Il Napoli, dopo il k.o contro la Juventus e lo stop con la Fiorentina, torna a vincere. Il Torino, invece, ferma a sei la striscia di risultati utili consecutivi in campionato. E’ il verdetto consegnato dal secondo anticipo della diciassettesima giornata di Serie A, vinto dai partenopei 3 a 1.

La partita del Grande Torino, dominata per larghi tratti dagli uomini di Sarri, ha mostrato come le idee siano fondamentali nel gioco del calcio. Sono state appunte queste ad animare una sfida ben indirizzata già dopo tre minuti dal fischio d’inizio.
DOMINIO AZZURRO
Maurizio Sarri, nonostante le voci della vigilia, ha lasciato inizialmente in panchina Insigne completando il tridente d’attacco con Zielinski.

Lo ha imitato il suo collega granata con Ljajic che, dopo la tribuna di Roma, si è dovuto sedere in panca. Come accaduto contro la Lazio, il posto del serbo è stato preso da Berenguer. Per il resto tutto confermato: moduli speculari e stessi uomini delle ultime uscite.
Basta un episodio, dopo appena tre giri d’orologio, per indirizzare il match. Viene infatti assegnato un corner a favore degli azzurri sul quale Koulibaly trova il gol del vantaggio. A favorire il colpo di testa del senegalese è la spizzata di Allan. Una giocata che può sembrare casuale e che invece è risultata decisiva, disorientando anche il marcatore del numero 26 napoletano, Burdisso.

La spizzata di Allan è misurata per la testa di Koulibaly
L’uno a zero arriva come un fulmine a ciel sereno e di fatto mette in discesa la partita per il Napoli. I ragazzi del tecnico ex Empoli di fatto si sono subito liberati della pressione di segnare un gol che mancava da due giornate. Ciò permette ai partenopei di giocare con più spensieratezza, ma non con meno cattiveria. La rete è il punto d’inizio di un dominio azzurro nella prima frazione.
In fase di non possesso Hamsik & C. vanno alti in pressing, impedendo agli uomini di Mihajlovic di costruire dal basso. Questa mossa tattica è anche un segnale di come il Napoli sia andato a Torino per prendersi la scena. Con la palla tra i piedi, invece, i napoletani sono devastanti con una fitta rete di passaggi di prima. Buonissimi anche i movimenti senza palla, in particolare di Zielinski. Il polacco sfrutta bene tutta la sua zona di gioco, restando largo, occupando i mezzi spazi e tentando anche gli inserimenti.
Proprio da quest’ultima situazione di gioco arriva il 2 a 0 al minuto 25. L’ex Udinese, dopo aver affidato la sfera a Callejon, si butta dentro. Nel frattempo la palla arriva a Jorginho, lasciato solo da Baselli, che si accorge del movimento in profondità del compagno e lo premia verticalizzando. Davanti a Sirigu poi il 20 mostra una grande freddezza.

Bella palla di Jorginho per Zielinski che si inserisce molto bene
Simile è la rete del 3-0 che arriva cinque minuti più tardi. Mertens va in profondità e, dopo essere stato servito da un Jorginho ancora una volta indisturbato, serve Hamsik. Lo slovacco ha sui piedi un calcio di rigore che non sbaglia firmando il suo 115° gol con il Napoli, come Maradona.

Il Napoli fa 3-0, Hamsik 115 come Maradona
Sugli ultimi due gol descritti, oltre all’annotazione negativa per Baselli che non contrasta adeguatamente Jorginho, la linea difensiva del Toro resta molto alta venendo presa poi in contropiede.
NUOVE IDEE
Nell’ultimo quarto d’ora i padroni di casa, approfittando della modalità gestione degli avversari, provano a riversarsi in avanti. Arrivano tuttavia all’intervallo con zero tiri nello specchio della porta difesa da Reina.
Nei primi 45′ il Torino è sembrata una squadra senza idee permettendo altresì ai partenopei di imporre le proprie. Serviva un cambio di rotta nella ripresa, non tanto per rimontare il risultato – ci voleva un’impresa– quantomeno per iniziare a giocare. La mossa del tecnico serbo è stata dunque quella di affidarsi al suo Diez, Ljajic, richiamando in panchina Valdifiori e riproponendo il 4-2-3-1.

Ieri, per la felicità dei supporter granata, si è vista la versione originale del talento serbo. Dopo aver aspettato sei minuti per toccare il suo primo pallone -il Napoli è tornato in campo forte- ha fatto valere le sue qualità tecniche. Lo si è visto abbassarsi per aiutare l’uscita del pallone dalla difesa, cercare l’ampiezza sulla trequarti passando la sfera a Iago o De Silvestri e tentando poi l’inserimento. L’ingresso della stella del Toro ha permesso anche di fare meno errori in disimpegno rispetto alla prima frazione.
Ora in campo si vedeva davvero un buon Torino, ma non bastava per creare grossi problemi al muro napoletano. Era chiaro: occorrevano nuove idee. Una di queste è venuta proprio al 10 granata. E’ il minuto 63, Ljajic ha il possesso della palla sulla trequarti. Può tentare il lancio in profondità per Iago Falque oppure appoggiare a Rincon che staziona sul centro-destra. Compie invece la cosa più difficile. Scambia con Belotti e al limite dell’area prova un pallonetto per passare la palla allo stesso compagno, ma viene fermato da Koulibaly. Sul rimpallo però la sfera finisce sui piedi del Gallo che si prepara per il tiro il quale buca la rete.

L’uno a tre di Belotti
Come accaduto al Napoli con l’uno a zero, il bomber italiano si libera della pressione della ricerca del gol che mancava in campionato dal 20 settembre scorso. Insomma, un’eternità per un attaccante. Trovata la rete, ora in campo si vede un Belotti più vivo che torna a centrocampo, recupera palla e fa ripartire la squadra. Ritrovata sul campo la ditta Belotti-Ljajic Mihajlovic aggiunge qualità inserendo Niang. L’ex Milan, trascinato dalla squadra, ha un buon impatto sulla gara, proponendosi bene a sinistra.

La partita, nonostante la distanza netta di risultato, è animata dalle idee granata. E non solo perchè in un simile contesto Sarri decide di far riassaggiare il campo a Insigne. Il talento di Frattamaggiore, favorito dall’intensità del match, ci mette poco ad accendersi mettendo in subbuglio la fascia destra avversaria.
Proprio nel momento in cui si prospettava un finale bello e divertente il match si spegne. “Colpa” di chi l’aveva riacceso, Ljajic. Il serbo, qualche secondo più tardi dell’ultimo cambio (Edera-Iago) operato dal Torino, accusa un problema muscolare. Non forza, esce lasciando i suoi in dieci uomini. Il Toro accusa il colpo e il Napoli può gestire con tranquillità.
MIGLIORI E PEGGIORI
I fan napoletani e non solo si aspettavano una grande prestazione di Mertens e Callejon, in ombra nelle ultime uscite. Il migliore in campo è stato invece Allan, non uno conosciuto per straordinaria capacità tecniche. Eppure il brasiliano ha sfornato una prestazione di qualità e quantità. Se la squadra ha avuto una partita in discesa già dopo 3′ il merito è soprattutto suo per l‘idea della spizzata. Inoltre le statistiche parlano di 5 key pass, 2 dribbling riusciti, altrettante grandi occasioni create, otto 1 vs 1 vinti e 4 contrasti.

Allan, migliore in campo
E’ stato tutto il centrocampo del Napoli a giocare bene. Hamsik, oltre ad aver ritrovato il gol del record, ha aiutato la manovra e si è mosso molto bene, tentando più di una volta l’inserimento. Jorginho è salito in cattedra, ha fatto partire l’azione di due dei tre gol risultando importante pure in fase difensiva con 4 contrasti, un intercetto e un salvataggio.
Zielinski al posto di Insigne questa volta si è comportato molto bene con buoni movimenti e giocate efficaci. Sembra che il polacco si stia adattando sempre meglio al nuovo ruolo: chissà che Sarri non possa fare un “Mertens-bis“.

Dall’altra parte bene nel secondo tempo Belotti, che ha perso solo tre 1 vs 1 su quattordici, e Ljajic, protagonista di 2 key pass e 2 cross riusciti su 3. Iago Falque, il più in forma dei suoi, non ha sfigurato: 2 key pass, una grande occasione creata e quattro 1 vs 1 vinti su sette.
Il Torino ha giocato bene con i suoi uomini offensivi nel secondo tempo ma deve rivedere tanto in difesa. La linea difensiva si è alzata tanto pagando caro con i gol subiti. Inoltre la circolazione palla dal basso, soprattutto nel primo tempo, è stata tutt’altro che buona favorendo gli avversari. Da notare anche come Berenguer abbia perso tantissimi palloni (ben sei) mettendo in difficoltà i compagni.

Berenguer, obiettivo di mercato anche del Napoli l’estate scorsa
Nel Napoli una piccola nota stonata è la prestazione di Mario Rui, appena appena insufficiente per troppi appoggi sbagliati.
Gli azzurri hanno dunque vinto dominando con le proprie idee concretizzate in modo efficace. I granata invece le hanno dovute cercare nel corso del match, trovandole grazie all’inserimento di Ljajic. Troppo tardi perchè la sfida era già decisa. Nonostante ciò, la forza delle idee è stata determinante fino alla fine contribuendo allo spettacolo.