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La diagonalità di Sanè nel City di Guardiola

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La diagonalità di Sanè nel City di Guardiola

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“Pep mi ha detto di giocare libero, come Messi”.

Queste parole di Leroy Sané, riportate dal Guardian, sintetizzano alla perfezione il tipo di gioco che l’allenatore del Manchester City ha chiesto al calciatore di tedesco. E la stagione del 22enne di Essen è una delle ragioni del successo del City ma anche la diretta conseguenza del tipo di gioco voluto da Guardiola e applicato dai Citizens.

 

Nel corso degli ultimi diciotto mesi, il City ha speso circa 260 milioni per portare a casa cinque giocatori: John Stones, Bernardo Silva, Benjamin Mendy, Kyle Walker e Sané. Mentre gli arrivi di Mendy e Walker hanno catalizzato l’attenzione dei media per l’alto costo che hanno comportato – ritenuto da molti eccessivo pur senza valutare correttamente quanto siano rari sul mercato esterni bassi di qualità, e quanto siano fondamentali i terzini nel gioco di Guardiola – troppo poco è stato detto finora dell’arrivo dell’ex Schalke 04.

Invece, l’acquisto di giocatori offensivi di qualità come Sané e Bernardo Silva, insieme alla presenza in rosa dei vari Sergio Agüero e Raheem Sterling, ha permesso al City di poter ottemperare in fase offensiva ai gravi infortuni subiti nel corso della stagione da Mendy e Gabriel Jesus.

Da un punto di vista tattico Guardiola – dopo un iniziale flirt col 3-1-4-2 – ha modellato la squadra intorno ad un 4-3-3 dal quale deroga solo occasionalmente. Quello che caratterizza il gioco di Guardiola però, come sempre, non è tanto la struttura di base – che non è niente di particolare – quanto la fluidità della squadra stessa nelle due fasi, e i dettagli che la rendono del tutto particolare.

L’utilizzo dei falsi terzini, particolarmente Fabian Delph a sinistra, o l’uso di un holding midfielder come Fernandinho, che gioca come no.6 avente funzioni di libero davanti alla difesa, sono alcuni degli aspetti peculiari del sistema di Guardiola.

Tuttavia, quello che caratterizza ancor di più il City di Pep è l’imprevedibilità del match planning con l’ex allenatore di Barcellona e Bayern che cambia continuamente il piano tattico in funzione della partita e degli avversari di turno.

In questo contesto tattico mutevole assumono grande importanza i passaggi in diagonale – altro trademark di Guardiola – e un utilizzo delle fasce laterali enfatizzato rispetto a quanto Pep aveva mostrato nelle sue precedenti esperienze in Catalogna e Baviera. In particolare, a sinistra David Silva si muove in combinazione con Sané, il quale è anche oggetto proprio di quei passaggi in diagonale ai quali il City fa spesso ricorso per superare il sistema difensivo avversario. Con questi passaggi Sané – e Sterling dall’altra parte – è isolato in situazioni di uno contro uno nelle quali può sfruttare le sue qualità tecniche per creare situazioni di superiorità numerica partendo dalla fascia o dall’half-space sinistro.

Passaggio in diagonale che libera Sané in uno contro uno.

Ma Sané contribuisce anche in termini di cross. Questa è infatti una opzione ‘nuova‘ per una squadra di Guardiola: il suo Manchester CIty, diversamente da quanto facevano il Barcellona e il Bayern, si appoggia molto a passaggi provenienti dall’esterno, sia in termini di cross arretrati sia in quelli di traversoni più tradizionali. Il passaggio diagonale per Sané è spesso utilizzato dai Citizens come passaggio iniziale di un’azione che si conclude con un cross.

Contro lo Stoke il Manchester combina due cross con gli esterni Sané e Sterling nell’azione del gol di Silva.

Il tentativo di sfruttare le abilità di Sané è tale che il giocatore tedesco non soltanto risulta uno dei target preferiti nel gioco di Guardiola ma spesso si trova ad essere posizionato come l’elemento più avanzato dello schieramento del City.

La pass map di @11tegen ci mostra Sanè come l’uomo più avanzato del City nella partita contro il Crystal Palace.

Le statistiche confermano l’importanza di Sanè: l’esterno sinistro ha finora realizzato 6 gol e prodotto 9 assist. Non solo, ma il contributo di Sanè alla fase offensiva del City è evidenziato anche dalle statistiche riguardanti gli expected goals. Il City infatti ha un valore xG di 58.24 secondo il modello proposto da Understat. Sané ha un xG rate di 4.57 e i suoi 6 gol dimostrano come stia overperforming i propri expected goals.

Ancora un passaggio in diagonale che Sané trasforma in gol.

A questi dati vanno aggiunti i 2.17 passaggi che portano ad una conclusione prodotti in media a partita.

Passaggi in diagonale, cross e continui cambi di gioco. Anche in questo modo Pep Guardiola sta dominando la Premier League.

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Calcio Internazionale

La Rassegna Social del Diez – Foggia e Lecco in finale, pareggio tra Bari e Cagliari

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Punto d’informazione, di impressioni e passioni condivise, i social network oggi più che mai raccontano le emozioni dei tifosi. Numero Diez vi presenta la rassegna dedicata ai più importanti messaggi della giornata di ieri.

 

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Calciomercato

Il Milan pesca in Spagna: occhi su Chukwueze

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La decisione di Gerry Cardinale di interrompere il rapporto di lavoro con Paolo Maldini e Ricky Massara è stato un fulmine a ciel sereno per tutto il popolo rossonero. Sebbene il calciomercato non sia ancora iniziato ufficialmente, la nuova dirigenza del Milan sta comunque sondando il terreno per diversi soluzioni soprattutto nel reparto avanzato.

Per rinforzare l’attacco, i rossoneri sono interessati a Samuel Chukwueze, esterno nigeriano di proprietà del Villarreal. L’attaccante 24enne ha giocato 50 partite stagionali fra Liga, Conference League e Copa Del Rey, segnando 11 reti complessive e fornendo ben 13 assist ai propri compagni di squadra e secondo Sky Sport è un profilo seguito con interesse dal Diavolo.

La richiesta degli spagnoli è molto alta, ma il Milan c’è e ha avviato i primi contatti per provare a chiudere il primo colpo di mercato.

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Calciomercato

Il Manchester City fa sul serio per Kovacic: le ultime

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Kovacic

Si accende il calciomercato del Manchester City che, a causa della probabile perdita di Gundogan a parametro zero, si starebbe muovendo per prendere Kovacic. Quello che potrebbe essere l’approdo di Kovacic alla corte di Pep Guardiola dipenderà, soprattutto, dalla decisione in merito al futuro del centrocampista tedesco. La scelta verrà presa insieme alla società solo dopo la finale di Champions League contro l’Inter.

Nel mentre però il calciatore del Chlesea sembrerebbe essere il profilo preferito dai Citizens e infatti secondo Fabrizio Romano, la trattativa per portare Kovacic a Manchester è molto concreta. Negli ultimi giorni si sono svolte discussioni positive, con i Blues che hanno aperto a una possibile cessione e con il calciatore che ha già accettato di vestire la maglia del City.

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Flash News

Finisce la stagione del Pescara: il Foggia trionfa ai calci di rigore

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dichiarazioni Zeman

Il pareggio di quattro giorni ha dimostrato l’equilibrio e la sfacciataggine di due squadre capaci di offendere e trovare soluzioni di qualsiasi specie. In uno stadio Adriatico sold out (record di presenze stagionali), Pescara e Foggia si affrontano per la gara di ritorno valevole per le semifinali playoff di Serie C. Ci si gioca una finale, uno degli appuntamenti più importanti della stagione.

Zeman si presenta alla partita con una formazione rimaneggiata, facendo addirittura a meno di Plizzari (infortunato), Mesik, Palmiero e Delle Monache. Al centro dell’attacco torna Lescano con Cuppone spostato sull’esterno, mentre c’è Aloi in mezzo al campo. Tra i pali spazio al classe 2003 Andrea D’Aniello, alla seconda presenza stagionale. Per gli ospiti fuori gli squalificati Di Noia e Kontek, con Delio Rossi che può contare su una panchina cortissima causa infortuni.

PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DELLA PRIMA FRAZIONE

Pronti via inizio da sogno degli uomini di casa: Rafia pennella sulla testa di Cuppone che insacca Dalmasso e porta avanti subito il Delfino. Dopo due minuti il Foggia è costretto già a inseguire, con addirittura due gol da segnare per poter passare il turno. I primi dieci minuti sono un monologo Pescara, ma i rossoneri in ben due occasioni vanno vicinissimi al gol del pareggio con Bjarkason prima e Ogunseye dopo.

Col passare dei minuti il Foggia guadagna metri, con i biancazzurri che concedono il pallino del gioco pronti a sfruttare gli spazi in ripartenza. La partita è subito caldissima, con ritmi altissimi e capovolgimenti di fronte improvvisi da una parte e dell’altra. Come sempre, a fare il bello e il cattivo tempo è Hamza Rafia: altro cross di esterno destro perfetto per Lescano che però liscia clamorosamente il pallone e manca l’appuntamento col gol del 2 a 0.

Le occasioni però arrivano a raffica: Bjarkason sbaglia ancora davanti a D’Aniello, sulla ripartenza Gozzi si fa tutta la fascia e pesca Cuppone che però sbaglia l’aggancio e getta alle ortiche un’occasione enorme. I ritmi sono frenetici, con i quinti del Foggia che fanno malissimo alla difesa abruzzese costretta a concedere qualcosa sulle discese di Costa e Bjarkason. Al 38′ arriva anche la prima ammonizione della partita, dopo un’intervento pericoloso di Di Pasquale su Merola.

Al 41′ il Pescara va a un passo dal raddoppio: calcio d’angolo perfetto per la corrente Brosco che incorna e centra in pieno la traversa. Lescano qualche minuto dopo impensierisce Dalmasso con un destro secco appena dentro l’area. Si chiude così dunque la prima frazione, con il Pescara avanti 1 a 0 ma reo di aver sciupato moltissime occasioni per chiudere la pratica.

PESCARA-FOGGIA: IL RACCONTO DEL SECONDO TEMPO

Rossi attinge subito dalla panchina, inserendo Vacca al posto di un Petermann in ombra. Il secondo tempo ripercorre il primo, con il Foggia che sfiora subito il pari con un tacco al volo: miracolo di D’Aniello, uno dei protagonisti indiscussi tra le fila casalinghe. Arrivano altre brutte notizie però per l’allenatore romagnolo, costretto a far entrare Garattoni a causa di un infortunio muscolare di Bjarkason.

A fare la partita adesso è il Foggia, cosciente che il cronometro non è suo amico, non riuscendo però mai a impensierire più di tanto la retroguardia biancazzurra. La prima vera occasione arriva al minuto 65: Boben e D’Aniello non si intendono e Garattoni tenta il pallonetto che si spegne sul fondo. Zeman si accorge della stanchezza dei suoi e opta per un triplo cambio inserendo Vergani, Mora e Delle Monache.

I cambi danno subito i suoi frutti, col Pescara che trova la rete del raddoppio al 70′ con Merola imbeccato da una giocata fantastica del classe 2005. Il direttore di gara Monaldi però interrompe i festeggiamenti annullando il gol per fuorigioco, tra i fischi dell’Adriatico. L’ex allenatore di Palermo, Bologna e Sampdoria prova il tutto per tutto, togliendo Costa e inserendo un altro attaccante come Iacoponi.

Al 78′ gli ospiti si lamentano per un contatto su Garattoni, ma il VAR non richiama l’arbitro di Macerata lasciando la valutazione del campo. La tecnologia viene interpellata nuovamente qualche giro di orologio dopo, negando il rigore agli ospiti per una posizione di fuorigioco in fase di impostazione. Zeman butta dentro anche Desogus, cambiando tutto il trio offensivo per sfruttare le possibili occasioni in ripartenza. Il Foggia però, come ci ha abituato quest’anno, non molla mai: all’ultimo minuto di gioco sponda di Ogunseye e Rizzo firma il gol del pareggio che vale i supplementari.

PESCARA-FOGGIA: I SUPPLEMENTARI

I primi 5 minuti scorrono lisci ma poi il solito Rafia decide di caricarsi il Pescara sulle spalle con una giocata al limite e cross morbido con l’esterno: Desogus mette giù, finta e piazzato che non lascia scampo a Dalmasso. Col passare dei minuti il Foggia si apre e Delle Monache sfiora il gol su un’altra invenzione di un ispirato Desogus.

Rossi rischia il tutto per tutto inserendo Odjer e Rutjens  al posto di Di Pasquale e Schenetti. Le offensive del Foggia però si fermano tutto contro la retroguardia biancazzurra, con un Brosco autore di una partita stratosferica nella sua metà campo. I rossoneri però non vogliono abbandonare il sogno Serie B e al 10′ minuto del secondo tempo supplementare trovano la zuccata vincente di Markic da calcio d’angolo che vale il 2 a 2. Si va dunque ai calci di rigore, in una vera e propria lotteria fatta di nervi freddezza dal dischetto.

Markic segna il primo con qualche brivido, stesso esito per Mora che spiazza Dalmasso. Il secondo rigore spetta a Garattoni che tira altissimo sopra alla traversa. Il Pescara ha l’occasione per portarsi in vantaggio ma Cancellotti emula l’avversario. Gli errori continuano a fare da padroni con Ogunseye che non trova la porta. Rafia invece non sbaglia e porta il Delfino sul 2 a 1. È la volta di Peralta che sceglie lo stesso angolo del tunisino e spiazza D’Aniello. Dalmasso ipnotizza Aloi e rimette tutto in bilico, mentre Vacca e Vergani non sbagliano. Si va ad oltranza e il primo a calciare è Rutjens con l’estremo difensore biancazzurro che sfiora ma non riesce a parare. L’errore decisivo è dell’uomo che aveva riacceso la partita nel supplementare: Desogus apre troppo il piattone e il Foggia vola alla finale playoff contro il Lecco.

 

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