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Cosa aspettarsi da Italia-Mali
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5 anni fa:
Il Mondiale U20 entra nel vivo: i quarti di finale inizieranno venerdì pomeriggio, con la prima sfida tra Colombia e Ucraina alle 15:30. Nella stessa giornata arriverà anche il turno dell’Italia, che alle 18:30 affronterà la sorpresa del torneo, il Mali. Gli azzurrini, guidati dal Ct Paolo Nicolato, si presentano ai quarti dopo aver vinto il proprio girone ed eliminato la Polonia padrone di casa agli ottavi. La squadra africana, invece, ha raggiunto il secondo posto nel girone con Francia, Panama e Arabia Saudita. Agli ottavi ha eliminato l’Argentina – una delle favorite del torneo – ai calci di rigore, dopo il 2-2 dei supplementari.
CONFERME PER NICOLATO
L’Italia di Nicolato la conosciamo bene, una squadra sempre ben messa in campo e con l’attuale miglior difesa del torneo insieme al Senegal (1 solo gol subito per entrambe). Il 3-5-2 del Ct azzurro punta molto su un’uscita pulita da dietro, con tutti e 3 i centrali coinvolti nel possesso palla basso per cercare di dirottare il gioco sulle catene laterali. Gabbia, Del Prato e Ranieri hanno dimostrato in queste prime partite di meritare la titolarità e dovrebbero essere confermati anche contro il Mali; stesso discorso anche per gli esterni, con Tripaldelli a sinistra e Bellanova a destra.
Come alternativa per consolidare il possesso arriva in soccorso anche il trio che agisce in mezzo al campo, formato da Frattesi, Esposito e Pellegrini. Tutti giocatori molto tecnici, che non hanno paura di giocare palla a terra per disordinare gli schieramenti avversari. Luca Pellegrini mezzala sinistra è stata la mossa a sorpresa di Nicolato. Il talento della Roma, in prestito al Cagliari in questi ultimi mesi, ha dimostrato di poter stare tranquillamente anche in quella posizione, anzi forse ha aggiunto proprio quella qualità mancante. Il classe ’99 è dotato di un’ottima conduzione palla al piede, utile per spezzare le linee di pressing avversarie, e spesso si scambia di posizione con Tripaldelli per andare al cross. Il sinistro di Pellegrini è il piede più pericoloso e più tecnico degli azzurrini e dovrà essere sfruttato con ancora più frequenza contro il Mali.
Davanti agiranno ancora loro due, Pinamonti e Scamacca, una coppia che sulla carta sembrava incompatibile e che invece sta lavorando bene. Entrambi sono attaccanti molto forti fisicamente e questa qualità tornerà molto utile contro gli africani, che fanno dell’esuberanza fisica una delle loro migliori caratteristiche. Pinamonti e Scamacca, però, sono anche due punte tecniche, che si inseriscono perfettamente nel contesto di gioco creato da Nicolato. Il primo ha segnato 2 gol molto importanti, che hanno deciso le due sfide contro Ecuador e Polonia, entrambe vinte 1 a 0. Agli ottavi contro i padroni di casa Pinamonti – che è anche il capitano di questa U20 – ha dimostrato una personalità enorme, segnando con un cucchiaio il rigore decisivo della sfida. Scamacca ha messo a segno 2 assist, ha sbagliato qualche gol di troppo ma la rete potrebbe arrivare proprio nella prossima sfida contro il Mali, le motivazioni non mancano.
LA SORPRESA MALI
Sulla carta la partita appare semplice, ma non lo sarà. Il Mali è la rivelazione di questo Mondiale U20, una squadra forte fisicamente, che non si arrende mai. Gli africani hanno segnato 3 gol negli ultimi minuti di gioco e due di questi sono risultati decisivi: il primo arrivato nel girone contro l’Arabia Saudita, la rete del 4-3 finale siglata da Camara; il secondo contro l’Argentina, quando sembrava tutto finito, al 120’ con Konté.
La squadra allenata dal Ct Mamoutou Kané nelle 4 partite del torneo si è schierata in campo con un 4-3-3/4-1-4-1 votato all’attacco. Il punto debole della selezione africana è sicuramente la fase difensiva: nel girone hanno subito 7 reti, peggio di loro solo Tahiti, Honduras e Arabia Saudita. Il Mali lascia spesso il pallino del gioco in mano all’avversario, schierandosi in fase di non possesso con un 5-3-2 per cercare di colpire in transizione. La squadra di Kané sfrutta la fisicità per dominare nei duelli aerei e la velocità per ribaltare il fronte.
Anche se i segreti delle Aquile sono racchiuse in quest'azione, purtroppo viziata da un leggero fuorigioco, fra #Diakite e #Koita, due dei 3 ragazzi maliani del @RedBullSalzburg (ieri mancava #Camara, finora fra i migliori della #U20WC). Potere fisico, timing e tecnica. pic.twitter.com/CY3Fqv6ilD
— Aniello Luciano (@OrizzonteFut) June 5, 2019
Il ct africano ha anche ruotato spesso i giocatori a disposizione, non schierando mai la stessa formazione in queste prime 4 partite. La difesa ha come punto di forza il centrale Diaby, alto 195 cm e dotato di buone letture di gioco. Vicino a lui ha sempre giocato Boubacar, con Konate a destra e Konan a sinistra. Tutti i difensori del Mali hanno dimostrato di soffrire i cali di concentrazione e di concedere in ogni partita una grossa quantità di occasioni per gli avversari. Spesso sono stati salvati da Koita, estremo difensore classe 2000 del Girona, un altro dei migliori della squadra.
Davanti alla difesa agirà Sissoko, con ai suoi lati Camara e uno tra Traoré e Diakité. Camara abbina quantità e qualità, mentre Traoré è più un numero dieci a cui piace inserirsi e rifinire l’azione. Attenzione anche al gigante Ousmane Diakité, 190 cm di forza fisica abbinata a grande qualità, è di proprietà del Salisburgo e ha giocato una grande partita come mezzala contro l’Argentina. Davanti la stellina è sicuramente Sekou Koita, attaccante che può giocare sia da punta centrale sia da esterno, ha segnato due gol fin qui e anche lui è di proprietà del Salisburgo.
L’Italia dovrà essere brava a mantenere il possesso della palla per cercare di disordinare la difesa posizionale del Mali, sfruttando al meglio le catene laterali e non sovraccaricare l’area di rigore avversaria con i cross. In fase di non possesso, invece, dovrà cercare di gestire al meglio le transizioni negative, cercando di non lasciare mai in campo aperto le frecce del Mali. Anche la concentrazione fino al fischio finale sarà fondamentale, come detto in precedenza la squadra guidata da Kané sa come punire gli avversari negli ultimi secondi.
COSA DICE IL FUTURO
Nel Mondiale U20 non è tanto importante arrivare alla vittoria finale, ma il percorso che si compie per valorizzare i propri giovani. Le squadre favorite per la vittoria del torneo, a sorpresa, sono già uscite tutte. Il Portogallo campione d’Europa U19 si è suicidato ai gironi, la Francia e l’Argentina sono uscite agli ottavi contro USA e Mali. Da sottolineare la crescita degli americani, pronti a mostrare una nuova generazione di talenti guidata da Timothy Weah, figlio di George.
Un’altra menzione importante la meritano Giappone e Corea del Sud, a capo del movimento asiatico in continua ascesa. Si sono scontrate proprio agli ottavi di finale, dove la Corea ha avuto la meglio, ma entrambe le selezioni giocano un calcio propositivo, fatto di tecnica e velocità. I coreani stanno mostrando Lee Kang-in, 2001 del Valencia che sarà una delle stelle del futuro, probabilmente il miglior giocatore del torneo.
Anche le africane hanno fatto bene, con la sorpresa Mali e la continua crescita del Senegal, che ai quarti di finale affronterà la Colombia. Sud America che ripone le speranze nella vittoria finale nei Cafeteros e nell’Ecuador, sottovalutato ai nastri di partenza. La Mini-Tri ha raggiunto il terzo posto nel girone con l’Italia, qualificandosi agli ottavi per un soffio. Ma è la squadra che ha vinto l’ultimo Sub-20, guidata dai talenti di Campana, Alvarado, Rezabala e Plata ed è un gruppo solido, con una proposta di gioco convincente.
Il futuro del calcio europeo e mondiale passa dal Mondiale U20, una delle manifestazioni più belle e divertenti da seguire. Sarà interessante vedere chi arriverà in fondo e in che modo, aspettando ancora tante sorprese che sono sempre dietro l’angolo.
Fonte immagine di copertina: profilo Instagram di Andrea Pinamonti
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L’Inter lavora al rinnovo di Acerbi: i dettagli
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Arrivano le parole di Gravina su Acerbi: “La sentenza va rispettata”
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7 ore fa:
Marzo 28, 2024Dopa la decisione del giudice sportivo di assolvere Acerbi sono arrivate le dichiarazioni del presidente della Figc Gabriele Gravina circa l’accaduto. Nelle ultime ore la sentenza aveva scatenato le reazioni più disparate, a partire dall’indignazione del Napoli resa nota tramite un suo comunicato ufficiale. A cercare di placare le acque ci ha provato proprio Gravina, a conclusione dell’Assemblea di Lega odierna. Gravina ha invocato il rispetto verso la sentenza del giudice sportivo. Inoltre si è pure detto disposto a credere alla difesa di Acerbi che aveva saltato per via del caso gli ultimi impegni con la Nazionale italiana. Di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni.
GRAVINA – “L’assoluzione di Acerbi? Si tratta di una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi non si sente soddisfatto. Esistono principi che devono essere rispettati altrimenti corriamo il rischio di far saltare tutto il sistema. Io accetto il verdetto e sul piano umano abbraccerò il ragazzo quando lo incontrerò. Abbiamo saputo di una verifica da parte del giudice sportivo e allora, per evitare forme di distrazione, lo abbiamo lasciato a casa. È stata una decisione a scopo precauzionale, non perché già condannato. Acerbi ha fornito le proprie motivazioni e noi crediamo alle parole del ragazzo”.
Flash News
Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione
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12 ore fa:
Marzo 28, 2024Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.
LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA
Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.
Calcio Internazionale
Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico
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12 ore fa:
Marzo 28, 2024Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.
Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.
Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.
Calcio Internazionale
ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina
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2 giorni fa:
Marzo 26, 2024Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.
All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.
La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO
In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?
“Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.
Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.
“Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.
Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?
“Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA
Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?
“Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.
C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?
“Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.
E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento.
“Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR
I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A.
“Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.
È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese.
“Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.
ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE
Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto?
“Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.
Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?
“Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.
La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?
“Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.
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