Dicen que soy muy defensivo, así que en Twitter jugaré al ataque. Decir la verdad es lo más importante y sin tener miedo a nadie.
(Dicono che sono difensivo, quindi su Twitter giocherò all’attacco. Dire la verità è la cosa più importante e senza aver paura di nessuno)
Basco di origini e, soprattutto, basco di mentalità Javier Clemente Lazaro è un ex giocatore e attuale allenatore classe 1950 conosciuto e ricordato principalmente per il biennio d’oro sulla panchina dell’Athletic Bilbao a metà degli anni Ottanta. Schietto e diretto nei suoi modi di fare, il tecnico basco ha incarnato in pieno lo spirito del suo popolo e si è contraddistinto per continue liti con colleghi e giocatori. Appassionato di Twitter, Clemente ha costruito la usa immagine sul social network esprimendo, senza filtri, le sue opinioni sui temi all’ordine del giorno.
CARRIERA

A differenza della carriera da calciatore interrotta all’alba dei trent’anni causa infortuni, le sue avventure da allenatore lo hanno accompagnato dal 1975 fino al 2016. Il primo incarico di livello ricevuto da Clemente è stato la panchina dell’Athletic Bilbao, squadra con la quale ha vissuto stagioni da sogno. Successivamente ha peregrinato per tutta la Spagna prima di ottenere la chiamata dalla nazionale maggiore. Terminati i 6 anni di mandato da ct, il tecnico basco ha rapidamente aperto e chiuso le parentesi Betis e Real Sociedad prima di accettare la prima esperienza fuori dai confini spagnoli, il Marsiglia. Chiusa senza acuti l’esperienza francese, nel primo decennio degli anni 2000 Clemente ha alternato incarichi su panchine spagnole (Tenerife, Murcia, Valladolid e ancora Espanyol e Athletic) a incarichi come selezionatore (Iran, Serbia e Camerun). La sua ultima impresa risale al 2014 quando, sulla panchina della Libia, ha conquistato la terza edizione del Campionato delle Nazioni Africane.
I RAGAZZI TERRIBILI DELL’84
Sono un nazionalista e voglio che i baschi vivano come vogliamo, sulla base delle nostre tradizioni e dei nostri costumi.
Appena 31enne e da due anni allenatore della seconda squadra dell’Athletic Bilbao a Javier Clemente viene affidato l’onere e l’onore di prendere le redini della prima squadra. Inseriti in squadra alcuni giovani provenienti dalla squadra B come Urkiaga, Argote e Zubizarreta e affidate le chiavi dell’attacco a Manu Sarabia (38 gol in 3 stagioni), el Rubio de Barakaldo plasma il suo Athletic formando una squadra super organizzata, veloce e molto (forse troppo) aggressiva. Dopo aver conquistato un sorprendente quarto posto alla sua stagione d’esordio, il tecnico spagnolo guida i suoi ragazzi alla conquista del titolo nelle stagioni ’82/’83 e ’83/’84 dando vita alla celebre faida dialettica con Menotti (al tempo allenatore del Barcellona) e mandando in estasi tutta Bilbao.

L’exploit sportivo raggiunto in quel periodo ha permesso a Clemente di assumere un ruolo da protagonista nella storiografia recente dell’Athletic Bilbao e l’amore viscerale che lega allenatore, società e tifosi lo si può notare dagli ulteriori tentativi fatti negli anni di ripetere quelle imprese. Dopo il primo addio nell’1986, l’ex allenatore tra le tante dell’Atletico Madrid è tornato a sedere sulla panchina del San Mamés prima nel 1990 e poi nella stagione 2005/2006 quando riuscì miracolosamente a salvare la squadra dalla retrocessione.
SULLA PANCHINA DELLA ROJA
Il miglior sostituto di Del Bosque sono io. Mi piacerebbe essere nuovamente il ct della Spagna.
Questa dichiarazione, rilasciata pochi giorni dopo l’addio di Vicente Del Bosque alla panchina della Spagna, ci aiuta a comprendere come, nonostante i 6 anni da CT, Javier Clemente abbia ancora l’intenzione di imporre il suo credo a livello nazionale.
Facciamo però un passo indietro: incaricato nel 1992, Clemente ha condotto abilmente la Nazionale spagnola alla qualificazioni ai mondiali di Usa ’94 (7 W/ 3 D/ 1 L). Arrivata negli Stati Uniti, la nazionale iberica, con il suo classico 4-5-1, ha proposto un calcio diretto e brillante superando agevolmente fase a giorni e ottavi di finale. L’avventura dei ragazzi di Clemente si è conclusa al 88′ del quarto di finale contro l’Italia quando un super Roberto Baggio ha realizzato il gol del definitivo 2-1.

Archiviata la spedizione americana e superata la delusione della sconfitta ai quarti di finale dell’Europeo inglese, la selezione spagnola si è presentata ai mondiali di Francia ’98 carica di aspettative e trascinata dalla coppia di giovani bomber Raul Gonzalez Blanco e Fernando Morientes. Nonostante l’enorme hype che circolava attorno a quella squadra, la precoce eliminazione nella fase a gironi rappresenta una delle pagine più scure del calcio spagnolo e ha segnato la mesta conclusione dell’avventura di Javier Clemente sulla panchina della Roja.
L’EREDITA’
Il suo mai celato carattere ambizioso, il coraggio nell’esporsi e quella sana presunzione gli hanno permesso di intraprendere sportivamente una carriera in continua ascesa e umanamente di rivestire l’immagine di personaggio culto della storia recente spagnola e, in particolar modo, dei Paesi Baschi.
Questa è la storia di quel Javier Clemente Lazaro che sugli spalti del San Mamés e tra le vie di Bilbao sarà per sempre ricordato come il mitico Rubio de Barakaldo.