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La cura Marco Silva fa volare Sigurdsson

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La cura Marco Silva fa volare Sigurdsson

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Stacanovista, imprescindibile e letale. Tre aggettivi per descrivere l’uomo chiave dell’Everton, l’islandese Gylfi Sigurdsson che finalmente vive una stagione da assoluto protagonista. Il trequartista era stato acquistato dai Toffees nell’estate del 2017 per 45 milioni di sterline, dopo le buone prestazioni con la maglia dello Swansea e soprattutto fresco di un Europeo da star con la sua nazionale.

Lo scorso anno Sigurdsson ha faticato parecchio a esprimere il proprio calcio, giocando troppo lontano dalla porta e non riuscendo mai a dialogare al meglio con i compagni. In questa stagione invece, tutto pare essere cambiato: gran parte del merito va sicuramente al tecnico Marco Silva che finalmente lo ha collocato nel ruolo più avvezzo alle sue caratteristiche, ma anche la ritrovata condizione fisica e una strepitosa forza mentale lo hanno completamente trasformato.

TESSITORE DELLA RAGNATELA

Il salto di qualità c’è stato e si vede. Sigurdsson ha stravolto completamente il suo modo di giocare e di interpretare la partita, cambiando posizione in campo e migliorando l’approccio alla gara. L’islandese ha già segnato 11 reti in campionato, più del doppio rispetto a quelle dell’anno precedente: Marco Silva lo schiera da vero numero 10, quello che con grande personalità indossa sulle spalle. Nel 4-2-3-1 disegnato dall’allenatore portoghese, viene affidato a Sigurdsson il compito di danzare tra le linee per mettere a soqquadro il sistema tattico avversario. Arretrando di qualche metro per ricevere il pallone dai centrocampisti, attrae come una calamita la difesa avversaria, lasciando che i velocissimi esterni dell’Everton, Richarlison e Walcott, viaggino indisturbati verso la porta.

Proprio l’assenza di un’ala veloce sul settore mancino ha costretto l’ex centrocampista dello Swansea a coprire quella zona del campo lo scorso anno. Partendo da sinistra la porzione di campo in cui poter esprimere il proprio talento era sicuramente ridotta e cercando con insistenza la classica giocata con il destro a rientrare verso la porta, prestava poca attenzione al posizionamento dei compagni. Come un ragno che tesse la tela, ora Sigurdsson è al centro del gioco, riceve molti più palloni e avvia la manovra, poi lascia agli altri il compito di servirlo per finalizzare al meglio.

CHE NUMERI!

Gran parte del merito di questa rinascita va sicuramente a Marco Silva. Già, rinascita, perchè lo scorso anno le statistiche di Sigurdsson parlavano di un giocatore che a 28 anni sembrava non poter dare più nulla ai Toffees che in estate avevano investito un prezzo altissimo per averlo, dimostrando di credere in lui. L’allenatore portoghese gli ha dato grandissima fiducia e ora il giocatore la sta ripagando in tutto e per tutto.

Il primo dato significativo ad essere cambiato è il numero di presenze: lo scorso anno Sigurdsson chiuse la stagione a Marzo per un infortunio al ginocchio, quest’anno non ha saltato nemmeno un incontro ed ha già collezionato 28 gettoni in campionato. Dunque, squadra e allenatore non possono fare a meno del proprio leader, vero motore di questo sistema di gioco disegnato apposta per lui. A giovarne è soprattutto la fase offensiva: lo scorso anno i tiri furono 39 di cui solo 12 nello specchio della porta; quest’anno le conclusioni sono praticamente raddoppiate, arrivando a quota 65 e indirizzandone 25 verso il portiere, con la precisione al tiro aumentata da 31% a 35%.

Ma il vero grande salto di qualità è stato fatto nel dialogo con i compagni. Se è vero che a parità di presenze il numero di passaggi (698) e di assist (3) è rimasto pressochè invariato, il dato significativo lo troviamo nelle verticalizzazioni: lo scorso anno l’islandese è riuscito a trovare il filtrante giusto per i compagni solo 6 volte, quest’anno invece quelli andati a buon fine sono addirittura 15. Occupando la zona centrale del campo e grazie a due esterni come Walcott e Richarlison che entrano spesso in area di rigore, per Sigurdsson è molto più facile trovarli e metterli nelle condizioni di segnare, pur non avendo alterato il numero di tocchi. Riducendo i passaggi orizzontali, andare al tiro diventa molto più facile e infatti l’Everton ha già realizzato 39 reti contro le 44 con cui chiuse lo scorso campionato.

DOPPIETTA E STORIA

Nell’ultimo turno di campionato contro il Cardiff, Sigurdsson ha toccato il punto più alto di una stagione da sogno. I suoi due goal sono stati determinanti per ottenere il 3 a 0 finale e raggiungere quota 40 punti in campionato, ma la vera notizia di serata lo riguarda molto da vicino: la prima rete siglata lo ha proiettato in cima alla classifica dei marcatori islandesi all time della Premier League, scavalcando l’ex giocatore del Chelsea Gudjohsen fermo a quota 55.

Il numero 10 dell’Everton era molto emozionato a fine gara per questo personale obiettivo:

“Sono veramente orgoglioso di aver superato questo record, era da un po’ che lo aspettavo. Fin da bambino sono cresciuto con le sue giocate e per me è stata una grande fonte di ispirazione. Ora spero mi mandi un messaggio, è fantastico averlo finalmente superato.”

Da queste parole traspare sicuramente grande riconoscenza nei confronti della leggenda islandese ma allo stesso tempo anche un forte senso di appartenenza, consapevole della grandissima stagione che sta vivendo e soprattutto di star onorando il popolo islandese che lo segue costantemente e che gli dá grande appoggio.

Infine le parole più importanti sono arrivate dal tecnico Silva, che a fine gara ha ringraziato l’intera squadra per il lavoro svolto e ha sottolineato l’importanza di questo giocatore che ha conquistato il cuore di tifosi ed addetti ai lavori. Il finale di stagione sarà cruciale per capire a che punto sia la tenuta fisica del giocatore ma, ora, le ombre sembrano lontane più che mai e Sigurdsson può pensare a volare in alto con la forza dirompente di un geyser.

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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