Finalmente ci siamo. Dopo l’ennesima stagione della Serie B rovinata dai soliti problemi societari e le numerose polemiche, siamo arrivati all’atto finale della competizione, la finale dei playoff: assodata la promozione di Brescia e Lecce come prima e seconda del torneo, rimane da stabilire chi sarà la terza neopromossa che l’anno prossimo giocherà in Serie A. Escluso il Palermo, arrivato terzo ma retrocesso in Serie C per problemi societari, si sono affrontate le squadre dalla quarta alla nona posizione. Ad arrivare in finale sono state l’Hellas Verona, arrivato sesto con 52 punti, e il Cittadella, ottavo a quota 51, che si affronteranno in un insolito derby veneto articolato in due gare: l’andata si giocherà giovedì 30 maggio allo stadio Piercesare Tombolato di Cittadella, mentre il ritorno di giocherà domenica 2 giugno al Bentegodi di Verona.
HELLAS VERONA
Come detto, l’Hellas Verona arriva a questa finale da sesta classificata in stagione, dopo aver battuto, in questi playoff, il Perugia (4-1) e il Pescara (0-0 all’andata e 0-1 al ritorno, con un gol su rigore del solito Di Carmine). La squadra di Aglietti, subentrato a Fabio Grosso ad inizio maggio, vuole tornare nella massima serie ad un solo anno di distanza dalla retrocessione (l’anno scorso arrivò penultimo, con 25 punti in 38 partite), per cercare di restarvi stabilmente come fu nel periodo 2013-2016, quando la squadra rimase in Serie A per tre stagioni consecutive, arrivando addirittura decima nella stagione 2013-2014 con Mandorlini. La squadra gialloblù gioca con un classico 4-3-3 con un mediano davanti alla difesa e due ali che tendono a crossare più che a rientrare per cercare il tiro (Laribi, Matos e Lee, che si sono alternati sulle fasce, hanno collezionato 12 assist). I punti di forza della squadra sono le due punte centrali, il veterano Giampaolo Pazzini (13 gol e 2 assist in 29 presenze) e Samuel Di Carmine (11 gol e 3 assist in 27 partite), che si sono alternati durante la stagione. Ci sono poi giovani e interessanti talenti, come il sudcoreano Lee, attaccante ventunenne che ha già debuttato in Serie A lo scorso anno, provienente dalla canterà del Barcellona e già nel giro della nazionale maggiore, e il ventiduenne mediano argentino di origini italiane Santiago Colombatto, arrivato quest’anno in prestito dal Cagliari. In generale il Verona si presenta come una squadra ben equilibrata tra giovani e giocatori più esperti, come i già citati Pazzini e Di Carmine, che fa proprio dell’esperienza il proprio punto forte: sono ben 18, infatti, i giocatori del Verona che hanno già giocato in Serie A, per un totale di 945 presenze (ovviamente il primato appartiene a Pazzini con 368 partite giocate).
CITTADELLA
Dall’altra parte abbiamo il Cittadella, squadra di una città che ospita circa 20mila abitanti, che, se dovesse salire in Serie A, farebbe la storia: sarebbe, infatti, la squadra della città più piccola ad aver mai partecipato al campionato maggiore (finora il record appartiene al Casale Monferrato, squadra di una città di circa 33mila abitanti che ha partecipato alla Serie A negli anni ‘30) e sarebbe, allo stesso tempo, il traguardo più alto mai raggiunto dalla squadra. I granata si sono piazzati ottavi in stagione, alla pari con lo Spezia settimo e solo un punto di differenza dal Verona. Nei playoff il Cittadella ha affrontato proprio lo Spezia, vincendo 1-2 in Liguria, e il Benevento, contro il quale ha perso in casa per 1-2 e poi vinto a sorpresa al Ciro Vigorito con un netto 0-3. La squadra di Roberto Venturato – che è al comando dal 2015, quando il club era retrocesso in Serie C – gioca con il canonico 4-3-1-2 con il centrocampo a rombo, dove le mezze ali coprono l’intera metà campo e il trequartista supporta le due punte, molto mobili e associative. Questo ruolo se lo sono contesi Mattia Finotto (8 gol e 6 assist in 32 presenze), Gabriele Moncini (15 gol e un assist in 20 presenze, topscorer della squadra e convocato da Di Biagio nell’under 21 per l’Europeo) e Giuseppe Panico (4 gol e 5 assist in 26 presenze). Il padrone indiscusso della trequarti, invece, è Andrea Schenetti, estro e mente della squadra, capace di realizzare 6 gol e 9 assist in 32 presenze. Un tratto distintivo del Cittadella è che tutti i giocatori scesi in campo in questa stagione sono italiani, statistica che può vantare solo la squadra veneta.
COSA ASPETTARSI
Le due squadre arrivano con diverse motivazioni alla sfida che vale una stagione: l’Hellas Verona per partecapire al ventinovesimo campionato di Serie A della propria storia e rimanerci stabilmente, il Cittadella per sognare la prima partecipazione alla serie maggiore; l’Hellas Verona ci arriva con l’esperienza delle 945 presenze in Serie A dei propri giocatori, il Cittadella con quella di soli 4 componenti, per un totale di 24 presenze, di cui 15 del solo Iori; infine, il Verona gareggia con la consapevolezza dei propri mezzi, ma anche con la pressione dei favori del pronostico, mentre il Cittadella ha dalla sua la leggerezza e la spregiudicatezza di chi ha già dimostrato tanto. Ma i granata non hanno più nulla da perdere. Nelle due partite in cui si sono affrontate quest’anno le due squadre ci sono state due vittorie nette: all’andata il Verona ha battuto in casa il Cittadella per 4-0, mentre al ritorno il Cittadella ha battuto i gialloblù – privi dell’appena esonerato Fabio Grosso – con il risultato di 3-0. Due sfide apertissime, dunque, su cui è molto difficile sbilanciarsi: avrà la meglio la provincia da 260mila abitanti o il piccolo comune da 20mila anime, l’esperienza del Verona o la spregiudicatezza del Cittadella?