Indissolubile e probabilmente imperituro.
È con questi aggettivi che può essere definito il rapporto tra nazionale olandese e Ajax. Da sempre la nazionale orange ha come principale bacino dal quale attingere quello degli ajacidi, club più blasonato e ricco di storia nel panorama calcistico olandese.
Senza perdersi eccessivamente in digressioni storiche è doveroso, ma anche superfluo, sottolineare come la rivoluzione copernicana portata avanti da Rinus Michels sia partita proprio dal club della capitale, per poi coinvolgere la nazionale dei Paesi Bassi, fino ad influenzare l’intero universo calcistico. Risulta necessario evidenziare come anche la filosofia Ajax e l’educazione calcistica fornita ai propri giovani abbia un impatto decisivo sulla forma mentis di un intero movimento calcistico, e, di conseguenza sulla selezione orange.

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Non è un caso, dunque, che, dopo una lunga fase di transizione, culminata con la mancata qualificazione al campionato mondiale di Russia 2018 e ad Euro 2016, la selezione guidata da Franck De Boer stia riaffaciandosi all’Olimpo del calcio mondiale da protagonista proprio negli anni in cui l’Ajax sembra aver riaperto un ciclo importante anche a livello continentale. Gran parte degli elementi che compongono la rosa capace di battere l’Ucraina nella prima gara del girone C sono, infatti, stati plasmati dal mago Erik Ten Hag, capace di condurre i biancorossi a una semifinale di Champions League nel 2019.
Tuttavia, nonostante il ritrovato entusiasmo e la consapevolezza di poter competere per la vittoria in questo campionato europeo, tifosi e addetti ai lavori sono divisi, se non addirittura spaccati, sulla rivoluzione tattica imposta dall’attuale selezionatore. Infatti, l’ex tecnico dell’Inter, reduce dalla fallimentare esperienza milanese e da quella, forse ancora peggiore, sulla panchina del Crystal Palace, ha deciso di schierare il proprio undici con un inedito 3-5-2, scatenando l’ira dei puristi, tra i quali anche il fratello Ronald.
“Franck, gioca con il 4-3-3”, questo il testo di uno striscione che, appeso ad un aeroplano, ha sorvolato il cielo sovrastante il campo dove gli uomini di De Boer svolgevano la rifinitura prima del match dell’Amsterdam Arena.L’opinione pubblica non ha digerito l’utilizzo di un modulo ritenuto lontano dalla storia del calcio olandese. Non è un caso il fatto che proprio l’Ajax, a differenza di altre società blasonate come PSV o Feyenoord, non abbia mai osato violare il dogma della linea di difesa a quattro.
UN ASSIST DA JURRIEN TIMBER
Tuttavia, un assist per il selezionatore orange arriva proprio dalla squadra campione d’Olanda. Nella partita disputata contro l’Ucraina, il trio difensivo, orfano di Van Dijk e De Ligt, ha visto Stefan de Vrij al centro, Daley Blind sul centro sinistra e a Jurrien Timber destra. Proprio il giovane Timber rappresenta il simbolo del legame tra Ajax e nazionale.

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Infatti, sembra che il destino si sia adoperato affinché Erik Ten Hag scoprisse e coltivasse il profilo perfetto per la difesa a tre di De Boer. Classe 2001, Jurrien Timber possiede tutte le caratteristiche per esprimersi in una linea composta da tre difensori. Statura inusuale per un centrale di difesa, “solo” 182 cm, il talento originario del Curacao si distingue per reattività, esplosività e dinamismo perfetti per i principi tattici del selezionatore.
La rapidità nello stretto e le notevoli letture tattiche gli hanno consentito di ben figurare nello scacchiere difensivo disegnato da Ten Hag. Gemello di Quinten Timber, protagonista in Youth League e in procinto di passare a zero all’Utrecht, Jurrien non si è rivelato precoce come altri compagni di settore giovanile.
Infatti, in un contesto famoso per garantire spazio e ampio minutaggio anche a giocatori di minorenni, il giovane di Utrecht si è guadagnato il proprio spazio in maniera progressiva, senza bruciare le tappe. L’esordio in Eredivisie è avvenuto nel marzo 2020, prima della chiusura forzata del campionato a causa del Covid 19.
Messosi in luce nel corso della preparazione estiva, Jurrien ha trovato continuità nel corso della stagione appena conclusa, collezionando millecinquecento minuti in Eredivisie, risultando tra i protagonisti della vittoria finale. Il susseguirsi di prestazioni convincenti ha spinto Franck De Boer a convocarlo per l’Europeo, senza che avesse mai partecipato alle qualificazioni. Le due buone partite disputate contro Scozia e Georgia nelle amichevoli che hanno preceduto la prima partita del girone hanno definitivamente persuaso il commissario tecnico su quanto Timber fosse funzionale alla idea di gioco che desiderava strutturare. Chissà se la vittoria all’esordio e l’ottima prestazione di Jurrien abbiano anche aiutato a sopire le feroci critiche verso il nuovo modulo.
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