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La Top 11 delle cessioni del Lione

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La Top 11 delle cessioni del Lione

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Ferland Mendy è l’ultimo nome di una lista di cessioni interessanti del Lione, il giocatore senegalese naturalizzato francese la prossima stagione vestirà la maglia del Real Madrid. Il riferimento va ad una cessione onerosa, ma non la prima nella storia del club francese. Fantasticando una top 11 dei giocatori più intriganti che hanno lasciato la squadra viene fuori un 3-4-3 utopico quanto bello. Una formazione (quasi interamente composta da giocatori francesi) che contiene al proprio interno nomi illustri, uomini che con la maglia del Lione sono cresciuti, prima di esplodere come big internazionali.

                   PORTIERE E DIFESA                                                                

Hugo Lloris, portiere francese, capitano della squadra campione del mondo. La sua avventura in terra francese comincia nell’estate del 2008, arriva in un momento difficile in cui il Lione non è più campione di Francia. Si toglie la soddisfazione personale di essere nominato come miglior portiere nella stagione successiva garantendo inoltre sicurezza alla retroguardia difensiva fino al 31 agosto 2012, quando passa ufficialmente al Tottenham. (Il costo dell’operazione per il mercato odierno è veramento esiguo, 10 milioni più 5 di bonus, un’operazione che sancirà la consacrazione di uno dei portieri più forti della Premier League, nonchè del mondo).

Samuel Umtiti il 12 luglio 2016, dopo un buon europeo conclusosi con la finale persa contro il Portogallo, si accasa ufficialmente a Barcellona, per una cifra intorno ai 25 milioni di euro. Si tratta di un centrale di difesa, classe 1993, forte fisicamente e dotato anche di un discreto sinistro. Dopo 170 partite con la maglia del Lione passa al club blaugrana per cercare uno step ulteriore, portando nelle casse del club francese un onesto bottino.

La stagione 2018/19 di Mendy porta con sé tanta soddisfazione e un epilogo da sogno, il Real Madrid. Il francese si giocherà il posto da titolare col brasiliano Marcelo, colonna portante del madridismo e della propria nazionale. Si confronterà con un ambiente del tutto nuovo ma alla portata se dovesse ripetere una stagione come quella appena trascorsa, un’annata che ha fruttato un’ottima percentuale di titolarità (71 %) condita da prestazioni sontuose che hanno attirato l’interesse della milionaria campagna acquisti in casa blanca. Un accordo che ha portato nelle casse del Lione 48 milioni più 5 di bonus legati al raggiungimenti di obiettivi prefissati.

A chiudere la forte difesa a 3 l’inserimento di Èric Abidal, bandiera del Barça, anch’egli francese. Dopo diverse stagioni con le maglie di Lille e Monaco, nel 2004 sceglie Lione vincendo 3 Ligue 1 e 2 supercoppe nazionali. Come Umtiti sceglie il progetto in casa Camp Nou, diventando successivamente uno dei giocatori principe del futuro dominio blaugrana, lottando in campo ma anche fuori contro un terribile tumore al fegato, superato con la forza che un campione di quel calibro possiede. Il passaggio Lione destinazione Barcellona avviene ufficialmente nel giugno 2007, con un accordo (15 milioni di euro) che gli permetterà anche di ritrovare i campioni di nazionale Thierry Henry e Liliam Thuram.

                                                                            CENTROCAMPO

Ad aprire il centrocampo dell’ineditissimo team in questione c’è Miralem Pjanic, attualmente in forza alla Juventus, prima ancora alla Roma, che lo acquistò direttamente dal Lione nell’estate del 2011 per 11 milioni di euro pagabili in tre anni. Inizia forse da questa cessione la parabola ascendente del calciatore bosniaco, già maturo calcisticamente parlando e appena diplomato dal signore dei calci di punizione Junihno Pernambucano. Tuttavia le sue stagioni con la maglia dell’Olympique non saranno d’oro, piuttosto altalenanti per il talento che conosciamo oggi, infatti Miralem riuscirà a risultare decisivo soltanto nella storica stagione in cui il club francese eliminò il Real Madrid negli ottavi di Champions League, era il 2010. Andrà via totalizzando 121 presenze accompagnate da 16 reti.

Ad affiancare Pjanic troviamo Corentin Tolisso, giocatore del Bayern Monaco, classe 1994 che con la squadra francese ha condiviso un’esperienza importante. Esempio lampante di crescita e formazione prima del grande salto europeo, il centrocampista francese di origini togolesi è infatti cresciuto nel settore giovanile dell’Olympique fino al debutto in prima squadra nel 2013. È un centrocampista difensivo, può giocare anche da difensore centrale, si tratta di un vero e proprio jolly. Per questo motivo ha destato l’interesse del club campione di Germania diventando oltretutto ai tempi l’acquisto più caro di sempre per quanto riguarda un club tedesco (41,5 milioni di euro più un massimo di 6 legati a bonus).

Anche nella zona centrale del campo troviamo un amarcord, si tratta di Florent Malouda. Inserire questo giocatore in una formazione ti mette in difficoltà, perchè se abbiamo definito Tolisso un jolly Malouda è il jolly al quadrato. Calciatore francese, classe 1980, a Lione diventa grande, vive anni meravigliosi conquistandosi la fascia sinistra, dall’esterno d’attacco (posizione con cui si muove abbastanza bene anche nel mondiale tedesco, soltanto perso ai rigori) fino al ruolo di terzino sinistro a tuttocampo. Al Parc OL arriva nel 2003, passerà quattro stagioni emozionanti, vince 4 titoli francesi e dopo l’ultimissima stagione (12 gol in campionato e 2 in Champions League) passa al Chelsea per 13 milioni di sterline.

A chiudere il centrocampo in zona mediana, un altro ex Chelsea: Micheal Essien. A Lione arriva nel 2003 (viene acquistato dal Bastia per 7,8 milioni di euro). Rimarrà soltanto due anni, ma a livello nazionale vince tutto: due campionati consecutivi e altrettante due supercoppe francesi. Verrà ceduto al Chelsea nell’estate del 2005 per 38 milioni di euro garantendo una proficua plusvalenza al club francese e divenendo il calciatore africano più pagato della storia. Sarà una piccola rivincita inoltre la sua, perchè soltanto pochi anni prima fu scartato dai rivali del Manchester United in un provino.

                                                                               ATTACCO

Mariano Dìaz, classe 1993, arriva direttamente dalla cantera del Real Madrid, club con cui si è fatto principalmente notare, nonostante tutto non convince per una titolarità fissa in prima squadra e viene ceduto al Lione nell’estate del 2017 per una cifra intorno agli 8 milioni di euro. È importante sottolineare l’accordo con il quale è arrivato perché sarà suscettibile anche in questo caso di una netta plusvalenza. Infatti dopo una sola stagione in Francia (21 gol in 42 presenze ufficiali, fa meglio di Benzema, praticamente un gol ogni due partite) convince Florentino Perez a riprenderselo tra le braccia del Bernabeu pagando una cifra abbastanza importante (33 milioni di euro più bonus).

Altro nome dell’attacco dei Blancos, Karim Benzema, deve il suo successo all’Olympique Lione. Anch’egli come Tolisso cresciuto nel settore giovanile del club francese prima di diventare una star mondiale segna a ripetizione a casa sua, debuttando in prima squadra giovanissimo nel 2004. Dopo essersi conquistato la titolarità che un giocatore del suo calibro merita partecipa attivamente ai successi e ai gol. Vince infatti quattro campionati francesi consecutivi, due supercoppe nazionali e una coppa di Francia. Nell’agosto del 2009 viene acquistato dal Real Madrid all’interno di una sessione di calciomercato pirotecnica del club spagnolo assieme ad altri maestri del calcio come Kakà (direttamente dal Milan) e Cristiano Ronaldo (94 milioni di euro dal Manchester United).

Alexandre Lacazette chiude questa Top 11. Nativo di Lione, esattamente come Karim Benzema cresce nel validissimo settore giovanile del club. La sua velocità e la sua predisposizione nel cercare la porta lo rendono immediatamente una delle pedine importanti, segnando a raffica per il club della sua città e guadagnandosi il profondo rispetto della gente che ama. In prima squadra i risultati infatti non mentono, giocherà 203 partite accompagnati da 100 reti in tutte le competizioni, più o meno anche qui un gol ogni due partite. Dimostrazione del carattere tecnico e offensivo che non sfuggiranno a tante big del calciomercato, fino all’estate del 2017 quando l’Arsenal di Arsene Wenger lo porterà in Premier League per 60 milioni di euro, sancendo un record anche in questa operazione di mercato: si tratta infatti dell’acquisto più caro della storia dei Gunners.

Fonte immagine: profilo Instagram Lione

 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram ufficiale del Lione

 

 

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Kvaratskhelia in dubbio per l’Atalanta: oggi la decisione

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kvaratskhelia napoli

Nella giornata di oggi Khvicha Kvaratskhelia farà ritorno a Napoli. Nel corso del match contro la Grecia che è poi valso la qualificazione a EURO24 con la sua Georgia, l’esterno sinistro è stato costretto ad uscire dal campo a causa di un dolore all’inguine. La sua nazionale ha poi vinto lo stesso ai calci di rigore. La sua presenza contro l’Atalanta resta ancora in dubbio.

LE CONDIZIONI DI KVARATSKHEILA

Come riporta Il Mattino, Kvaratskhelia sarà valutato nelle prossime ore dallo staff del Napoli. La speranza è che si tratti solo di un affaticamento muscolare. Se così dovesse essere la sua presenza in campo per la sfida contro l’Atalanta non sembra essere in discussione. Se invece si dovesse trattare di uno stiramento il georgiano dovrà stare ai box per qualche settimana. il Napoli aspetta il rientro di Kvaratskhelia per capire se sarà necessaria o meno una risonanza magnetica. Vedendo i video che sono circolati sui profili social dello stesso georgiano, che lo ritraevano festeggiare coi compagni, la speranza è che davvero non sia nulla di grave. Il popolo azzurro dovrà restare con il fiato sospeso ancora per qualche ora. Ricordare l’importanza della sfida contro l’Atalanta è quasi superfluo: si potrebbe trattare infatti dell’ultima chance per la Champions League.

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Calcio Internazionale

Futuro Lewandowski: l’Arabia un’opzione ma attenzione all’Atletico

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Barcellona Lewandowski

Il futuro di Robert Lewandowski è molto incerto. I media spagnoli parlano da qualche settimana di un interesse molto forte da parte dell’Arabia Saudita. Si parla addirittura di un’offerta da 100 milioni di ingaggio, cifre folli che potrebbero far vacillare l’attaccante polacco. Secondo quando riporta Sport ES però, su Lewandowski ci sarebbe anche un interesse di un altro club spagnolo: l’Atletico Madrid. Nonostante la rivalità sportiva tra Barcellona e Atletico, le due società hanno spesso fatto affari insieme, quindi quest’operazione non sembra del tutto impossibile.

Lewandowski non sembra voler andare via da Barcellona, ma il club catalano sta prendendo in considerazione una sua possibile cessione, in quando per contratto, l’ingaggio del giocatore è destinato a salire con il passare degli anni. Il classe ’88 ha segnato 20 gol e fornito 9 assist in 39 partite totali: numeri ancora una volta super. La carta d’identità però recita 35 anni e anche per questo motivo il Barcellona potrebbe decidere di sacrificare il suo bomber per puntare su un giocatore più giovane come Vitor Roque, andando ad allinearsi con la politica del club degli ultimi anni.

Una cosa è certa: chiunque riuscirà ad accaparrarsi il contratto di Lewandowski sarà autore di un affare. Basterà solo aspettare per vedere con quale maglietta segnerà una valanga di gol il prossimo anno.

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Calcio Internazionale

ESCLUSIVA – Andrea Compagno, dalla chiamata in Nazionale di Mancini all’avventura in Cina

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Andrea Compagno

Andrea Compagno si è da poco trasferito in Cina, al Tianjin Tiger Football Club, lasciando lo Steaua Bucarest dopo 1 anno e mezzo di gol e grandi soddisfazioni personali. Compagno è nativo di Palermo, nel quale gioca con le giovanili della squadra della città prima di trasferirsi al Catania. Inizia dunque il suo girovagare per l’Italia, sempre giocando nei vari gironi della Serie D, ma senza mai incidere veramente. La sliding doors della sua carriera porta il nome di San Marino, dove va a giocare accasandosi al Tre Fiori.

All’ombra del Titano Compagno vince campionato e coppa, venendo eletto nella stagione 2018/2019 miglior giocatore straniero e capocannoniere del campionato con 22 gol. Trova anche il tempo di segnare il suo primo gol internazionale durante i preliminari di Europa League. Tutto ciò gli vale la chiamata del Craiova, nella Serie B romena, che vince al primo tentativo. L’impatto in SuperLiga è ottimo, tanto da convincere lo Steaua Bucarest (oggi FCSB) a comprarlo per 1.5 milioni di euro, più una clausola del 10% sulla futura rivendita. Nel 2022 è il miglior marcatore italiano nei massimi campionati europei, con Mancini, allora CT della Nazionale, che confida ai media di seguirlo.

La chiamata del tecnico arriva, con la dirigenza dello Steaua Bucarest che riceve la notifica dell’inserimento del loro attaccante nella lista dei pre-convocati di marzo 2023. Andrea Compagno vive il momento più alto della sua carriera, ma inspiegabilmente, all’alba della corrente stagione, arriva la rottura con la società. Il vulcanico presidente dello Steaua, George Becali, cambia improvvisamente opinione su Compagno. Tante le parole dette e riportate dai giornali romeni sulla trattativa che lo ha portato in Cina, ma in esclusiva per l’Italia, Compagno ha spiegato a noi di Numero Diez come sono andate realmente le cose, ripercorrendo questi mesi così difficili per lui. Inevitabile porre uno sguardo su quello che è stato il suo passato, sulle tante fatiche fatte per arrivare dove è oggi, ma anche sul suo futuro, in un altro continente e con la solita voglia di migliorarsi giorno dopo giorno.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA SERIE D E L’ALL IN CON SAN MARINO

In Italia hai giocato in Serie D, spostandoti dal Sud al Nord sin da molto giovane, con contratti che specialmente all’inizio ti obbligavano ad andare a fare la spesa con la calcolatrice. Che consiglio ti senti di dare a quei ragazzi che stanno vivendo oggi quel tuo momento?

Quello è stato un periodo bello e brutto allo stesso tempo. Lì vedi più passione di quella che trovi a livelli più alti. Andando avanti nella mia carriera ho visto molti giocatori con la pancia piena, che mi hanno fatto pensare a quanti miei vecchi compagni di squadra avrebbero pagato per essere al loro posto. Quello che a me ha salvato è stato vivere nel mio sogno, nella incondizionata fiducia di potercela fare. Vivevo, mi allenavo e giocavo come se fossi in Serie A. Neanche quando prendevo 400 euro al mese la mia testa è andata a cercare altro, un qualcosa di più sicuro. Fondamentale poi è stata la perenne voglia di migliorarmi. Ce l’ho ancora adesso e penso che ce l’avrò fino all’ultimo giorno della mia vita“.

Lo snodo cruciale della tua carriera è stato scegliere di andare a giocare a San Marino. Nonostante non fosse una lega di livello, era un campionato che ti permetteva di giocarti le coppe europee, cosa che nel CV di un calciatore fa la differenza.

Sono coincise due cose. La risoluzione di un problema alle ginocchia in primis, una condropatia rotulea, grazie a un medico di Palermo che ha capito quale fosse il problema. Fino a quel momento io mi ero abituato all’idea di dover giocare a calcio con il dolore. E poi essendo a San Marino mi stavo giocando un trofeo e l’accesso ai preliminari delle coppe europee, cosa che mi galvanizzava. Ho fatto molto bene, trovando anche il gol in Europa e riuscendo ad aprirmi le porte per l’estero“.

Dopo tutto il tuo percorso, dopo tutte le fatiche che hai dovuto affrontare, cosa ha voluto dire per te essere nella lista dei convocati della Nazionale campione d’Europa?  

Ancora adesso mi vengono i brividi a pensarci. Era un buon momento della stagione con lo Steaua, eravamo in una buona posizione in classifica e a coronamento del momento arriva la chiamata. Mi cercavano tutti, ma a me non piace stare sotto i riflettori, volevo essere concentrato sul campo e sulla squadra. Sono orgoglioso se ripenso a ciò che ho fatto e ciò che ho ottenuto, per me era impensabile. L’unico rimpianto è stato poi che la convocazione in sé non si è concretizzata, per cui non ho mai varcato i cancelli di Coverciano. Farlo penso che avrebbe donato a qualche direttore di squadre di Serie A un pizzico di coraggio in più sullo scommettere su di me la scorsa estate. Rimane però tutto così bello e magnifico che per me è impossibile dargli un’accezione negativa“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – L’ESCLUSIONE SENZA PREAVVISO ALLO STEAUA

Il tuo trasferimento dallo Steaua Bucarest ha molto a che fare con i rapporti compromessi con il presidente. La sua opinione su di te quando cambia e perché?

Dopo la stagione dei 21 gol, per cui per me era inimmaginabile in quel momento un cambio di opinione sul mio conto. Inoltre aveva deciso di giocare con il falso 9. Un attaccante con le mie caratteristiche non era più quello che voleva, secondo lui non ero neanche da Steaua Bucarest. Ha fatto si che giocassero punte centrali dei calciatori non abituati a quel ruolo pur di non mettere me. Sono stati 6 mesi d’inferno da questo punto di vista, ma i tifosi mi hanno sempre dimostrato il loro affetto. Mi dispiace per come si è chiusa, se proprio avessi dovuto lasciare lo Steaua, l’ideale sarebbe stato farlo d’estate. Dopo i tanti gol e la chiamata di Mancini, sarebbe stato perfetto andare in crescendo, aumentando l’importanza del campionato“.

C’è stata una concreta opportunità durante quel periodo di fare questo salto di qualità?

Il mio obiettivo era quello di andare in un campionato che fosse più competitivo agli occhi della Serie A, che rimane il mio sogno. Quello olandese o quello belga sarebbero stati perfetti. Un’offerta come quella che desideravo era anche arrivata, dall’Heerenveen in particolare. Offrirono 1.5 milioni, ma il presidente rilanciò a 2. In quel frangente non voleva cedermi, l’obiettivo era entrare nei gironi della Conference League. Nel momento in cui non ci riuscimmo, si convisse del fatto che in campionato avrebbe voluto quel famoso falso 9. Tutto questo però è accaduto poco dopo aver rifiutato l’offerta dell’Heerenveen. Erano arrivate anche proposte dall’Italia, dalla Serie B, ma sentivo che non fosse la tappa ideale per il mio percorso“.

E come mai se il tuo obiettivo è giocare un giorno in Serie A, hai deciso di rifiutare la cadetteria? Per certi versi ti avrebbe avvicinato al suo raggiungimento. 

Se fossi sceso in una lega di secondo livello, avrei poi avuto problemi se un un giorno avessi scelto di tornare all’estero. La Serie B è un campionato di assoluta importanza, con molta più qualità di quella che ne è la sua considerazione in altri paesi, ma fuori dall’Italia si concentrano su altro. Prima di te guardano altri 100 mila giocatori che giocano in campionati di serie superiori, anche se di livello inferiore alla B. Stare all’estero mi ha dato tanto, non voglio perderlo. Oltre quelle c’erano state offerte dal Kazakistan e dall’Ungheria, ma non avrei alzato il livello rispetto la Romania come volevo“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA VERITÀ SULLA TRATTATIVA CON IL KONYASPOR

I giornali romeni hanno riportato anche dell’offerta del Konyaspor, in Turchia, che però avresti rifiutato nonostante saresti stato in un campionato con diversi ponti per la Serie A. 

Proprio per tutto il discorso che abbiamo fatto finora sul prestigio del campionato, io do subito la mia disponibilità quando vengo a sapere di quest’offerta da 150 mila euro che avevano fatto al club. Era una trattativa ben avviata, ma sono mancate le condizioni per chiuderla“.

È stata fatta uscire la notizia per la quale l’offerta del Konyaspor non fosse di 150 mila euro, ma di circa mezzo milione, e che tu avessi rifiutato la destinazione preferendo lo stipendio cinese. 

Tutte cavolate, sia le cifre sia il fatto che l’offerta del Konyaspor fosse arrivata insieme a quella cinese. Si era semplicemente inserita una persona che per puro interesse personale prometteva al presidente di fargli arrivare un’offerta più alta dalla Turchia, ma non ce ne era più nessuna in realtà. In Cina stava per arrivare il capodanno cinese, e mi avrebbero dovuto tesserare per forza prima di questa scadenza. Per colpa di questo contrattempo stavo rischiando di non ultimare in tempo i dettagli con il Tianjin“.

ANDREA COMPAGNO IN ESCLUSIVA – LA CINA COME NUOVA TERRA DA CONQUISTARE

Non ti ha spaventato la fuga dei grandi nomi che c’è stata negli ultimi anni dal campionato cinese nel momento in cui lo hai scelto? 

Non posso esserne spaventato. Quelli erano giocatori che percepivano stipendi molto lontani dalla mia situazione. È un’opportunità importante per me, ci sono solo 5 posti per gli stranieri per squadra, e le speranze che ripongono in questi sono alte. Per questo è difficile vedere dei contratti lunghi, ma anche solo entrare nel campionato è complicato“.

Cosa ti ha sorpreso in questi primi mesi lì?

Il livello degli stranieri è molto alto, ma anche tra i cinesi vedo buone individualità. Certo, le mie sono solo prime impressioni, sono appena arrivato, ma è chiaro che loro stiano investendo tanto. Hanno degli stadi enormi e all’avanguardia, nella città dove sono io ce n’è uno da 30 mila posti e un altro da 60 mila. Non hanno però la cultura del centro d’allenamento come casa base, noi ci alleniamo direttamente allo stadio per esempio. È diverso da quello a cui ero abituato. Quello che certamente dimostrano è tanto entusiasmo e tanta organizzazione, che si riflette anche in allenamento. Prepariamo ogni situazione, calci piazzati, rimesse laterali… sto lavorando sulla tattica molto più qui che in passato“.

La Cina porta 4 squadre alla Champions League asiatica, che oltre a essere un’altra competizione internazionale a cui potresti prendere parte, ti potrebbe far vivere delle esperienze con giocatori incredibili. Quanto speri di ritrovarti a giocare il prossimo anno con personaggi del calibro di CR7?

Se non è lui ce ne sono tanti altri. Qui c’è un entusiasmo incredibile anche solo per il campionato, non oso immaginare cosa vorrebbe dire fare la Champions. Sono sincero, come ho fatto appena arrivato in Romania, me la voglio vivere giorno per giorno. Ragiono partita dopo partita con la volontà di farmi apprezza qua come fatto altrove“.

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Hazard torna a giocare: disputerà la Kings World Cup

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hazard

Direttamente dalla pagina X della Kings League, Eden Hazard ha annunciato in un video-annuncio la sua partecipazione alla Kings League di Gerard Piqué. Nella descrizione del contenuto pubblicato si legge inoltre la frase Il ritiro non è per tutti.

L’ANNUNCIO

“Si è parlato molto del motivo per cui ho lasciato il calcio. Ma io sono sicuro di una cosa: giocherò la Kings World Cup“.

A meno di un anno di distanza dall’addio al calcio professionistico, l’ex Real Madrid ha comunicato la scelta di iniziare questo nuovo capitolo della propria vita, comunicando che farà parte del team Deptorstra FC, guidato dalla streamer Celine Dept (la più seguita in assoluto su YouTube nel 2023), in occasione del torneo di calcio a 7 in programma il 26 maggio in Messico. La competizione si concluderà l’8 giugno.

Oltre ad Hazard, anche Rio Ferdinand è entrato a far parte di questo contesto relativamente nuovo, composto da altre stelle del passato come Zlatan Ibrahimovic, Mario Gotze e Neymar. L’ex bandiera del Manchester United sarà infatti co-presidente del team Five FC, insieme a Jeremy Linch (freestyler e content creator con oltre 50 milioni di follower su tutti i suoi social).

Il torneo vedrà la partecipazione di 32 squadre qualificate, che voleranno in America centrale per disputare la competizione.

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