Ennesimo trionfo bianconero allo Stadium. Per il settimo anno di fila la Roma crolla in casa della Juventus, e questa volta la sconfitta è più amara del solito. Benatia il match-winner, Pjanic il motore più in palla della gara e Szczesny il supereroe di serata. Insomma, tre grandi ex che hanno sentenziato un 1-0 molto pesante per il proseguo del campionato. Ora la Juventus è a +6 sui giallorossi, i quali però hanno una partita in meno. Un Natale, per i tifosi romanisti, non tanto felice, visto che in 4 giorni hanno incassato due sconfitte con le squadre di Torino, in due partite in cui la posta in palio non era di certo indifferente.

JUVENTUS GIALLOROSSA
La squadra di Allegri è stata razionale. Ha giocato una partita di grande lucidità, equilibrando il più possibile le fasi d’attacco e di difesa. Anche oggi si è visto il grande lavoro tattico costruito dall’allenatore toscano, sempre più artefice delle vittorie juventine. Vittorie che arrivano anche grazie a una difesa divenuta davvero impenetrabile. Là dietro si è formato un muro che, nonostante i vari attacchi nemici, resiste e permette al tabellone dello stadio di conservare quello zero che rappresenta il numero dei gol segnati dagli avversari. E non è solo la catena a 4 più bassa a prendersi i meriti per quanto si sta vedendo. C’è un centrocampo che corre molto, che spazia ovunque, che chiude ogni minimo corridoio. Lo stesso Higuain, isolato in attacco, torna più che piacevolmente in difesa per supportare il non-possesso palla.
Tutto questo però viene ancor di più valorizzato dalle grandi prestazioni dell’estremo difensore che l’armata bianconera possiede tra i pali: Szczesny. Il vice di Buffon non sembra poi più di tanto esser ancora la seconda scelta da schierare. Anzi, in molti adesso lo preferiscono alla leggenda, all’uomo immagine di questa squadra. E se riesci a non far rimpiangere il campione del mondo, vuol dire proprio che stai facendo in maniera eccellente il tuo lavoro. Anche ieri, a pochi minuti dal termini, un’altra grande parata salva-risultato. Il tempo di stoppare quel pallone con i piedi e si è subito nel cuore dei tifosi juventini, entusiasti ed euforici nel gioire delle tue prodezze.

Dicevamo appunto che è stata una partita vinta dagli ex. Una gara molto equilibrata a dire il vero, anche perché la Juve, giustamente, è apparsa meno padrona del campo e più intraprendente con singole folate anziché con grandi azioni di manovra. Davanti c’era una grande squadra, e si sa che in certe partite può anche essere solo un episodio a fare la differenza. Cosa che è avvenuta nel primo tempo… schema da angolo, deviazione in area, ribattuta, respinta e palla che in qualche modo si insacca nella rete degli ospiti. Il gol dell’ex che fa più male del “normale”. Un giocatore sempre più importante nelle gerarchie bianconere. Importante come lo è ufficialmente diventato Pjanic, cervello esplicito di questo team che conta sempre sui suoi passaggi e sulle sue giocate. Per certi versi, sembra che Allegri lo stia facendo trasformare in una sorta di Pirlo…

DELUSIONE PROFONDA
Di Francesco ha fatto il massimo. Probabilmente poteva solo preparare qualche schema in più da palla ferma, ma i suoi ragazzi sostanzialmente hanno giocato una buona partita. È mancato anche un pizzico di fortuna, lo stesso che paradossalmente era stato assente proprio alla Juventus nella partita contro l’Inter. Se quella traversa di Florenzi, se quel tocco del faraone sotto porta, se quel tiro di Schick nel finale… tutti “se” che però non condizionano in maniera definitiva il punteggio finale. Anche gli stessi uomini fatti subentrare dalla panchina non sono serviti per trovare l’unica cosa mancata ieri alla Roma, il gol. Eppure la squadra giallorossa stava spingendo molto, quasi in maniera estrema, ma a nulla sono serviti i diversi tentativi al limite della disperazione per trovare il pareggio.

Fa male soprattutto perché il tabù Stadium persiste. Fa male soprattutto perché questa Roma è quasi allo stesso livello della Juventus. Juventus sfidata però in un momento non positivo, perché da una parte i giallorossi arrivavano dall’eliminazione interna in Coppa Italia, e dall’altra la squadra di Allegri si presentava in uno stato di forma pazzesco.
Pochi sono i rimpianti. Qualcuno magari si aspettava di più da Nainggolan, spesso chiuso e ostacolato dai centrocampisti avversari. Ci si attendeva qualcosa in più anche là davanti, da Dzeko e Perotti in particolare. Il primo non ha mai praticamente impegnato il portiere nemico, chiudendo così l’ennesimo match senza segnare. Il secondo invece poteva sicuramente far meglio, inventandosi qualche giocata presente nel repertorio di un talento come lui.

Bene, anzi benissimo, Kolarov. L’esperienza, la fame di vittoria, la grinta, la determinazione, l’audacia. Insomma, quel giocatore che ora come ora si sta rivelando uno dei migliori in casa Roma. Tuttavia da solo non poteva far più di quanto si è visto. Sarà per un’altra volta Roma, sarà per un’altra gara. Con la consapevolezza che davanti si avrà comunque sempre una grande compagine, e che servirà ancora qualcosa in più per provare a spezzare quel filone di sconfitte che ai tifosi sa di amaro, anzi amarissimo…