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Il presente di Keita a Monaco

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Il presente di Keita

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Lazio, polemiche e follia: questo è stato il passato recente di Keita Baldè Diao in Italia. Un talento che ispirava successi e fiducia, un vortice di qualità che tutti credevano sarebbe diventato uno dei migliori giocatori d’Europa; d’altronde la Lazio di questi tempi ne ha messi in mostra di giovani brillanti: dai recenti Milinkovic-Savic a Luis Alberto passando appunto per Keita, Felipe Anderson e Wesley Hoedt. Eppure l’ala senegalese classe 1995 non è riuscito a consacrarsi come top player di fama mondiale non tanto per il suo talento – obbiettivamente tra i più promettenti d’Europa – ma per la sua indisciplinatezza: un mostro in quanto a egoismo e presunzione. Pertanto, dopo gli interessamenti di Juventus e Milan, del possibile ritorno al Barcellona dove era cresciuto, Keita si è invece ritrovato in uno degli ambienti più ambiziosi d’Europa. Il Principato di Monaco ha accolto l’esterno senegalese nel prisma tecnico di una campagna acquisti meno plateale, ma fortemente efficiente che oltre all’ex Lazio ha portato al Louis II anche Stevan Jovetic, Diego Benaglio, Youri Tielemans, Rachid Ghezzal e Adama Diakhaby: un pacchetto con i tag del riscatto e della consacrazione, la cui spesa, per quanto si parli di giocatori di provenienza prettamente non eccezionale (Siviglia, Monaco, Wolfsburg), è stata in ogni caso di 102,4 milioni di euro. Ma per l’elegante dirigenza del Monaco questo non è stato un problema. Alla fine, avevano comunque 177 milioni di euro da spendere.

LAMPI DI GENIO

Con la Lazio, in totale, sono state 31 le reti di Keita in 7071 minuti giocati con i biancocelesti, il risultato di cinque stagioni all’Olimpico sotto la gestione tecnica di allenatori importanti. Prima l’emersione tecnica con il rigido Petkovic, poi l’amalgamento tattico al mondo calcistico italiano con Stefano Pioli e infine l’ultima stagione tutta guerra e pace con Simone Inzaghi, il tecnico con cui il giocatore si è più volte scontrato. La relazione di Keita con la Lazio è stata un continuo saliscendi tra idilli di campo – come la doppietta alla Roma nello scorso derby di ritorno – o le giornate spese da separato in casa: quest’ultime situazioni sono degne di un giocatore fuori dagli schemi della squadra, non di un fenomeno dai lampi di genio.

Con Inzaghi Keità ha spaziato orizzontalmente e verticalmente su tutto il fronte offensivo, giocando per l’ex giocatore di Lazio e Piacenza esterno destro e sinistro, seconda punta e attaccante falso nueve. La risorsa Baldè è stata una melodia piacevole per tutta l’avvincente scorsa stagione della Lazio, che nonostante abbia dovuto fare i conti con un carattere totalmente lungi dai canoni di un professionista non ha potuto evitare di non appellarsi al suo talento quando necessario. Nell’ultima stagione di Keita sono venuti fuori tutti i suoi esplosivi attributi tecnici; la velocità impareggiabile dell’esterno era esaltata da un tocco palla un po’ macchinoso ma fondamentalmente accettabile, una buona predisposizione a calciare con entrambi i piedi e una bravura smisurata nel saper tagliare alle spalle dei difensori. Ovvio che Inzaghi ha intuito fin da subito il potenziale dell’arma Keita, disegnando apposta per lui certi schemi e impostando determinate partite quando sapeva che l’avversario, difficilmente, avrebbe retto l’urto nell’uno contro uno con l’ala senegalese.

La sua cessione al Monaco è passata inosservata grazie a quel Luis Alberto che ora sembra un Dio sceso all’Olimpico, e per di più, nonostante la scorsa stagione sembrasse già oro colato, la Lazio quest’anno va ancora più forte e lo fa senza Keita. Ora Inzaghi ha nuovi eroi a cui affidare la stesura del racconto epico ancora in corso, che adesso vede addirittura i biancocelesti terzi solitari in classifica. L’allenatore della Lazio è stato quasi costretto a cambiare modulo con l’addio di Baldè, che senza dubbio aveva contribuito fortemente all’esaltante posizionamento finale della scorsa stagione.

RICH KID

Il senso del passaggio di Keita Baldè al Monaco rientra perfettamente nei parametri dell’ideale strategico del club nel voler rifondare la squadra dopo l’addio dei pezzi da novanta dell’incredibile scorsa stagione. Dentro un attaccante (Jovetic) al posto di Mbappe, un’ala (Keita) in sostituzione di Bernardo Silva, un centrocampista (Tielemans) che ovvia all’assenza di Bakayoko. Questi sono stati le punte di diamante di una campagna acquisti per certi tratti faraonica in cui i soldi non sono stati un problema. L’approdo un po’ sul gong del mercato di Keita Baldè ha risuonato internazionalmente come una dichiarazione di guerra alle grandi squadre, tutte molto certe in cuor loro di avere la meglio sulle altre per l’acquisto del giovane. Invece il Monaco è arrivato a Formello con trenta milioni cash e ha rubato a Lotito – già da tempo deciso a vendere il ragazzo – il talento made in Barcellona. Di fatto Jardim ha ha inserito Keita in un contesto tattico che anno scorso (soprattutto in Champions League) aveva brillato per organizzazione e coordinazione, in cui a qualità sugli esterni corrispondevano fisico e geometrie all’interno del campo. In questa stagione Keita non è partito subito titolare, anzi ci ha messo un po’ a farsi apprezzare da Jardim; ciò nonostante la sua introduzione nell’undici monegasco anche questa volta lo ha visto protagonista in più ruoli. Nel 4-2-3-1 di base dell’allenatore portoghese l’ex Lazio ha giocato prevalentemente sull’esterno, eppure, alcune delle sue migliori partite sono giunte quando è stato schierato da seconda punta in un triangolo offensivo, con un trequartista e due attaccanti. Tuttavia, Keita è stato impiegato maggiormente come ala (destra o sinistra); per ben tredici volte Jardim gli ha concesso l’out e con il senegalese in quel ruolo il Monaco ha portato a casa maggiormente risultati positivi. L’allenatore portoghese ha capito come l’esterno senegalese sia micidiale sui tagli e negli inserimenti, tanto per la sua velocità quanto per la personale bravura nell’imbucare la linea difensiva avversaria imbucandola da un lato. Un po’ come avveniva alla Lazio e come faceva anno scorso con Mbappe, il Monaco cerca di tirare alta la linea avversaria per avere più campo aperto possibile e affidare tutto alla velocità dei propri interpreti di gioco.

Con Keita ala sinistra i suoi compagni hanno archiviato dodici punti (due sconfitte), mentre nello stesso ruolo ma dal lato opposto ne sono giunti sette (due sconfitte). Il Monaco attualmente è in quarta posizione e in netto ritardo sulla propria tabella di marcia, un cammino intervallato da troppi punti persi con le piccole e un’onda di entusiasmo per la stagione scorsa che seppur indimenticata sta comunque perdendo l’effetto adrenalinico che aveva ad inizio campionato: ventidue punti nelle prime dieci giornate e 26 gol segnati. A questo proposito, Keita ha avuto un periodo di massima esplosione a ottobre quando andò in gol per tre giornate consecutive (Caen, Bordeaux, Guingamp) e in totale è finito nel tabellino per cinque volte in questa stagione in 23 apparizioni.

Il suo score è dato anche da una complessiva qualità elevata della rosa, che innalza i monegaschi sopra la media delle altre squadre francesi, seconda sulla carta solo a PSG e sopra a Lione e Marsiglia. E proprio Keita si sta evolvendo in un giocatore valutato e consacrato come top player in Francia, anche se come tutti i suoi compagni, inspiegabilmente, ha sofferto parecchio il girone non irresistibile di Champions League, arrivando ultimo e rimanendo da qui fino a giungo senza tornei internazionali.

Parlare di salto di qualità nel passaggio di Keità dalla Lazio al Monaco è un concetto che andrebbe approfondito a fine stagione, perchè adesso, per quanto stia giocando un buon campionato, il giocatore è ancora lontano dai livelli raggiunti con la Lazio. Un ritmo e un’esplosività che in Italia ha conquistato solo dopo cinque stagioni, e in Francia, in una delle piazze sì più importanti ma anche decisamente meno affaticante di altre società, il suo percorso arriverà presto a incredibili picchi di lirismo. C’è solo da aspettare.

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Dove vedere Genoa-Frosinone in tv e streaming

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DOVE VEDERE GENOA-FROSINONE – Conclusa la sosta nazionali, la Serie A torna in campo per affrontare la 30ª giornata. Il campionato inizia a volgere verso la sua fase conclusiva, con i punti in palio che iniziano ad essere pesanti. Allo stadio Luigi Ferraris si gioca Genoa-Frosinone, in programma per sabato 30 marzo alle ore 15:00. I padroni di casa cercheranno di dare lo strappo finale per garantire un finale di stagione ancora più tranquillo, gli ospiti hanno bisogno di vincere per uscire dalla zona retrocessione, in una lotta salvezza che continua ad essere molto avvincente. Andiamo a scoprire insieme dove vedere Genoa-Frosinone.

DOVE VEDERE GENOA-FROSINONE – COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Ultimo periodo povero di risultati per il Genoa di Alberto Gilardino. I padroni di casa non vincono dal match del 24 febbraio contro l’Udinese: dopo quella partita sono arrivate due sconfitte ed un pareggio, ottenuto nell’ultima gara di Serie A contro la Juventus. Nel match contro i bianconeri, il Genoa ha difeso la propria porta fino all’estremo, riuscendo a strappare un punto ad una Juventus in difficoltà. Prima del lunch match del 17 marzo, il Grifone ha subito una rocambolesca sconfitta nella partita contro il Monza, dopo aver recuperato ben 2 gol di svantaggio dopo un primo tempo opaco. I gol di Gudmundsson e di Vitinha non sono bastati a completare la rimonta, dato che gli ospiti hanno trovato la rete dei 3 punti con Maldini.

Il Frosinone di Eusebio Di Francesco sta vivendo un momento molto complicato, che lo ha relegato alla diciottesima posizione in classifica. In una lotta salvezza che non fa prigionieri, i giallazzurri non riescono a vincere dalla partita contro il Cagliari del 21 gennaio. Dopo il 3-1 contro i sardi, il Frosinone arriva alla partita con il Genoa con 2 punti fatti in 8 partite, bottino troppo magro per poter sperare nella permanenza in Serie A. Nell’ultima gara di campionato, i ciociari hanno perso 2-3 contro la Lazio, dopo essere andati in vantaggio con il gol di Lirola. La Lazio si porta sull’1-3 con la doppietta di Castellanos, mentre il Frosinone accorcia le distanze con Cheddira, ma non riesce a strappare il pareggio.

DOVE VEDERE GENOA-FROSINONE IN TV E STREAMING

Arriviamo alla domanda clou: dove vedere Genoa-Frosinone. sarà visibile esclusivamente su DAZN. Per seguire l’evento in TV, sarà indispensabile scaricare l’app DAZN su una smart TV compatibile, una console PlayStation o Xbox, oppure utilizzare dispositivi come Amazon Firestick e Google Chromecast, o il TIMVISION Box. Gli abbonati Sky che hanno incluso l’opzione “Zona DAZN” potranno anche sintonizzarsi sul canale 214 di Sky per non perdere l’azione sul campo.

GENOA-FROSINONE: LE PROBABILI FORMAZIONI

GENOA (3-4-2-1): Martinez; De Winter, Bani, Vazquez; Sabelli, Badelj, Frendrup, Messias; Vitinha, Gudmundsson; Retegui. All. Alberto Gilardino

FROSINONE (4-3-3): Turati; Lirola, Okoli, Romagnoli, Zortea; Mazzitelli, Barrenechea, Brescianini; Soulè, Cheddira, Gelli. All. Eusebio Di Francesco

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Lo sfogo di Messias: “Anche noi calciatori siamo umani, il razzismo può uccidere”

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In merito alle vicende di razzismo di cui si sta molto parlando in questo periodo, ha voluto dire la sua anche Junior Messias. Ai microfoni di Sky Sport, l’esterno in forza al Genoa, ha ribadito quanto un insulto di questo tipo possa ferire i calciatori, che sono prima di tutto persone.

LE PAROLE DI MESSIAS

RAZZISMO – “Purtroppo sono cose che stanno capitando spesso. È capitato in Serie A, è capitato in Spagna. A volte la gente colpisce senza sapere cosa sente un’altra persona. Noi siamo calciatori ma prima di tutto siamo esseri umani: abbiamo una vita come tutti. Le persone, prima di fare un insulto razzista devono pensarci bene. Il razzismo può portare anche alla morte”.

Oltre al caso Acerbi-Juan Jesus di cui si è molto discusso in Italia, è di questi giorni la conferenza stampa che ha coinvolto Vinicius Junior che è scoppiato in lacrime parlando del tema razzismo. Pochi mesi fa invece, restando in Italia, in occasione di Udinese-Milan, fu Maignan il bersaglio di insulti sul suo colore di pelle. Questi sono solo alcuni esempi recenti di un problema che continua ad esistere.

Nel mondo del calcio e non solo, gli insulti razzisti continuano ad essere all’ordine del giorno,  ma ancora una soluzione non sembra essere alle porte.

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Esordio per Carboni con l’Argentina: l’Inter vara le opzioni per il futuro

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Valentin Carboni ha già avuto modo di stregare la Serie A a suon di giocate. Martedì notte è arrivato anche il debutto con la maglia dell’Argentina a soli 19 anni. In 8′ minuti appena è riuscito anche a stupire i giornalisti connazionali. Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, l‘Inter, che detiene il cartellino del giocatore, sta già pensando al futuro del talento argentino.

I POSSIBILI SCENARI SUL FUTURO DI CARBONI

Per questa stagione l’Inter ha preferito mandare Carboni in prestito al Monza per “farsi le ossa”: operazione che sembra essere particolarmente riuscita. In vista della prossima stagione è probabile che il classe ’05 cominci il ritiro in nerazzurro ma non è esclusa un’altra esperienza in prestito, in un club di fascia più alta rispetto al Monza. Un’altra opzione potrebbe essere la cessione, ma in quel caso ci sarebbe sicuramente un diritto di ricompra, così come successo con Fabbian, ora al Bologna. Carboni potrebbe essere anche utilizzato come merce di scambio, per esempio nell’affare Gudmundsson. Ci sono dunque tante possibilità che riguardano il futuro di Carboni; una cosa è certa, l’Inter ha una grande considerazione del giocatore e a gennaio ha già rifiutato un’offerta ricevuta dalla Fiorentina di circa 20 milioni. Il club nerazzurro valuta Carboni circa una quarantina di milioni di euro.

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Kovacevic sulla Juventus: “Il mio cuore è bianconero, Vlahovic un campione”

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Juventus Dusan Vlahovic

Darko Kovacevic ha parlato ai microfoni di Tuttospsort in occasione della sfida di questo sabato tra due delle sue ex squadre: Juventus e Lazio. Tra i temi trattati, Kovacevic ha ripercorso il suo passato in bianconero e ha voluto elogiare Vlahovic.

LE PAROLE DI KOVACEVIC

SU JUVENTUS-LAZIO – “Ho giocato con entrambe le squadre, ma il mio cuore è juventino. I 2 anni in bianconero sono stati davvero speciali, conservo ancora tanti bei ricordi. Spero che la Juve sabato possa vincere e arrivare in Champions”.

SUL MONDO JUVENTUS – “La Juve è molto amata in tutto il mondo: quando ne fai parte, capisci la sua importanza. Sono stati anni bellissimi nei quali ho giocato con il miglior giocatore al mondo: Zidane. C’erano poi tanti campioni come Del Piero, Davids, Trezeguet e Tacchinardi. Grandi uomini oltre che giocatori fantastici. Quando sei alla Juventus, devi giocare per vincere. Quella è l’unica cosa che conta. A livello personale la doppietta all’Inter a San Siro fu un bellissimo momento”.

SU VLAHOVIC –Dusan sta diventando un campione. So che si trova bene ed è molto felice alla Juventus. Sta dimostrando di essere un top player e ha un bel futuro davanti. La Juve è il club perfetto per crescere e diventare uno dei migliori attaccanti al mondo: 15 gol sono un bottino importante, ma può fare ancora meglio nei prossimi anni. Peccato non ci sia sabato: la sua assenza pesa”.

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