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La parabola di Gabriel Jesus al Manchester City

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La parabola di Gabriel Jesus al Manchester City

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Gabriel Jesus

Gabriel Fernando de Jesus, detto Gabriel Jesus, nasce e cresce a Sao Paolo, città più popolosa del Brasile e dell’intero continente americano. Figlio di italo-brasiliani, muove i suoi primi passi calcistici nella squadra del suo quartiere di Jardim Pedro José Nunes, il Clube Pequeninoscome ricorda lui stesso:

“Tutto iniziò al Clube Pequeninos, molto di più di una semplice squadra. Scordatevi spiagge e palme, il nostro “stadio” era appena fuori una prigione militare. Il campo era uno schifo, senza erba e stretto tra grandi pini. Le uniche persone a giocarci, oltre a noi, erano le guardie penitenziarie”

Poi, l’abbandono del padre quando il centravanti è appena 17enne. Un evento che ha rafforzato il legame indissolubile con la madre, alla quale dedica i suoi gol e l’iconica esultanza.

I primi passi nel calcio professionistico, prima all’Atletica Anhanguera e poi soprattutto al Palmeiras, vera istituzione del calcio verdeoro. Poi l’esordio nel campionato paulista, dopo 48 gol in 54 presenze con le giovanili, e le 12 reti fondamentali per il ritorno al successo dei Verdao dopo 22 anni.

Una rapida ascesa che porta su di lui gli indiscreti occhi del migliore tecnico del mondo, arrivato da pochi mesi a Manchester per sostituire Manuel Pellegrini.

JESUS, GLI INFORTUNI & SOUTHAMPTON

Guardiola lo sceglie infatti come nuovo centravanti dei Citizens, viene pagata la clausola rescissoria da 32 milioni di euro ed il 19 gennaio 2017 viene presentato ai tifosi. Sceglie la 33, come l’età nella quale morì Gesù, a cui il brasiliano si è sempre dichiarato molto devoto.

Le sue caratteristiche vanno a nozze con il gioco intenso, spettacolare e rivoluzionario del mago spagnolo. Capace di occupare praticamente tutti i ruoli del fronte offensivo e dotato di una qualità tecnica eccelsa abbinata ad una grande intelligenza tattica ed un buon senso del gol, il brasiliano appare da subito come in rampa di lancio per diventare il nuovo fenomeno degli Sky Blues. Ed anche il Fenomeno per eccellenza, Ronaldo Nazario, lo incorona addirittura come suo erede.

L’inizio è promettente, ma viene stroncato da una frattura al metatarso che gli impedisce di giocare nella fase decisiva della stagione. Concluderà poi con 7 reti e 4 assist in 11 partite la sua prima annata inglese. Parte bene invece nella seconda, andando in rete anche nello storico 5-0 al Liverpool, ma il momento positivo non dura molto, nella gerarchia di Guardiola il Kun Aguero è sempre più intoccabile come perno dell’attacco.

Le prestazioni dell’argentino chiudono sempre più la porta a Jesus, che entra in un digiuno di reti lungo 14 partite e quasi 5 mesi, complice anche la rottura del legamento mediale del ginocchio. Questa serie di problemi fisici arrivano a condizionare fortemente il centravanti, sia fisicamente che a livello mentale, per sua stessa ammissione.

Il 2018, però, è anche l’anno del gol più iconico realizzato dall’ex Palmeiras in Premier League. Il pallonetto al 93° contro il Southampton permette al City, già campione d’Inghilterra, di infrangere quota 100 punti, record nella storia della massima serie.

IL CAMBIO DI RUOLO, HAALAND E HENRY

Nonostante la rete al St. Mary, il 2018 è in generale un anno estremamente da dimenticare per lui. Come non indimenticabile è la stagione successiva, in cui non brilla e non spicca, se non per rari exploit come il poker al Burton Albion. 

Il 2020 è il vero anno della svolta, in termini di prestazioni e impatto sul mondo City, cambia maglia, dalla 33 alla 9, e posizione. Chiuso dalla feroce concorrenza per essere la prima punta, si dice ad inizio stagione aperto ad un cambio di ruolo.

Detto fatto e Guardiola lo sposta sull’esterno, dove finalmente il brasiliano è libero di esprimere il suo enorme potenziale. In questi mesi, Jesus si conferma sempre di più un big game player. Devastante la sua performance con il Real Madrid agli ottavi di Champions, dove segna e conquista il rigore siglato da De Bruyne.

Non sempre, per usare un eufemismo, però trova continuità realizzativa. Nonostante infatti continui ad apparire più volte come centravanti, il suo score non regge il confronto con quello di Aguero, ma viene compensato dal suo contributo alla squadra. Fattore, quest’ultimo, che insieme a giocatori come Joao Cancelo e De Bruyne, lo ha reso uno dei principali playmaker, in senso stretto, nel meccanismo del tecnico ex Barcellona.

La continuità realizzativa è però arrivata in concomitanza con le voci che danno Erling Haaland ad un passo da Manchester. Un acquisto che ovviamente taglierebbe fuori dalla rosa il brasiliano, messo alle spalle al muro dai rumors di mercato. Da quel momento, sono arrivati 4 gol ed un assist contro il Watford, valsi un paragone con Stoichkov, parola di Pep, e la strepitosa notte di Champions ancora contro i Blancos, piegati 4-3.

Nonostante questo cambio di marcia, ormai il destino del 9 sembra segnato e anche lui sembrerebbe aver aperto ad un non rinnovo del contratto. A muoversi, oltre a Inter e Juventus, è stata soprattutto l’Arsenal di Arteta, rimasta orfana di Aubameyang a gennaio. Ad incensare l’ex Palmeiras, è stato in prima linea Titì Henry, una vera istituzione dalle parti del nord di Londra.

In questo contesto, tra un futuro sempre più lontano dal Manchester City e vicino all’Emirates, tra l’ingombrante figura di Haaland, una Premier da vincere ed una semifinale di Champions di ritorno che aspetta i Citizens, cerca certezze Gabriel Jesus, il 9 atipico che tra alti e bassi è diventato finalmente grande.

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Scaloni avvisa: “Nessuno è certo della convocazione, tranne due calciatori”

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Dopo il Mondiale l’Argentina del commissario tecnico Lionel Scaloni punta a difendere il titolo della Copa America. La competizione si disputerà negli Stati Uniti tra giugno e luglio 2024.

Per preparare la competizione l’Albiceleste è scesa in campo in questa pausa per le Nazionali. Due vittorie per i ragazzi di Scaloni che si sono imposti 3-0 contro El Salvador, grazie alle reti di Romero, Enzo Fernandez e Lo Celso e 3-1 contro la Costa Rica.  A segno Di Maria, Mac Allister e Lautaro Martinez.

Nella conferenza stampa dopo la sfida contro la Costa Rica, Scaloni ha voluto tenere in guardia tutti i calciatori, sottolineando che nessuno dei convocati, a parte due fuoriclasse (Messi e Di Maria), siano certi della partecipazione alla Copa America. Dunque sull’attenti anche tutti gli “italiani” che puntano la convocazione. Resta comunque quasi impossibile che il commissario tecnico rinunci ad alcuni tasselli importanti, su tutti il capitano dell’Inter Lautaro Martinez, protagonista di una stagione strepitosa fin qui.

Nella fase a gironi, l’Argentina è stata inserita nel Gruppo A con Perù, Cile e Canada.

LE PAROLE DI SCALONI

“Non posso garantire a nessuno che era qui che sarà convocato per la Copa America . Solo Messi e Di Maria sono certi del posto“.

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“CI METTO la FIRMA” – La Rassegna del Diez

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La rassegna stampa è senza alcun dubbio il miglior modo per iniziare la giornata. Ecco quindi le prime pagine dei principali quotidiani sportivi internazionali per la giornata di oggi.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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L’EQUIPE

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Thiago Almada nel mirino dell’Europa: il prezzo è accessibile

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Thiago Almada è pronto ad approdare in Europa. Non si sa ancora per chi, ma sembra che il tempo in USA del classe 2001 argentino sia giunto ai titoli di coda. Era arrivato all’Atlanta United nel febbraio 2022 per quindici milioni di euro, e ora è pronto a lasciare per un prezzo quasi raddoppiato.

Già, perché secondo quanto riportato da Diario Sport, nel contratto di Almada con gli statunitensi ci sarebbe una clausola già prefissata che gli permette di andare via per circa 27 milioni di euro; un prezzo sì alto, ma vista l’età e la direzione intrapresa ultimamente dal mercato, è tutto sommato una cifra abbordabile, soprattutto per le big europee.

Le due squadre più interessate sembrano essere il Chelsea, che ormai ci ha abituato ad avere un occhio di riguardo per i giovani di talento, e l’Atletico Madrid, che lo vorrebbe per sostituire il partente Angel Correa, suo connazionale.

I NUMERI DI THIAGO ALMADA IN MLS

Almada è un trequartista di bassa statura (1,71m) che può giocare anche più defilato, sia a destra che a sinistra. L’argentino è un giocatore creativo e con un forte fiuto del gol, visto che nella stagione 2023 ha fornito in totale 11 gol e 16 assist in Major League Soccer. Nella stagione attuale, ha già trovato il gol dopo solo tre partite, e sembra già pronto per fare il grande passo nel Vecchio Continente.

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Lobotka sui complimenti di Xavi: “Fa piacere. Ora penso al Napoli, in estate si vedrà”

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Lobotka, Frendrup, Retegui, Genoa, Napoli, Serie A, Champions League, EURO2024, Coppa Italia

Dopo una stagione d’oro ed indimenticabile come quella scorsa, culminata con la vittoria del terzo scudetto della propria storia, il Napoli non è riuscito a ripetersi e quest’anno sta riscontrando diverse difficoltà. Nonostante un andamento meno brillante della squadra, a centrocampo continua a sorprendere e incasellare belle prestazioni Stanislav Lobotka.

Lo slovacco è stato un punto di riferimento nello scacchiere di Luciano Spalletti e anche adesso è fondamentale per il gioco degli azzurri. Nella stagione in corso, Lobotka ha giocato 29 partite in Serie A, realizzando un assist, 1 in Coppa Italia, 2 in Supercoppa nazionale e 8 in Champions League. Nell’ultima partita europea, in casa del Barcellona, il centrocampista si è messo in evidenza davanti all’allenatore blaugrana, Xavi, che si è complimentato con lui e che ha dichiarato di volerlo in Spagna.

Stanislav Lobotka è stato convocato in Nazionale dal suo allenatore al Napoli e CT nella Slovacchia, Francesco Calzona, e ha rilasciato una breve intervista in cui ha parlato dei complimenti di Xavi alla tv slovacca RTVS, mentre si trovava in aeroporto a Bratislava, pronto per tornare in Italia. Di seguito le sue parole.

BARCELLONA – “Penso al Napoli, il mio pensiero è quello di tornare per allenarmi. Sabato abbiamo una gara importante da giocare. Certo, è un piacere quando il tuo idolo d’infanzia, Xavi ti loda per come giochi, mi dà energia per continuare a lavorare su me stesso. Vedremo cosa succederà in estate”.

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