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Italia-Portogallo: si riparte dalla penisola iberica!

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Italia-Portogallo: si riparte dalla penisola iberica!

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Un ritorno al passato per proiettarsi al futuro con una faccia nuova. L’Italia di Roberto Mancini fa tappa nella penisola iberica a un anno e otto giorni di distanza dall’ultima volta. Allora il ct era Giampiero Ventura e si fronteggiava la Spagna per conquistare il primato nel girone di qualificazione al mondiale di Russia. Il 3 a 0 del Bernabeu fu solo un antipasto della tragedia sportiva che gli italiani avrebbero vissuto da lì a un paio di mesi.

A distanza di un anno, molte cose sono cambiate. Le dimissioni di Tavecchio e l’esonero di Ventura hanno lasciato uno spiraglio aperto al rinnovamento di un sistema in crisi. Questa sera, allo Stadio da Luz di Lisbona, gli azzurri hanno la grande occasione per dimostrare di poter tornare fra le grandi. L’avversario è di quelli importanti: il Portogallo campione d’Europa.

I CONVOCATI: NOVITÀ IMPORTANTI

Il secondo match di Nations League ha già il sapore del dentro o fuori. Dopo il pareggio della prima giornata contro la Polonia, gli azzurri sono chiamati a dare continuità alla buona reazione avuta nel secondo tempo. Tante le critiche per l’opaca prestazione nei primi 45 minuti di una squadra troppo compassata, a tratti irriconoscibile. A tal proposito, Roberto Mancini è intervenuto cosi:

“Quel che non è andato nel primo tempo sono stati gli errori sui passaggi, sul gol e sulla parata di Donnarumma su Zielinski. Per la qualità dei giocatori non ci dovrebbero essere. Poi quando attacchiamo dobbiamo avere più attaccanti in area di rigore.”

Il ct aveva anche preannunciato che ci sarebbero stati grossi cambiamenti rispetto al match del Dall’Ara. Stamattina sono stati ufficializzati i convocati e l’allenatore è stato di parola: per Mario Balotelli questa sera non siederà nemmeno in panchina. L’attaccante del Nizza è apparso esageratamente fuori forma nella partita di venerdì e questo lo ha esposto ad un mare di critiche. La sua estate turbolenta gli ha impedito di prepararsi al meglio per l’inizio di stagione ma Roberto Mancini ha intenzione di formare un gruppo solido e perciò ha deciso di puntare su di lui per questa sosta.

Importanti cambiamenti anche sulle fasce, dove mancheranno Zappacosta e Biraghi, e a centrocampo, dove l’escluso è Lorenzo Pellegrini. Al gruppo si aggiungono l’esterno della Spal, Lazzari, oltre a Emerson, Cristante e Zaza.

PROBABILI FORMAZIONI

Di certo non sarà quel che sarebbe potuto essere. Se molti tifosi rimarranno delusi per non poter assistere alla sfida tra Cristiano Ronaldo e Mario Balotelli, i più appassionati hanno diversi motivi per seguire il match. Gli azzurri scenderanno in campo con il 4-3-3 con un tridente rivoluzionato: fuori Insigne-Balotelli-Bernardeschi, dentro Chiesa-Immobile-Bonaventura. C’è grande curiosità attorno al classe ’97 della Fiorentina. Contro la Polonia il suo ingresso ha stravolto il match, conquistandosi il rigore del pareggio. Centrocampo confermato per 2/3, unica novità Benassi che prende il posto dell’uscente Pellegrini. In porta giocherà Donnarumma, linea difensiva con Bonucci, Chiellini, Criscito e l’esordiente Lazzari, grande orgoglio per la città di Ferrara e ottimo talento da verificare a questi livelli.

I lusitani, orfani della loro stella, sono all’esordio in questa nuova competizione. Sarà il primo match ufficiale dopo la delusione dell’eliminazione agli ottavi del mondiale, sconfitti 2 a 1 dall’Uruguay di Tabarez. Il tecnico Santos inserisce nuova benzina con Cancelo, Renato Sanches e Bernardo Silva per agire con più spinta dalle fasce. In assenza di Cr7, sarà Andrè Silva a guidare l’attacco, affiancato da Gonçalo Guedes. Per il resto, confermati gli uomini della spedizione russa: tra i pali Rui Patricio, in difesa Pepe, Neto e Guerreiro; a centrocampo Carvalho farà da schermo alla difesa mentre a Bruno Fernandes spetterà il compito di fornire qualità alla manovra.

VIGILIA DI FUOCO

L’avvicinamento alla partita è stato parecchio rovente. Entrambe le squadre hanno voglia di stupire e dunque ci si aspetta un match in cui le squadre si affrontano a viso aperto. A mettere benzina sul fuoco ci ha pensato il difensore del Besiktas, Pepe, che ha dichiarato:

“Affronteremo un avversario diverso rispetto alla Croazia (contro cui il Portogallo ha giocato nell’amichevole di giovedì, finita 1-1, ndr). Loro amano il possesso palla, mentre l’Italia predilige difendersi, rubare la palla e andare in contropiede. Sono molto forti, hanno giocatori di qualità. La partita sarà difficile per noi, ma faremo del nostro meglio con l’aiuto del pubblico”.

Lente d’ingrandimento sulla partita di Jorginho che a Bologna, eccezion fatta per la rete siglata, ha offerto una prestazione opaca. Troppi palloni persi in zone delicate del campo e poca personalità nello smarcarsi dalla pressione di Zielinski, bravissimo a non dargli respiro.

I portoghesi proveranno a replicare l’ottima impostazione difensiva che hanno assemblato in questi anni. Bisognerà vedere se la propensione offensiva di Cancelo destabilizzerà gli equilibri che il tecnico Santos ha saputo costruire nel tempo. Attenzione ad Andrè Silva che è partito bene in campionato (tripletta all’esordio con il Siviglia) e all’importante bagaglio tecnico delle ali, molto rapide e abili nel saltare l’uomo. Saranno un duro test per i difensori azzuri, soprattutto per Criscito e Lazzari che dovranno prestare grande attenzione in fase di copertura.

 

PRECEDENTI E CURIOSITÀ

Italia e Portogallo si sono incontrate 25 volte nella loro storia. Gli azzurri hanno colto ben diciotto successi, l’ultimo a Zurigo nel 2008 con il risultato di 3 a 1: i goal furono di Toni, Quagliarella e Cannavaro, ai portoghesi non bastò la rete di Quaresma. L’ultimo match disputato dalle nazionali risale al 2015, a Ginevra. Fu il quinto successo storico dei lusitani ai danni dell’Italia. Bastò la rete dell’ex Braga Èder, che da li a un anno avrebbe regalato l’Europeo alla propria nazionale. Il pareggio è ormai un ricordo lontanissimo: due soli precedenti, uno 0-0 nel ’92 ed un 1-1 addirittura nel ’67.

Se la storia sembra dare gli azzurri come i favoriti, la Geografia è più severa: 10 partite disputate nella penisola Iberica, 6 vittorie dell’Italia a fronte delle 4 dei portoghesi. Nessun precedente, invece, agli Europei o ai Mondiali anche se ci si è andati sempre molto vicino. Ad Euro 2000 la Francia ribaltò lo svantaggio di Nuno Gomes e conquistò la finale di Rotterdam. Stesso esito 6 anni dopo, al mondiale di Germania, con i transalpini che superarono la semifinale grazie all’uno a zero di Zidane.

 

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Il Barcellona punta Savinho del Girona: la situazione

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Xavi

BARCELLONA SAVINHO – Il Girona è una delle sorprese più significative di questa prima metà di stagione. Il club catalano ha sorpreso tutti, soprattutto per quel che riguarda la continuità dei risultati ottenuti, che ha permesso loro di restare nelle posizioni élitarie della classifica de LaLiga.

Ovviamente, le ottime prestazioni dei giocatori cruciali della rosa di Michel hanno attirato l’interesse dei top club del calcio mondiale, come nei casi di Tsygankov, DobvykHerrera e Savinho. In particolare, su quest’ultimo è forte l’attenzione dei rivali conterranei del club, ossia il Barcellona. Infatti, secondo quanto riportato da Diario Sport, i blaugrana hanno già avuto un confronto con gli agenti del giocatore, cercando di comprendere la disponibilità dell’approdo del giocatore presso il Camp Nou.

Al momento non si parla di cifre, né di trattativa avviata tra il Barcellona e Savinho, sottolineando la mancanza di punti di vista del giocatore stesso e del club proprietario del cartellino, focalizzato sul proseguimento di un sogno fiabesco.

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La Fiorentina punta la Roma: in dubbio Nico Gonzalez, ma non è l’unico a rischio

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Dopo la vittoria ai calci di rigore con il Parma ed essere riuscita ad accedere ai quarti di finale della Coppa Italia, la Fiorentina deve tornare a concentrarsi sul campionato e sull’imminente impegno con la Roma.

Vincenzo Italiano affronta Josè Mourinho nel match di domenica sera dell’Olimpico ed entrambe le squadre cercano un posto in zona Champions. I Viola, sesti, vogliono tentare il sorpasso sui giallorossi, al momento al quarto posto, sperando in un passo falso del Napoli in casa della Juventus. Il tecnico dei toscani deve però fare i conti con gli infortunati e con dei giocatori che in questo momento sono in dubbio, tra cui Nico Gonzalez.

LA SITUAZIONE INFORTUNI IN CASA FIORENTINA

Secondo quanto riportato dall’Ansa, le condizioni di Nico Gonzalez devono essere valutate nei prossimi giorni. L’attaccante argentino ha saltato Salernitana e Parma perché alle prese con un risentimento muscolare e la sua presenza con la Roma non è certa. L’obiettivo dei Viola è quello di recuperarlo per il delicato match dell’Olimpico e vogliono attendere fino a sabato per capire la situazione.

Non solo il Bicho, anche Ikonè e Kouamè sono a rischio per la partita con i giallorossi. Il primo ha un po’ di febbre, mentre l’ivoriano ha accusato un fastidio al ginocchio. Si appresta invece a tornare in campo Lucas Martinez Quarta, squalificato per il turno di coppa.

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Angelozzi sul mercato al Frosinone: “Reinier è venuto grazie a Braida”

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In questo avvio di Serie A, una delle sorprese del campionato è sicuramente il Frosinone. I Ciociari sono una delle 3 neopromosse e sono al momento al dodicesimo posto con 18 punti. A trascinare i gialloblù ben distanti dalla zona retrocessione è Eusebio Di Francesco, un allenatore in cerca di riscatto e bravo nel lavorare con una rosa giovane.

Infatti, nella sessione di mercato estiva Guido Angelozzi ha costruito una squadra di giocatori di talento e che vogliono crescere senza troppe pressioni per lanciarsi nella propria carriera. Fino ad ora l’operato del Direttore Sportivo ha portato i frutti sperati e il dirigente del Frosinone si è raccontato ai microfoni di Sky Sport. Di seguito le sue parole riportate da gianlucadimarzio.com.

LE DICHIARAZIONI DI ANGELOZZI

LA SUA SQUADRA – “Per me il Frosinone è il Real Madrid”

LA CARRIERA – “Sono stato sempre in società povere e mi sono sempre inventato diversi tipi di operazione. Qundo devi scegliere un giocatore guardo sempre come si allena, come si comporta e se ci posso parlare provo a capire le sue ambizioni. È importante il contatto diretto con la persona per capire tanti aspetti”

MATIAS SOULE’ – “Lo abbiamo corteggiato come si fa con una bella donna, con telefonate e inviti a cena del procuratore. Quest’anno abbiamo fatto un altro tipo di filosofia: prendiamo dei ragazzi in prestito, così se va bene ci salviamo ma se va male non ci inguaiamo economicamente”.

ARIEDO BRAIDA – “Un procuratore mi manda il profilo di Reinier e pensavo fosse impossibile prenderlo al Frosinone. Un giorno in un pranzo c’era anche Ariedo Braida e gli chiedo, visto il suo rapporto con Ancelotti di contattarlo lui. Allora viene fuori che lo potevano mandare a giocare ma dovevano decidere dove. Quindi due giorni dopo Ancelotti ha chiamato Ariedo dicendogli che aveva parlato bene di noi. Reinier aveva parlato con Kaio Jorge perché non sapeva cosa fosse il Frosinone, gli ha spiegato che è una società piccola ma bella, una famiglia, quindi è venuto e ci sta dando delle soddisfazioni”.

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Jankto si racconta: “Coming out? Volevo mandare un messaggio, è andata molto bene”

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sampdoria, Jankto è in partenza

JANKTO – Dopo le esperienze al Getafe e allo Sparta Praga, Jakub Jankto ha scelto di tornare a giocare in Italia, dove aveva vestito le maglie di Udinese e Sampdoria, e iniziare un’avventura con il Cagliari. Il centrocampista ceco è stato intervistato da ESPN e ha parlato della sua nuova squadra, dei tifosi e del suo coming out annunciato qualche mese fa. Di seguito le sue parole riportate da TuttoCagliari.

LE DICHIARAZIONI DI JANKTO

IL COMING OUT – “La gente vuole che io sia il capitano di una certa comunità. Io dico sempre: guardate, io rispetto tutti, tutta la comunità, tutte le persone. Ma io voglio solo concentrarmi su me stesso, sulla mia squadra, sul Cagliari, forse anche sulla Nazionale. Non posso decidere per gli altri. Se vogliono parlare, bene, parlino. Volevo solo dare un messaggio a tutti. Penso che sia andata molto, molto bene. È finita lì. Volevo solo dare un messaggio e, sì, ora andiamo avanti”.

LO SPOGLIATOIO – “Di calcio. C’è differenza tra lo spogliatoio e il campo di allenamento. Dipende anche dalle persone: con i ragazzi di 18, 19, 20 anni forse non si può parlare di politica. Quando si è giovani, c’è un po’ di paura, troppo rispetto. Ora sono più rilassato, ho più esperienza. Ho una responsabilità maggiore. Ma non mi sento un capitano. Leonardo Pavoletti, Viola, Gianluca Lapadula: questi sono i leader. Un’ora prima della partita siamo qui a pensare a quello che può succedere”.

I TIFOSI –“I tifosi sono vicini: intensi, rumorosi, un 12° giocatore. Quando ci siamo trovati in una brutta situazione, non hanno fischiato, non hanno detto nulla. Invece ci sostengono. Qualche settimana fa, eravamo sotto per 3-0 e abbiamo sentito questa energia. Abbiamo vinto 4-3”.

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