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La Serie A habla spagnolo

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La Serie A habla spagnolo

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Nel match di Coppa Italia di ieri sera tra Lazio e Milan, sono scesi in campo ben quattro giocatori spagnoli. Nelle ultime stagioni infatti, la Serie A ha accolto moltissimi giocatori provenienti dalla Spagna e alcuni di loro militano ancora nel nostro campionato. Nonostante i vari Morata, Llorente, Joaquin e Alonso (per citarne alcuni) abbiano preso strade diverse, è possibile stilare un 4-3-3 ricco di talenti iberici.

DIFESA

Il reparto arretrato, al quale va aggregato anche il portiere, è probabilmente quello meno solido, ma è comunque un interessante mix di esperienza e giovani. Tra i pali non può che esserci Pepe Reina, che ieri sera era in panchina alle prese con qualche problema fisico. Cresciuto nel Barcellona ed esploso nel Liverpool di Rafa Benitez, il portierone madrileno è in Italia già da cinque stagioni. La coppia di centrali difensivi è composta invece da Albiol e Marcano, altri due elementi con molte partite alle spalle. Il primo, arrivato dal Real Madrid come uno scarto, ha conquistato proprio assieme a Reina l’amore di Napoli, diventando un pilastro della squadra. Marcano invece non respira l’aria della Liga dal lontano 2011 ed è alla sua prima stagione in giallorosso. Sulle fasce ecco invece i due giocatori più giovani della retroguardia: Patric e Lirola. Il laziale è un altro prodotto del fiorente vivaio blaugrana ma milita tra le fila biancocelesti dal 2015. A dire il vero le aspettative su di lui erano grandi e fin qui non ha impressionato, ma in questa stagione Inzaghi gli sta concedendo molto più spazio. Dall’altro lato il terzino neroverde, portato in Italia dalla Juventus, è cresciuto notevolmente nell’ultima stagione ed è un profilo molto interessante visti i suoi 22 anni.

CENTROCAMPO

In mezzo al campo, la Serie A degli spagnoli vanta tre elementi di tutto rispetto. In cabina di regia, leggermente arretrato rispetto agli altri due, ecco Borja Valero. Il centrocampista dell’Inter è cresciuto con la camiseta blanca prima di trovare la sua dimensione al Villareal. La prima squadra a credere in lui nel nostro campionato è stata la Fiorentina, che nelle recenti stagioni si è dimostrata una società decisamente ispanofila. Altro club con questa tendenza è il già citato Napoli, che in questa stagione può vantare una mezzala straordinaria come Fabian Ruiz. Il 23enne andaluso è stato la grande scommessa degli azzurri per questa stagione, che hanno investito ben 30 milioni per strapparlo al Betis. Fin qui Fabian ha stupito tutti con prestazioni straripanti e classe da vendere, un premio gordo (ovvero un colpaccio) come direbbero dalle sue parti. A completare il cuore di questa formazione c’è Luis Alberto, schierato come trequartista. A dire il vero si tratta di una leggera forzatura, ma il fantasista biancoceleste, altro ex Barcellona, può ricoprire quasi tutti i ruoli del centrocampo. Il ragazzo, altro talento nato in Andalucia, ha impressionato lo scorso anno con la Lazio dopo una parentesi negativa tra Liverpool e prestiti in Liga, conquistando anche la convocazione in nazionale.

ATTACCO

Per il gli attaccanti va fatta una piccola premessa: i Morata e Llorente nominati in apertura, e che tanto bene farebbero in questo tridente purtroppo non ci sono più. È per questo motivo che la scelta davanti deve ricadere su tre giocatori che in realtà prediligono il gioco di fascia. Il primo dei tre è un altro veterano del nostro campionato che gioca ai piedi del Vesuvio. Si parla ovviamente di Callejon, arrivato in quel 2013 che aveva portato ai partenopei anche Albiol, compagno di panchine al Madrid. E come successo al centrale, anche Calletì è passato da esubero a protagonista, guadagnandosi anche la fascia di capitano in diverse occasioni. Sull’out opposto invece si piazza Suso, l’ennesimo andaluso di questa formazione (lo è anche Callejon). Acquistato giovanissimo dal Liverpool, non riesce a convincere Anfield e diventa un piccolo azzardo di Adriano Galliani che lo acquista in sinergia con il Genoa. Il Condor ci aveva visto lungo, tanto per cambiare, ed oggi Suso è uno dei giocatori di maggiore qualità del Milan di Gattuso. In mezzo ai due si posiziona Iago Falque, passato a sua volta dal Genoa dopo la prima esperienza in Italia con la maglia della Juventus. Conteso da Real e Barcellona ai tempi delle giovanili, ma deludente in bianconero, è tornato in Italia nel 2014 ed è diventato un punto fermo del Torino, passando per la Roma.

IN PANCHINA

Una piccola menzione va fatta anche per altri tre giocatori, tutti esterni offensivi. Il primo è Alex Berenguer, compagno di Falque, arrivato come un possibile fenomeno, ma ancora lontano dal trovare continuità. Il secondo è l’altro rossonero Castillejo, in A da quest’estate e in netta crescita dopo un inizio a rilento. Il terzo ed ultimo è una piccola eccezione, si tratta di Keita Balde. Il nerazzurro infatti è nato e cresciuto – anche calcisticamente – in Catalunya, ma ha deciso di giocare con il Senegal.

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Flash News

La madre di Radonjic critica Juric per la gestione del figlio: il post

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Radonjic

Dopo un buon avvio di stagione, Nemanja Radonjic nelle ultime uscite ha riacceso il derby di spogliatoio intrapreso con il suo allenatore, Ivan Juric.

L’allenatore granata, infatti, ha nuovamente rinunciato alla convocazione del classe ’96 per motivi disciplinari nella trasferta di Frosinone, dopo averlo già fatto nella delicata sfida contro l’Atalanta.

Motivo delle frizioni (come anticipato precedentemente) la poca convinzione negli allenamenti del trequartista serbo, che nonostante le strabilianti doti tecniche continua a non dimostrarsi prestaste dal punto di vista attidudinale.

La madre di Radonjic, Radmila, sembra non esser particolarmente d’accordo con la gestione da parte di Juric del figlio, e sul suo profilo Instagram in giornata ha pennellato una velata critica proprio verso l’allenatore ex Verona.

LA STORIA – “Il karma dice: sii abbastanza buono da perdonare le persone, ma non essere così stupido da fidarti di nuovo di loro”.

 

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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