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La nuova strada del Brasile

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La nuova strada del Brasile

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Il ricambio generazionale è la naturale conseguenza di un fallimento sportivo, lavorativo e familiare. Dopo una debacle inaspettata, sopratutto nello sport, la generazione che ha fallito l’obbiettivo ha due strade da poter intraprendere: la prima porta al riscatto sotto forma di vittoria, la seconda al ricambio generazionale che porti aria nuova in un ambiente depresso per la mancanza di stimoli. Questo è quello che sta succedendo al Brasile di Tite, grande sconfitto del Mondiale di Russia, che dopo aver calpestato ogni avversario nei due anni di preparazione alla competizione più importante del mondo del calcio ha steccato incredibilmente ai quarti di finale, lasciando una nazione intera con l’amaro in bocca. Per questo, in vista della Copa America casalinga prevista per giugno, Tite sta progressivamente cambiando le carte del mazzo della Seleçao, convocando quella nuova generazione che tanto sta facendo bene nel vecchio continente.

RIVOLUZIONE BRASILE

Dopo la fine del mondiale le lacrime di Neymar hanno fatto il giro del mondo: dopo quattro anni dal fallimento del Mondiale casalingo, anche la campagna di Russia ha deluso le aspettative di una nazione cinque volte campione del mondo. Pochi mesi dopo, precisamente a settembre 2018, la nazionale è però scesa nuovamente in campo, tornando a macinare vittorie (sei vittorie su sei partite giocate) e, sopratutto, lanciando nuove stelle nel panorama calcistico internazionale. Agli esordi di Richarlison e Paquetà (turno internazionale di Settembre), si sono aggiunti i debutti di Arthur (Ottobre) e Allan (Novembre) fino ad arrivare ai primi impegni del 2019, previsti per il 23 e il 26 di marzo, dove Tite ha addirittura cambiato dodici ventitreesimi dei giocatori presenti al mondiale. Una rivoluzione in grande stile, che nelle amichevoli contro Panama (23 marzo ore 18:00) e Repubblica Ceca (26 marzo ore 20:45) vedrà anche l’esordio di Vinicius Jr, stellina classe 2000 del Real Madrid.

Il Brasile festeggia dopo la vittoria di Ottobre contro l’Argentina in Arabia: di Miranda il goal del definitivo 1-0.

TUTTI MATTI PER VINICIUS

Di Vinicius c’è poco da dire che non sia già stato scritto, detto e decantato: il ragazzo classe 2000 è arrivato in punta di piedi nel Madrid lo scorso anno e a poco a poco si è preso la scena rubandola a mostri sacri come Gareth Bale, Isco e Marco Asensio. Partendo largo a sinistra brucia qualsiasi avversario gli si trovi davanti riuscendo a creare occasioni da goal ogni volta che ha il pallone tra i piedi. In questo Brasile orfano di Neymar e senza Douglas Costa, sarà lui a caricarsi sulle spalle il peso della fantasia della maglia verdeoro, in coppia con l’ex compagno ai tempi del Flamengo Lucas Paquetà.

Classe 2000, Vinicus si sta imponendo come fattore determinante nel Real Madrid post CR7.

DA MILANO AL BRASILE

Paquetà, classe 1997, è il vero e proprio fattore (insieme a Piatek) che sta permettendo al Milan di assurgere al terzo posto della Serie A dopo anni di digiuno. Trequartista per natura, mezz’ala per necessità, Lucas Paquetà sta facendo vedere a Milano cose eccelse, oltre a dimostrare partita dopo partita un ambientamento terrificante per un ragazzo della sua età al calcio europeo. Pronto tatticamente e fisicamente, il brasiliano ha già vestito la maglia verdeoro nel turno internazionale di settembre quando ancora vestiva la maglia del Flamengo, per poi riconquistarla oggi in vista delle amichevoli di fine mese. Una coppia vincente in Brasile per la quale è arrivato il momento di consacrarsi anche tra i grandi della Seleçao.

Lucas Paquetà è uno degli artefici della resurrezione del Milan oggi terzo in campionato.

RIPARTIAMO DA ZERO

Il dato più eclatante delle convocazioni del CT Tite riguarda il reparto di centrocampo: dei convocati del Mondiale di Russia, solo due (Coutinho e Casemiro) fanno parte dei selezionati per le amichevoli di questo mese. La rivoluzione parte proprio dal reparto che al Mondiale ha funzionato meno: nella gara contro il Belgio mancando Casemiro per squalifica nessuno si è dimostrato in grado di sostituirlo adeguatamente e questo ha sottolineato la necessità di un cambio importante. Arthur (esordio a Ottorbe) e Paquetà sono le vere novità di questo Brasile che si affida a giocatori che si stanno imponendo in grandi club come Barcellona e Milan per restituire verve e forza al centrocampo della Seleçao. Con loro, Allan (esordio a novembre), Fabinho e Felipe Anderson a completare la batteria di centrocampisti scelta da Tite per la rivoluzione in mediana necessaria al cambio di passo dei pentacampeones.

Messi lo ha eletto a miglior acquisto dell’ultima sessione di mercato: Arthur, imprescindibile per Valverde a Barcellona, è pronto a prendersi la Seleçao.

SALTO DI QUALITA’

In ultima istanza due giocatori, Gabriel Jesus e Richarlison, da cui si chiede il definitivo salto di qualità: se il loro compagno di reparto Firmino sta ormai riscuotendo successo un po’ ovunque, i due ragazzi necessitano di continuità nel peso della propria prestazione per diventare veri e propri nove del Brasile. L’attaccante dell’Everton, convocato a settembre per la prima volta, sta già segnando tanto (6 partite e 3 goal per il classe ’97), ma il suo potenziale richiede dei numeri più elevati. Il talentino del Manchester City è invece in una fase di involuzione che ha coinvolto anche il Mondiale in Russia: le medie restano alte con 11 goal in 25 partite, ma il fallimento totale del mondiale lo ha fatto retrocedere nelle gerarchie di Tite in attesa che torni a brillare come fatto nelle scorse stagioni.

La numero Nove del Brasile: dopo Ronaldo il peso di questa maglia è sembrato scivolare solo sulle spalle di Firmino. Da Richarlison e Gabriel Jesus ci si aspetta un salto mentale in vista delle prossime sfide.

CHI MANCA

Non si può però concludere senza citare coloro che in questo momento non fanno parte della Seleçao di Tite: Neymar Jr, capitano di questo Brasile, è ora ai box per il solito infortunio al piede che ne ha condizionato anche la campagna estiva di Russia. Per lui è già pronta la maglia numero dieci, nell’attesa che si assuma definitivamente la responsabilità di far vincere il sesto titolo mondiale alla Seleçao. Discorso diverso per Douglas Costa e Fernandinho: il primo, fuori per infortunio, sta avendo un rendimento altalenante che gli ha fatto perdere posti nelle gerarchie di Tite; il secondo, dopo la pessima prestazione contro il Belgio, è uscito dai radar delle convocazioni e sarà difficile vederlo nuovamente tra i 23 con la maglia verdeoro.

HASTA EL FINAL

In vista della Copa America Casalinga Tite sta dunque completando il ricambio generazionale che dovrà portare il Brasile a centrare il bersaglio Mondiale oltre che a fare incetta di titoli considerati minori dalle parti di Rio. Il gruppo A partirà il 14 giugno e vedrà il Brasile affrontare Bolivia, Venezuela e Perù, per poi dedicarsi alla fase finale dove ci si aspetta la consacrazione dei talentini entrati nell’orbita della squadra più vincente del mondo.

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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Politano e Darmian carichi nel prepartita: le parole

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All'Inter riesce una particolare impresa

Intervistati ai microfoni di DAZN nel prepartita di Napoli-Inter, Matteo Politano e Matteo Darmian hanno parlato delle loro sensazioni sul big match di giornata, molto importante per rispondere sul campo alle vittorie di Juventus e Milan.

POLITANO – “Conosciamo bene l’Inter e Dimarco, sappiamo che giocatore è ma siamo forti anche noi. Dovremo stare attenti. L’Inter ha una difesa fortissima, dovremo fare in modo di creare quante più occasioni possibili”.

DARMIAN – “Per arginare Kvara servirà lavoro di squadra, il Napoli ha tanti giocatori forti e dovremo stare attenti. La vittoria della Juve non ci mette pressione, dobbiamo scendere in campo come abbiamo sempre fatto”.

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Lecce-Bologna, le formazioni ufficiali: Zirkzee parte dalla panchina

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Lecce-Bologna

Il lunch match della 14ª giornata di Serie A mette di fronte due delle migliori formazioni del Belpaese. Guidate da due allenatori all’avanguardia e con molti spunti su cui lavorare, anche per il medio futuro. Lecce-Bologna sarà questa, ma anche molto altro. Il Lecce non vince dal 22 settembre, ma le ultime gare non sono state completamente da gettare. Indubbiamente, però, i salentini vogliono ritrovare i tre punti e vogliono farlo con la spinta del bollente pubblico di casa.

Ci proveranno contro una avversario sicuramente non facilissimo: il Bologna è, probabilmente, la rivoluzione di questa stagione ed il momentaneo sesto posto in classifica lo testimonia. Thiago Motta non potrà contare su De Silvestri in difesa, vittima di un infortunio. Mancherà anche Orsolini, ancora alle prese con l’infortunio che lo ha colpito circa una settimana fa.

D’Aversa e Thiago Motta hanno scelto i loro uomini per questo Lecce-Bologna, in scena del Via del Mare con calcio d’inizio previsto per le ore 12:30.

LE FORMAZIONI UFFICIALI

LECCE (4-3-3): Falcone; Gendrey, Pongracic, Baschirotto, Dorgu; Gonzalez, Ramadani, Oudin; Strefezza, Krstovic, Banda. All. D’Aversa.

BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski; Posch, Lukumi, Calafiori, Kristiansen; Aebischer, Fabbian; Ndoye, Ferguson, Saelemaekers; Van Hooijdonk. All. Thiago Motta.

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