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La Roma torna a Trigoria: Di Francesco prepara il modello 2.0

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La Roma torna a Trigoria: Di Francesco prepara il modello 2.0

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Lo società giallorossa è pronta a richiamare a rapporto i suoi soldati per provare a confermare la stagione inverosimile appena trascorsa.
Il 9 luglio scatta il ritiro ufficiale per l’armata lupetta: Eusebio Di Francesco ha convocato 31 uomini, in pratica tutta la rosa la completo, deficitaria solamente dei reduci mondiali, Fazio, Kolarov e Alisson.
I giocatori rimarranno nella capitale fino al 20 dello stesso mese, data dopo la quale partirà la tournée verso gli States.
Un viaggio di lusso che vedrà la Roma affrontare squadre di livello quali Real Madrid e Tottenham; prima delle grandi esibizioni, però, ci sarà l’amichevole a Latina il 14 luglio.

GENTE CHE VA’, GENTE CHE VIENE

Dei 31 convocati da mister Eusebio, ci sono 12 cambiamenti rispetto alla scorsa stagione, 9 volti nuovi qui a Trigoria e 3 che hanno abbandonato la corte giallorossa.

PORTIERI

Un cambio solo per quanto riguarda il vice-Alisson: la Roma fra i pali ha lasciato andar via il polacco Lukasz Skorupski per far spazio ad Antonio Mirante.
Uno scambio fra l’asse Roma-Bologna insomma, con un guadagno, tra l’altro, di 5 milioni a favore dei giallorossi (9 il costo di Skorupski contro i 4 di Mirante).
Se consideriamo la coppia Alisson-Mirante, anche se le voci su un approdo via dalla capitale del brasiliano sono molto insistenti, ad oggi sarebbe una delle migliori del campionato, al pari del duo juventino Szczęsny-Perin.

DIFENSORI

Per quanto riguarda il reparto arretrato l’unico ad aver fatto le valigie è l’ex torinista Bruno Peres, direzione São Paulo.
I nuovi arrivi invece sono 3: Iván Marcano (31 anni compiuti il 23 giugno), centrale spagnolo arrivato come parametro zero dal Porto, William Bianda, diciottenne francese, anche’esso centrale, proveniente da Lens per la modica cifra di 6 milioni e Davide Santon, terzino ambo fascia ventisettenne, direttamente dalla corte di Spalletti per 9.5 milioni.
Se contiamo i già in rosa Manōlas, Fazio e Juan Jesus, i due nuovi arrivati formano il quintetto difensivo, ad oggi, migliore della Serie A.
Nella difesa a quattro di Di Francesco i titolarissimi continuerebbero ad essere il greco e l’argentino, con Marcano e Jesus validi sostituti nei momenti di calo della stagione o per un ottimo turnover.
Ovviamente il giovane Bianda fa da chiosa a i primi quattro, nella speranza di maturare e strappare al più presto possibile un posto negli undici.
L’arrivo di Santon completa alla perfezione il pacchetto terzini: sulla sinistra si ritroverebbe a tappare alla grande i buchi di un Kolárov ormai trentatreenne, che non può più disputare 50 partite in una stagione, mentre dulla fascia opposta il ritrovato Karsdorp darebbe volentieri il cambio a un onnipresente Florenzi.
Un investimento, anche qui, non sull’undici titolare, ma nell’organico, per essere sempre coperti in ogni ruolo con almeno un cambio di livello: è sicuramente questa la strada giusta da intraprendere, la stessa che ha contraddistinto i 7 anni di vittorie bianconeri, che non solo è stata superiore nei titolari, ma anche, e soprattutto, preparata nelle vicissitudini di una lunga annata grazie a una corposa panchina.

CENTROCAMPISTI

Un solo addio in questo reparto, ma maledettamente doloroso.
Il Ninja Radja Nainggolan, che ha raggiunto per 38 milioni (24 contanti, più cartellini di Santon e Zaniolo, valutati 9,5 e 4,5) il suo guru Luciano Spalletti.
Difficile, se non impossibile, rimpiazzare un giocatore simile, così Monchi ha provato a scaldare i tifosi romanisti con 4 pedine: oltre al giovane Zaniolo dall’Inter, il DS ha portato nella capitale prima Ante Coric (21 anni compiuti ad aprile), trequartista in arrivo dalla Dinamo Zagabria, pagato 6 milioni, poi Bryan Cristante dall’Atalanta, in prestito (5 parte fissa, più 25 di riscatto), e infine Javier Pastore direttamente dal Paris Saint-Germain, per 24.7 milioni.
Attualmente con il centrocampo a 3 si avrebbe De Rossi, con Gonalons primo sostituto, in cabina di regia, e due mezzali che sappiano fare agilmente la doppia fase.
Grazie ai nuovi acquisti Strootman e Pellegrini rischiano la titolarità, con Cristante e Pastore seri candidati per strappar loro la maglia.
Se su Cristante non vi sono dubbi di natura tattica, sul trequartista argentino non si può dire lo stesso: come interno di centrocampo non garantirebbe quello strappo per ripiegare in caso di bisogno, quindi difficilmente potrebbe giocare con Pellegrini che, come lui, predilige la fase offensiva, mentre Strootman e Cristante sarebbero il compagno ideale per El Flaco, data la grande fisicità che li caratterizza.
Se invece Di Francesco volesse renderlo il centro assoluto del progetto, dovrebbe optare per un cambio tattico, passando a un 4-2-3-1, o un 4-3-1-2, dove avrebbe la totale libertà di orchestrare la fase offensiva della squadra.
Coric e Zaniolo è ovvio che siano i fanilini di coda per il mister, data la giovane età, ma non mi stupirei se con prosieguo della stagione acquisissero sempre più minutaggio.

ATTACCANTI

Con solo Tumminello ceduto all’Atalanta per 5 milioni, Monchi lo ha rimpiazzato con un nome molto altisonante: Kluivert dall’Ajax.
Non il grandissimo Patrick, ma Justin il figlio: dopo una stagione di altissimo livello in Eredivisie, la Roma è riuscito a strapparlo alla concorrenza per soli 17 milioni di euro.
Il DS ex Siviglia in questa trattativa si è veramente superato, portano alla corte di Eusebio un prospetto mondiale.
Con Džeko titolarissimo unica punta, e Schick e Defrel pronti a sfruttare ogni piccola possibilità, il reparto di attacco rimane un rebus: 5 ali che partono tutti, o quasi, dallo stesso livello.
Come titolari la scorsa stagione erano in pole position Perotti ed El Shaarawy, ma nella seconda parte hanno fatto molto bene i sostituti Ünder (anche in Champions) e Gerson, e un po’ meno sia l’argentino che l’ex ala del Milan.
Se a questi nomi aggiungiamo il talento purissimo dell’olandese neo-giallorosso, difficile capire chi farà reparto con il bosniaco.
Vedremo come Di Francesco gestirà non più una squadra di livello, ma un intera rosa di 20 nomi tutti forti e vogliosi di giocare.

UN INSIPIDO TERZO POSTO

La scorsa stagione di Serie A ha visto la Roma raggiungere il piazzamento Champions, obiettivo minimo dichiarato dal club.
Rispetto all’anno recedente, però, non solo è scesa di una posizione, ma è calata anche drasticamente sul piano dei punti accumulati.
Infatti la squadra giallorossa ha chiuso a 77 punti contro i 10 in più della passata stagione, accumulando, tra l’altro, un gap di ben 18 punti dalla capolista contro i soli 4 della stagione 16/17.
Sicuramente il calo di rendimento giallorosso è dovuto sia al cambio in panchina, con l’arrivo di Di Francesco, e alle cessioni eccellenti di Rüdiger, Paredes, Emerson e, soprattutto, Momo Salah.
In particolar modo, l’egiziano non è stato rimpiazzato adeguatamente, e questo si è risentito al quanto nel corso della stagione, sopreattutto nel numero di segnature.
La Roma si piazza al 5° posto fra le squadre di A per reti realizzate, con 61 gol (rispetto ai 90 con Salah), dietro rispettivamente a Lazio, Juventus, Napoli e Inter (89, 86, 77, 66).
Il gioco propositivo non è però solo gol, anche se conta moltissimo, infatti gli altri dati hanno delineato la squadra capitolina sempre tra i vertici: prima per numero di giocatori a segno (15), prima per legni colpiti (23), prima per cross riusciti (354) e seconda per numero di tiri in porta (644 contro i 655 del Napoli).
Dati importanti in fase di proposizione che, se uniti alle rassicuranti cifre difensive (solo 28 gol subiti), delineano un quadro di una formazione molto equilibrata e compatta, merito indiscutibilmente di mister Eusebio.
Al di là delle cifre era normale aspettarsi di più dalla squadra che, almeno sulla carta, ha battagliato con la Juventus per il primato l’anno passato: la Magica ha avuto molti alti e bassi, come testimoniano gli scontri diretti: uno score pessimo in casa, con la sola vittoria nel Derby capitolino e un pari a reti bianche con la Juventus, e poi solo sconfitte con Inter, Napoli, Milan e Fiorentina, mentre in trasferta è sempre uscita imbattuta tranne che all’Allianz Stadium di Torino.
Per quanto riguarda la Serie A insomma la Roma ha raggiunto solamente l’obiettivo minimo, altalenandosi un po’ troppo, il che rende la stagione giallorossa in campionato poco più che sufficiente.
La stagione però non comprende solo la competizione nazionale, e se si parla di una annata mirabolante della squadra di Di Francesco un motivo c’è…

A 90′ DAL SOGNO

Ebbene sì, ciò che ha significato una radicale svolta nella stagione dell Roma è il percorso nella coppa dalle grandi orecchie.
Nel sorteggio di Nyon i giallorossi vedono le porte dell’Inferno: Chelsea, Ateltico Madrid, e Qarabag.
Oltre alla doppia vittoria, scontata, contro la formazione azera, i migliori risultati sono arrivati nel confronto insperato con il Chelsea: dapprima esce indenne dallo Stamford Bridge con uno spettacolare 3-3, per poi schiantare i Blues con un secco 3-0 all’Olimpico, risultati che incoronano i capitolini padroni della classifica.
Trascinatore assoluto il centravanti bosniaco Edin Džeko che, assieme al numero 1 brasiliano, grande protagonista nel debutto in casa contro i Colchoneros, portano la Roma tra le migliori 16 d’Europa.
Dopo la titanica impresa compiuta nel girone, a Nyon la squadra di Di Francesco viene lautamente ricompensata: l’avversaria negli Ottavi di finale è lo Šachtar Donec’k.
Nel doppio confronto la Roma non brilla, uscendo sconfitta in Ucraina per 2-1, risultato che senza le parate al limite del miracolo di Alisson avrebbe potuto essere molto più largo, e vincendo di misura in casa, con il solito Džeko.
Dopo il passaggio del turno grazie al gol in trasferta, al sorteggio di Nyon i capitolini vengono questa volta castigati, vendendo accoppiati con il Barcellona di un certo Lionel Messi.
Se dopo il sorteggio solo i romanisti più ottimisti credevano alla possibilità di battere i catalani, dopo la cocente débâcle al Camp Nou per 4-1 nemmeno loro potevano pensare all’impensabile.
Stadio Olimpico di Roma, 10 aprile 2018, data in cui la stagione giallorossa svolta drasticamente.
Chiedete questa data a un tifoso giallorosso e sentirete una sola risposta possibile: al 6′ Edin Džeko, al 58′ capitan Danielino De Rossi, e al 82′ Kōnstantinos Manōlas!
Perché questi tre gol sono i più importanti nella storia della Roma nell’ultimo decennio almeno, e hanno fatto sognare non una città, non una nazione, ma il mondo intero.
In semifinale capita il Liverpool dell’ex Salah, che stronca il sogno giallorosso.
Nonostante il mancato accesso alla finale la Roma ha fatto un stagione mostruosa, con la ciliegina sulla torta che rappresenta la rimonta sul Barcellona…ecco perché, nonostante il campionato altalenante, l’annata rimane meravigliosa.

L’OBIETTIVO DELLA NUOVA ROMA

Il traguardo minimo da riconfermare ogni anno deve essere il piazzamento Champions che, dati gli acquisti e la rosa molto profonda, non dovrebbe essere un grosso problema.
Il vero obiettivo però è tornare a regalare un trofeo ai propri tifosi, per questo il primissimo passo è tornare ad alzare quanto meno la Coppa Italia e, sperando in un passo falso della Madama, provare l’assalto allo Scudetto, perché ad oggi l’unica rivale della Juve sembra essere la Juve stessa.
Piazzarsi dal secondo posto in su, ricapitolando, provare ad alzare la Coppa Italia, e superare i gironi di Champions, questi i traguardi sotto i quali i tifosi si sentirebbero delusi.
Tutto ciò che verrebbe in più sarebbero solo gioie per i romanisti e l’inserimento di tasselli per tornare quella squadra che, nel lontano 2001, alzava la sua ultima Serie A.

(dati statistici: SKY SPORT)

 

 

 

 

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Parolo contro Mancini: “Retegui? Una forzatura. A lui preferisco Kean”

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Kean Juventus

Mateo Retegui è tra i giocatori più chiacchierati delle ultime settimane. Le due reti in Nazionale nelle sfida di qualificazione a Euro 2024, contro e Inghilterra e Malta, sono bastate per mettere d’accordo buona parte degli scettici di fede azzurra.

Ciononostante, al termine del match tra Juventus e Verona, Marco Parolo ha espresso, negli studi di DAZN, il proprio parere riguardo le ultime convocazioni di Roberto Mancini, soffermandosi sull’assenza di Moise Kean:

Tra Retegui e Kean scelgo Kean. Retegui è stata una forzatura, anche se ha segnato due gol, ma non so se messo in Italia possa fare i gol dei nostri attaccanti italiani. I gol li ha fatti Orsolini, Scamacca, Raspadori, Kean. Quando segnano si parla di attaccante del futuro e Immobile viene messo da parte, ma qui parliamo di qualcosa di diverso“.

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Szczesny: “Il calendario è stimolante, ora pensiamo alla semifinale”

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Szczesny

La Juventus ha superato 1-0 il Verona grazie a Kean: dopo il match, il portiete bianconero Szczesny è intervenuto ai microfoni di DAZN.

Il momento è buono, stasera forse non abbiamo brillato ma dopo la sosta le partite sono sempre pericolose. Alla fine conta portare a casa i tre punti, siamo contenti del risultato ma non molto della prestazione. Il calendario è bello e stimolante per arrivare a giocarci tutte le competizioni. Europa League e Coppa Italia sono due obiettivi: in campo abbiamo conquistato 59 punti, siamo a +9 sul’Inter, anche se nemmeno noi sappiamo quale sia la vera situazione. Ora pensiamo alla semifinale di Coppa Italia, è bello, non vediamo l’ora di affrontare questo mese. Portare a casa un trofeo europeo sarebbe stimolante“.

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Allegri: “Stiamo facendo qualcosa di importante. Inter? Non può sempre perdere”

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serie A

La Juventus ha superato 1-0 l’Hellas Verona grazie al gol di Moise Kean: le parole del tecnico Massimiliano Allegri dopo la vittoria dei suoi ragazzi.

LA GARA – “Era una partita complicata, sporca, il Verona ti fa giocare male, ti pressa a tutto campo. Siamo stati fermi nei primi 25 minuti, poi abbiamo iniziato a creare situazioni favorevoli. Forse potevamo fare meglio negli ultimi 10 minuti, senza concedere loro la possibilità di avvicinarsi all’area. In questo dobbiamo migliorare ma credo che i ragazzi stiano facendo qualcosa di importante”.

SU KEAN E LOCATELLI – “In Nazionale? Mancini ha esperienza nel chiamare i giocatori, io credo che alcuni giocatori della Juventus abbiano qualità importanti e che possano essree chiamati. Ma le convocazioni poi le fa Roberto, che chiama chi secondo lui è meglio. Locatelli? Ha reagito bene alla mancata convocazione in Nazionale, è cresciuto bene sul piano tattico, è più mobile nella circolazione della palla anche se deve ancora migliorare in certi tipi di giocate. Come tutta la squadra, anche Locatelli ha cuore e passione. Poi possiamo sbagliare e giocare meno bene, ma alla squadra sicuramente sotto questo aspetto non si può dire niente”.

LA SITUAZIONE DI CLASSIFICA – “Dopo la sentenza dei 15 punti abbiamo giocato a Salerno, poi abbiamo superato le altre davanti e in classifica reale siamo al settimo posto. Vincendo abbiamo staccato quelle dietro. La classifica vera fatta sul campo meritatamente dice che abbiamo 7 punti più della Lazio, 9 sull’Inter e 11 sul Milan. Questo è un bel risultato. L’Inter e le altre non possono sempre perdere, per ora siamo a -4 dal quarto posto ma vedremo Milan e Roma. Di obiettivi ne abbiamo tanti, l’importante è essere lucidi. Del Piero? Grandissimo giocatore, ha rappresentato la Juventus per tantissimi anni e ci ha fatto piacere che sia venuto allo stadio. In dirigenza? Queste cose spettano alla società, noi dobbiamo pensare la campo e non è facile”: 

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Zaffaroni: “Abbiamo creato seri presupposti per far gol: c’è rammarico”

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Verona

Ha parlato al termine del match tra Juventus e Verona, vinto 1-0 dai bianconeri, Marco Zaffaroni, tecnico dei gialloblù.

Di seguito, le sue parole ai microfoni di Sky Sport.

LE DICHIARAZIONI

PARTITA –Nella fase di finalizzazione, negli ultimi metri, abbiamo creato i presupposti per far gol. Purtroppo ci manca ancora cattiveria in quelle zone del campo. Abbiamo creato seri presupposti per segnare e c’è rammarico per questo. I ragazzi sono stati bravi soprattutto nel primo tempo, giocando alla pari. Poi abbiamo cercato di pareggiare in ogni modo, ma non è bastato nonostante la prestazione. I tifosi sono importanti, hanno bisogno di prestazioni di questo tipo, dove la squadra dà tutto e i tifosi lo riconoscono. Dobbiamo raggiungere la qualità che ci manca per ottenere i punti per raggiungere la salvezza“.

GAICH –È un ragazzo con voglia di lavorare e che sta crescendo. Gli manca ancora la capacità di scelta, di tenere la palla, di smarcarsi in maniera efficace. Deve crescere da questo punto di vista, ma ha qualità. Quando giochi con difensori di alto livello, però, risulta tutto più difficile“.

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