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La fisicità del difensore moderno | Numero Diez Puyol Baresi

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La fisicità del difensore moderno

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Il gioco del calcio è uno sport che subisce spesso variazioni, non tanto nel regolamento, ma quantomeno sul piano degli schemi di gioco e dei modi di interpretare il football. Ogni decade è spesso differente da quella precedente ed è ciò che rende d’attualità questo sport, che nell’ultimo periodo ha anche aumentato i propri seguaci, espandendosi sempre di più a livello mondiale. Lo stesso discorso vale anche per i calciatori ed i ruoli che ricoprono sul manto erboso, infatti i compiti di alcuni giocatori sono parecchio diversi rispetto agli anni ’90 anche se occupano la stessa posizione sul campo.

Oltre agli aspetti tattici sono cambiati anche gli aspetti fisici, il calcio moderno predilige giocatori con caratteristiche fisiche imponenti da assecondare alle qualità tecnico-tattiche. Uno dei ruoli che ha subito drasticamente questo cambiamento è stato il difensore centrale.

IL DIKTAT DELLA FISICITÀ

Se si guardano le moderne retroguardie dei top club hanno a difesa della propria area di rigore dei veri e propri colossi, solamente in Serie A ci sono: Kalidou Koulibaly (195 cm), Milan Skriniar (188 cm), Giorgio Chiellini (187 cm), Federico Fazio (195 cm) e Alessio Romagnoli (188 cm).

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Se invece si guarda anche in Europa ci sono giocatori come: Gerard Piqué (194 cm), Raphael Varane (191 cm), Virgil Van Dijk (193 cm), Aymeric Laporte (191 cm), Mats Hummels (191 cm) e Diego Godin (187 cm) che confermano questa preferenza da parte di società ed allenatori. La domanda sorge spontanea, perché si preferiscono centrali difensivi fisicamente molto alti e grossi?

Semplicemente perché la fisicità porta molti vantaggi sotto l’aspetto tattico e perché il calcio moderno è diventato molto più veloce rispetto al passato, ma allo stesso tempo anche più fisico perciò un giocatore non molto alto deve reggere molto bene i contrasti soprattutto in protezione della palla.

Un centrale alto permette anche di riempire al meglio l’area di rigore sia in fase difensiva che in quella offensiva. L’altezza imponente difatti gli consente di svettare sulle palle alte ed in fase di marcatura di imporsi fisicamente sul diretto avversario. In area avversaria invece, i centimetri in più aumentano la pericolosità nei calci piazzati, riuscendo a segnare spesso gol decisivi come Godin e Ramos, difensori goleador.

IL PROBLEMA DELLA FISICITÀ

Se i pro sono molti, i contro non sono da meno perché spesso i difensori molto alti sono anche molto pesanti il che li porta ad essere meno veloci e rapidi negli 1 vs 1. Lo strapotere fisico ha rilevanza quando il pallone viene giocato sulla figura del difensore, ma se la sfera viene lanciata in profondità, l’attaccante può bruciare facilmente  il proprio marcatore. Infatti sono davvero pochi i difensori che riescono a combinare fisico ed agilità.

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IL PROTOTIPO DEL DIFENSORE MODERNO

Koulibaly e Skriniar sono i migliori nel coincidere appunto fisico ed agilità, e non a caso sono anche tra i più costosi e ricercati nel loro ruolo. Come ribadisce spesso Daniele Adani, commentatore tecnico ed opinionista di Sky Sport, la straordinarietà dei centrali rispettivamente di Napoli ed Inter sono la frequenza di passi con cui riescono a fronteggiare avversari molto più rapidi di loro e vincere con quasi matematica certezza i duelli. Per quanto concerne invece lo scatto nella lunga distanza i due calciatori riescono a macinare metri grazie alla lunghezza delle loro gambe che gli consente di avere una falcata molto ampia.

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L’ESTINZIONE DEL DIFENSORE BASSO

Eppure se si pensa ai grandi difensori della storia del calcio molti non superavano il metro e ottanta, campioni come Fabio Cannavaro, Carles Puyol, Franco Baresi, Gaetano Scirea, Bobby Moore e Daniel Passarella non erano dei giganti, ma sapevano farsi valere grazie ad altre doti come il gioco d’anticipo e un’intelligenza tattica al di sopra della media.

Tutti quanti loro a parte Cannavaro e Puyol hanno ricoperto un ruolo che nel calcio attuale non esiste più, il libero. Proprio questo motivo potrebbe essere una delle cause che ha portato alla scomparsa dei difensori bassi dato che il ruolo del libero consisteva nell’esenzione dai compiti di marcatura, ma era incaricato di bloccare gli avversari che erano sfuggiti alla marcatura dei compagni staccandosi dalla linea difensiva. Il passaggio dalla marcatura a uomo a quella a zona e l’utilizzo progressivo del fuorigioco ha fatto sì che questo ruolo sia scomparso nel tempo.

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Gli ultimi difensori bassi moderni sono stati effettivamente Puyol, Cannavaro, Cordoba e Mascherano che facevano come loro punti di forza: la rapidità, l’elevazione, lo scatto e l’anticipo sull’uomo.

DISCORSO DIFFERENTE PER GLI ATTACCANTI

Per quanto riguarda l’attacco invece succede l’esatto contrario con molti allenatori che preferiscono giocatori molto veloci e con grandi capacità di dribbling in modo tale da fronteggiare il difensore nell’1 vs 1. Il caso più simbolico è accaduto in Serie A con lo spostamento di Dries Mertens (169 cm) da ala a centravanti falso 9, da quel momento il belga ha iniziato a segnare una valanga di gol, sfruttando proprio le sue qualità principali, il dribbling, la velocità e il tiro.

 

In Europa c’è anche un talento argentino che sta facendo letteralmente sfracelli da almeno 10 anni nonostante la sua altezza particolarmente bassa, quel fenomeno si chiama Lionel Messi (170 cm). Un altro argentino che sta abbattendo record su record è Sergio Aguero (172 cm), anche El Kun ha sfruttato la propria velocità e doti tecniche per mettere a ferro e fuoco le difese inglesi, ottenendo ottimi risultati.

 

Chissà se proprio a causa di questi falsi nueve torneranno di moda i difensori bassi di statura?

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Pronostico Sassuolo-Roma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Roma-Udinese

Domenica pomeriggio alle 18:30 ci sarà una sfida ad altissima intensità e che promette gol e spettacolo quella tra Sassuolo e Roma. Storicamente la partita ci ha sempre regalato tanti gol e risultati mai scontati con tanti colpi dei neroverdi a sorpresa, senza dimenticare i tanti ex.

Il Sassuolo arriva alla partita dopo il successo pirotecnico per 3-4 contro l’Empoli e Dionisi e co sono pronti a sorprendere anche contro la Roma. I neroverdi arrivano alla partita con i soliti dubbi legati alla trequarti, con Bajrami che dovrebbe partire dalla panchina favorendo l’avvio iniziale di Kristian Thorstvedt che affiancherà Laurienté e Berardi alle spalle di Pinamonti che vuole ritrovare il gol.

Situazione complicata in casa Roma, il pareggio contro il Servette non è piaciuto a Jose Mourinho che nel post partita a Sky ha attaccato i suoi di mancanza d’impegno. I giallorossi dunque non possono sbagliare ancora e con il Sassuolo si vuole cambiare passo, anche per non perdere il treno Champions League. Alcuni dubbi per Mourinho con Zalewski che insidia per un posto sulla fascia e Renato Sanches che potrebbe ritornare dal primo minuto a discapito di uno tra Pellegrini e Paredes in mediana. L’ultima in campionato per i giallorossi si è conclusa il 2-1 faticoso contro l’Udinese, grazie ad un gol di Dybala nel finale.

IL PRONOSTICO DI NUMERO DIEZ

Sarà una partita sicuramente ricca di gol, entrambe le squadre vogliono fare risultato e ci sentiamo dunque di giocare un azzardato 1x+over2.5, perché la Roma storicamente in casa del Sassuolo ha sempre fatto fatica e i padroni di casa arrivano da un momento d’oro. Il tutto è quotato alla SNAI 2.65. Occhio però anche ai marcatori, Berardi ha il piede caldo come sempre contro le big e potrebbe fare l’ennesimo regalo ai suoi anche con un calcio di rigore vista l’intensità della sfida.

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Jovic torna al gol dopo 189 giorni: è il primo marcatore serbo della storia del Milan

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Pagelle Milan-Frosinone

Il gol che apre le marcature nella sfida tra Milan Frosinone è stato messo a segno da Luka Jovic al 43′.

Il centravanti rossonero è tornato a gonfiare la rete dopo 189 giorni da quello messo a segno in Fiorentina-Roma 2-1, del 27 maggio.

Come riportato su X da Giuseppe Pastore, inoltre, la rete di Jovic è un momento storico per il Milan, che mette a referto il primo marcatore serbo della sua storia.

 

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Gundogan: “Le mie parole dopo El Clasico? Critico anche me stesso”

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Gundogan

Il Barcellona continua la propria rincorsa alla volta del primo posto della classifica della Liga. I catalanti si trovano al momento al terzo posto in classifica, condiviso con l’Atletico Madrid che però ha una gara in meno. Domani sera in programma proprio la sfida rovente tra le due compagini, per decretare chi sarà, almeno per il momento, la principale forza inseguitrice alle spalle di Real Madrid e Girona, in tandem al primo posto e con un margine di vantaggio di 4 punti.

Si attende dunque la gara tra Atletico Madrid e Barcellona, quella che per alcuni sarà una sfida nella sfida (in primis per Joao Felix) e che per entrambi i gruppi squadra sarà l’occasione per mettere alla prova se stessi e le proprie ambizioni.

A proposito di ambizioni, è tornato a parlare Ilkay Gundogan. Il centrocampista, dopo aver lasciato il Manchester City da protagonista nelle vittorie dei tantissimi trofei degli ultimi anni e soprattutto della Champions League 2022/23, si è accasato in Catalogna. La scelta di approdare al Barcellona è dipesa dalla volontà di trovare nuovi stimoli, nuova voglia, una sfida ambiziosa e proiettata verso l’alto. La sua voce all’interno dello spogliatoio conta già molto, con i giovani che possono soltanto imparare dai gesti e dalle parole di un campione assoluto come Gundogan.

In particolare, le parole pronunciate dal centrocampista dopo la sconfitta con il Real Madrid sono diventate argomento di discussione pubblica. Nel corso di un’intervista ai microfoni di BeIN Sports, Gundogan è tornato sulla vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni.

OPINIONE GUNDOGAN – “Non posso mettermi nei panni degli altri per sapere come l’hanno recepita, ma ho semplicemente detto onestamente la mia opinione e la mia intenzione non era quella di attaccare niente e nessuno. Voglio dire, ogni volta che critico la mia squadra, per qualunque cosa, includo me stesso. Comincio sempre da me stesso. Penso di avere abbastanza esperienza per sapere come funziona questo gioco, ma prima mi guardo sempre allo specchio e giudico prima me stesso e non gli altri. Voglio che facciamo il meglio che possiamo perché vedo in questo squadra con molto potenziale e molta qualità“.

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Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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