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Ritorna Italia-Inghilterra: le nostre quattro migliori vittorie contro gli inglesi

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Ritorna Italia-Inghilterra: le nostre quattro migliori vittorie contro gli inglesi

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Italia-Inghilterra, con le sfide degli ultimi tempi fra qualificazioni e partite decisive nei tornei che contano di più per le nazionali, è diventato un classico. Questo giovedì andrà in scena dopo la recente sfida di Nations League vinta dagli azzurri per 1-0 a San Siro con gol di Raspadori, il primo match per il girone di qualificazione ad Euro 2024 in Germania. A sfidarsi, proprio Italia e Inghilterra. Mentre i Campioni d’Europa dovranno trovare il rilancio, gli inglesi sono pronto al grande sgarbo ad un Italia che potrebbe trovare difficoltà anche con l’Ucraina. Inoltre, è ancora vivo lo spettro della Macedonia, che ha eliminato, senza consentire alla squadra di Mancini di giocarsi la finale con il Portogallo, l’Italia dai playoff Mondiali, il secondo di fila senza la Nazionale italiana.

Ma tra tutte le sfide tra le due compagini europee, quali sono le quattro più impresse nelle nostre memorie? Riviviamole insieme!

INGHILTERRA-ITALIA 0-1: AMICHEVOLE DEL 1973

Il primo match da segnalare storicamente per gli Azzurri è la partita che va in scena il 14 novembre del 1973 a Wembley. Non è un torneo importante, nemmeno una qualificazione. Una semplice amichevole che però sa di rivincita per i padroni di casa. Infatti precedentemente, l’Italia aveva battuto gli inglesi per la prima volta nella sua storia nel giugno dello stesso anno.  Così perdere per un’altra volta, due volte di fila e addirittura in casa, sarebbe stata davvero dura da accettare.

In realtà andrà proprio così. In un’Italia formata tra gli 11 da Zoff, capitan Facchetti, Causio e Riva, a spuntare sarà il nome di Fabio Capello, che al minuto 86 segnerà la rete storica sotto la pioggia battente del cielo inglese.

ITALIA-INGHILTERRA 2-1: MONDIALI 2014

A ricordare questa sfida è anche l’ultima vittoria in un Mondiale dell’Italia. Sono passati quasi 9 anni dalla Coppa del Mondo in Brasile, quando nel girone fra Italia Uruguay Costa Rica e Inghilterra ci si giocava l’accesso ai turni eliminatori.

Il match di esordio? Proprio Italia-Inghilterra. Una partita che ha fatto vedere le qualità di quella Nazionale di Prandelli, arrivata sino alla finale degli Europei del 2012. Soprattutto un centrocampo di quantità e qualità come Pirlo, Verratti, Marchisio, con in attacco la speranza chiamata Mario Balotelli.

A sbloccare la partita sarà il Principino Claudio Marchisio, con un destro da fuori da calcio d’angolo. Uno schema che lascia impreparata la squadra di Hodgson. A fine primo tempo il risultato dirà però 1-1, con Sturridge, dopo la grandissima stagione con il Liverpool, a rete dopo un contropiede perfetto.

Il match verrà deciso nel secondo tempo, da un cross di Candreva per la testa di Super Mario. 2-1. Sarà l’ultimo gol segnato dalla nazionale italiana (con la speranza di rivederci il più presto possibile) in un’edizione dei Mondiali.

ITALIA-INGHILTERRA 4-2 D.C.R.: EUROPEI 2012

Da un torneo all’altro, facciamo un passo indietro nel già nominato Euro 2012, un’Europeo che nonostante la batosta presa dall’Italia in finale con la Spagna può considerarsi positivo. Dopo un girone sofferto proprio con gli iberici, Croazia e Irlanda, gli azzurri si qualificano come seconda, trovando l’Inghilterra come avversaria quarti (fu l’ultima edizione senza ottavi di finale con 4 gironi al posto degli attuali 6).

Una partita equilibrata, fra miracoli di Buffon e un palo di De Rossi, attore di un grande Europeo (da menzionare la partita giocata da centrale di difesa contro la Spagna finita 1-1 nella partita d’esordio). La storia ci racconta che sia Italia e Inghilterra sono da considerarsi come due squadre veramente sfortunate nella lotteria dei rigori (fino a quel momento, solamente la finale del 2006 come grande vittoria). Al secondo tentativo Riccardo Montolivo sbaglia. Sembra già spianata a livello psicologico la sfida. Invece gli errori di Ashley Young e Ashley Cole, dopo la grande umiliazione di Andrea Pirlo con il cucchiaio su Hart, lancia la speranza Azzurra.

A deciderla, il rigore di Alessandro Diamanti, trequartista mancino dal sinistro straordinario ma che mai ha trovato la continuità.

INGHILTERRA-ITALIA 3-4 D.C.R.: EUROPEI 2020

Come poi non menzionare la sfida che più recentemente ha fatto gioire una Nazione intera. 11 luglio 2021. Il destino riporta dopo quasi 50 anni dalla prima vittoria l’Italia a Wembley contro l’Inghilterra nella finale del campionato Europeo.

Un’Italia , quella di Mancini, che con il gioco e giocate di alcuni singoli, che ha saputo arrivare sino alla finale, dopo 9 anni dal 4-0 contro la già nominata Spagna. Al 2 minuto però è già salita: Luke Shaw infila Donnarumma per la rete e la gioia degli inglesi. Ma gli Azzurri non mollano. Cercando di esprimere il proprio gioco e chiudono per quasi tutta la partita i padroni di casa nella propria metà campo. Al secondo tempo sarà Bonucci a tornare la via del pareggia. Poi una sfida di nervi e tensione, con la famosa trattenuta di Chiellini diventata iconica su Bukayo Saka. Si andrà ancora una volta ai rigori, dopo che i ragazzi di Mancini erano riusciti a passare dagli stessi nella semifinale con la Spagna.

Lo scenario sembra quello di 9 anni prima.  Al secondo tentativo altro errore italiano: il Gallo Belotti sbaglia. Ma evidentemente tutto sembra dover andare in una direzione. Dal terzo tentativo in poi gli inglesi sbaglieranno il tiro dagli 11 metri, con Rashford, Sancho e Saka, dopo che anche l’Italia con Jorginho aveva fallito il suo match point.

Delirio e gioia, per un Donnarumma premiato MVP del torneo per le altrettante parate arrivate in questi ultimi e nel corso del torneo.

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Calcio Internazionale

L’ultima volta che due squadre italiane hanno conquistato due coppe europee nello stesso anno

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In questa settimana che chiude la stagione delle competizioni europee, due squadre italiane si giocheranno due delle competizioni UEFA: la Fiorentina nella finale di Conference League contro il West Ham, l’Inter in Champions League contro il Manchester City.

Dopo la sconfitta ai calci di rigore della Roma contro il Siviglia nella finale di Europa League, per il calcio italiano c’è ancora un ampio bottino da portare a casa: due coppe europee che mancano dalla stagione 1993/1994. Negli anni ’90 e fino ai primi anni 2000 il calcio italiano è stato riconosciuto da molti come il calcio o il campionato più importante al mondo, con le leggende ed icone del passato che hanno calcato i campi di tante città italiane. E proprio dal 1990 sino al 2000, le squadre italiane hanno conquistato 3 Champions League (Milan nel 1990, 1994 e Juventus nel 1996), 7 Coppa UEFA (Juventus nel 1990 e 1993, Inter nel 1991, 1994 e 1998, Parma nel 1995 e 1999), 3 Coppa delle Coppe (Sampdoria nel 1990, Parma nel 1993, Lazio nel 1999) e 4 Supercoppa UEFA (Milan nel 1990 e 1994, Parma nel 1993, Juventus nel 1996 e Lazio nel 1999).

Fu proprio in quest’ultimo anno in cui due squadre italiane riuscirono a conquistare due competizioni UEFA: l’Inter in Coppa UEFA contro il Salisburgo, il Milan contro il Barcellona nella Champions League. Scopriamo quali erano gli uomini chiave e come le squadre italiane portarono a casa le due coppe.

INTER, COPPA UEFA 1993/1994

La Coppa UEFA del 1993/1994 rappresenta la salvezza vera e propria per l’Inter di quella stagione, disastrosa in campionato ma esperta e cinica nei momenti decisivi della competizione europea. Una Coppa che quell’anno come descritto in precedenza, sarà movimentato dalle squadre italiane, tre con una in particolare: l’Inter appunto, la Juventus di Trapattoni ed il sorprendente Cagliari di Bruno Giorgi, che in campionato raggiunse una tranquilla salvezza (dodicesimo posto in Serie A) .

Ma passiamo a quelli che saranno i vincitori: l’Inter si dimostra una squadra in grandissima difficoltà in campionato, che addirittura deve lottare per non dover retrocedere in alcune parti della stagione (una delle poche volte se non l’unico caso nella storia recente, concluderà poi tredicesima). Il suo uomo di punta che deluderà complessivamente sarà quella che diventerà un’icona dell’Arsenal de “The Invicibles”, i cosiddetti Invincibili dei primi anni 2000 della Premier League. Infatti Dennis Bergkamp sarà il capocannoniere della Coppa UEFA 1993/1994 con 8 reti.

Il cammino nerazzurro inizia prima ai trentaduesimi con il Rapid Bucarest, vittoria facile per un complessivo 5-1 e ai sedicesimi di finale contro l’Apollon Limassol dove invece la squadra di Bagnoli fatica nel risultato finale di 4-3. Sarà in questi incontri più facili che l’olandese dell’Inter siglerà i suoi gol. Agli ottavi di finale arriva il Norwich che ha eliminato a sorpresa il Bayern Monaco, mentre ai quarti il Borussia Dortmund viene eliminato con un doppio 1-0 siglato Bergkamp. D’altra parte, il Cagliari elimina con un’impresa la Juventus di Trapattoni. Saranno proprio i sardi ad affrontare l’Inter nella semifinale, vincendo prima l’andata per 4-2 al Sant’Elia ma cadendo nella partita dell’anno vinta 3-0 dall’Inter (che bel mentre è stata presa in mano da Giampaolo Marini).

Dopo una stagione terribile in campionato, l’Inter chiuderà comunque in bellezza la stagione vincendo la finale contro il Casino Salisburgo nel doppio incontro, concluso sia in Austria 1-0 (gol di Nicola Betti) e a San Siro con la rete di Wim Jonk.

MILAN, CHAMPIONS LEAGUE 1993/1994

Sono gli anni d’oro del Milan di Berlusconi, preso in mano in pochi anni e trasformato nel club che farà la storia di questa competizione. Prima nel 1990 e poi appunto nel 1994.

Una edizione della Champions League abbastanza tormentata dal caso Marsiglia, vincitori della Coppa dei Campioni del 1993 e squalificati nella stagione successiva, e dal nuovo formato però applicato in questa sola stagione. Infatti, dopo sedicesimi e ottavi, le restanti otto squadre si divideranno in due gironi dove le prime due classificate daranno vita alle semifinali e poi alla finale secca.

Il Milan stende prima gli svizzeri dell’Aaurau ed il Copengahen con un netto 7-0 complessivo. La squadra di Capello è sicuramente una tra le favorite per la vittoria, sia per i successi e l’esperienza accumulata nelle scorse stagioni (i tre campionati del 1988, 1992, 1993 e le due Champions consecutive del 1989 e del 1990). La rosa è formata dalle stelle del calcio mondiale come Baresi, Maldini, il giovane Desailly, Papin, Savicevic solo per nominarne alcuni. Per rispettare le aspettative, oltre alla vittoria finale della competizione più importante al mondo, i rossoneri porteranno a casa Scudetto e Supercoppa Italiana.

Nella fase a gironi trova l’Anderlecht, il Werder Brema ed il Porto. Ai Milan bastano due vittorie e quattro pareggi per guadagnare comunque la prima posizione in classifica nel girone equivalente ai quarti di finale, mandando dunque Capello ed i suoi nella semifinale contro il Monaco. I rossoneri vincono 3-0 a San Siro per via del fattore campo ottenuto grazie alla prima posizione e si appresta dunque alla grande finale contro il Barcellona, Campione d’Europa solamente due stagioni prima contro la Sampdoria nel 1992.

Ad Atene, quella che doveva essere una super sfida, sarà un vero e proprio spettacolo da una sola parte: davanti a 70000 spettatori il Milan chiude in 60 minuti la pratica con le reti nel primo tempo di Massaro (doppietta), lo strabiliante pallonetto di Savicevic nel secondo ed il gol di Desailly per chiudere.

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Bundesliga

I capocannonieri dei top 5 campionati europei

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Haaland

Lo scorso weekend sono terminati tutti i top cinque campionati europei, in attesa degli ultimi verdetti legati alla salvezza in Bundesliga e in Serie A. Tante sono state le sorprese, soprattutto per quanto riguarda i capocannonieri dei top cinque campionati, alcuni completamente inaspettati visti i trasferimenti della scorsa estate, tra cui Haaland e Lewandowski su tutti. Vediamo adesso chi sono stati i bomber che hanno portato a casa il premio di miglior marcatore in ogni singolo top campionato europeo.

PREMIER LEAGUE – ERLING HAALAND

Cosa possiamo dire su Haaland? In questa stagione è stato letteralmente infermabile, ha cominciato a segnare fin dalla prima partita contro il West Ham per poi riuscire a segnare addirittura tre triplette consecutive in casa nel corso del campionato. Il bottino finale recita 36 gol in 35 partite, e le squadre di Premier League sono state fortunate, perché nelle ultime partite è spesso partito dalla panchina. È difficile definire il norvegese come una “sorpresa”, date le brillanti stagioni con il Borussia Dortmund, però l’impatto con il calcio inglese non era stato da incorniciare, come dimostrano gli errori in finale del Community Shield contro il Liverpool. Da quel momento però Haaland non si è più fermato e dopo aver conquistato la Premier League e la FA Cup, è pronto a sfidare l’Inter in finale di Champions League.

LIGUE 1 – KYLIAN MBAPPÉ

Ormai non fa più notizia la presenza di Mbappé in testa alla classifica marcatori della Ligue 1, anche se quest’anno Lacazette (27 gol) ci è andato veramente vicino. Il capitano della nazionale francese ha trovato la via della rete 29 volte in campionato, riuscendo a confermare il titolo vinto dal PSG nella passata stagione. In un’annata travagliata per i suoi, dovuta alla relazione mai sbocciata tra Messi e Galtier, e ai problemi fisici di Neymar Jr., l’unico a tenere fede alle aspettative è stato il fenomeno francese. Un uragano infermabile per tutte le difese della Ligue 1, che non hanno saputo trovare una soluzione per fermarlo. Le voci di mercato intorno a lui sono sempre presenti, con il Real Madrid come di consueto alla finestra, ma una cosa è certa: ovunque giocherà l’anno prossimo, continuerà a dominare come ha sempre fatto, anche al Mondiale.

SERIE A – VICTOR OSIMHEN

Una stagione oltre ogni aspettativa quella di Victor Osimhen, che ha riportato da protagonista il Napoli sul tetto d’Italia dopo oltre trent’anni. Dopo i frequenti problemi fisici delle annate passate, quest’anno l’attaccante nigeriano ha giocato ben 32 partite in campionato, mettendo a segno 26 gol, vincendo anche il premio di miglior attaccante della Serie A. Se il Napoli ha vinto lo Scudetto, gran parte del merito è dei gol del suo bomber, che ha segnato con una regolarità quasi imbarazzante, decidendo partite bloccate e scontri diretti, come l’andata di campionato con la Roma. Osimhen e la sua maschera sono diventati il simbolo di un Napoli vincente, raggiungendo un traguardo inimmaginabile, neanche nelle migliori favole.

LA LIGA – ROBERT LEWANDOWSKI

Dopo aver scelto di cambiare aria, reduce da stagioni straripanti in Bundesliga, Lewandowski era atteso da un nuovo esame. Approdato in Liga, al Barcellona di Xavi, non ha fallito e ha riportato il trofeo in Catalogna per la prima volta dal 2019. Il numero di gol è inferiore rispetto a quelli segnati in Germania, ma le 23 reti messe a segno in questo campionato hanno un sapore diverso, in un campionato di massimo livello, in cui la competizione è anche più stimolante. Non era facile adattarsi in Spagna, dopo oltre dieci stagione in Bundesliga, ma ancora una volta Lewandowski ha dimostrato come sia un attaccante fuori categoria.

BUNDESLIGA – NICLAS FÜLLKRUG  E CHRISTOPHER NKUNKU

L’addio del bomber polacco Lewandowski ha portato un po’ di incertezza sul campionato tedesco e non sono mancate le sorprese. Basti pensare che sono ben due i capocannonieri a pari merito della Bundesliga. Il primo è Niclas Füllkrug, autore di 16 reti con la maglia del Werder Brema. Il centravanti tedesco è stato tra gli artefici della salvezza dei suoi, che hanno lottato fino alla fine per evitare lo scontro salvezza contro l’Amburgo. L’altro è Christopher Nkunku, uno dei grandi assenti del Mondiale in Qatar. Il fuoriclasse francese ha saltato nove partite, ma è riuscito a raggiungere Füllkrug con una doppietta all’ultima giornata, riuscendo a portare ancora una volta il suo Lipsia in Champions League.

 

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Conference League

Dove vedere Fiorentina-West Ham in tv e streaming

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Conference League

DOVE VEDERE FIORENTINA-WEST HAM IN TV E STREAMING – La seconda edizione di UEFA Conference League sta per arrivare alla conclusione. Manca solo un altro piccolo step prima di decretare la squadra vincitrice della competizione, dopo il trionfo della Roma nella scorsa stagione.

La Fortuna Arena di Praga ospiterà il match tra Fiorentina West Ham, pronte a darsi battaglia per ampliare la propria bacheca, che non conta nuovi trofei rispettivamente dal 2001 e dal 1980.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

I Gigliati hanno concluso il campionato di Serie A all’ottava posizione in classifica. Lo stato di forma degli uomini allenati da mister Italiano non è nella miglior situazione possibile, ma è importante sottolineare la quantità di energie sia fisiche che mentali applicate dalla Viola per arrivare fino alla finale di UECL. Nella fase ad eliminazione diretta sono arrivate ben 6 vittorie su 8 gare disputate, di cui 2 perse contro Lech Poznan Basilea. Tuttavia, il percorso dei toscani non ha subìto grossi intoppi, permettendogli di raggiungere l’apogeo della competizione.

Gli Hammers hanno chiuso il campionato di Premier League in quattordicesima posizione, con la zona retrocessione distante solamente 6 lunghezze. Il campionato degli uomini di Moyes è stato molto deludente, ma un eventuale trionfo finale riscatterebbe alla grande questa stagione. Il cammino europeo degli inglesi conta 5 vittorie ed pareggio nella fase ad eliminazione diretta, in cui ogni avversario è stato superato agevolmente.

DOVE VEDERE FIORENTINA-WEST HAM IN TV E STREAMING

I diritti per la visione della gara sono affidati alla piattaforma DAZN, che consentirà ai propri abbonati di seguire la gara sia in diretta televisiva che in streaming grazie al supporto dei propri dispositivi elettronici. Ad accompagnare la partita, ci saranno le voci di Stefano Borghi Manuel Pasqual, leggenda della Viola, pronti ad entusiasmare il pubblico con il proprio commento.

Inoltre, si potrà vedere il match anche sui canali 201, 203213 dell’emittente Sky, che si presenta come valida alternativa per la visione della finale. Inoltre, gli abbonati di questa piattaforma potranno seguire la diretta in streaming attraverso l’app SkyGo o su Now.

Anche in caso di mancato abbonamento, i fan potranno seguire la finale europea in chiaro. Infatti, TV8 consentirà la visione gratuita sul canale del digitale terrestre oppure sul proprio sito.

LE PROBABILI FORMAZIONI

FIORENTINA (4-2-3-1): Terracciano; Dodo, Milenkovic, Igor, Biraghi; Amrabat, Mandragora; Ikoné, Bonaventura, Gonzalez; Cabral. All. Italiano.

WEST HAM (4-2-3-1): Areola; Kehrer, Zouma, Aguerd, Cresswell; Rice, Soucek; Bowen, Paquetá, Benrahma; Antonio. All. Moyes.

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I Nostri Approfondimenti

Verona-Spezia vale la salvezza: i precedenti di spareggio più recenti in Serie A

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spareggio

Con l’ultima giornata appena conclusa, il campionato ha dato i verdetti che mancavano per completare la classifica. Tutti meno che uno. Infatti, con le vittorie di Roma e Milan, rispettivamente contro Spezia e Verona, ls salvezza resta ancora un discorso apertissimo. Da quest’anno infatti il regolamento prevede che in caso di arrivo a pari punti, per decidere l’assegnazione di uno scudetto o una retrocessione, si ricorrerà ad uno spareggio in gara secca e a campo neutro. Ipotesi materializzatasi ieri sera al triplice fischio quando appunto Verona e Spezia si sono ritrovate ancora appaiate in classifica. Nessuno scontro diretto o differenza reti, per una regola applicata già in passato in Serie A. A tal proposito andiamo a ripercorrere i precedenti più recenti, a partire dalla stagione 2000-01.

PARMA-BOLOGNA 2004-05

Il precedente più recente risale alla stagione 2004-05 e vede in campo Parma e Bologna, per un derby emiliano sentitissimo. In campionato, entrambe le squadre arrivarono a 42 punti e furono costrette a giocarsi la salvezza in un delicato play-out con andata e ritorno.

La prima sfida, giocata al Tardini di Parma, si conclude 0-1 in favore del Bologna con gol di Tare. Una rete importante che però, purtroppo per i rossoblù, servirà a poco. Al Dall’Ara è infatti il Parma a fare la voce grossa.

I ducali trovano il vantaggio dopo 18 minuti con la zampata di Cardone, che rimette le cose in parità. Poi nel recupero del primo tempo è Gilardino, col ginocchio, a trovare la deviazione vincente sotto porta. Nella ripresa il Bologna tenta il tutto per tutto ma senza successo. Al triplice fischio il verdetto sarà quello di un’amara retrocessione per i padroni di casa mentre per il Parma e i suoi tifosi scoppierà la festa per la permanenza in Serie A.

PERUGIA-FIORENTINA 2003-04

Nel 2004 la Serie A passa da 18 a 20 squadre. Ragion per cui nella stagione 2003-04 sono 5 le squadre di Serie B ad ottenere la promozione diretta. La sesta classificata, in questo caso la Fiorentina, invece si gioca l’accesso nella massima serie attraverso uno spareggio in stile Bundesliga contro la quartultima classificata in A.

I viola di Mondonico dovettero dunque vedersela con il Perugia di Cosmi. L’andata in casa della squadra umbra vede il successo della Fiorentina, con il gol decisivo di Fantini. Al ritorno è lo stesso attaccante a ripetersi e a condannare il Perugia, stavolta con un bello stacco di testa.

A niente servirà poi la perla di Do Prado, capace di segnare da zona defilata a 8′ dal termine. Alla fine sarà grande festa al Franchi per la Fiorentina, che torna in Serie A dopo il fallimento, a compimento di una cavalcata trionfale partita dalla C2 e conclusasi nel migliore dei modi nel giro di due anni.

REGGINA-ATALANTA 2002-03

Reggina ed Atalanta concludono il campionato appaiate a quota 38 punti: anche in questo caso si tratterà di spareggio. L’andata si gioca in Calabria e la tensione sembra bloccare le due squadre tanto che il primo atto della doppia sfida termina con il risultato di 0-0.

Al ritorno a Bergamo invece le emozioni si susseguono. Nel primo tempo entrambe le squadre riescono a trovare il gol. Prima arriva quello del vantaggio nerazzurro, con il sinistro di Natali su sviluppi di calcio d’angolo. Poi arriva il pareggio amaranto con Cozza, che penetra in area e riesce a scavalcare Taibi con un pallonetto.

Tensione che aumenta col passare dei minuti e risultato che resta inchiodato fino all’85’, minuto in cui Emiliano Bonazzoli si inventa un sinistro dal limite dell’area che si infila all’angolino e firma la salvezza della Reggina. Triste epilogo invece per l’Atalanta, che retrocede davanti ai suoi tifosi.

VERONA-REGGINA 2000-2001

Nella stagione 2000-2001 la Serie A vide l’arrivo a pari punti di tre squadre a ridosso della zona retrocessione: Lecce, Reggina e Verona. In questo caso furono i salentini a scampare lo spareggio in virtù di una miglior differenza reti rispetto alle due avversarie. La regola nemmeno allora non prevedeva gara secca ma un doppio confronto con andata e ritorno.

Il primo atto va in scena al Bentegodi e se lo aggiudica il Verona grazie ad un colpo di testa di Laursen. Un gol importantissimo per gli scaligeri in vista del ritorno. Al Granillo infatti, i gialloblù arrivano con un grande vantaggio, quello di poter anche perdere ma con un solo gol di scarto.

La partita si rivela elettrizzante, con la Reggina che spinta dal suo pubblico riesce a passare in vantaggio col destro da fuori di Zanchetta. Nel finale di primo tempo arriva anche il raddoppio firmato da Cozza, ma a 4′ dal termine arriva la clamorosa doccia fredda per gli amaranto con il gol pesantissimo di Cossato. Un gol che porta il risultato complessivo sul 2-2 ma che consente al Verona di spuntarla, grazie ad un miglior piazzamento in classifica, e condanna la Reggina alla retrocessione.

 

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