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Doppia utilità

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Doppia utilità

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Torino

La formazione schierata da Sinisa Mihajlovic in occasione della sfida di Coppa Italia contro il Carpi lasciava trapelare gli obiettivi che voleva raggiungere il tecnico serbo nella serata. L’undici titolare del Torino presentava un misto di titolari e riserve. Scelte pensate per dare minuti ai calciatori un po’ indietro di condizione e testare chi ha avuto meno spazio. Certo, c’era anche una partita contro un avversario di una categoria inferiore ma da non sottovalutare.

Alla fine tutto si è ben incastrato. Vittoria, qualificazione agli ottavi e match sfruttato per la sua doppia utilità.

LA PARTITA

Misto di titolari e riserve, si diceva. Ecco allora vedere in campo, davanti al Milinkovic-Savic portiere, la nuova coppia di centrali formata dai giovani Lyanco e Bonifazi. Centrocampo formato da Acquah, Valdifiori e Baselli che è l’unico dei tre ad essere un titolare fisso. E’ l’attacco ad avere più uomini che spesso partono dall’inizio: tridente composto da Iago Falque, Belotti e Niang. Manca l’intelligenza calcistica di Ljajic, ma non la qualità. Nel caso degli ultimi due, sicuramente scarseggia la brillantezza, motivo per cui sono stati lanciati in campo.

L’allenatore del Carpi Calabro, invece, pensa all’importante sfida di campionato contro l’Avellino e attua un ampio turnover. Nel 3-5-2 disegnato dal leccese ecco dunque vedere giovani con poche presenze in Serie B come Vitturini, Anastasio, Calapai, Romano, Nzola.

Prova a partire subito forte la squadra di casa che nei primi secondi insiste sulla fascia destra per sfruttare la qualità di Iago Falque. Con il passare dei minuti, però, i romagnoli prendono le misure e cominciano a uscire fuori. L’esterno sinistro Anastasio, aiutato dal centrale Vitturini e dalla mezzala Romano, limita le avanzate dei granata dalla sua parte. Giocano con coraggio i ragazzi di Calabro. Vanno a contrasto, recuperano palla a centrocampo, approfittando anche di disimpegni sbagliati avversari, e ripartono. Calapai sull’out di destra si propone più di una volta, gli attaccanti dialogano bene con la squadra.

Insomma, la nona classificata della serie cadetta non lascia vita facile agli uomini di Mihajlovic. La differenza di categoria ed esperienza, tuttavia, si fa vedere nei dettagli.

Al minuto 17, su un calcio d’angolo battuto da Niang, Iago Falque viene lasciato solo al limite dell’area, libero di tirare e segnare. Sarebbe ora interessante vedere come reagisce il club ospite allo svantaggio. Poteva accusare il colpo, invece si conferma una buona squadra continuando a giocare senza timori. Il fatto di avere in campo molti giovani per il Carpi è un vantaggio e allo stesso tempo uno svantaggio.

L’aspetto positivo è la spensieratezza con la quale l’equipè gioca al Grande Torino. Quello negativo, invece, è, come già accennato prima, la poca esperienza che porta a fare errori di gioventù. Alla mezz’ora, su un calcio di punizione, viene lasciato solo Belotti in area. Fortunatamente per i biancorossi il Gallo non è ancora al 100% e manda fuori.

Si rifà qualche minuto dopo, quando torna al gol raccogliendo un prezioso assist di Niang, molto bravo in dribbling. Questa volta il Carpi sente un po’ di più il contraccolpo, anche se fino all’intervallo resta in partita. Nella seconda frazione, dopo un discreto inizio, il Torino prende sempre più campo, gestendo bene il doppio vantaggio. I granata, usufruendo della freschezza di Boyè, Gustafsson e nel finale di Edera, crea occasioni da gol, poi non sfruttate. Finisce due a zero con il Toro che, pur non giocando benissimo, vince facendo valere la maggior qualità tecnica ed esperienza.

SEGNALI DI RISVEGLIO

Uno dei giocatori in ritardo di condizione a cui Mihajlovic ha concesso importanti minuti per il raggiungimento della forma migliore è Andrea Belotti. Il bomber italiano il due ottobre scorso ha accusato un infortunio al ginocchio che lo ha costretto ai box per 25 giorni. Uno stop pesante che ne ha rallentato la crescita dal punto di vista fisico che ogni giocatore compie da inizio stagione.

La mancanza della forma ottimale si vede nelle giocate che il Gallo compie. Un esempio: l’occasione della mezz’ora del primo tempo precedentemente descritta. Il Belotti al 100% in quella circostanza la palla l’avrebbe messa in rete, ieri invece l’ha mandata fuori.

Nonostante questo, nella partita di Coppa Italia l’ex Palermo ha dato segnali di risveglio, soprattutto grazie alla rete marcata al 32°. A inizio partita il tecnico serbo ha invitato il suo attaccante a dialogare di più con i compagni, a partecipare alla manovra. Poi, ritrovato il gol e liberatosi così di un peso, il suo match è cambiato. Ha cominciato ad aiutare la squadra, muovendosi di più. Al 37° lo si è visto addirittura a centrocampo prendere la palla e guidare i suoi verso la porta avversaria.

A conferma del suo momento non positivo ci sono un paio di occasioni sciupate nel secondo tempo. Il Gallo, dunque, non è ancora tornato al top, ma è sulla buona strada.

TRA ALTI, BASSI E… FISCHI

L’altro uomo tanto atteso dal pubblico dello stadio Olimpico Grande Torino era M’baye Niang. Il francese, dopo tre mesi dal suo arrivo a Torino, non ha ancora dimostrato i 15 milioni che il club di Cairo ha sborsato per portarlo in granata. L’ex Milan finora ha risposto con tante prestazioni sottotono e il suo score in campionato conta una sola marcatura e un assist. Complice il cambio di modulo attuato dal suo mister, che è passato dal 4-2-3-1 al 4-3-3, ha perso anche la maglia da titolare.

L’ha ritrovata ieri in una partita in cui la sua prova, contro avversari nettamente inferiori dal punto di vista tecnico, destava grande curiosità. La partita del classe ’94, sostituito al 54° per un problema fisico, è stata di alti e bassi. Schierato da esterno sinistro, ha spesso ecceduto nella giocata, finendo per perdere palla. Da annotare anche i cali di concentrazione che a volte l’hanno portato a sbagliare il disimpegno, favorendo gli avversari.

Dopo una ventina di minuti dall’inizio del match, però, poi a sprazzi si è acceso diventando devastante sulla fascia per la sua velocità e capacità di vincere gli 1 vs 1. L’azione della seconda rete del Torino, firmata da Belotti, ne è la dimostrazione. Quindi alti, bassi e… fischi dei tifosi che lo hanno accompagnato per quasi tutti i 54 minuti in cui è stato in campo. Mihajlovic con lui deve lavorare ancora tanto, in particolar modo sotto l’aspetto mentale.

METTERSI IN MOSTRA

La sfida è stata anche l’occasione per i giocatori finora poco impiegati dai propri allenatori per mettersi in mostra.

E’ il caso della coppia centrale torinista Lyanco-Bonifazi, provata spesso durante il ritiro estivo da Mihajlovic. I due insieme si sono ben comportati concedendo poco ai rivali. Entrambi si sono distinti dal punto di vista fisico, combattendo alla grande con le punte del Carpi.

In evidenza anche i giocatori lanciati in campo dall’ex ct della Serbia a gara in corso. Lo svedese Gustafsson, preso il posto di Baselli, si è subito fatto notare per delle occasioni create. Buonissimo impatto sulla partita anche del 20enne esterno offensivo Edera.

L’italiano nei 19 minuti che ha giocato ha fatto un‘impressione estremamente positiva. Bravo a saltare l’uomo, negli ultimi secondi di match dalla fascia si è accentrato molto bene, entrando in area e andando vicino al gol.

In mostra anche alcuni giovani potenziali talenti della squadra romagnola. Anastasio, terzino sinistro classe ’96 di proprietà del Napoli, è stato bravo sia in fase di non possesso che di possesso. Con lui anche il coetaneo Romano e il 20enne difensore Vitturini, l’anno scorso a Pescara. Senza dimenticare Calapai, terzino destro di 24 anni svincolatosi dopo il fallimento del Modena e accasatosi al Carpi lo scorso 11 novembre.

IL GESTO TECNICO

Impossibile non citare il migliore gesto tecnico della partita, la grandissima punizione calciata nel finale da Milinkovic-Savic. Non il centrocampista della Lazio, ma il fratello-portiere che ieri ha fatto il suo esordio stagionale. Vanja ha dimostrato di essere bravo, oltre che con le mani, anche e soprattutto con i piedi.

Una risorsa importante per il Torino che potrà beneficiare della sua doppia utilità. Così come ha saputo sfruttare la doppia utilità della partita di Coppa Italia

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Flash News

Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione

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Khvicha Kvaratskhelia, giocatore del Napoli - Serie A, Coppa Italia, Supercoppa Italiana, Champions League

Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.

LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA

Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.

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Calcio Internazionale

Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico

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Barcellona Lewandowski

Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.

Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.

Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina

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Andrea Compagno

Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.

All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.

La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO

In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?

Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.

Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.

Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.

Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?  

Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA

Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?

Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.

C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?

Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.

E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento. 

Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR

I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A. 

Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.

È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese. 

Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE

Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto? 

Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.

Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?

Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.

La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?

Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.

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Hazard torna a giocare: disputerà la Kings World Cup

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Direttamente dalla pagina X della Kings League, Eden Hazard ha annunciato in un video-annuncio la sua partecipazione alla Kings League di Gerard Piqué. Nella descrizione del contenuto pubblicato si legge inoltre la frase Il ritiro non è per tutti.

L’ANNUNCIO

“Si è parlato molto del motivo per cui ho lasciato il calcio. Ma io sono sicuro di una cosa: giocherò la Kings World Cup“.

A meno di un anno di distanza dall’addio al calcio professionistico, l’ex Real Madrid ha comunicato la scelta di iniziare questo nuovo capitolo della propria vita, comunicando che farà parte del team Deptorstra FC, guidato dalla streamer Celine Dept (la più seguita in assoluto su YouTube nel 2023), in occasione del torneo di calcio a 7 in programma il 26 maggio in Messico. La competizione si concluderà l’8 giugno.

Oltre ad Hazard, anche Rio Ferdinand è entrato a far parte di questo contesto relativamente nuovo, composto da altre stelle del passato come Zlatan Ibrahimovic, Mario Gotze e Neymar. L’ex bandiera del Manchester United sarà infatti co-presidente del team Five FC, insieme a Jeremy Linch (freestyler e content creator con oltre 50 milioni di follower su tutti i suoi social).

Il torneo vedrà la partecipazione di 32 squadre qualificate, che voleranno in America centrale per disputare la competizione.

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