C’è qualcuno a cui piace restare ancorato al passato, conservare ciò che di buono hanno fatto i nostri antenati e costruire da lì le basi per il futuro. Altri, invece, preferiscono distruggere tutto ciò che li precede e proiettarsi solo su ciò che verrà. I più illuminati trovano il modo di far coesistere le due realtà temporali. Erano bravi in questo i futuristi, che facevano riferimento alla classicità, ma deificavano il futuro e rifiutavano il passato.
Per trovare un esempio di futurista nel calcio di oggi, non serve scavare troppo nel profondo. Basta, infatti, guardare pochi secondi dell’Inghilterra per capirlo, perché Jude Bellingham è il primo che ti salta all’occhio.
Quando gioca, sembra il burattinaio che tiene in mano tutti i fili e dirige lo spettacolo. Solo quando l’inquadratura si avvicina e regala un suo primo piano, ci si può rendere conto che è ancora giovanissimo, perché dal modo di giocare sembra abbia trent’anni.
Omero lo avrebbe definito un “uomo dal multiforme ingegno”, ma per la sfortuna di Jude non esistono più aedi in grado di tessere lodi tanto accurate. Sembra essere il perfetto elemento di rottura e al contempo l’ingrediente che tiene tutto in armonia.
CENTROCAMPISTA DI ROTTURA
La parola “rottura” ha qui vari significati. Il primo è quello più calcistico, quindi un centrocampista in grado di fermare l’azione avversaria, di recuperare il pallone e lanciare il contropiede per andare a segnare.
Il secondo è più generale: si tratta di una rottura dalla tradizione e lui ne è l’emblema. L’Inghilterra, storicamente, non ha mai presentato una rosa formata da molti giocatori giovani nelle maggiori competizioni. Quest’anno, però, ha deciso di smentirsi, rifornendo il reparto centrale e quello offensivo di numerosi rising talents. A partire da Foden, passando per Mount e Saka, arrivando quindi a Bellingham. L’ex calciatore del Birmingham, però, è il più giovane di questa nuova generazione, essendo classe 2003.
Ha rotto anche il ghiaccio in questo Mondiale, essendo il primo calciatore nato nel nuovo millennio a realizzare un gol nella Coppa del Mondo. “Cambiando la competizione, il risultato non cambia”, citando una proprietà matematica. Nel calcio la matematica serve a poco, perché nulla è calcolabile, ma Jude è anche in questo caso un elemento di rottura. Sono 7 i gol realizzati e 3 gli assist forniti nelle prime 20 uscite stagionali con il Borussia Dortmund tra Bundesliga e Champions. Numeri molto importanti per un centrocampista centrale.
PLAYMAKER ARMONIOSO
E anche qui, l’armonia è da intendere in più modi. Sicuramente è una delle caratteristiche principali di Jude in campo: magari non sarà classicista come una sinfonia di Beethoven, ma è piacevole da ascoltare come il nuovo singolo di Tedua. Dopo aver rotto l’azione avversaria, riesce ad aggiungere uno step e a far ripartire i compagni. L’armonia la mette anche nell’ultimo passaggio, come dimostra l’assist no-look per Henderson nel match contro il Senegal.
È da intendere anche in senso più tradizionale, perché, oltre a legare il gioco in campo, intreccia anche la tradizione dei centrocampisti inglesi con il modo di vivere il calcio attuale. È un centrocampista di gamba, capace di ricoprire entrambe le fasi perfettamente. In Inghilterra va di moda dire “box to box” da circa vent’anni.
Ha tanto in comune con la sua terra nativa, alla quale piace differenziarsi. Lo dimostrano la Brexit o la sterlina invece dell’UE e dell’euro. Lui, allo stesso modo, è diverso dagli altri e lo dimostra ogni volta che scende sul rettangolo verde.
LA MAGLIA RITIRATA
Un premio alla carriera che solo poche leggende possono contare. La 10 di Maradona al Napoli, la 6 di Baresi e la 3 di Maldini al Milan o la 4 di Zanetti all’Inter. Nessuno potrà più indossare queste casacche per rispetto di questi pilastri. Lo stesso accade alla 22 del Birmingham, divisa indossata da Bellingham nei suoi primi anni di carriera.
In quella squadra, Jude ha mosso i primi passi da calciatore, ci ha speso 10 anni tra settore giovanile e prima squadra e ha salvato il club dal fallimento grazie alla sua cessione. I 25 milioni di euro versati dal Borussia Dortmund per acquistarlo hanno evitato il baratro alla squadra delle Midlands Occidentali. Per questo motivo, oltre che per i suoi meriti sportivi, il Birmingham ha deciso di ricompensarlo ritirando la sua maglia.
Anche qui, rompe con la tradizione, perché quella di ritirare la casacca di un minorenne è una decisione che non ha precedenti nella storia del calcio.
FUTURO SEMPLICE
Il futuro anteriore sarebbe stato esagerato, perché Jude Bellingham vivrà un cambiamento molto a breve. Già prima del Mondiale aveva attirato su di sé le attenzioni di tutti i top club europei. Con le solide prestazioni messe in mostra in Qatar, non ha fatto altro che confermare le impressioni precedenti.
Sarebbero già pronte a far follie per lui quattro squadre: Real Madrid, Liverpool, Manchester City e PSG. Probabilmente, le due inglesi farebbero maggiormente al caso suo proprio per quanto detto fino ad ora. Jude, infatti, sarebbe il perfetto elemento in grado di unire la tradizione dei centrocampisti britannici alla modernità del calcio attuale.
Phil Foden, trequartista del Manchester City, ha detto di lui che diventerà “il miglior centrocampista al mondo”. Che sia una frecciatina all’amico? Lo scopriremo solo vivendo. Prima, però, conviene godersi il quarto di finale che lo vedrà contrapposto alla Francia del fenomeno Kylian Mbappé.