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La nuova Season NBA: le stelle della Western

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La nuova Season NBA: le stelle della Western

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Al via nella notte tra martedì 16 e mercoledì 17 la 73° edizione del campionato di pallacanestro più seguito al mondo, si parte alle 2 a.m. ora italiana con Phila-Boston, poi alle 4:30 Okc-Golden State. Finalmente riparte la NBA.

A favor di pronostico saranno ancora una volta proprio i Warriors a ricevere l’anello, ma mai come quest’anno, complice con ogni probabilità una sessione di scambi stellare, niente è già scritto. In una serie di due appuntamenti, vediamo insieme come partono le 30 squadre.

WESTERN CONFERENCE

IL COLOSSO GOLDEN STATE

Nonostante da anni siano una delle squadre più ostiche da affrontare nonchè i favoriti alla vittoria finale, in questa sessione di pausa estiva il GM Bob Mayers è riuscito a rendere i Golden State Warriors una delle squadre più forti che sia mai passata per la Baia di San Francisco. L’aver portato DeMarcus Cousins, con ogni probabilità uno dei 3 centri più forti della lega, che tanto aveva fatto innamorare i tifosi di New Orleans lo scorso anno in coppia con Anthony Davis, a firmare un contratto al minimo salariale per essere a partire da martedì sotto il comando di Steve Kerr, è senza ombra di dubbio la massima rappresentazione dello strapotere cestistico dei Golden State. Quest’anno non ci sono ragioni, i Warriors partono con parecchi km di vantaggio, certo mai niente è scontato, ma il quintetto, cosi’ come l’assetto tecnico-tattico, sembrano parlare chiaro: la squadra rasenta la perfezione.

Il probabile quintetto: Curry, Thompson, Green, Durant, Cousins

 

DALLA SECONDA FILA

HOUSTON ROCKETS

Sono senza dubbio i primi indiziati a soffiare il posto di campioni delle Western ai GSW; conosciamo bene il valore del ”Barba” James Harden e dell’acquisto di punta della sessione 2017/2018 Chris Paul. Lo scorso anno uno dei problemi maggiori per la squadra di Huston è stata la rotazione; quest’anno, seppur aver perso Mbah A Moute e Ariza possa diventare un problema, l’innesto di Carmelo Anthony sembra poter dare nuove garanzie a coach D’Antoni. Un po’ più indietro rispetto a Golden State, ma per il titolo ci sono pure loro.

Il probabile quintetto: Harden, Paul, Tucker, Anthony, Capela

SAN ANTONIO SPURS

Dopo un periodo decisamente sottotono, la cessione di Kawhi Leonard (all star fino allo scorso anno, era diventato per gli Spurs ormai un peso a causa del suo sempre posticipato rientro da un infortunio), coinvolto in uno scambio con DeMar DeRozan, attalmente all star, sembra aver dato alla squadra di Popovich nuove motivazioni. Tatticamente la squadra non se la cava male, si era perso qualcosa in difesa ma il tutto si può risolvere con l’arrivo di DeMar che, con il sempre presente Aldridge, formano una squadra da seconda fila meritata.

Il probabile quintetto: DeRozan, White, Aldridge, Gay, Poeltl.

OKLAHOMA CITY THUNDERS

Come si potrebbe lasciar fuori dalla lista per i più forti della Western Conference gli Okc? Scorso anno deludente sotto ogni punto di vista; fuori al primo turno Playoff contro la sorpresa Utah, ora cercano la rivalsa e con uno come Westbrook (MVP 2016/17) in Roster non si può far altro che macinare punti. In estate ha salutato Carmelo Anthony, ma sono arrivati Shroder e Grant, con un Paul George in forma e con uno Steven Adams devastante si può puntare in alto. Ottima anche la pescata Diallo al Draft. Qualche problema in difesa se manca Roberson, nonostante questo è sacrosanto il posizionamento in seconda fila.

Il probabile quintetto: Westbrook, Roberson, George, Grant, Adams.

 

UTAH JAZZ

Già nominati in precedenza, gli Utah Jazz non possono non trovare un posto tra i pretendenti alla finale di Conference. L’anno scorso sono stati senza dubbio la sorpresa della Western:; un miracolo aver pescato Donovan Mitchell, già crack del Basket targato USA, qualità assicurata con Gobert, quintetto di grande valore con margine di miglioramente mostruoso, coach Snyder in grande forma; Utah ha tutto per lottare e per essere lì, tra i primi 8 in classifica. Seconda linea assicurata.

Il probabile quintetto: Mitchell, Exum/Rubio, Ingles, O’Neal, Gobert.

 

LOS ANGELES LAKERS

Basterebbero due parole: Lebron James. Inutile parlare di uno dei migliori, se non il migliore, giocatore di basket che la Terra abbia mai avuto, può giocare anche da solo. Ai Lakers però, solo non lo è: è dall’addio di Kobe Bryant che a L.A. provano a costruire una squadra di giovani talenti che possa assicurare un successo duraturo. Lo scorso anno a rafforzare questo progetto è arrivato Lonzo Ball, non una grandissima stagione per lui, ma ora, con un anno di esperienza e 20 libbre in più sulle gambe è pronto a far vedere di che pasta è fatto. Monto meglio lo scorso anno invece Kayle Kuzma che, con Ingram, oltre a formare una coppia di ali giovanissime, formano anche un assetto da paura; che con l’aggiunta di LeBron non può far altro che spingere alla massima potenza il piede sull’acceleratore. Eccezionali anche gli innesti di Rondo e di JaVale McGee. In seconda fila di dovere.

Il probabile quintetto: Ball/Rondo, Caldwell-Pope, Ingram, James, McGee.

 

NEW ORLEANS PELICANS

Non è facile aggiungere l’ultimo tassello alle 8 favorite ai Playoffs. Con la partenza di Cousins, N.O. ha perso tantissimo e gli arrivi non compensano. Non sarà una stagione facile per i Pelicans, ma la sensazione è quella di poter vedere una squadra che, trascinata dall’all star Anthony Davis e da Jrue Holiday, ricca di speranza per l’esplosione di giocatori da troppo in procinto di mostrarsi per quello che sono (un esempio è sicuramente il nuovo acquisto Elfrid Payton) e rifornita di giocatori mai troppo apprezzati per il lavoro incredibile che fanno come Darius Miller e Julius Randle. Potrebbe essere un azzardo metterli tra le seconde file, ma per ora i New Orleans hanno qualcosina in più delle altre, nonostante una preseason disastrosa.

Il probabile quintetto: Payton, Holiday, Randle, Darius, Davis.

 

 

LE CONCORRENTI AI PLAYOFF

Come già detto non è risultato facile inserire l’ottava squadra tra le seconde linee, ecco perchè risulta di dovere parlare delle squadre che, senza troppi problemi, potrebbero lottare per il turno playoff.

Tra queste sicuramente i Minnseota Timberwolves: preseason tra alti e bassi e mal di pancia di Jimmy Butler a parte, hanno una squadra interessante, avvalorata dalla presenza di Karl Anthony Towns. Attenzione a Derrick Rose; è da anni che si spera in un suo ritorno il pompa magna, che questa sia la volta buona? Quel che c’è di certo è che gran parte della stagione dei T-Wolves dipenderà dalla permanenza o meno di Jimmy.

Come non nominare i Portland Trail Blazers, e quindi  pare ovvio e scontato parlare di Damian Lillard: è da un po’ che non scocca più il Dame-Time e i Trails ne soffrono. Disastrosa la serie persa 0-4 con i Pelicans nel primo turno degli scorsi playoff, ma se Dame, Nurkic e CJ McCollum sono in forma, a Portland ci sarà odore di Play.

Altre due squadre meritevoli di nota sono i Denver Nuggets ed i Los Angeles Clippers: attenzione a Joker Nikola Jokic per Denver, con Murray può fare più che bene. Discorso diverso invece per i Clippers; con l’addio di DeAndre Jordan si è perso l’80% del potenziale, che non è stato certo colmato con Gotart. Male la campagna acquisti, noi speriamo comunque per il nostro Danilo Gallinari che, al fianco di Tobias Harris può farsi valere.

LA POSSIBILE SORPRESA

Ci giochiamo la carta sorpresa con i Dallas Mavericks: è rischioso, si sa, ma a Dallas sanno vincere e con l’aggiunta di DeAndre Jordan la qualità si alza. Draftato il più grande talento del basket europeo, quel Luka Doncic che già ha dato spettacolo in preseason, accanto al quale finalmente potremmo – finalmente – vedere le vere potenzialità di Dennis Smith JR. Si pronostica una stagione fantastica per i Mavs, stagione che vedrà la presenza dell’ormai bandiera Dirk Nowitzki, a Dallas del ’98, quest’anno farà il 6° uomo.

Un altra squadra giovane che potrebbe far divertire? I Pheonix Suns. Si sa, la gioventù ti fa essere spavaldo e impavido, ti mette di fronte ai rischi senza che tu li consideri tali. Chissà…

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LeBron James, i principali record della sua carriera

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LeBron James

Il record dei 40.000 punti di Lebron James è soltanto la punta dell’iceberg di un giocatore che, a 39 anni (40 a dicembre) fa ancora scuola nell’intera NBA. I suoi Los Angeles Lakers perdono ma LeBron entra, con più forza, nella storia del basket. Quello che impressiona è la costanza in più di vent’anni di carriera. Andiamo a vedere i principali record del Chosen One.

Per capire subito l’entità e la caratura del giocatore, cominciamo proprio dal canestro che lo ha consegnato non alla storia, ma alla leggenda. Infatti, contro i Nuggets, LeBron è diventato l’unico giocatore della storia a segnare 40.000 punti. 

I RECORD DI LEBRON JAMES

Parlavamo di costanza e LeBron è anche l’unico giocatore della storia ad avere almeno 25 punti di media in 19 stagioni consecutive. Nel 2005-2006, poi, entra subito nella storia, a 22 anni, grazie alla vittoria dell’All-Star Game MVP Award. Con i Cleveland Cavaliers quella stagione, fa registrare una media di 31,4 punti a partita e vince il premio nella partita delle stelle diventando il più giovane di sempre a riuscirci. È anche il giocatore più giovane ad aver vinto quattro MVP. Un altro record è l’essere stato il più giovane a segnare 2.000 punti in una stagione, ed essere nominato MVP dell’All-Star Game.

Passando ai record di anzianità, bisogna mettere in conto che LeBron è il più vecchio di sempre ad aver completato una tripla doppia da 30 punti e avere una media di 30 punti in una stagione. Infine ultimo, per darvi solo alcuni highlights di quello che è ed è stato il percorso di LeBron in NBA, è il giocatore più vecchio ad aver messo a segno 25+ punti in 11 partite consecutive.

È l’unico giocatore ad aver vinto il premio MVP delle Finals con tre squadre diverse (Miami Heat, Cleveland Cavaliers e Los Angeles Lakers). Detiene la striscia attiva più lunga di partite consecutive con almeno 10 punti segnati: 1.205, nel 2018 ha superato Michael Jordan, attuale secondo in classifica, che è fermo a 866. Ancora attiva anche la striscia di 280 partite consecutive ai play-off con almeno un punto: 280, di cui 278 con almeno 10 punti segnati. Ai play-off è anche l’unico giocatore ad avere tre triple doppie da almeno 40 punti: nessun altro ne ha più di una.

Nelle Finals 2016 contro GSW è diventato l’unico giocatore a guidare entrambe le squadre per punti, rimbalzi, assist, stoppate e recuperi in una serie intera. E ci sono ancora tantissimi altri record, di minore importanza, che sottolineano l’incredibile carriera di LeBron James.

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Harden imita Beckham: vuole una stella per i suoi Houston Dynamo

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James Harden, cestista statunitense che ha vestito la maglia dei Philadelphia 76ers nell’ultima stagione, ha deciso di acquistare qualche tempo fa alcuni azioni degli Houston Dynamo. Harden ha trascorso ben nove anni in Texas e ha deciso quindi di investire sulla squadra di calcio di Houston che disputa la MLS. Ora, con l’arrivo di Lionel Messi all’Inter Miami di proprietà di David Beckham, il play americano sogna un colpo simile per la sua squadra. Ha infatti rilasciato recentemente alcune dichiarazioni a USA Today Sports: Cerchiamo un campione che venga a Houston. Sappiamo tutti quanto incredibile è Messi, che a Miami insieme alla sua famiglia si sta trovando bene. Anche noi cerchiamo qualcuno che venga nella nostra franchigia e siamo sicuri che lo troveremo. Non me ne occupo io direttamente, ma il club è al lavoro”.

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Clamoroso Lebron James, le sue parole sul possibile ritiro: “Ci devo pensare”

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Lebron

Nella nottata italiana i Los Angeles Lakers di Lebron James sono stati battuti, e eliminati per 4 a 0, dai Denver Nuggets per 111-113. Lakers che non riescono a riaprire la serie e che manda i Nuggets alle Finals aspettando la vincente di Miami-Boston.

Oltre che per la sonora sconfitta sulle 4 partite, il mondo del NBA è rimasto scosso per le dichiarazioni di Lebron James nel post partita, che lasciano pensare ad un possibile ritiro:

“Ho molto su cui pensare a livello personale sulla possibilità di proseguire con il basket, devo riflettere a fondo”

Dichiarazioni bomba del 4 volte campione NBA, che nonostante abbia ancora 2 anni di contratto, con l’ultimo opzionale, non pare più cosi certo di voler continuare a calcare i parquet della NBA. L’idea a cui tutti pensavano era quelli che il “Re” avrebbe aspettato il draft del figlio Bronny, per giocare una stagione insieme a lui. Ha poi confermato alla domanda sul possibile ritiro ai microfoni di un giornalista ESPN.

Poco prima, sempre nella conferenza stampa post partita, si è espresso così su una domanda riguardante la sua visione sulla prossima stagione:

Vedremo cosa succede… non lo so. Non lo so. Ho molto a cui pensare a dire il vero. Personalmente, quando si tratta di basket, ho molto a cui pensare. Penso che sia andata bene, anche se non mi piace dire che è stato un anno di successo perché non sto giocando per nient’altro che vincere titoli in questa fase della mia carriera. Non mi diverto solo a fare una finale di Conference. L’ho giocata molte volte. E non è divertente per me non essere in grado di fare una finale di campionato”.

 

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Basket

[VIDEO] Finale di Basket islandese: parte un coro contro la Juventus

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juventus

Simpatico siparietto quello avvenuto sabato durante la finale Scudetto del campionato islandese di basket.
Durante un momento di pausa del match tra Valur Reykjavik e Tindastoll, lo speaker del palazzetto ha fatto partire la celebre canzone dei Ricchi e Poveri, “Sarà perché ti amo”.

Fino a qui nulla di strano, ma durante il ritornello, il pubblico si lancia nel celebre coro (di matrice milanista) contro la Juventus, proprio sulle note della canzone.

Un episodio che ha già fatto il giro del mondo e che ha strappato un sorriso a molti in Italia, anche ai tifosi bianconeri.

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