornata di Premier League contro il Burnley, mentre la Juventus crede che il ragazzo, 25 anni appena compiuti, sia perfetto per caratteristiche fisiche (190 cm x 86 kg) e per caratteristiche tecniche, data la grande aggressività in fase di pressing.

CHI È LLOYD KELLY

Nato a Bristol il 6 ottobre 1998, Lloyd Kelly è cresciuto nel settore giovanile della squadra della sua città, il Bristol City. Attraversa tutta la sua crescita, umana e calcistica, nella squadra di Bristol scalando le gerarchie anno dopo anno fino ad avere la sua chance nel 2017. Nell’agosto del 2017, infatti, allora 19enne, fa il suo esordio in prima squadra nel match di Coppa di Lega vinto dal Bristol City contro il Plymouth per 5-0.

Dopo aver avuto poco spazio torna a giocare con la prima squadra solo nella seconda parte di stagione. Nella 24ª giornata arriva anche la prima rete entrando al 90′ e riuscendo a segnare nel giro di 180 secondi. La rete è il preludio di una annata da protagonista, vissuta nella stagione seguente in cui Kelly accumula 34 presenze totali. Divenuto pilastro del Bristol City, l’anno dopo arriva l’offerta del Bournemouth.

L’ARRIVO AL BOURNEMOUTH

Il primo anno nella formazione rossonera è molto sfortunato, con Lloyd Kelly costretto a saltare quasi interamente la stagione per un grave infortunio ai legamenti, con diverse ricadute fisiche poi per problemi muscolari. Le uniche presenze stagionali, 8, sono tutte da titolare e arrivano nelle ultime 8 giornate di campionato. L’annata successiva, quella 2020/21, è invece più fortunata con Kelly sempre o quasi tra gli 11 titolari: durante la stagione trova anche un gol e 4 assist.

Gli assist sono anche favoriti dal ruolo di terzino sinistro in cui viene talvolta impiegato: la sua duttilità infatti permette al mister di schierarlo durante la stagione sia come centrale di difesa sia, all’occorrenza, come terzino sinistro. Il Bournemouth crede in lui e, nel 2021/22, gli concede anche la fascia di capitano. Da qui in poi sempre prestazioni di livello per il nativo di Bristol, con gli occhi delle big di Premier e non solo su di lui.

MILAN E JUVENTUS SU DI LUI, MA NON SOLO

Nella scorsa estate è piombato su Kelly il Liverpool di Jurgen Kloop, pronto a spendere fino a 20 milioni per arrivare ad acquistarlo. Adesso è arrivato l’interesse delle italiane Milan e Juventus, con il Bournemouth che cercherà in tutti i modi di riuscire a tenersi stretto il centrale e capitano della propria squadra. 

foto immagine di copertina: Profilo Instagram ufficiale Lloyd Kelly

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