Il Genoa è da sempre la regina del mercato, una delle più attive ormai da anni. Non la senti nominare per i colpi da novanta, non viene citata per la sua posizione di classifica o per il suo percorso stagionale, ma sai per certo che in ogni sessione di mercato sentirai un colpo a settimana del Grifone. Da anni cambia praticamente metà rosa – se va bene – rifondandola totalmente, e nella peggiore delle ipotesi si vedono parziali rivoluzioni anche nel mese di gennaio; ogni anno si sentono acquisti più o meno noti, giocatori in cerca di rilancio o scommesse da vincere, qualche usato sicuro d’esperienza, ma anche alcuni giovani ai più sconosciuti che col tempo si fanno strada nel nostro campionato.
Oggi nell’ambiente rossoblu di Genova è sulla bocca di tutti un attaccante che al suo arrivo non ha certo alzato l’entusiasmo, ma che in queste prime partite di pre-stagione sta mostrando caratteristiche e qualità inattese: si tratta del polacco Krzysztof Piatek, 23enne attaccante arrivato dal Cracovia. Non sorprendetevi se non lo conoscete, ma non stupitevi nemmeno di imparare a conoscerlo durante questa stagione, e per non farvi trovare impreparati cercheremo di presentarvelo.

FIGLIO DEL CALCIO POLACCO
Una statistica curiosa ci permette di introdurre Piatek: fino a 10 anni fa il calcio polacco non aveva certo una produzione calcistica eccelsa, e anche la nostra Serie A era priva di giocatori provenienti dalla Polonia. A distanza di un decennio, possiamo stilare un 11 proveniente dalla Polonia di tutto rispetto, non a caso molti giocatori della nazionale giocano proprio nel nostro campionato, e forse anche questo è uno dei motivi che ha spinto il Genoa a puntare su questo giocatore.
Piatek nasce proprio in questo contesto calcistico in netta crescita, e ci cresce a differenza di tanti altri giocatori: esordisce nel 2013 a 18 anni nella massima serie polacca con il Zaglebie Lubin, per poi diventarne uno dei giocatori più importanti nella stagione successiva; la vera esplosione però, come detto, avviene con la maglia del KS Krakow, la squadra di Cracovia, con la quale disputa due campionati da totale protagonista segnando 32 gol.
Gioca da terminale offensivo del Krakow pur mettendo a referto anche 4 assist nell’ultima stagione, dimostrando capacità non soltanto per quanto riguarda il senso del gol ma anche una discreta qualità nel servire i compagni a rete. Oggi Piatek lascia la Polonia con il titolo di promessa da tener sotto la lente d’ingrandimento, e dopo una trafila nella nazionale Under 21 biancorossa e il fallimento al mondiale della nazionale di Nawalka, chissà che non possa rientrare nel nuovo ciclo della Polonia calcistica in cerca di rilancio. Il Genoa lo spera.

DUTTILE E DINAMICO
Cosa può dare davvero al Genoa questo ragazzo polacco?
Sicuramente vivacità. Come ogni giovane che arriva in Italia da lontano, le aspettative sono tante ma sicuramente non inferiore alla voglia di spaccare il mondo di Piatek; sa che è la grande occasione in un campionato di massimo livello, e quindi fin dall’inizio ha spinto sull’acceleratore per prendersi spazio e sguardi del proprio allenatore e del suo staff, riuscendoci in maniera perfetta: dall’inizio del ritiro Piatek ha già segnato 10 gol, mettendosi in mostra non soltanto per la sua capacità sotto porta ma anche per il dinamismo che mette in campo, lottando su ogni pallone e sacrificandosi anche in fase di non possesso.
Il 4-3-1-2 che Ballardini ha in mente potrebbe metterlo nelle migliori condizioni, dato che il polacco di 183 cm potrebbe sfruttare al meglio anche la sua duttilità: capace di giocare in posizione di prima punta, Piatek se la cava molto bene anche partendo dall’esterno, e un modulo come quello sopracitato potrebbe far sì che il trequartista di competenza (Pandev?) possa liberamente inserirsi sfruttando gli spazi lasciati dai movimenti del compagno di squadra. Ad oggi i gol contano fino ad un certo punto, ma stando alle ultime prove Piatek ha oscurato colui che in teoria sembrava l’unico certo di un posto da titolare, ossia quel Lapadula in cerca di riscatto dopo un’annata in chiaroscuro; oggi si sono visti molto spesso assieme Kouame e Piatek con l’esperto Pandev alle loro spalle, a fargli sia da trequartista che da chioccia dall’alto della sua proverbiale esperienza.

Massiccio e molto capace nel gioco aereo, potrebbe anche adattarsi nel ruolo di unica punta con due esterni che vanno alla ricerca del cross, o anche con i due laterali a piedi invertiti che potrebbero cercarlo con imbucate dall’esterno; Piatek incuriosisce tanto anche per la varietà di colpi che ha mostrato in queste prime uscite stagionali, così da prendersi la scena durante il ritiro estivo di Brunico e da ricevere i complimenti del suo mister, uno che tende a non fare mai dichiarazioni roboanti e a non riempire di elogi i suoi. Ma per Piatek si è lasciato sfuggire un “ha colpi molto importanti”.
Piatek si è definito amante del suo connazionale Lewandowski, ma ha dichiarato di rivedersi più in Harry Kane, probabilmente per la sua fame sottoporta. Meno elegante e più killer, cosa che per una squadra come il Genoa forse è un vantaggio, visto che per imporsi potrebbe servire meno estetica ma più sostanza. E Ballardini sembra perfetto per questo genere di concetti e visioni. Qualcuno vede Piatek come una scommessa, ma l’alternanza con gente come Kouame o Lapadula potrebbe permettergli di imporsi in tempi brevi e di levarsi qualche soddisfazione personale già alla prima stagione in Italia, ma sarà fondamentale saperlo aspettare senza mettergli fretta e pressione superflua.
Di attaccanti che nel recente passato hanno fatto bene a Genova sotto la gradinata nord ce ne sono stati tanti, e di polacchi che si sono imposti in Italia altrettanti. Che Piatek possa essere l’insieme delle due cose? Il Genoa lo spera per il suo futuro, la Polonia anche. Adesso sta all’impronunciabile Krzysztof sobbarcarsi il peso di tutto ciò per poi scaricarlo in rete, iniziando la sua lunga scalata verso le vette calcistiche più importanti.
