Il periodo d’oro di un calciatore non arriva sempre in un momento preciso. In genere si dice, almeno per gli attaccanti, che il meglio di sé lo si dà intorno ai trent’anni: quando sta per arrivare quel momento della carriera per cui “o la va, o la spacca”. A volte gli attaccanti raggiungono l’apice ancora più tardi, superata la soglia della tripla decina.
Se in questi giorni, settimane, o mesi avete sentito parlare del sorprendente Girona di Pablo Machín, che da neo-promosso in Liga si trova a lottare per un posto in Europa, avrete sicuramente orecchiato il nome di Christian Stuani, che alcuni forse ricorderanno per un passato, breve e inglorioso, nella nostra Serie A. Stuani è proprio uno di quegli attaccanti che ha dovuto aspettare a lungo per vedere adeguatamente ricompensati i propri sforzi. Condannato a restare sempre all’ombra di Suarez e Cavani, a 31 anni sta vivendo la miglior stagione della sua carriera.
DAL DANUBIO A REGGIO
Cresciuto nel Danubio, con La Franja Stuani ottiene gioie e delusioni. Dopo soli 4 gol in 22 presenze tra il 2003 e il 2005, viene ceduto in prestito al Bella Vista. Segna 16 gol in 20 presenze e torna alla base, a pochi mesi dal trasferimento al Palermo di Cavani. La seconda esperienza è ben più fruttuosa: segna 20 gol in 17 partite, dall’estate fino a gennaio. Proprio nella finestra di mercato invernale arriva la chiamata della Reggina.

È una Reggina decisamente diversa da quella lasciata in estate da Walter Mazzarri, quella squadra capace di raggiungere la salvezza partendo da una penalizzazione di 15 punti. In estate sono partiti Rolando Bianchi (trascinatore della precedente stagione con 18 gol), capitan Lucarelli, Mesto, Foggia e Tedesco: in sostanza, tutta la spina dorsale. Oltre ad una squadra in difficoltà, solo parzialmente risollevata dal cambio di panchina Ficcadenti-Ulivieri avvenuto ad ottobre, Stuani trova anche grande concorrenza nel reparto offensivo, arricchito a gennaio anche da Brienza e Makinwa.
Colleziona 172 minuti nelle sue prime 5 apparizioni, ma mette a referto solamente un assist. Per tre volte non viene convocato, per quattro partite di fila viene lasciato in panchina, e nelle ultime 10 giornate accumula la miseria di 69 minuti. La Reggina, dopo un altro cambio in panchina (Orlandi sostituisce Olivieri), riesce a raggiungere la salvezza e realizza di non aver bisogno dell’attaccante uruguaiano.
Ecco perché nella successiva stagione, in cui i calabresi chiudono al 19° posto, Stuani riesce a giocare solo 8 delle 41 partite giocate dalla Reggina tra campionato e Coppa Italia.
L’ODISSEA IN SPAGNA
Nel 2009, con ancora tre anni di contratto che lo legano alla società calabrese, inizia una serie di prestiti che porta Stuani a girare per mezza Spagna. La prima esperienza lo porta all’Albacete, in seconda divisione spagnola. Qui vive la sua miglior stagione dal punto di vista statistico: segna 22 gol in 40 partite e chiude al secondo posto della classifica marcatori dietro a Jorge Molina (26 gol).
Nei due anni successivi viene mandato in prestito in Liga, al Levante prima (10 gol in 33 presenze) e al Racing Santander poi (13 gol in 36 presenze). Dopo aver giocato il pre-campionato con la Reggina, il 29 agosto 2012 l’Espanyol si aggiudica il suo cartellino a titolo definitivo.

In Catalogna, Stuani vive tre stagioni ad ottimi livelli e viene preso in considerazione anche dalla nazionale uruguaiana. Ma con la squadra di Barcellona, così come con la Celeste, dove deve convivere con due come Suarez e Cavani, è costretto ad allargare il suo raggio d’azione. Nato centravanti, viene dirottato più volte sulla fascia per fare spazio a colleghi più prolifici. È tra il 2013 e il 2014 che la metamorfosi ha luogo, dopo una prima stagione con l’Espanyol conclusa con 7 gol in 34 presenze. L’annata successiva, vissuta tra fascia e area di rigore, si conclude con lo stesso numero di realizzazioni: sette, in 38 presenze.
A dispetto però di quanto, forse, sarebbe accaduto in altri campionati, Stuani viene nuovamente confermato. E nella sua terza stagione a Barcellona gli viene restituito (anche se non stabilmente) il suo vecchio ruolo di attaccante centrale. Con il risultato che l’uruguaiano vive la sua stagione più prolifica con la maglia bianco-azzurra: a fine stagione sono 15 gol in 45 presenze.
IN INGHILTERRA

15 gol che non bastano, però, per la permanenza. Un’offerta da circa 3 milioni di euro dal Middlesbrough basta per portare Stuani in Inghilterra. Tutto questo alla soglia dei 29 anni, quell’età in cui, come dicevamo, spesso gli attaccanti danno il meglio di sé.
Già, gli attaccanti. Peccato però che Stuani non venga trattato come tale nella sua esperienza nel nord nell’Inghilterra. La sua prima stagione al Middlesbrough la vive soprattutto come ala sinistra, ruolo in cui gioca 23 delle sue 40 partite. Il Boro ottiene la promozione in Premier e Stuani chiude la stagione con 11 gol (5 di questi li segna in 8 partite giocate da attaccante centrale).
La sua seconda stagione in Inghilterra segue l’onda lunga della sua seconda annata a Reggio Calabria. In una squadra in difficoltà, e impiegato lontano dal suo ruolo naturale, fatica ad esprimersi e trova meno spazio. Chiude con 5 gol in 23 presenze e immediato ritorno in Championship.
RITORNO A CASA
Quella calcistica, s’intende. La Catalogna, dove con l’Espanyol era finalmente riuscito ad esprimersi con costanza ad alti livelli ed era riuscito a conquistare le attenzioni della nazionale. Ad accoglierlo, in estate, è stato il Girona, fresco di promozione (la prima della sua storia) in Liga. Machín lo ha riportato nel suo ruolo originario di centravanti, punta di diamante di una squadra giovane, dinamica, ben organizzata e che può contare su quattro esterni pronti a fornire palloni in area di rigore (il Girona si schiera con un 5-4-1 che diventa 3-4-3 in fase di transizione offensiva).

L’inizio col botto segnando una doppietta all’Atletico Madrid alla prima giornata di Liga, il gol contro il Real due mesi dopo, fino al gol di venerdì nella vittoria contro il Deportivo La Coruna, che ha portato il Girona momentaneamente al sesto posto. In totale sono 15 gol in 23 presenze, a sei reti di distanza da Suarez e a +2 sul giovane connazionale Maxi Gomez, una delle rivelazioni di questa Lega e uno dei migliori talenti della nuova generazione celeste. Cavani e, appunto, Suarez sono gli unici connazionali ad aver segnato più di lui in questa stagione.
Dovrà segnare e lottare ancora molto nei prossimi tre mesi, per realizzare il sogno europeo del Girona e guadagnarsi un posto al Mondiale in Russia. Ma Stuani sta vivendo il suo periodo d’oro: e per viverlo ha già sudato e lottato parecchio.