Connect with us
La nuova regina d'Olanda è l'AZ Alkmaar: i giovani al potere

Generico

La nuova regina d’Olanda è l’AZ Alkmaar: i giovani al potere

Pubblicato

:

In Olanda sta succedendo qualcosa di impronosticabile. No, niente a che vedere con la monarchia parlamentare dei Paesi Bassi: Guglielmo Alessandro è ancora il sovrano del Paese e ci auguriamo lo rimanga per molto. Qualcosa di sorprendente, invece, sta sconvolgendo l’Eredivisie: l’AZ Alkmaar è la nuova regina d’Olanda, la squadra più piacevole e sorprendente del massimo campionato olandese.

Eppure negli ultimi anni l’Eredivisie, più di una monarchia, aveva iniziato ad assumere le sembianze di una oligarchia riservata ad Ajax e PSV Eindhoven, che insieme si sono divise otto degli ultimi nove campionati. L’unica eccezione è stata il Feyenoord, campione nel 2017, che pure nella propria storia ha vinto ben 15 trofei nazionali. Eccezione mica tanto. Chi, al contrario, sembra la vera intrusa tra le solite squadre è proprio l’AZ che con pazienza, programmazione e tanta ambizione è tornata finalmente a lottare per il vertice di un campionato che ha vinto in passato solo due volte: nel 1981 e nel 2009, quando in panchina sedeva un guru del calcio olandese e europeo, Dick Advocaat.

(Fonte: profilo Instagram AZ Alkmaar)

L’AZ sta viaggiando ad un ritmo impressionante. E lo sta facendo con il consueto “bel gioco” tipico della scuola oranje; senza rinunciare, però, ad alcuni accorgimenti e dettagli che hanno favorito l’esplosione della squadra biancorossa, reduce dalla pesante vittoria in casa nello scontro diretto contro l’Ajax e ora in testa al campionato appaiati proprio ai Lancieri. L’Eredivisie può contare su una classe di allenatori estremamente preparati sotto ogni punto di vista: se quello scorso è stato l’anno di Ten Hag, il 2019-2020 può essere la stagione di Arne Slot, la vera mente cha ha dato il via alla rinascita dell’AZ Alkmaar.

MAGIC MOMENT

I ragazzi di Arne Slot, che può contare su un organico la cui età media è di 23,4 anni e del quale parleremo a breve, hanno battuto 1-0 l’Ajax nel super match di domenica pomeriggio all’AFAS Stadion di Alkmaar. L’ha decisa, come gli capita da inizio stagione praticamente, il solito Myron Boadu, la nuova stella del calcio olandese.

(Fonte: profilo Instagram AZ Alkmaar)

Quella arrivata contro i campioni in carica è stata la settima vittoria consecutiva in campionato: una striscia incredibile di risultati positivi iniziata il 27 ottobre ad Eindhoven, con il clamoroso 0-4 rifilato al PSV, e continuata anche domenica in casa dopo aver battuto nel frattempo Twente, Emmen, Utrecht, VVV-Venlo e PEC Zwolle. Durante le ultime sette partite, tutte vinte, i biancorossi hanno segnato 18 gol e non ne hanno subito nessuno. Una mole offensiva di gioco di primissimo livello e una solidità difensiva che, almeno in patria, non ha eguali: con 8 reti subite in 17 giornate la difesa dell’AZ è la migliore dell’intero torneo. E con 41 punti conquistati fino ad ora è stato eguagliato il record della stagione 2008-2009, quando poi la squadra allora allenata da Advocaat riuscì a portare a casa il titolo.

(Fonte: profilo Instagram AZ Alkmaar)

L’AZ gioca un calcio piacevole, spensierato e organizzato come pochi: Arne Slot ha dato al suo club un’identità ben precisa, basata sulla velocità del tridente d’attacco e sulle geometrie dei tre centrocampisti titolari, alle quali va aggiunta la propensione offensiva dei terzini, Svensson e Wjndal, che a turno spingono per garantire appoggio in fase d’attacco, e infine un senso del sacrificio e del saper soffrire sviluppatosi proprio grazie alla fame e alla volontà di tornare a recitare un ruolo di primissimo piano in Olanda. Perché è sì vero che gli ultimi due campionati si sono chiusi al quarto e al terzo posto, ma è altrettanto vero che raramente l’AZ aveva dato la sensazione di poter competere per vincere qualcosa. La mentalità offensiva impressa da Slot alla sua squadra è probabilmente figlia della formativa esperienza nelle giovanili U21 e U19 della società da parte del tecnico olandese, che una volta promosso primo allenatore dopo il passaggio di van den Brom all’Utrecht, ha ritrovato tantissimi ragazzi che erano cresciuti con lui: Stengs, Boadu, Koopmeiners, Wjndal. E questa serie di fattori ha evidentemente inciso sul gran cammino fin qui intrapreso dall’AZ.

I GIOVANI AL COMANDO

L’Alkmaar è la sorpresa di questa prima parte di stagione, è innegabile. Ma a sorprendere, piuttosto, è la quantità industriale di giovani che oggi sono titolari e che da protagonisti stanno portando avanti il sogno di riconquistare dopo 11 anni l’Eredivisie. In porta c’è Marco Bizot, 28 anni e ben 13 clean sheets in campionato, 30 nel 2019. Il reparto difensivo può contare innanzitutto su due pilastri centrali di notevole esperienza: il belga Wuytens e l’ex Aston Villa Vlaar, anche se a rotazione hanno giocato il greco Chatzidiakos, ora infortunato ma è un centrale molto interessante, e addirittura Jordy Clasie. La storia dell’ex Feyenoord è molto particolare: quattro anni fa sembrava sul punto di esplodere, tant’è che venne acquistato dal Southampton dal Feyenoord per 15 milioni. Poi però tra infortuni, ricadute e una evidente involuzione tecnica è stato costretto a ritornare in Olanda, prima di nuovo al Feyenoord e da quest’estate all’AZ. Data la concorrenza a centrocampo e l’emergenza in difesa, Arne Slot lo ha schierato come centrale di destra al fianco di Wuytens, fornendo una prestazione più che convincente contro l’Ajax, anch’essa orfana dei vari Labyad, Promes e Neres. Risultato? Clasie premiato come man of the match.

L’associazione terzino-esterno d’attacco è una delle chiavi del gioco dell’Alkmaar. Qui, contro il Twente, Stengs viene incontro con il pallone in possesso di Svensson. I difensori avversari, attratti dalla sfera e dalla posizione del giovane attaccante olandese, creano lo spazio che verrà attaccato da Stengs.
(Fonte: sito Footballbh.net)

La vera arma in più di questa squadra sono i due terzini, due veri fluidificanti spesso determinanti anche nella metà campo avversaria: Svensson, norvegese di 26 anni, è stato fin qui autore di 1 gol e 3 assist; mentre Wjndal, terzino sinistro classe ’99, ha messo a referto già 4 assist ed è stato puntato dall’Ajax in caso di futura partenza di Tagliafico.

Svensson, terzino destro tecnicamente molto bravo, è abile a superare la linea dei tre difensori in pressione con un tocco morbido proprio nello spazio liberatosi dal movimento di Stengs. Il quale, con una finta, lascia sul posto i suoi avversari andando a creare un’interessante palla gol. Creazione dello spazio e attacco della profondità.
(Fonte: sito ufficiale Football.net)

In mezzo al campo due giocatori sono importanti, l’altro è importantissimo. I primi due in questione sono il secondo norvegese della rosa, Midtsjö, incaricato di battere tutti i calci piazzati, e il nuovo numero dieci De Wit, ex Ajax, chiamato a sostituire l’ultimo capitano Guus Til andato in Russia, un giocatore estremamente talentuoso che abbina al suo fisico imponente anche una buone dose di fosforo che per un centrocampista fa sempre la differenza. La differenza la fa eccome Teun Koopmeiners, tra i tre sicuramente il più completo sotto ogni punto di vista: a 21 anni è capitano di AZ e Nazionale olandese Under 21, oltre a poter vantare ben 97 presenze e 16 gol con lo stesso club che lo ha cullato fin da bambino. Koopmeiners è l’equilibratore della manovra offensiva della squadra: è lui a decidere quando è il momento di alzare il pressing – caratteristica fondamentale nell’idea di gioco di Slot – ed è sempre lui a decidere quando è il momento di rallentare o di respirare. Oltre, naturalmente, ad avere una predisposizione al gol di cui pochi centrocampisti della sua età godono. Koopmeiners è un giocatore che, per usare un termine caro al gergo giornalistico, “si farà”.

Teun Koopmeiners, classe’98, 17 partite, 7 gol e 1 assist in Eredivisie quest’anno. 12 presenze, 4 gol e 1 assist tra preliminari e fase a gironi di Europa League. Determinante.
(Fonte: profilo Twitter AZ)

E arriviamo, infine, alle tre bocche di fuoco dell’Alkmaar. Il tridente biancorosso è un mix micidiale di tecnica, velocità, dribbling e lucidità sotto porta che pochi, obbiettivamente, si aspettavano di vedere in azione quest’anno. Più che altro perché quando parliamo di Idrissi, Boadu e Stengs, parliamo di tre ragazzi giovanissimi – rispettivamente di 23, 18 e 20 anni – che stanno facendo cose eccezionali anche in giro per l’Europa, come ampiamente dimostrato nel positivo percorso nella fase a gironi in Europa League, competizione che vedrà gli olandesi affrontare il LASK Linz ai sedicesimi di finale. La simbiosi tra i tre è talmente evidente che spesso in campo si ha la sensazione che nessuno dei tre abbia un ruolo fisso. Giocano molto vicini e stretti quando il pallone passa per vie centrali; mentre danno sfogo alla loro proverbiale accelerazione quando bisogna andare in contropiede. Insieme hanno realizzato 32 dei 60 gol stagionali, il 53% della produzione offensiva dei cheeseheads passa da loro.

Il primo dei due gol di Boadu contro il PSV. Stengs si accentra e trova lo spazio per ricevere il pallone sulla trequarti: il filtrante per Boadu, allargatosi a sinistra, è visionario. Davanti la porta il giovane attaccante brucia sul tempo Zoet e segna la rete che dà il via allo 0-4 sul malcapitato PSV.

Contro l’Ajax, ad esempio, Myron Boadu ha sprecato almeno tre colossali occasioni da gol. Eppure è stato proprio lui a risolvere al 90′ l’ultima partita del girone di andata, con un colpo di testa da calcio d’angolo, complice un’uscita maldestra di Onana: in stagione Boadu ha segnato 11 reti in Eredivisie e 6 in Europa League. Ha solo 18 anni – è un classe 2001 – ma ha giocato il 94% delle partite da titolare, ha partecipato al 46% delle reti della squadra grazie anche ai suoi 5 assist e in stagione ha segnato 4 gol contro Ajax, Feyenoord e PSV, più di ogni altro calciatore. Le premesse per diventare un top a livello mondiale ci sono e lo scorso mese ha esordito con la Nazionale olandese segnando all’Estonia. E se tre indizi fanno una prova…

VOLARE ALTO

L’AZ Alkmaar non può non sognare. In campionato i biancorossi hanno dimostrato di avere tutte le carte in regola per tenere il passo dell’Ajax, nel frattempo giunta alla terza sconfitta consecutiva dopo il tonfo con il Willem II e lo 0-1 in casa col Valencia. L’Ajax non perdeva tre gare di fila dalla stagione 1999-2000; non rimaneva a secco di gol per tre gare consecutive da quattro anni e, ironia della sorte, l’ultima squadra a battere in campionato l’Ajax prima di questo filotto negativo è stato proprio l’AZ nello scorso marzo.

Il testa a testa potrebbe continuare a lungo, anche perché l’Ajax non pare la macchina schiacciasassi dello scorso anno. E gli uomini di Arne Slot dovranno essere bravi ad approfittare di eventuali passi falsi degli ajacidi, che come l’AZ affronteranno i sedicesimi di Europa League dove se la vedranno con gli spagnoli del Getafe. In Olanda, questo è chiaro, comandano i giovani. E i giovani dell’AZ Alkmaar sono davvero forti. L’Ajax è avvisato: una nuova regina vuole prendersi il trono.

(Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram AZ Alkmaar)

Continue Reading
Commenta

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Flash News

Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione

Pubblicato

:

Khvicha Kvaratskhelia, giocatore del Napoli - Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League

Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.

LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA

Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.

Continua a leggere

Calcio Internazionale

Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico

Pubblicato

:

Barcellona Lewandowski

Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.

Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.

Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.

Continua a leggere

Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina

Pubblicato

:

Andrea Compagno

Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.

All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.

La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO

In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?

Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.

Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.

Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.

Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?  

Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA

Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?

Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.

C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?

Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.

E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento. 

Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR

I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A. 

Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.

È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese. 

Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE

Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto? 

Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.

Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?

Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.

La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?

Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.

Continua a leggere

Generico

Hazard torna a giocare: disputerà la Kings World Cup

Pubblicato

:

hazard

Direttamente dalla pagina X della Kings League, Eden Hazard ha annunciato in un video-annuncio la sua partecipazione alla Kings League di Gerard Piqué. Nella descrizione del contenuto pubblicato si legge inoltre la frase Il ritiro non è per tutti.

L’ANNUNCIO

“Si è parlato molto del motivo per cui ho lasciato il calcio. Ma io sono sicuro di una cosa: giocherò la Kings World Cup“.

A meno di un anno di distanza dall’addio al calcio professionistico, l’ex Real Madrid ha comunicato la scelta di iniziare questo nuovo capitolo della propria vita, comunicando che farà parte del team Deptorstra FC, guidato dalla streamer Celine Dept (la più seguita in assoluto su YouTube nel 2023), in occasione del torneo di calcio a 7 in programma il 26 maggio in Messico. La competizione si concluderà l’8 giugno.

Oltre ad Hazard, anche Rio Ferdinand è entrato a far parte di questo contesto relativamente nuovo, composto da altre stelle del passato come Zlatan Ibrahimovic, Mario Gotze e Neymar. L’ex bandiera del Manchester United sarà infatti co-presidente del team Five FC, insieme a Jeremy Linch (freestyler e content creator con oltre 50 milioni di follower su tutti i suoi social).

Il torneo vedrà la partecipazione di 32 squadre qualificate, che voleranno in America centrale per disputare la competizione.

Continua a leggere

I nostri approfondimenti

Giovani per il futuro

Esclusive

Fantacalcio

Serie A

Trending

Scarica L'App

Copyright © 2022 | Testata giornalistica n.63 registrata presso il Tribunale di Milano il 7 Febbraio 2017 | numero-diez.com | Applicazione e testata gestita da Número Diez SRL 12106070969