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La nuova era del Calcio Italiano: come sta cambiando la Serie A?

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La nuova era del Calcio Italiano: come sta cambiando la Serie A?

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PANORAMICA POST-LOCKDOWN

Il calcio italiano sta vivendo una fase decisamente transitoria in diversi ambiti, da quello tattico a quello fisico, senza tralasciare, ovviamente, quello economico.

La pandemia globale ha cambiato bruscamente tante carte in tavola, scombussolando le varie programmazioni alla quale tutte le squadre si sottopongono all’inizio di una nuova stagione competitiva: il Milan ad esempio ha avuto la possibilità di iniziare la preseason senza intoppi grazie al calendario dei preliminari di Europa League, mentre la Dea ha dovuto mettersi in moto subito dopo le fatiche in Champions League (le cui fasi finali si sono svolte ad agosto).

Le preparazioni atletiche sono state pesantemente modificate a causa del blocco avvenuto nella scorsa primavera, un elemento certamente da non sottovalutare vista la componente strategica che risiede in esso, con pianificazioni differenziate in base agli obbiettivi stagionali e alle caratteristiche tattiche delle squadre.

Altro fattore che la pandemia ha pesantemente sconvolto è stato, come detto, quello economico, in quanto molte squadre devono fare a meno degli introiti derivati dagli stadi di proprietà, come nel caso della Juventus. Gli stessi sponsor sono chiaramente portati ad abbassare il tiro, e di conseguenza cambia drasticamente anche il modo di fare mercato: sono sempre più frequenti operazioni di prestito con riscatto o con pagamenti dilazionati, in modo da sostenere l’impatto delle spese.

Questa situazione, sempre in termini di mercato, ha portato ad una grande rivalutazione dello scouting, che consente di pescare talenti di grande potenzialità a prezzi molto bassi, come nel caso di Alexis Saelemakers del Milan, preso dall’Anderlecht per meno di dieci milioni. Oltre al mercato più oculato e attento ai costi c’è anche una tendenza a valorizzare sempre più i giovani. Il caso di Alessandro Bastoni ne è il più bell’esempio, sia per costanza d’impiego che per rendimento, visto che parliamo di un ragazzo di appena 21 anni che si è preso non solo la titolarità in una della massime piazze italiane ma anche la convocazione di Mancini in azzurro.

Dal profilo Instagram ufficiale @acmilan

LA NUOVA VISIONE TATTICA

Non è però solamente la pandemia ad essere artefice dei cambiamenti che avvengono nel nostro calcio.

Negli ultimi anni infatti la visione tattica della Serie A è sensibilmente mutata, mettendo in luce una forte predisposizione ad un calcio sempre più propositivo e moderno, il che ci porta sostanzialmente all’inizio di una nuova era, in cui il catenaccio ed il tradizionalismo vengono pian piano accantonati per far spazio all’intensità ed alla qualità del calcio proposto.

Un importante prototipo di questo radicale cambiamento risiede nella figura di De Zerbi, che con il Sassuolo sta mostrando con grande efficacia la sua mentalità offensiva ed estremamente visionaria, proponendo un calcio tra i più estetici ed offensivi d’Italia.

La Juventus stessa si è affidata ad Andrea Pirlo, una scelta dettata, fra i tanti fattori, dal bisogno di una visione calcistica fatta di idee e voglia di costruire gioco, parametri che l’attuale allenatore bianconero ha sempre manifestato nelle sue parole e nei suoi schemi tattici.
Antonio Conte ha adattato le sue feroci idee, basate come sempre su un calcio dinamico ed atleticamente aggressivo, ad un football che oggi richiede qualità in fase di costruzione, con innesti come Kolarov, Sensi e lo stesso Eriksen.

L’altra sponda di Milano ha messo il turbo con un progetto estremamente efficace, in un bel mix di freschezza, calcio offensivo e talento, emerso grazie alla figura di Stefano Pioli, che ha completamente ribaltato le ambizioni della squadra rossonera toccando le giuste corde e coltivando l’ottima materia grezza a disposizione.
Non fa eccezione il Napoli di Gattuso, cresciuta ulteriormente in questa stagione e maggiormente arricchita in termini di rosa. L’allenatore calabrese ha inoltre dato quella cattiveria in più che ai partenopei mancava, ed egli stesso sta crescendo esponenzialmente, puntando sempre più sulla qualità e sul baricentro alto, a differenza della sua più conservativa esperienza rossonera.

Sullo stesso copione recitano anche le squadre della capitale, con due progetti diversi ma sicuramente accomunati dalla voglia di mettere in scena un calcio bello ed efficace, in cui la “testardaggine” di Inzaghi e le sfumature spagnole del calcio di Fonseca sono divenute caratteristiche portanti di Lazio e Roma. Come non citare la grande fiaba Atalanta, che da ormai qualche anno stupisce i palcoscenici italiani ed internazionali a suon di gol e spettacolo, figli di una visione tattica votata all’attacco totale ed all’aggressività atletica, condita da fantasia e tecnica dalla trequarti in su.

È chiaro che il calcio Italiano, attraverso le sue squadre più competitive, stia attuando un profondo rinnovamento ideologico e filosofico; la speranza è che la competitività della nostra nazione possa continuare a risalire la china.

Mkhitaryan dopo la tripletta al Genoa, dal profilo ufficiale @officialasroma

 

VALORI ED EQUILIBRI

La stagione 2020/21 sta presentando una situazione che in Serie A non si vedeva da ormai diverso tempo. Attualmente infatti non esiste un unico padrone della competizione, sebbene il Milan sia partito oltre ogni aspettativa e la Juventus cammini con il freno a mano costantemente tirato.

L’inesperienza di Pirlo, unita al bisogno di rinnovare una rosa dall’età media molto alta e carente in alcune zone del campo, hanno fatto sì che gli equilibri si riassestassero, portando in scena un campionato che oggi più che mai è divenuto imprevedibile ed interessante.
In questa particolare “Royal Rumble” nelle prime posizioni si registra una partenza non proprio delle più convincenti dell’Inter, che nonostante lo status, le ambizioni e la campagna acquisti importante voluta da Conte non riesce a dare costanza alla sua forza, complici le eccessive e deleterie polemiche ed una rosa non completamente calzante al modulo dell’allenatore salentino.

La vetta della classifica è temporaneamente occupata invece dal Milan, la squadra attualmente più costante della Serie A in termini di risultati, un gruppo che ha messo in luce una grandissima unione d’intenti ed una crescita nei singoli a dir poco impressionante. Il progetto rossonero è acerbo ma ricco di potenzialità, e sebbene la squadra di Pioli non sia costruita per vincere nell’immediato le dimostrazioni di forza iniziano ad esser tante.

Al punto di maturità sembrerebbe essere arrivato anche il Napoli, seppur con qualche strafalcione comprensibile, dato il cambio di modulo e l’adattamento al nuovo tipo di calcio proposto da “Ringhio”. Gli azzurri hanno trovato il giusto assetto per esprimere la loro vulcanica qualità tecnica, implementando talenti, restaurando giocatori di qualità e consolidando la forza dei big, in uno shaker potenzialmente devastante che quest’anno può davvero dire la sua in maniera forte.

Diversa invece la situazione dell’armata bergamasca, che a differenza dello scorso anno sta mostrando un andamento zoppicante in campionato, mentre tende a splendere di più in Champions. L’attitudine in questione pone ovviamente la qualificazione agli ottavi come obbiettivo primario, sacrificando partite in Serie A, a vantaggio chiaramente degli introiti derivati dalla Coppa dalle grandi Orecchie. La Dea rimane forte, arrembante e spettacolare, ma più guardinga ed oculata nelle sue energie.

Nei piani alti rimane confermata la presenza forte della Roma e della Lazio, ancor più consolidate rispetto allo scorso anno e con degli innesti interessanti ad arricchire i loro roster.
Gli acquisti di Pedro e Mayoral sono infatti frutto di un lavoro che ricerca un mix di qualità, stile iberico ed esperienza, e con il recupero totale di Mkhitaryan si preannuncia spettacolo nella parte giallorossa della capitale. I biancocelesti basano invece il loro lavoro sulla continuità, sviluppando, oltre ad un calcio moderno ed offensivo, una capacità di adattamento agli avversari ed una resilienza che poche altre squadre possono vantare, mantenendo i quattro grandi tenori Immobile, Luis Alberto, Correa e Milinkovic-Savic a coordinare le trame di gioco.

Questa Serie A non offre solamente bellezza nei piani alti, infatti il grande cambiamento di visione abbraccia anche le squadre di valori più bassi, ma in grande crescita ideologica e progettuale, come nei casi di Sassuolo e Verona, due splendide realtà che stupiscono ogni giorno di più per consapevolezza e maturazione. Potenzialità ottime si registrano anche nel nuovo Cagliari targato Di Francesco e nel folle Torino di Giampaolo, mentre rimane una bellissima realtà in crescita il Bologna di Mihaijlovic, sempre più rabbioso ed in cerca di un equilibrio tattico non ancora completamente trovato, ma con del valore potenziale non indifferente.

Il nostro calcio è dunque sulla via della rifondazione, e si spera che questa possa essere la svolta definitiva per poter tornare ad essere temuti e rispettati in tutta Europa.

 

Immagine presa da Account Twitter Ufficiale@ SerieA

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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