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Italia U21, direzione Europei

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Italia U21, direzione Europei

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Dopo aver assaporato per 180 minuti ed una manciata di allenamenti il sogno di guidare la Nazionale Italiana fuori dal baratro, Gigi Di Biagio ha ceduto il passo a Roberto Mancini tornando deluso ma non troppo in quella che dal 2013 può esser definita la sua seconda casa: la panchina dell’Under 21.

Nonostante i suoi 5 anni di mandato siano stati – almeno fino ad ora – avari di titoli o di prestazioni memorabili, il lavoro che ha svolto e sta svolgendo con i giovani che si affacciano per la prima volta a Coverciano è da tutti lodato e gli vale ogni anno la riconferma da parte della Federazione. I vari Romagnoli, Rugani, Chiesa, Pellegrini e Bernardeschi sono stati tutti iniziati alla maglia azzurra dall’ex centrocampista dell’Inter ed adesso sono in pianta stabile tra i convocati di Mancini. A poco più di un anno di distanza dall’Europeo che vide i ragazzi sopracitati raggiungere la semifinale poi persa contro la Spagna, Di Biagio è deciso a riprovare l’assalto alla competizione continentale – che nel 2019 verrà disputata proprio in Italia – con nuove idee e nuovi protagonisti da lanciare nel mondo dei grandi.

COME GIOCA LA NAZIONALE DI DI BIAGIO?

Come l’evolversi del calcio e la conseguente perdita di valore del modulo fisso consiglia, l’allenatore romano non ha una visione dogmatica del gioco ma tenta di disporre la sua squadra partendo da un’unica base: la difesa a 4. Nel corso degli anni ha più e più volte abbinato ad essa il rombo a centrocampo, l’albero di Natale Ancelottiano, i tre trequartisti dietro la punta e le due ali con la punta, adattandosi sempre al vagone di giovani calciatori che di volta in volta il calcio italiano gli metteva a disposizione. In questo percorso che lo porterà tra 8 mesi a disputare il suo terzo Europeo da allenatore dell’U21, l’idea di gioco pare si stia plasmando attorno ad un 4-3-3 asimmetrico in fase di possesso ,che si trasforma in un 4-5-1 in fase di non possesso. L’asimmetria nell’attaccare è data da un lato destro nel quale Parigini (impiegato con una certa costanza) occupa l’ampiezza e un lato sinistro dove garantire ampiezza è compito il più delle volte del terzino di turno, mentre Kean – in continua crescita nella progressione palla al piede e nel ruolo di esterno – alterna movimenti da ala pura ad inserimenti per riempire l’area assieme a Cutrone.

https://youtu.be/TchejYx_Oao

Se l’attacco sembra essere teso a valorizzare quelli che sono i due migliori attaccanti attualmente in lista, il centrocampo offre variabili che Di Biagio sta valutando attentamente. Nel match andato in scena ieri contro l’Inghilterra, la linea mediana era composta dall’inamovibile capitan Mandragora come vertice basso e da Castrovilli e Zaniolo rispettivamente alla sua destra e sinistra. Le due mezzeali, oltre a una complementarità data dalle loro differenti attitudini, hanno dimostrato un buon timing nel pressing, permettendo alla squadra di rimanere corta e garantendole un equilibrio che due giocatori abitualmente utilizzati in zone più avanzate non era scontato riuscissero a dare.

In fase di costruzione, invece, lo spartito non segue un canovaccio monotematico. La manovra varia dalla circolazione a ritmi bassi, sfruttando le qualità in palleggio di Mandragora e Castrovilli, ai lanci lunghi dello stesso centrocampista dell’Udinese o di Filippo Romagna, eccellente in questo fondamentale (88% precisione passaggi) ed abituato a giocare con il pallone tra i piedi da quando Maran ha importato il suo credo calcistico in Sardegna. La seconda opzione favorisce la tendenza di Castrovilli a lanciarsi con i tempi giusti negli spazi alle spalle della difesa e l’aggressione sulle seconde palle di un Nicolò Zaniolo che, forte di una fisicità da senior, è letteralmente inarrestabile a questi livelli. Inoltre, come da lui stesso ammesso in questa intervista, il ruolo di mezzala esalta il suo acume nell’inserirsi a supporto delle punte in area di rigore. In queste due azioni avvenute in rapida successione è palese come ambedue le mezzeali possano creare pericoli semplicemente assecondando il loro istinto.

https://gph.is/2BchFhR

Oltre alla versione provata – nonostante la sconfitta – con successo ieri, Di Biagio nelle precedenti uscite disponeva il suo centrocampo secondo una logica differente. Al fianco dell’insostituibile Mandragora agivano Locatelli e Murgia, due centrocampisti più contenitivi e meno verticali. Nello specifico, il centrocampista del Sassuolo affiancava Mandragora in cabina di regia, ricordando vagamente quello che Mancini sta provando a fare con Jorginho e Verratti, mentre il giocatore della Lazio si posizionava in una zona più avanzata. A seconda delle prestazioni fornite, l’assetto di ieri contro gli inglesi si fa preferire ma, con ancora 8 mesi di lavoro, è legittimo che Di Biagio aumenti il suo ventaglio di scelte.

Come da tradizione, il reparto difensivo conta già calciatori dall’ottimo valore e, soprattutto, con un buon minutaggio nelle gambe. La coppia di centrali scesa in campo ieri per caratteristiche pare essere la migliore: Romagna si assume più responsabilità in anticipo e costruzione, mentre Bastoni, nonostante una prestazione negativa contro Dominic Solanke, incarna il ruolo del marcatore puro. A destra non ci sono dubbi: il titolare sarà Davide Calabria; mentre a sinistra lo scarso impiego di Pezzella ad Udine potrebbe rimescolare le gerarchie anche a vantaggio di Luca Pellegrini.

DA CHI NON POSSIAMO PRESCINDERE?

Lo abbiamo già ripetuto più volte, ma la fascia di capitano e la titolarità fissa in un club di Serie A abbinata ad un bagaglio calcistico già piuttosto ampio fa di Rolando Mandragora il faro degli Azzurrini. Assieme a lui, ovviamente, non può non esser citato Patrick Cutrone, partner d’attacco di un certo Gonzalo Higuain nel Milan e punta di diamante del nostro arsenale. Nonostante sia stato da poco integrato nell’U21, Moise Kean sta dimostrando con continuità di essere un fattore in più a questi livelli (8 gol in 10 presenze tra U19 e u21) e il probabile trasferimento in prestito a gennaio non farà che consolidare il suo posto nell’attacco di Di Biagio. A confermare ciò vi alleghiamo qualche fiammata di onnipotenza calcistica.

https://twitter.com/Juventini_1897/status/1063141771457257472?s=19

Oltre a questi 3 elementi che stanno ben figurando, non vanno dimenticati coloro che attualmente sono in orbita grandi e si allenano con Mancini, ma che a Giugno carta d’identità alla mano potranno aggregarsi al gruppo degli Under. I nomi in questione sono quelli di Pellegrini, Chiesa e Barella. I primi due hanno già fatto parte della spedizione austriaca terminata sotto i colpi di Saul Niguez e della Spagna, mentre l’ultimo è quello che nei due anni ha fatto registrare la crescita maggiore sotto tutti i punti di vista.

Come già avvenuto 2 anni fa, Di Biagio si presenterà alla competizione iridata con una delle rose più complete e l’obiettivo sarà quello di dar battaglia a Francia, Inghilterra, Spagna e Germania per la vittoria finale. Le amichevoli di inizio stagione avevano fatto suonare un campanello d’allarme tra i seguaci dell’U21, ma la prestazione di ieri contro un avversario di valore assoluto ha ridato a Di Biagio quella tranquillità che merita. L’idea tattica e tecnica con la quale gli Azzurrini disputeranno questo Europeo è ancora un’incognita, ma se abbiamo imparato a conoscere il tecnico romano, egli cercherà di stabilizzare una linea difensiva ancora troppo ballerina e assecondare il più possibile l’istinto e la fame dei suoi uomini offensivi mettendoli nelle condizioni di sprigionare la loro potenza di fuoco.

Al via il countdown.

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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