Il calcio è strano, lo sappiamo, ma quella di Kurtic è una parabola negativa quasi inspiegabile alla luce di ciò che ha fatto vedere la passata stagione.
Ancora più inspiegabile è il fatto che la squadra sia rimasta la stessa, ovvero l’Atalanta e che i nerazzurri siano sempre guidati da Gasperini.
La ricetta magica che l’anno scorso permetteva alla Dea di giocarsela con tutte le big del nostro campionato sembra essere rimasta invariata (visto i risultati avuti contro Juventus, Napoli, Milan e Roma) tranne per un ingrediente tolto dalla formula, proprio Kurtic.

DALLE STELLE ALLE STALLE
Come avevamo lasciato il centrocampista con la maglia 27? La sua seconda stagione all’Atalanta ha sicuramente rappresentato la miglior stagione per Kurtic, Gasperini lo inseriva sempre nella formazione titolare, non privandosi mai della fisicità dello sloveno, anche se poi era il primo indiziato a lasciare il campo nella ripresa.
Il calciatore di Crnomelj, piccolo paesino di 15mila abitanti nel sud della Slovenia, nella passata stagione aveva collezionato 37 presenze in 38 giornate ed era stato l’unico a scendere in campo così tante volte, dietro di lui con una partita in meno giocata il Papu Gomez. In 35 occasioni era stato titolare, eppure il suo minutaggio non era da top della squadra. La spiegazione è molto semplice: Gasperini puntava sempre sul suo numero 27, ma allo stesso tempo lo sostituiva con grande continuità. Alla fine della stagione erano ben 20 le partite che hanno visto lo sloveno lasciare il posto al compagno e nessuno in rosa era mai stato sostituito quanto lui.
Arrivato a Bergamo nel mese di luglio del 2015 per una cifra di oltre 3,5 milioni di euro, si dice che Kurtic fosse un desiderio del presidente Antonio Percassi. Fisico imponente e doti atletiche molto importanti, il ragazzo non aveva lasciato il segno con le maglie di Palermo, Torino, Sassuolo e Fiorentina nonostante i tanti elogi che a più riprese erano arrivati. Per ogni buona partita c’era sempre stata una gara sottotono ed il problema più grande era la continuità. In riva all’Arno descrivono Kurtic come un mediano tutto polmoni. A casa con la nazionale, il centrocampista sloveno si è sempre mosso nel cuore del gioco e solo dall’estate scorsa l’evoluzione atalantina lo ha visto protagonista nella zona esterna dell’attacco.
Partendo da destra, il numero 27 atalantino tagliava spesso verso il centro lasciando la fascia libera per Conti e venendo a giocare tra le linee, offrendo tante soluzioni di appoggio ai compagni. Una costante ricerca della giocata smarcante con l’unico obiettivo di attaccare la porta avversaria. La sua fisicità era ed è spesso un valore aggiunto e lo schema che lo vedeva staccare sul primo palo in occasione dei calci d’angolo era diventata ormai abitudine.
Come ha fatto quindi, semplicemente un’estate, a cambiare tutto?
AMICI NEMICI
Semplice. Josip Ilicic e Bryan Cristante.
Quando in agosto l’Atalanta lo soffiò alla Samp sembrava tutto uno scherzo. La squadra più affamata, più intesa, con uno dei giocatori meno vitali del campionato. Non scherziamo. In che modo la lentezza di Ilicic, la sua pigrizia tattica, la sua incostanza, si sarebbero conciliate con una squadra che richiede il massimo sforzo fisico e mentale ai propri giocatori? Ovviamente con Gasperini.
Il vero Ilicic sembrava quello indolente dell’ultima stagione a Firenze, per cui il calcio è uno sport faticoso testimoniato dalle sì 35 presenze ma dai soli 6 gol nonostante i 92 tiri effettuati; il tutto, dentro la cornice decadente dell’ultima Fiorentina di Paulo Sousa.
Tre mesi dopo il suo arriv,o l’altro sloveno è uno dei più entusiasmanti giocatori del campionato e sta forse vivendo la migliore stagione della sua carriera: 19 presenze, 14 da titolare e ben 7 gol a certificare il tutto. Metà stagione andata e gol dell’anno scorso eguagliati e superati.
Ed è proprio per il suo amico che Kurtic ha visto sempre meno il campo. Amico che lo stesso Kurtic ha convinto a trasferirsi a Bergamo nonostante il sì già dato alla Sampdoria.

Per quanto riguarda l’italiano invece si tratta tutto di un’altra invenzione di Gasperini. L’ex allenatore del Genoa ha avuto un’intuizione tattica più che vincente, spostando Cristante qualche metro più avanti, dalla posizione di centrocampista centrale a quella di ‘falso‘ trequartista: una sorta di Nainggolan Spallettiano in miniatura, presente in ogni zona del campo e sempre più convinto quando si tratta di concludere personalmente l’azione, di testa o di piede.
Sono essenzialmente loro due i motivi che hanno spinto Gasperini a rinunciare a Kurtic. Rinuncia che potrebbe giovare, e non poco, alla Spal.
Infatti la squadra del presidente Mattioli sembra essersi aggiudicata lo sloveno superando la spietata concorrenza del Chievo Verona, aggiudicandosi il calciatore per una cifra vicina ai 5 milioni di euro.
Il calciatore è atteso in città nelle prossime ore per le visite mediche e la firma sul contratto quadriennale. Una buona occasione per il calciatore stesso che a Ferrara troverà sicuramente continuità ed un ambiente caricato dall’arrivo di un giocatore che l’anno scorso ha permesso all’Atalanta di raggiugere l’Europa League. Una buona occasione anche per i (noi) malati di fantacalcio, trovando continuità il centrocampista potrebbe diventare una buona pedina vista la buona propensione al bonus.
Con i 29 anni appena compiuti, e il Sì della futura moglie appena ricevuto ci auguriamo che Kurtic torni a far vedere quello che l’anno scorso lo aveva fatto diventare il colpo più inaspettato dell’Atalanta.
