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La scossa giusta

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La scossa giusta

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Il Genoa ha decisamente invertito la rotta. Appena sei punti nelle prime dodici giornate con Juric, già sette nelle ultime tre con Ballardini, ai quali si aggiunge la vittoria in settimana contro il Crotone in Coppa Italia.

La squadra sembra finalmente aver trovato la sua quadratura e, dopo la vittoria esterna a Crotone e il pareggio in casa contro la Roma, ieri sera è arrivato il successo in un altro scontro diretto, contro l’Hellas Verona. In questo momento i punti di vantaggio sulla Spal terz’ultima sono tre, ma l’impressione è che la forbice si allargherà con il passare delle partite.

Ancora una volta nella sua carriera, mister Ballardini sembra aver dato la scossa giusta, subentrando in un momento non facile.

TENUTA MENTALE

Quando Ballardini è approdato – per la terza volta – sulla panchina del Grifone, la squadra veniva dalla sconfitta nel derby e aveva appena sei punti in classifica, la metà del Crotone. Dopo aver battuto i calabresi alla prima, Ballardini non si è più fermato e, dopo due partite, li ha addirittura superati.

Eppure i risultati che Juric aveva raggiunto, se li si analizzano a fondo, non erano totalmente disastrosi. Sei punti in dodici gare sono una miseria, e l’allenatore non poteva che essere esonerato, ma fino a quel momento i rossoblù avevano affrontato squadre del calibro di Juventus, Lazio, Napoli, Inter e Milan, pareggiando con i rossoneri e andando vicino all’impresa contro i partenopei e, addirittura, anche contro la Vecchia Signora.

Andandoci vicino appunto, perché l’unica volta che il Genoa era riuscito a portare a casa il bottino pieno era stato contro il Cagliari di Rastelli, che di certo non viveva un momento facile. L’impressione era che, in ogni partita, da un momento all’altro i calciatori del Grifone avrebbero avuto un calo di concentrazione, una flessione dal punto di vista mentale che li avrebbe portati a subire la rimonta degli avversari. Così era successo infatti con la Juventus, con la Lazio e anche con il Chievo.

La squadra di Juric non giocava male, ma accusava costantemente cali di concentrazione, dovuti forse all’approccio estremamente nervoso dell’allenatore croato. Quello che invece ha saputo innanzitutto fare Ballardini è stato diffondere tranquillità e serenità tra giocatori e ambiente. Ora il Genoa sta decisamente meglio in campo, e soprattutto riesce a gestire le diverse fasi della partita con consapevolezza (vedi la partita di ieri sera contro l’Hellas).

UNA ROSA ALL’ALTEZZA

Soprattutto poi, la rosa del Genoa non è assolutamente tra le peggiori del campionato. Quando in organico hai Perin, Lapadula, Bertolacci, Zukanovic e Rossettini, prima o poi la svolta arriva. I rossoblù sono decisamente superiori a molte squadre loro concorrenti, e stanno godendo anche di alcune sorprese di stagione.

Quella di Adel Taarabt ad esempio. Il marocchino, rivitalizzato da Juric, sta dimostrando di essere ancora un calciatore che può fare la differenza in Serie A. I suoi continui strappi dal centrocampo all’attacco sono fondamentali per il ribaltamento dalla fase difensiva in offensiva; il suo impegno nel rincorrere gli avversari è la qualità necessaria per raggiungere la salvezza.

Un’altra novità di quest’anno è sicuramente la vivacità del giovanissimo Pellegri, che ha avuto un impatto straordinario con il massimo campionato e che rappresenta un talento che il Grifone dovrà saper curare al minimo dettaglio.

Aspettando il risveglio di Lapadula, nel frattempo è stato acquistato Giuseppe Rossi che, nonostante le sue innumerevoli difficoltà fisiche, con la giusta atmosfera attorno potrebbe rivelarsi un’altra dolce sorpresa. I giocatori ci sono, ora che anche l’allenatore sta trovando la chiave, la salvezza dovrebbe essere alla portata.

UNA PICCOLA RIVOLUZIONE

La chiave Ballardini l’ha trovata cambiando qualcosa dal punto di vista tattico, ma non stravolgendo gli schemi di Juric. La tenuta mentale è assicurata anche dalla disposizione in campo, che prevede dei reparti più legati tra loro attraverso l’aggiunta di una mezzala pura al posto di un trequartista. In questo modo i giocatori sono più consapevoli di quello che fanno in campo, trovandosi a coprire più zone di gioco.

In realtà ad essere sostituito non è stato un trequartista, bensì la punta centrale “di peso”. In fase offensiva infatti Ballardini schiera due attaccanti leggeri, quasi due trequartisti che non danno punti di riferimento alle difese avversarie. I movimenti continui di Pandev e Taarabt consentono anche in questo caso di legare i reparti attraverso la copertura di più zone del campo, di dare equilibrio alla squadra e soprattutto di garantire fluidità alla manovra. Le soluzioni quindi potranno essere numerose in futuro, considerando l’ampiezza dell’organico rossoblù soprattutto in attacco.

Ballardini avrà modo di lavorarci, quello che contava in queste prime gare era dare la scossa giusta per risollevarsi in classifica. Il tecnico romagnolo non poteva fare di meglio.

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Tardelli: “I calciatori devono essere esempi di educazione. Vi dico la mia sulla questione Acerbi-Juan Jesus”

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Francesco Acerbi, calciatore dell'Inter - Serie A, Coppa Italia

La partita che ha chiuso la scorsa giornata di Serie A ha lasciato aperto un tema che ha tenuto banco per tutto l’arco della sosta per gli impegni delle Nazionali. Il difensore dell’Inter Francesco Acerbi si sarebbe rivolto al centrale del Napoli Juan Jesus con un insulto razzista, ma, in mancanza di una prova certa, l’ex Lazio è stato assolto dal Giudice Sportivo.

Marco Tardelli ha rilasciato una breve intervista per il Corriere dello Sport in cui si è soffermato sul caso di razzismo che ha coinvolto il difensore Francesco Acerbi e Juan Jesus. Di seguito le sue parole:

I CALCIATORI COME ESEMPIO – “I calciatori sono sotto i riflettori e dovrebbero essere esempi di educazione, quante volte lo sentiamo ripetere? Basterebbe avere la forza di dire ‘ho sbagliato’ e non ‘sciacquatevi la bocca’ come ho letto sui social”.

ACERBI – “Diciamo che nell’ultimo periodo sono state emesse delle condanne particolari da parte della giustizia sportiva. Sinceramente, credo che Acerbi abbia commesso una sciocchezza perché è un bravo ragazzo e un professionista serio. Ma penso anche che una sciocchezza più grande l’abbia commessa chi l’ha giudicato. Però è solo una mia idea”.

JUAN JESUS – “Juan Jesus aveva sistemato tutto, perdonando Acerbi già in campo. Lui è il vero vincitore”.

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I rinnovi di Zaccagni e Felipe Anderson: cosa cambia in casa Lazio con l’arrivo di Tudor

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Mattia Zaccagni, calciatore della Lazio e della Nazionale italiana (Italia) - Serie A

Con l’avvicendamento in panchina di Tudor, per la Lazio si configura un futuro in cui le certezze dell’era Sarri potrebbero iniziare a vacillare. Si parla soprattutto di due giocatori: Mattia Zaccagni e Felipe Anderson. Soprattutto nella passata stagione, culminata con il secondo posto in classifica, i due esterni rappresentavano delle pedine fondamentali per il gioco di Sarri, ma con Tudor tutto ciò potrebbe cambiare. Negli ultimi mesi le trattative per i prolungamenti di contratto si sono fermate per entrambi. Con il nuovo tecnico la situazione potrebbe cambiare. Resta da capire in quale direzione.

COME CAMBIA LA LAZIO CON TUDOR

Per tutta la gestione Sarri, il modulo utilizzato è stato il 4-3-3 tanto caro al tecnico toscano. Come riporta Il Messaggero, con Tudor però, già dal prossimo turno, la Lazio potrebbe giocare con il 3-4-2-1 con Zacccagni e Anderson che potrebbero risentire di questo cambiamento. Il primo ha già giocato in questo sistema di gioco e potrebbe subire meno questo cambiamento, mentre il brasiliano farà sicuramente più fatica ad adattarsi.

LA SITUAZIONE RINNOVI

Felipe Anderson percepisce 2.2 milioni di euro ma vorrebbe tornare ai 3.5 dei tempi del West Ham. Sembra che i primi contatti siano già stati avviati, ma la trattiva è ancora molto acerba. La Lazio per il momento non sembra volersi spingere oltre ai 3 milioni, bonus compresi. Con il contratto in scadenza a giugno 2024 il tempo inizia a diventare un fattore determinante e non è così certo che le due parti trovino una soluzione. Discorso leggermente diverso per Zaccagni: anche lui vorrebbe un adeguamento del contratto, da 1.8 milioni che guadagna adesso, vorrebbe passare a 3 più bonus. La Lazio sembra essere disposta ad arrivare a stento a 3, con i premi inclusi. Il giocatore italiano ha ancora un anno di contratto quindi la Lazio si occuperà di lui dopo aver parlato con Felipe Anderson. Su Zaccagni però c’è un forte interesse da parte della Juventus quindi anche in questo caso la situazione è tutt’altro che di facile gestione. Vedremo se il futuro dei due calciatori potrebbe essere ancora in biancoceleste, anche grazie all’arrivo e alla possibile cura Tudor.

 

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Il rammarico di Cannavaro: “Avrei allenato il Napoli anche gratis”

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Cannavaro

Fabio Cannavaro, intervistato da Sportitalia, ha parlato del suo amore per il Napoli, squadra che allenerebbe anche gratis. Il campione del Mondo del 2006 era stato visto vicino a De Laurentiis in occasione di Napoli-Empoli, ultima gara di Garcia sulla panchina del Napoli, ma fu solo un caso. Per Cannavaro non essere ancora riuscito a sedersi sulla panchina degli azzurri rappresenta un grande rammarico. Nel corso dell’intervista l’ex giocatore della Juventus, ha parlato anche della sua esperienza in Cina e della stagione del Napoli.

LE PAROLE DI CANNAVARO

POST GARCIA – “Avrei allenato il Napoli anche gratis: è il sogno di tutti gli allenatori. Credo che non centri l’esperienza nell’assenza del mio nome tra i 50 candidati vagliati da De Laurentiis per la panchina del Napoli per il dopo Garcia”.

ESPERIENZA IN CINA – “Tante persone non rispettano l’esperienza che ho fatto in Cina. Ma io sono un allenatore e voglio allenare. Ancora oggi dopo due anni dal mio rientro in Italia continuo a studiare ed aggiornarmi perché so che questo é quello che voglio fare”.

SULLA STAGIONE DEL NAPOLI – “Il problema di quest’anno é che sono stati cambiati troppi tecnici e i giocatori hanno dovuto assimilare troppi concetti diversi tra loro. Ci sta che si vada in confusione. Con l’Atalanta é l’ultima occasione Champions”.

 

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Fiorentina in cerca di un allenatore: idea De Rossi

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In foto: Daniele De Rossi, allenatore della Roma.

L’estate è sempre caratterizzata da grandi movimenti sul calciomercato, colpi di scena e acquisti da capogiro. Quest’anno però l’impressione è che non saranno coinvolti solamente i giocatori, ma gli spostamenti degli allenatori si prenderanno un grande spazio. Molti tecnici sono in bilico e altri sono richiesti da molti. Poi ci sono coloro che sono senza un’occupazione al momento, ma che hanno tanta voglia di ritornare in carreggiata.

La Lazio ha anticipato tutti e, dopo l’addio di Maurizio Sarri, ha scelto di affidare la squadra a Igor Tudor. L’ex Marsiglia ed Hellas Verona era richiesto da alcune squadre, soprattutto la Juventus, che non ha mai nascosto il suo interesse. Il tecnico croato è però legato ora ai colori biancocelesti e ha rinunciato di partecipare al valzer delle panchine dell’estate. Dall’altra parte di Roma però, è da monitorare la situazione che riguarda Daniele De Rossi, che, se dovesse lasciare la Lupa, potrebbe avere già una proposta.

LA FIORENTINA SU DE ROSSI

Come riporta il Corriere dello Sport, Daniele De Rossi vorrebbe continuare con la Roma anche nella prossima stagione e la sua priorità è quella. I risultati gli danno ragione fino a questo momento e, anche grazie a lui, i giallorossi sono ancora in corsa per un posto ambizioso in Europa e per l’Europa League. Tuttavia la scelta finale spetta ai Friedkin e, se l’ex numero 16 dovesse andarsene, la Fiorentina si sarebbe messa alla finestra.

Il club viola è infatti alla ricerca di un nuovo allenatore, data la quasi certa partenza di Vincenzo Italiano, richiesto da alcune squadre, più di tutte Napoli e Milan. L’idea dell’ultima ora sarebbe stata dunque Daniele De Rossi, che sta ben figurando con la Roma.

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