La Juventus sta affrontando un periodo un po’ particolare della sua storia recente. La deflagrazione dell’inchiesta Prisma sta creando scompiglio nell’ambiente bianconero, costretto a ricostruirsi a livello societario per dare stabilità al progetto sportivo. La rifondazione della Vecchia Signora è ancora in divenire: al probabile insediamento di Ferrero come presidente e della già certa introduzione di Scanavino nel ruolo di direttore generale, potrebbe essere affiancata dal ritorno di Beppe Marotta. Il suo eventuale approdo tra i ranghi societari di Madama è stato commentato dall’ex responsabile dell’area tecnica della Juventus, Franco Ceravolo, il quale ha onorato la redazione di Numero Diez con un’intervista in ESCLUSIVA. Un’intervista, nella quale non sono mancate le considerazioni sulla parte sportiva attraverso la considerazione del lavoro di Allegri, Di María e Pogba: tre elementi, che, seguiti da un gruppo al completo, possono mirare alla conquista dello scudetto. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale dell’intervista.
La Juventus è stata coinvolta all’interno dell’intricata inchiesta Prisma. Come ha accolto tale notizia?
“Sono molto dispiaciuto per la situazione che si è venuta a creare. Mi auguro che la Juventus possa uscire fuori da questa periodo complicato. Me lo auguro soprattutto per le persone che lavorano all’interno del club e che conosco da molti anni“.
Dovessero essere confermate queste accuse, sarebbe certa l’esistenza di un sistema da dover dissipare. Lei, come dirigente, quali misure adotterebbe per fare pulizia nel mondo del calcio?
“Non sono io la persona più adatta a dover rispondere a questa domanda. Io mi ritengo più ferrato nel valutare la materia calcistica nei suoi aspetti tecnici. Io non conosco bene le dinamiche, che hanno portato alla deflagrazione di questo contesto. In merito a questa vicenda ci sono persone preposte a prendere i provvedimenti del caso“.
La Juventus ha cambiato pelle a livello societario con l’addio alla vecchia dirigenza, che è stata sostituito da un nuovo CdA. Scanavino ricoprirà il ruolo di dg, mentre Ferrero dovrebbe essere nominato nella carica di presidente della società. Questi profili sono funzionali per il presente e il futuro del club?
“Questo bisognerebbe chiederlo alla proprietà. Quello che mi sento di dire è che la Juventus non sceglie mai casualmente gli uomini, che ricoprono le varie cariche societarie. Alla Juventus non si improvvisa“.
La composizione completa della società è priva di un tassello: parliamo della persona, che sostituirà Arrivabene nel ruolo di ad. Nella fattispecie, si sta parlando molto del possibile ritorno di Marotta. Come valuterebbe questa scelta? Un ritorno al passato o quasi un “ritorno al futuro”, che potrebbe garantire l’apertura di un nuovo ciclo vincente?
“Ho grande considerazione per il direttore Marotta. Conosciamo tutti il grande professionista che è. Sarebbe un ottimo innesto per la Juventus. D’altro canto, mi preme ricordare questo: saranno i bianconeri a decidere se ritenere opportuni eventuali rinforzi societari“.
Per una società che cambia, c’è un’area sportiva, che rimane intatta mediante le presenze di Cherubini ed Allegri. Focalizzando l’attenzione soprattutto su Allegri, pensa che la sua posizione possa essere uscita rafforzata? Allegri può divenire un “manager all’inglese” per la Vecchia Signora?
“Allegri è stato scelto come allenatore della Juventus. Questo è il suo mestiere e deve continuare a farlo. Insieme a lui ci sarà Cherubini, il quale rappresenta un ottimo dirigente aziendalista. Apprezzo molto tale qualità: è una peculiarità, che nutre in me grande stima nei suoi confronti“.
Veniamo al campo: siamo arrivati alle battute conclusive dei Mondiali in Qatar. La Juventus ha dato molti giocatori alle varie nazionali, che si sono qualificate: sono undici i giocatori per la circostanza. Di questi, quale giocatore l’ha impressionata di più e quale calciatore ha fatto destare qualche perplessità per le prestazioni offerte?
“Rabiot è quello che mi ha destato sensazioni più positive. Per quanto riguarda le note dolenti non ne individuo uno in particolare. Nemmeno Di María, che ha avuto poche chances“.
Si aspetta un scatto d’orgoglio dell’argentino nella finale di oggi?
“Di María è un giocatore, che può inventare la giocata decisiva anche quando meno te l’aspetti. Può certamente dire la sua in questa finalissima“.
Alla luce della massiccia presenza dei giocatori juventini e delle prestazioni, fornite all’interno della manifestazione, si può rivalutare la rosa della Juventus come una delle più importanti forze tecniche quanto meno in Italia? E, soprattutto, i bianconeri possono tornare di nuovo in gioco per lo scudetto nel momento in cui il campionato ricomincerà?
“Credo che, complessivamente, la rosa della Juventus sia una delle più attrezzate in questo campionato. Purtroppo, la Juventus è stata fortemente penalizzata dalla serie di infortuni, che hanno falcidiato il gruppo a disposizione di Allegri. Se i bianconeri dovessero tornare al completo, potrebbero continuare a scalare la classifica, attuando una grande rimonta. La Juventus ci ha dato dimostrazione di poter dar vita a grandi rimonte, soprattutto con Allegri in panchina: quella avvenuta nella stagione 2015-2016 insegna…”
Se dovesse indicare dei nomi, che potrebbero essere decisivi per una soddisfacente seconda parte di stagione, quali indicherebbe?
“Credo che la maniera migliore per poter costruire i presupposti di una seconda parte di stagione da protagonista sia il gruppo“.
Chiudiamo, analizzando la situazione, legata a Pogba: è un giocatore che può dare ancora un contributo importante all’annata della Juventus? Si ritiene preoccupato dinanzi ai continui rinvii riguardanti il reintegro in campo del francese?
“A proposito del francese mi sento di dire una cosa: se sta bene, Pogba è un giocatore che può far compiere un salto di qualità non indifferente alla formazione di Allegri“.