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Jorge Valdivia: il Diez delle Ande

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Jorge Valdivia: il Diez delle Ande

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Scorrendo il profilo Instagram de “El mago” si scorge un’immagine di una bandiera Venezuelana con un bambino che piange abbracciandola. Jorge Luis Valdivia Toro è nato, infatti, il 19 Ottobre 1983 a Maracay (Venezuela) da genitori cileni, ed è ancora profondamente legato a questa terra nonostante la sua patria calcistica (e non solo) sia il Cile.

Vivendo i primissimi anni della sua infanzia in Venezuela non è il calcio il primo sport con cui viene a contatto, bensì il baseball, sport nazionale nella sua terra natia. Il piccolo Jorge diventa un fan della squadra locale, i Tigres de Aragua. Il padre lavora per una compagnia aerea cilena, la LAN Chile, motivo per cui la famiglia spesso si sposta ed ecco che una manciata di anni dopo la nascita di Jorge, la famiglia torna in Cile, precisamente a La Florida, ridente cittadina residenziale alle porte della capitale Santiago. Il padre è un tifoso accanito del Colo-Colo, storica e plurititolata squadra della città Macun nei pressi di Santiago, la quale prende il nome dal leggendario capo tribù indiano e che vanta il record di titoli nazionali (32) oltre che delle Copa Chile (11). Sulla bacheca splendono inoltre la coppa Libertadores 1991, la Recopa Sudamericana 1992 e la Copa Intramericana 1992. Si tratta dunque del club più vincente del Chile, e presto la fede calcistica del padre contagia il figlio, che abbandona la “pelota de esponja” per dedicarsi al calcio. Jorge entra nelle giovanili del Colo-colo e dopo poco il suo talento cristallino si palesa: lapalissiano che il suo tocco di palla e la sua leggiadria nei movimenti abbinata a quell’intuizione e a quell’estro fuori dal comune siano qualcosa di così raro da non poter essere disperso.

Fonte immagine: profilo IG @Valdivia

VALDIVIA: GLI ESORDI E L’EUROPA

Nonostante le proprie qualità, Jorge non troverà spazio nella sua prima stagione tra i “grandi” al Colo-colo, chiuso dal veterano Jorge Espina. Decide così di trasferirsi in una realtà più piccola e precisamente sceglierà l’Universitat de Concepcion, dove finalmente vengono forniti i minuti necessari per la definitiva crescita del talentino di La Florida. Con la casacca de “la Ugioca con continuità diventando presto il faro della squadra grazie alla sua classe innata ed ai suoi passaggi illuminanti: sta accadendo qualcosa tra le Ande, e Valdivia ne è il protagonista indiscusso. I primi ad accorgersi di lui oltreoceano rispondono al nome di Rayo Vallecano, squadra militante nella segunda divisiòn spagnola. Potrebbe essere il perfetto trampolino di lancio per Valdivia nell’olimpo del calcio europeo: il campionato cadetto spagnolo sembra un luogo adatto per esibire le sue doti al resto d’Europa. Dopo sole cinque partite, però, non convince il club e viene girato, ancora in prestito, agli svizzeri del Servette dove conclude la sua non entusiasmante parentesi nel calcio europeo ritornando in Cile.

Un giocatore cosi talentuoso come può aver fatto un tale tonfo nelle periferie calcistiche del vecchio continente? La motivazione può forse essere ricercata nel fatto che “El mago” sia sì dotato di un grande talento puro ma che, come un diamante grezzo, ciò non sia sufficiente per creare un giocatore a tutto tondo, soprattutto per gli standard atletici e tattici del calcio europeo dove il ritmo di gioco, le regole tattiche e il posizionamento in campo ricoprono un ruolo diverso rispetto al Sudamerica.

E’ NATA UNA STELLA: GLI ANNI MAGICI DEL “BICI” BORGHI

Tornato a casa, al Colo-Colo, dopo una girandola di prestiti con alterne fortune e una comparsata incolore in Europa, arriva un interessamento dal blasonato Boca Juniors, sfumato poi in un nulla di fatto. Valdivia rischia di diventare uno di quegli eterni incompiuti di cui la storia del calcio è colma: calciatori talentuosi in gioventù che per qualsivoglia motivo si perdono nelle intricate strade del professionismo ad alti livelli.

La stella di Jorge, però, non si spegne, ha solo bisogno del giusto cielo in cui splendere e lo troverà, più vicino di quanto si possa pensare. Jorge rimane al Colo-colo e comincia la sua avventura tra le mura di casa. Qui giocherà con giocatori del calibro di Mati Fernandez (ex Villareal e Fiornetina), Humberto Suazo, Claudio Bravo (oltre ad un giovanissimo Arturo Vidal) e sarà allenato dallo storico allenatore Claudio “El Bici” Borghi (oltre al Colo-colo anche Boca Junior e selezione cilena nel suo curriculum). Saranno anni indimenticabili per i tifosi dell’ “Eterno Campeon“: la squadra dopo un avvio balbettante inizia ad interpretare perfettamente il gioco offensivo e spettacolare de “El Bici”. Il giovane Valdivia si ritaglia uno spazio sempre maggiore nello scacchiere dell’allenatore e pian piano mostra il suo fantastico arsenale. Tra le sue specialità l’abilità del tutto naturale nel dribbling, passando tra gli avversari come un coltello nel burro nonostante sia raddoppiato o addirittura triplicato. Anche in fase di assistenza si distingue per intuito e genialità mandando a ripetizione in rete i compagni con passaggi di qualità assoluta. Il ragazzo non sfigura nemmeno in fase realizzativa, deliziando con tiri da fuori oppure spiazzando i portieri con le funamboliche finte di tiro, suo autentico marchio di fabbrica. L’annata 2006 si conclude con i “Los Albos” campioni sia di Apertura che di Clausura cilena oltre che finalisti in Copa Sudamericana, poi persa contro i messicani del Pachuca. Molti furono anche i premi individuali: Mati Fernandez vinse il premio di miglior giocatore sudamericano 2006, Humberto Suazo vinse il premio IFFHS (International Federation of Football and Statistics) come miglior realizzatore mondiale 2006 e Claudio Borghi vinse il premio di miglior allenatore sudamericano 2006. Nessun premio individuale per Jorge che però si è guadagnato di diritto un posto da protagonista nell’iridata formazione del Bici. Le sue ottime prestazioni e il suo talento non passarono inosservati in America del Sud e alla fine della magica annata 2006 arrivò la chiamata di un gigante del calcio latinoamericano: il Palmeiras. 

Fonte immagine: profilo IG @Valdivia

LA CONSACRAZIONE: JORGE IDOLO VERDAO

Al Verdao Jorge arriva per la modica cifra di 3,5 milioni di dollari, al tempo la cifra più alta mai spesa dal club per un giocatore straniero. Dopo un inizio difficile riesce a trovare la quadratura del cerchio e ad esprimersi al meglio: il suo ruolo naturale, il trequartista, in Brasile troverà delle modifiche sostanziali con l’arretramento del baricentro d’azione in cabina di regia. L’adattamento al calcio brasiliano dura un anno poi “El Mago” esplode, giustificando il suo pittoresco soprannome anche in terra brasiliana. Nei suoi anni al Palmeiras raccoglie molti riconoscimenti personali come la Boula de Ouro (premio del giornale sportivo Placar) oppure Premio Craque do Brasilerao (dato dalla federazione con la rete televisiva Globo) oltre al trionfo di squadra nel campionato Paulista 2008 (di cui vince anche il premio di miglior giocatore). Sono anni importanti per la consacrazione di Jorge anche in panorama internazionale: sarà la volta del suo secondo trasferimento in un altro continente. Non si tratta dell’Europa che lo ha frettolosamente e freddamente congedato qualche anno prima, bensì dell’esotico campionato degli Emirati Arabi. Qui Jorge viene inserito in un contesto estremamente più povero dal punto di vista tecnico e tattico, ma molto più remunerativo. Saranno tanti i riconoscimenti individuali e non (tre coppe vinte in due anni), a cui si aggiunge la proposta – rifiutata – dell’opulento emiro Al Nayhan di firmare un contratto che lo avrebbe legato al club a vita. Nonostante negli Emirati sia una vera e propria leggenda vivente, dopo la coppa del mondo 2010 che lo vide protagonista, decide di fare il suo ritorno in Brasile, sempre all’ex Palestra Italia. 

Fonte immagine: profilo IG @Valdivia

CERTI AMORI FANNO GIRI IMMENSI E POI RITORNANO

Si tratta di un ritorno agrodolce. Nonostante sia entrato nei cuori dei tifosi, che tutt’oggi lo rivorrebbero con la casacca Verdao, per Jorge non si tratta di un reinserimento facile. Nonostante chi decanti le lodi del diez sostenendo sia uno dei migliori dell’ultimo decennio palmeirense, i malumori sono dietro l’angolo. Il buon mondiale disputato da Jorge con il Cile (eliminato agli ottavi proprio dal Brasile) non lo riconsegna al club in ottima forma. Piovono critiche su Jorge, e i tifosi (nonostante i 15.000 che ne festeggiano il ritorno allo stadio di Pacambù) lo accuseranno di aver perso lo smalto durante la sua esperienza negli Emirati e di non raggiungere più i livelli delle passate stagioni. Il Verdao in generale non vive annate raggianti e addirittura sprofonda in Serie B nel 2012, ma ciò nonostante Valdivia rimane al centro del progetto e fulcro del gioco dei paulistani. Dopo essere tornato subito in A il Palmeiras continua un percorso difficoltoso in campionato vincendo però la Copa do Brasil 2015.

 Le primavere si fanno sentire e Jorge nell’ultimo, travagliato anno al Palmeiras colleziona solo 10 presenze totali. Dopo nove stagioni con la maglia verde di Sao Paolo El Mago saluta il Brasile di nuovo e parte per un altro ritorno negli Emirati Arabi, sponda Al Whad. Dopo aver disputato due discrete stagioni ad Abu Dhabi, dove è considerato una vera e propria divinità del calcio ed aver rimpinguato notevolmente il suo conto in banca, Valdivia opta per una scelta di cuore: il ritorno a casa, da dove tutto è cominciato. Al Colo-Colo viene accolto come un re che rientra vincitore dalla guerra. Il figliol prodigo è tornato, e nonostante il pelo ingrigito, può ancora dire la sua. Si, perché ora Jorge è il capitano della sua squadra e guida i suoi con il suo bagaglio inestimabile di esperienza internazionale e il solito vizietto di dribblare avversari come fossero paletti: una particolare classifica lo vede al secondo posto nel 2018 in Libertadores, quella dei duelli vinti: ennesima dimostrazione dell’intelligenza estrema del nostro diez. A prescindere dall’età e nonostante tutto, Jorge Luis Valdivia Toro detto “El Mago”, riesce ad avere ancora qualcosa da dire sui palcoscenici internazionali di altissimo livello, a simboleggiare che il fisico invecchia, l’estro e il talento mai.

LA NAZIONALE CILENA: UN IDOLO FUORI DAGLI SCHEMI 

L’avventura in nazionale de “El Mago” inizia presto. Valdivia si mise in mostra contro la più quotata Argentina de “El Loco” Bielsa nel pre-olimpico 2004, sfoderando una prestazione di qualità assoluta che portò alla ribalta l’allora 21enne su un palcoscenico internazionale. La storia di Jorge in nazionale è, però, condita di episodi di dubbia professionalità. La notte all’hotel Puerto Ordaz vede i giocatori della nazionale coinvolti in una “ragazzata” veramente poco consona a dei calciatori professionisti: Jorge e compagni erano intenti a lanciare marmellata e prosciutto (in stato di evidente ubriachezza) per la sala e a molestare le cameriere che li riportavano all’ordine. Ne conseguirono 20 giornate di squalifica da parte della federazione. La tradizione cilena è ricca di episodi del genere: tra questi, il principale vede proprio Valdivia protagonista, poiché alcuni componenti della squadra dopo il battesimo del figlio minore di Jorge continuarono la festa e si presentarono in ritardo di 45 minuti ed in stato alterato all’allenamento del giorno dopo. Oppure, ancora, si può ricordare qualche anno prima l’episodio che vide “El Mago” e Beausejour arrivare ancora in evidente stato confusionale alla colazione con i compagni in hotel. Altre 10 giornate di squalifica. Oltre a queste evidenti cadute di professionalità, che delineano la personalità molto godereccia di molti giocatori cileni, la storia di Jorge in Nazionale è stata anche ben altro. Bielsa, passato alla panchina della selcion cilena, decide di interrompere la prima squalifica di Valdivia e reintegrarlo nel gruppo in una amichevole contro la Turchia nel 2008. Da qui inizierà l’esperienza delle qualificazioni e del mondiale 2010 che lo vedranno protagonista. Il Cile disputerà un’ottima competizione per poi venire eliminato agli ottavi dal Brasile di Kakà. Valdivia partecipò anche alla Copa Amrica 2011 dove i cileni, allenati dalla sua vecchia conoscenza “El Bici” Borghi, furono eliminati dal piccolo Venezuela, paese natio di Jorge. Al mondiale 2014 andò meglio, con il Cile eliminato ancora dal Brasile agli ottavi, ma in una partita combattutissima finita ai calci di rigore. Proprio in questa competizione segnò il suo unico, bellissimo gol nella fase finale di un mondiale, contro l’Australia: contropiede, palla appena dentro l’area e Jorge che senza pensarci due volte fulmina con un tiro chirurgico sotto l’incrocio il portiere avversario. Gol stupendo che lo fece entrare nei cuori del palcoscenico mondiale. Ultima apparizione degna di nota risale al 2015 quando il Cile di Sampaoli vinse il primo trofeo internazionale della sua storia: la Copa America giocata in casa. Valdivia entrò titolare in tutte le partite del torneo, dispensando magia qua e là (soprattutto nel pareggio contro il Messico dove c’è il suo zampino in ogni gol), ma senza segnare mai. In ogni caso fu uno degli interpreti di maggiore spicco del trionfo casalingo cileno, nonché idolo nazionale.

Fonte immagine: profilo IG @Valdivia

EL MAGO“: TRA TALENTO ED INDISCIPLINA 

Si può dire senza temere di incappare in marchiane esagerazioni che Jorge Valdivia sia uno dei migliori diez cileni di sempre, oltre che uno dei più grandi talenti inespressi del calcio sudamericano. Sicuramente la carriera del dieci del Colo-colo è stata ricca di successi e vittorie, ma la sensazione che pervade l’animo quando lo si guarda esibirsi nei suoi sontuosi dribbling è che forse avrebbe potuto fare qualcosa in più. Senza nulla togliere ai palcoscenici dove ha avuto la possibilità di esprimersi, rimane il sentore viscerale che sia mancato il salto di qualità ultimo, lo step finale che lo avrebbe potuto consacrare come stella calcistica globale per sempre.

Forse l’opportunità mancata nel calcio europeo da giovane, forse l’incostanza di rendimento che ne ha caratterizzato qua e là la carriera. O forse quella mancanza di disciplina, qualche scappatella di troppo a cui era avvezzo, come quelle capitate negli scandali che lo hanno coinvolto in nazionale. Quel che è certo è che quel balzo in più, è mancato. Forse, però, è meglio così perché Jorge ha potuto esprimersi nel contesto psicologicamente meno oppressivo del calcio Sudamericano in tutte le sue incredibili potenzialità. L’Encandador, uno dei tanti nomignoli che gli sono stati affibbiati, è dotato di un dribbling semplice ma letale con cui riesce a passare in mezzo a più uomini con semplicità disarmante. La capacità di lettura della situazione fuori dal comune gli dà un notevole vantaggio sugli avversari, riuscendo ad indovinare traiettorie che gli altri nemmeno immaginano. Valdivia è un autentico pozzo di idee, un creatore di gioco, la sua fantasia ed il suo estro sono fondamentali per dipingere nuove trame offensive. Si tratta di un vero e proprio grimaldello capace di aprire le difese col più impensabile dei passaggi o col più semplice dei dribbling. Regista offensivo, trequartista, seconda punta, mezzala: la duttilità di Valdivia sul fronte offensivo è contrapposta ad un’indolenza in fase di ripiegamento molto grave nei tempi del calcio totale. Jorge è accusato di essere fumoso, poco concreto, poco disciplinato dentro e fuori dal campo. Lo stato di forma a volte approssimativo, le bravate con i colleghi del Cile: luci e ombre su un giocatore fantastico. Si possono commentare i vari lati negativi del Mago ma una sola cosa è certa: ovunque sia andato ha fatto innamorare di sé chi lo tifava. Jorge è calcio allo stato puro, un distillato di talento, una rara pepita di puro gioco del calcio, semplice e allo stesso tempo letale. Vederlo giocare è un piacere per gli occhi, il classico giocatore per cui vale la pena pagare il prezzo del biglietto. Tra alti e bassi, successi e cadute Valdivia mette d’accordo tutti sul fatto che il suo calcio sia come una dolce sinfonia; e lui sia uno di quei calciatori capaci di farci emozionare. Le entità capaci di trasformare il calcio in qualcosa di più di un semplice sport.

Fonte immagine copertina: profilo IG @Valdivia

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Chi è Estevao Willian, il gioiellino brasiliano soprannominato “Messinho”

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Estevao Willian

CHI È ESTEVAO WILLIAN – Il Brasile, si sa, di talenti cristallini ne sforna in continuazione. L’esempio lampante è Neymar Jr., ma negli ultimi anni ce ne sono stati tanti. Basti pensare al Real Madrid, con la coppia tutta brasiliana formata da Vinicius Jr. e Rodrygo. Non bisogna poi dimenticare Endrick, classe 2006, pronto a vestire la camiseta blanca e già in gol con la maglia del Brasile. L’ultimo talento che sta attirando l’attenzione degli scout è quello di Estevao Willian, esterno offensivo del 2007, che sta brillando con il Palmeiras.

CHI È ESTEVAO WILLIAN – GLI INIZI E LA CARRIERA FINO A QUESTO MOMENTO

Se il tuo soprannome è “Messinho” vuol probabilmente dire che il potenziale è altissimo ed effettivamente il giovane talento brasiliano può diventare un grandissimo giocatore. Nasce come ala destra e si è già messo in mostra con la maglia della Nazionale Under 17 ai Mondiali, con la quale ha segnato tre gol e fornito tre assist. La sua avventura però si è interrotta contro l’Argentina di Echeverri, altro talentuosissimo giocatore sudamericano. Estevao Willian ha inoltre già firmato un contratto di sponsorizzazione con Nike, nonostante la giovanissima età. Aveva appena dieci anni quando ha accettato l’offerta, ma è destinato a diventare uno dei volti del marchio.

CHI È ESTEVAO WILLIAN – L’INTERESSE DELLE BIG EUROPEE

Come accaduto negli ultimi anni, le big europee non restano di certo a guardare. Il nome di Estevao Willian è già sui taccuini dei principali club in Europa e il PSG ci aveva provato concretamente in passato. La trattativa però non è andata in porto a causa della partenza di Endrick, vecchio pallino dei parigini, che volevano assicurarsi entrambi i talenti. “Messinho” ha un sogno: giocare nel Barcellona, club che tifa fin da bambino. C’è da dire però che Estevao Willian non potrà lasciare il Brasile fino al 2025 (quando compirà 18 anni), ma probabilmente sceglierà la sua squadra prima di quella data. Per lasciarlo partire si parla già di cifre vicine ai 50 milioni, ed è per questo che Chelsea, Barcellona, Manchester City e non solo osservano da vicino uno degli ultimi talenti sfornati dal calcio brasiliano.

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I 5 migliori marcatori U21 della Serie A nel 2023

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zirkzee

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – Il 2023 è stato un altro anno in cui la Serie A ha scoperto nuovi talenti, che si sono messi in mostra nel nostro campionato. I nomi sono tanti: dall’MVP Khvicha Kvaratskhelia, passando per tutta la leggiadria mostrata da Joshua Zirkzee, senza dimenticare Rasmus Højlund, ora al Manchester United. Se dovessimo tirare le somme dell’anno 2023 in Italia, chi sarebbero i migliori marcatori under 21 della Serie A nell’anno solare?

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – KHVICHA KVARATSKHELIA

L’MVP dell’ultima Serie A ha avuto un impatto straripante sul nostro campionato, contribuendo attivamente alla stagione strepitosa del Napoli di Spalletti. Bisogna considerare che nella seconda parte della scorsa annata ha fatto fatica, e i numeri sono calati notevolmente, ma nonostante questo il georgiano è l’U21 (nato a febbraio 2001) che ha segnato di più nel 2023 in Serie A. Sono ben 11 le reti messe a segno da gennaio fino a questo momento, cinque solo nella stagione attuale. Kvaratskhelia è stato un colpo di mercato incredibile da parte del Napoli, che in estate ha deciso di tenerlo per provare il back-to-back, traguardo che al momento appare abbastanza lontano.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – RASMUS HØJLUND

Parliamo adesso di chi ha lasciato la Serie A, ovvero Rasmus Højlund. Il centravanti danese si è trasferito a Manchester, sponda United, per una cifra che supera i 70 milioni di euro. I Red Devils hanno deciso di puntare su di lui dopo una seconda parte di stagione stellare con la maglia dell’Atalanta. Nel 2023 con la Dea, Højlund ha segnato 8 reti in A, un ottimo dato se si considera i sei mesi giocati in maglia nerazzurra. In questa stagione ha segnato appena una rete in Premier League, nel Boxing Day, ma è attualmente il capocannoniere della Champions League, nonostante lo United sia già fuori dalla competizione. L’Atalanta è comunque riuscita a sostituirlo con diversi acquisti, ma il giocatore ammirato nella prima parte di 2023 è senza dubbio un calciatore già di livello mondiale, ma con ampi margini di miglioramento.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – JOSHUA ZIRKZEE

Zirkzee è un giocatore che ha sorpreso un po’ tutti. Nella passata stagione aveva mostrato diversi lampi del suo talento, ma il dato sui gol messi a segno nel 2023 mostrava una sola rete. Nella seconda parte del 2023, ovvero nella stagione attuale, sono già 7 i gol del gigante olandese. Nell’anno solare sono dunque 8 in tutto, ma per capire l’impatto di Zirkzee è necessario andare anche oltre i gol. Parliamo di un centravanti di oltre 1,90 m, che gioca il pallone come un trequartista e che delizia il Dall’Ara con giocate fuori dal comune per un calciatore di questa stazza. I gol messi a referto in questo anno solare sono senza dubbio destinati ad aumentare già in vista della fine di questo campionato, che vede il Bologna nei primi quattro posti della classifica.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – MATIAS SOULÉ

Classe 2003, argentino, mancino, non ha ormai più bisogno di presentazioni. Dopo aver trovato la sua prima rete in Serie A il 12 marzo contro la Sampdoria, Matias Soulé è stato mandato in prestito dalla Juventus al Frosinone. L’esplosione del ragazzo di Mar del Plata è sotto gli occhi di tutti, dato che in questa stagione sono già 7 le reti messe a segno. Un talento cristallino che con tutta probabilità la Juventus riporterà a casa già nella prossima stagione, sperando magari che possa continuare a offrire prestazioni di questo livello anche all’inizio del 2024.

I 5 MIGLIORI MARCATORI U21 DELLA SERIE A NEL 2023 – LORENZO COLOMBO

Meno considerato magari rispetto agli altri citati in questa lista, Lorenzo Colombo si è ritagliato uno spazio importante in questa classifica. L’attaccante di proprietà del Milan ha giocato con due squadre diverse (Lecce e Monza), ma con entrambe è riuscito a incidere. Sono 5 i gol di Colombo nell’anno solare 2023 (3 con il Lecce e 2 con i brianzoli), ma i tifosi salentini se ne ricorderanno bene uno in particolare. Il 28 maggio Colombo ha segnato il gol decisivo per la salvezza del Lecce, proprio sul campo del Monza, trasformando un rigore al 101′. Una rete che è rimasta ancora oggi nel cuore dei tifosi giallorossi, che ha permesso all’attaccante classe 2002 di scrivere una piccola pagina di storia del club.

 

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10 giovani da tenere d’occhio in Bundesliga nel 2024

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Chi è Bynoe-Gittens

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA NEL 2024 – La Bundesliga è da sempre un campionato che sforna talenti cristallini per il calcio europeo e anche in questa stagione sono diversi i calciatori che si sono messi in mostra. Oggi andremo a vedere quali sono i 10 giovani principali su cui porre la propria attenzione in vista del 2024, con alcune sorprese.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – JAMIE BYNOE-GITTENS

L’esterno inglese del Borussia Dortmund è probabilmente tra i talenti più puri del calcio tedesco e sta progressivamente trovando continuità con la maglia giallonera. Bynoe-Gittens è il sostituto naturale di Sancho, ora in enorme difficoltà al Manchester United, e sta provando a seguire le sue orme in Germania. Esterno d’attacco classe 2004 dotato di ottimo dribbling e grande velocità. Un gol e un assist in questo inizio di Bundesliga, ma anche una rete, la prima della sua carriera, in Champions League.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – FARÈS CHAÏBI

Parliamo di un trequartista classe 2002 nato in Francia ma di nazionalità algerina, cresciuto nel settore giovanile del Tolosa. Ora Chaïbi gioca all’Eintracht Francoforte ed è diventato un punto fermo della squadra. Un gol in campionato, contro il Borussia Dortmund, e uno anche in Conference League, decisivo contro l’HJK Helsinki. Quello che stupisce però è la capacità di servire i compagni: parliamo di un giocatore che ha già raggiunto quota 8 assist tra Bundesliga e Conference League, un dato che dimostra tutto il suo potenziale.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – GRANT-LEON RANOS

Il Borussia Mönchengladbach l’ha prelevato dalle giovanili del Bayern Monaco in estate e Ranos sta piano piano guadagnando minuti in Bundesliga. Punta centrale di 1,80 m dall’ottimo potenziale, destinato ad una seconda parte di stagione importante. Il 2003 armeno ha segnato due reti con la seconda squadra del Borussia Mönchengladbach e con la prima squadra ha trovato il suo primo gol in DFB Pokal contro il TuS Bersenbrück.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – FABIO CHIARODIA

Un altro giocatore del Borussia Mönchengladbach, ma questa volta parliamo di un difensore centrale italiano. Chiarodia è ancora giovanissimo (2005) ma sta macinando minuti con la maglia della prima squadra e il 2024 potrebbe veramente essere il suo anno. Centrale di 1,86 m che può giocare anche da terzino o da mediano, che è diventato già un punto fermo della Nazionale Under 19. Chiarodia va tenuto d’occhio, e potrebbe diventare titolare anche nel Borussia Mönchengladbach entro la fine della stagione.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – TOM BISCHOF

Tom Bischof è un trequartista tedesco del 2005 che si sta mettendo in mostra con la maglia dell’Hoffenheim. 8 presenze in Bundesliga da inizio stagione e un assist messo a referto. Per dimostrare la sua leadership, Bischof è già il capitano della Germania Under 19, con la quale ha segnato 5 gol in 7 presenze. Un potenziale altissimo per il centrocampista offensivo tedesco, che si prepara a prendere in mano l’Hoffenheim e provare a portarlo in Europa, dato che si trova al settimo posto in classifica in questo momento.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – NOAH MBAMBA

In questo caso parliamo di una scommessa, perché Noah Mbamba gioca nella squadra che sta sorprendendo un po’ tutti. Il Bayer Leverkusen è probabilmente una delle squadre che gioca meglio in Europa e per questo motivo farà fatica a trovare minutaggio nella seconda parte di stagione, quando si entrerà nel vivo. Mbamba ha giocato appena due spezzoni in Bundesliga, ma ha segnato anche la sua prima rete con la prima squadra in Europa League, contro il Molde. Il mediano classe 2005 proverà a convincere Xabi Alonso in allenamento, e magari mettendosi in mostra nelle giovanili, dato che ha tutte le carte in regola per giocare nel Leverkusen.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – CASTELLO LUKEBA

Castello Lukeba è già una certezza di una delle squadre più forti di Germania, il Lipsia. Il club Red Bull l’ha acquistato dal Lione in estate e da quel momento è sempre stato titolare. Un gol contro il Bayern Monaco e prestazioni di livello altissimo per il roccioso centrale francese. Il 2024 dovrà essere l’anno della conferma, e poi magari potrebbe arrivare l’occasione in un club ancora più grande. Il percorso potrebbe ricordare quello di un altro grande difensore francese come Upamecano e magari se le sue prestazioni dovessero mantenersi su questo livello, una big europea potrebbe bussare alla porta del Lipsia.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – UMUT TOHUMCU

Il secondo centrocampista dell’Hoffenheim in questo approfondimento, ma questa volta parliamo di un 2004 di origini turche. Tohumcu ha saltato la preparazione estiva a causa di un problema alla caviglia, ma sta tornando in condizione e nelle ultime settimane sta ritrovando la continuità che sperava. Nell’anno nuovo ci si aspetta che diventi un punto fermo del centrocampo dell’Hoffenheim, che in questa stagione ha anche ambizioni europee.

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – EREN DINKÇI

Una delle sorprese di questa prima parte di stagione è senza dubbio Eren Dinkçi, ala offensiva dell’Heidenheim. Un impatto sorprendente sul campionato tedesco, con 6 gol in 15 presenze con la maglia rossoblù. Parliamo di un 2001, arrivato in prestito dal Werder Brema, che sta dimostrando tutto il suo talento in un club che ha senza dubbio meno pressioni. Il prossimo anno tornerà alla base e bisognerà capire se resterà o se una squadra più importante farà un tentativo. Intanto però l’Heidenheim se lo gode, come dimostra la posizione di classifica (nono posto).

10 GIOVANI DA TENERE D’OCCHIO IN BUNDESLIGA – MENZIONE D’ONORE – XAVI SIMONS

Per chiudere, una certezza, ma che ne ha dovuta fare di strada per arrivare fino a qui. Xavi Simons è sotto i riflettori di tutto il mondo fin da quando è bambino, e dopo l’arrivo al PSG il suo nome sembrava destinato a scomparire progressivamente dal mondo del calcio. L’anno in prestito al PSV ha però cambiato le carte in tavola: una stagione straripante, in cui è esploso definitivamente. In estate era tornato a Parigi, ma il desiderio di giocare l’ha portato in Germania, al Lipsia. C’erano molti dubbi sul suo rendimento in un campionato molto più complesso, ma il fantasista olandese ha risposto ancora una volta presente. 4 gol e 7 assist in Bundesliga, con anche due reti in Champions League. Questo è il bottino di Xavi Simons dopo la prima parte di stagione, e nella seconda parte è lecito aspettarsi un ulteriore miglioramento, perché stiamo parlando di un giocatore di appena 20 anni.

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Chi è Lewis Miley, il 2006 che ha segnato con il Newcastle

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newcastle

CHI È LEWIS MILEY, IL 2006 CHE HA SEGNATO CON IL NEWCASTLE – La settimana scorsa, Jack Hinshelwood è diventato il marcatore più giovane nella stagione attuale di Premier League. Dopo appena dieci giorni, il record è stato battuto: ci ha pensato Lewis Miley del Newcastle. Il centrocampista classe 2006 ha trovato la sua prima rete in carriera in Premier League nella partita contro il Fulham, diventando il più giovane marcatore nella storia del campionato inglese da Federico Macheda.

CHI È LEWIS MILEY – LE CARATTERISTICHE TECNICHE E LA CARRIERA

Lewis Miley è un centrocampista classe 2006, alto 1,88, che si prepara a diventare un pilastro del Newcastle già in questa stagione. Miley ha esordito in Premier League nell’ultima giornata dello scorso campionato contro il Chelsea, e da quel momento è entrato nel giro della prima squadra. Quella contro il Fulham è stata la prima rete in Premier League e sicuramente non sarà l’ultima. La squalifica di Tonali ha permesso a Howe di promuoverlo sempre di più in prima squadra, e non la lascerà più. Cinque partite da titolare nelle ultime sei di Premier League, con un gol e un assist a referto per lui dovrebbero farci capire tutte le sue potenzialità. Al Newcastle da quando ha appena sette anni, Miley ha anche già esordito in Champions League nella sfida del 7 novembre contro il Borussia Dortmund.

CHI È LEWIS MILEY – LA PARTITA CONTRO IL MILAN

Lewis Miley è stato tra i protagonisti della partita contro il Milan. Il giovane centrocampista ha infatti messo a referto un assist, per la rete di Joelinton. Con il passaggio vincente, Miley è diventato il più giovane assistman inglese nella storia della Champions League. Una vera e propria rivelazione quella del 2006, di cui sentiremo sicuramente parlare in futuro ma anche nel presente.

 

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