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Italia, débacle al Maradona: da chi bisogna ripartire

Calcio Internazionale

Débacle azzurra al Maradona: da chi può ripartire l’Italia di Mancini

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Mancini

Parte con un’ingloriosa frenata in casa contro l’Inghilterra il viaggio verso l’Europeo 2024 dell’Italia di Mancini.

Una partita che ha mostrato un’Italia assai diversa rispetto a quella spettacolare scesa in campo nell’indimenticabile spedizione europea del 2021, e che ha messo alla luce disparate mancanze della nostra nazionale, sia dal punto di vista del gioco che delle scelte tecniche, a dire il vero abbastanza rivedibili.

PRIMO TEMPO

Nel primo tempo azzurro non ha letteralmente funzionato nulla. Un’Italia attendista e tremendamente disequilibrata ha ceduto il passo a un’Inghilterra che ha mostrato una cilindrata nettamente superiore e che si è portata avanti di due gol, che sarebbero stati tre se Grealish non avesse deciso di graziarci sparando fuori a porta vuota.

I primi 45 minuti dell’Italia sono stati caratterizzati da un palleggio sterile e da vari errori di impostazione, con la mediana azzurra in grande difficoltà sia in fase di costruzione della manovra che in quella di rottura, con una difesa in balia degli eventi e assolutamente da registrare.

Il primo tempo dell’attesissimo Retegui è stato fantasmatico e caratterizzato essenzialmente da una serie di anticipi da parte di Maguire e poco più. Il classe ’99 è stato limitato dalla retroguardia inglese per tutti i 45 minuti, segno che ha bisogno di entrare negli ingranaggi tattici della nazionale necessitando del fisiologico periodo di ambientamento.

SECONDO TEMPO

Il secondo tempo ci ha mostrato un’Italia più arrembante ed aggressiva, ma guidata più dallo spirito e dalla rabbia che da una vera e propria idea tattica e di gioco.

Il gol di Retegui (unica scintilla dell’attaccante dell’attaccante del Tigre in una partita pressoché opaca) scaturito da un recupero palla e da un‘imbucata di Pellegrini si rivela essere l‘unico tiro in porta degli azzurri, troppo poco per arrivare a parlare addirittura di un’Italia dominante nel secondo tempo.

Gli ingressi di Cristante, Tonali, Politano e Gnonto non hanno apportato un gran surplus, se non qualche tentata verticalizzazione e qualche guizzo offensivo.

SCELTE TECNICHE E UTILIZZO DEI GIOVANI

Ci sarebbe da aprire una breve parentesi sulle scelte di Mancini, che ha deciso di schierare come centrali di difesa Acerbi e Toloi, due difensori abituati a giocare in una difesa a tre e quindi non molto funzionali al 4-3-3 azzurro. Tra l’altro dopo tutti i discorsi venuti fuori sull’utilizzo e la valorizzazione dei giovani, portati avanti proprio da Mancini, fa specie vedere titolari come centrali difensivi della nostra nazionale un classe ’88 e un ’90.

Nel reparto arretrato tricolore sono presenti talenti del calibro di Scalvini o Bastoni (a questo turno infortunato ma molto raramente schierato dal nostro CT anche quando disponibile), oltre che il sontuoso Mancini della Roma o il duo difensivo della Lazio Casale e Romagnoli, diga biancoceleste che ha portato a referto della squadra romana 16 clean sheet stagionali.

Il discorso è ampliabile anche nel ruolo dei terzini, dove a sinistra sarebbe interessante valutare un gioiello come Udogie, sprizzante classe 2002 già di proprietà del Tottenham e in forza all’Udinese.

Il discorso non è molto differente per quanto riguarda il centrocampo. Reparto ormai in affanno da un po’ di gare, non vedrebbe male l’inserimento di giovani del calibro di Fagioli, Frattesi o Baldanzi, che possono dare vivacità e statura a un centrocampo che ha bisogno di più guizzi e fisicità e che è forse il reparto azzurro più ricco di risorse, in cui quindi è più possibile sperimentare.

In attacco bene il gol di Retegui, che, come detto, ha comunque bisogno di entrare nei meccanismi della squadra, ma stupisce l’assenza di Zaccagni, faro offensivo della Lazio di Sarri, o la mancata titolarità del secondo marcatore della Bundesliga, Vincenzo Grifo.

CONCLUSIONI

L’Italia di Mancini ha bisogno di ripartire dal talento e dalla vivacità dei giovani, che (tralasciando retoriche inutili e discutibili) ci sono e vanno valorizzati. Sta al nostro tecnico trovare il coraggio di lanciarli in campo e rinnovare una squadra che non può sopravvivere di rendita e non può puntare sulla stessa medesima rosa di Euro2021, scarica ormai di stimoli e che inizia anche a porre quesiti anagrafici.

A oggi l’unica cosa salvabile di questa nazionale è la nuova maglia.

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Mourinho: “Parlerò con la società. Non posso dirvi che rimango”

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PARTITA – “Sono morti di stanchezza fisica, mentale. Per un risultato ingiusto con tanti episodi. Siamo orgogliosi, puoi perdere una partita ma mai la tua dignità e personalità. Ho vinto 5 finali e ho perso questa, torno a casa più orgoglioso. I ragazzi hanno dato tutto.”

RISULTATO – “Sono attaccato alla maglia, alla nostra natura. Prendiamo le cose con serenità e umiltà, lavoriamo tanto. Ognuno reagisce in un modo diverso, uno piange e l’altro no ma siamo tristissimi tutti. Arriviamo a casa morti di stanchezza e per il risultato ingiusto. Grande partita, grande finale, un arbitro che sembrava spagnolo ma abbiamo dato tutto. Lamela doveva prendere il secondo giallo, non lo prende e diventa rigorista.”

FUTURO – “Vado in vacanza lunedì. Se fino a lunedì abbiamo tempo di parlare allora parleremo, se no vado in vacanza e poi si vedrà. Devo lottare per questi ragazzi e non posso dirti oggettivamente che rimango. Sono un uomo serio, ho detto alla società che sarebbero i primi a sapere di un contatto con un club. Ci ho parlato a dicembre per la nazionale portoghese, dopodiché non ho avuto nessun contatto. Ho un anno di contratto con la Roma e al momento la situazione è questa.”

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Gli altri match, ricordiamo, sono stati: Porto-Celtic nel 2003, Porto-Monaco nel 2004, Inter-Bayern nel 2010, Man Utd-Ajax nel 2017 e Roma-Feyenoord giocata l’anno scorso.

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