LA SERATA PERFETTA, ANZI NO

Le cose più belle si fanno attendere e la perla con cui Cristiano Ronaldo – su assist di Bonucci – batte De Gea è effettivamente di rara bellezza. L’uomo più atteso della sfida esalta una Juventus sì dominante, ma assai poco cinica in fase offensiva; se a tutto ciò si aggiungono i legni colpiti da Khedira e Dybala è facile realizzare come, forse, non sia la serata giusta. Eppure, il goal di quel fenomeno con il numero 7 aveva infuso nuovamente speranza alla squadra che, però, non ha proseguito la gara con la stessa verve…
A CALCIO SI GIOCA IN 14
Raramente come oggi sono stati i cambi – di ambedue le parti – ad incidere sul risultato: da un lato Mourinho inserisce un centrocampista fisico ed un fantasista, dall’altro, Allegri butta nella mischia Matuidi ed un difensore centrale – Barzagli – a rimpiazzare il bistrattato De Sciglio, oggi protagonista di una partita significativa in entrambe le fasi. Questa girandola di cambi ribalta il match nel senso opposto e, esattamente come dettato dalle necessità dei due allenatori, la Juventus inizia a soffrire, mentre il Man United inizia a prendere campo. Nelle corde di Allegri l’inserimento di Barzagli – con conseguente passaggio alla difesa a tre – è un vecchio neo che si porta dietro dal 2015 quando, durante la cavalcata in UCL, il tecnico blindava il fortino inserendo l’esperto centrale di difesa.
Quella Juventus, però, è assai cresciuta da allora e se a quei tempi avanzava in Champions League da outsider, ora la punta con la decisione e ferocia di chi sa quel che vuole.
La domanda da porsi è: perchè scegliere di chiudersi nei minuti finali di una gara dominata in lungo ed in largo? Perché, piuttosto, non operare un possesso palla ragionato, stemperando i ritmi del match, nella speranza di trovare l’imbucata del 2-0?
Anziché crescere di mentalità e mostrare della sana e giustificata presunzione, il tecnico bianconero pare rimanere ancorato ai fantasmi del passato, trascinando i suoi verso uno sciagurato finale di gara…

Intendiamoci: il toscano è indubbiamente uno dei migliori allenatori sulla faccia del pianeta ed è spesso troppo criticato, in rapporto ai trofei alzati. E’ pur vero, però, che un briciolo di verità in queste sentenze è riscontrabile: la sensazione, in realtà, è che si abbia sempre paura di fare di più, di osare e balzare l’ostacolo ed i cambi conservativi hanno dato una direzione alla gara che, forse, era meglio evitare di prendere.
BLACKOUT
Il risvolto che ha preso la gara tra Madama e Red Devils ricorda incredibilmente quel Fiorentina-Juventus terminato per 4-2 in favore dei Viola; una partita virtualmente chiusa, dormiente, risvegliata dalle scosse degli avversari e dalla dormita collettiva dei centrali bianconeri; gli stessi in campo di oggi: Bonucci, Barzagli e Chiellini.
La frittata, però, non parte da loro, ma da quel centrocampista francese di nome Blaise Matuidi – appena entrato in campo – che la combina grossa al limite dell’area: la perla di Juan Mata, d’altronde, è di pregiata fattura e rappresenta una segnatura tutto sommato accettabile per i bianconeri. “Pareggio? Peccato, ma poco importa, il più è ormai fatto” avranno pensato gli uomini della Juventus che, pochissimi minuti dopo, vedono sopraggiungere la beffa: 1-2.
Come un fulmine a ciel sereno, i piemontesi realizzano di aver davvero buttato tempo, fatica e sudore inutilmente, perchè quei 5 minuti di blackout sono costati loro una gara pressoché perfetta in entrambe le fasi. La malasorte, inoltre, sembra infierire e prova a regalare agli inglesi anche la palla del 3-1, neutralizzata miracolosamente dal portiere polacco.
Sarà solo il tempo a dir loro se questa batosta li avrà traumatizzati o gli avrà fornito un insegnamento, per ora, intanto, per i bianconeri si rivela solo uno spreco di tempo ed energie fisiche e mentali.
CASA RED DEVILS
Il Manchester United sornione, intanto, si gode l’ennesima rimonta in poche settimane: la sua formazione è davvero una mina vagante, chiedere a Juventus, Newcastle e Bournemouth che ne hanno fatto le spese. I Red Devils di Manchester vivono di folate e potrebbero rivelarsi una squadra davvero interessante se riuscissero ad esaltare il collettivo e a mostrare maggior continuità. Il loro percorso in Champions League, presumibilmente, non sarà assai lungo, ma rappresenterà un’esperienza di crescita per tanti di loro che, ora come ora, coltivano numerose possibilità in più di accedere agli ottavi di finale del prestigioso torneo.