Tra le note più liete dei primi due turni di campionato c’è sicuramente il Genoa, a quota quattro punti dopo due avversari di rango. Se il pareggio contro la Roma all’Olimpico aveva suscitato buone sensazioni, nella vittoria contro la Fiorentina i rossoblù hanno dominato, potendosi pure dire delusi dalle striminzite dimensioni del risultato. Nelle ultime dieci stagioni, un inizio senza sconfitte nelle prime due è arrivato solamente nel primo anno di Juric (tre vittorie nelle prime tre), ma “viziato” da confronti morbidi contro Crotone e Cagliari: fu il prologo di un girone d’andata più che positivo, concluso in maniera infausta con una seconda parte di stagione da retrocessione. Neanche Gasperini è mai riuscito in un inizio così convincente, se non nella stagione 2009-2010 quando con una rosa sontuosa fermò Roma, Napoli e Juve a Marassi nelle prime cinque giornate. Ecco, probabilmente questo Genoa, dopo anni di vacche magre, è il più qualitativo a livello di organico da quei tempi là, quelli delle ambizioni europee col Gasp in panchina.
LA MANO DI ANDREAZZOLI
Chi sembra già aver fatto innamorare un pubblico abituato alle montagne russe in quanto ad allenatori è Aurelio Andreazzoli. Dopo essere stato condannato alla retrocessione nella sua unica stagione “vera” di Serie A proprio dall’ultima timida giornata tra Genoa e Fiorentina, l’allenatore si è accasato in Liguria, convinto anche da una società che aveva promesso di non soffire più come lo scorso anno, dando quindi il placet ad una rivoluzione ragionata che migliorasse globalmente la rosa, in ogni reparto. Andreazzoli, tecnico propositivo senza essere dogmatico, nonostante i tanti cambi, è già riuscito ad incidere sull’identità di questo Genoa, plasmato secondo il 3-4-1-2 dell’ultima parte di stagione ad Empoli. Tra le caratteristiche più marcate si nota già una squadra dinamica, verticale, capace di alzare il pressing senza esserne ossessionata, ma anzi non disdegnando lunghe fasi di difesa posizionale mantenendo la squadra equilibrata grazie al lavoro incredibile dei due attaccanti anche senza palla.

L’UNDICI TITOLARE
Nonostante una rosa indubbiamente molto ampia per questi livelli, Andreazzoli non ha cambiato l’undici di partenza nelle prime due giornate. La sensazione è che, pur riservandosi ovviamente qualche variazione sul tema col passare delle settimane, il tecnico toscano abbia già esattamente individuato i giocatori che più si adattano all’idea di squadra che ha: come abbiamo detto, una formazione cinetica, intensa e verticale, lasciando per la strada a questo proposito pedine come Sandro, Romulo, Sanabria e Pandev. In questo senso sembra un altro giocatore Radovanovic rispetto alla scorsa annata disastrosa: il serbo ha un playbook solido a cui Schone dà la sferzata decisiva. Il primo, compassato e lineare, si adatta benissimo in mediana ad un giocatore come il danese, dinamico e tecnico al punto stesso, con letture e visioni superiori, ma, proprio per questo, licenze più offensive che il compagno deve coprire. Chi si aspettava uno Schone mattatore assoluto di questo Genoa può essere rimasto deluso da questo inizio, ma in realtà l’ex Ajax non è un regista dalla giocata illuminante, piuttosto un centrocampista completo dalla grandissima intelligenza tattica che si è inserito, in punta di piedi ma in maniera ineccepibile, nei meccanismi della squadra. Davanti al duo di centrocampo si muove Lerager, mediano nell’inedita posizione di trequartista incursore; se Andreazzoli per quella mattonella aveva voluto ed immaginava Saponara, l’infortunio dell’ex Samp potrebbe far venire più di qualche dubbio, data la maniera moderna ed efficace con la quale sta interpretando il ruolo Lerager, un moto perpetuo capace di mantenere a tre sia la mediana che l’attacco. Esattamente come moti perpetui sono gli esterni Ghiglione e Barreca (un altro che sta mettendo in difficoltà le gerarchie iniziali del tecnico, che per la fascia sinistra aveva desiderato ed ottenuto Pajac), sorprese di queste prime due uscite e letteralmente indiavolati contro la Fiorentina. Il primo dei due, in particolare, ha avuto la fiducia di Andreazzoli sin dal precampionato nonostante la scorsa stagione in ombra al Frosinone e sta ripagando la fiducia con due assist su due ed un apporto di grande qualità alla fase d’attacco e rifinitura. Meriterebbe poi un capitolo a parte l’attacco formato da Kouamé e Pinamonti, sulla cui sostanza in zona gol potevano esserci dubbi già fugati dalle prime due partite: i due si trovano a meraviglia e soprattutto lavorano a 360° per la squadra. Due attaccanti modernissimi che potrebbero definitivamente esplodere insieme.

COSA POTREBBE NON ANDARE
È sempre un esercizio ingrato frenare gli entusiasmi, specie se questi sono ben confortati dai fatti, eppure andrà sicuramente testata la solidità del Genoa alla lunga. Le prime due partite, come atteggiamento e gioco, sono state quasi un trionfo; ciò nonostante, il Grifone ha dato la costante sensazione di poter soffrire e subire, pure al netto di una difesa incontestabile nelle individualità. Romero, Zapata e Criscito è un terzetto invidiabile: qualità, leadership, conoscenza del campionato, esperienza. I gol subiti nelle prime due giornate però evidenziano una scarsa attitudine dei tre, specialmente i due sudamericani, a difendere in area di rigore, trovandosi paradossalmente più a loro agio con maggior campo davanti; a destra in particolare, poi, Ghiglione non è ancora particolarmente adatto alla fase difensiva, costringendo il braccetto di difesa ad un lavoro extra. Solo la Spal, in questo momento, è peggiore del Genoa per xG subiti (4.43, un dato che deve essere preso in grande considerazione). Se nelle fasi di difesa posizionale, il Genoa rischia, nelle fasi di pressing più alto è ancora, legittimamente, disordinato, trascinato dal furore dei due attaccanti ma ancora poco coordinato: in questo senso, Roma e Fiorentina sono stati avversari perfetti per iniziare, perchè, seppur di qualità, ancora in fase di rodaggio nei meccanismi di uscita del pallone ed impostazione.
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Va poi valutato come inciderà sulla formazione titolare il ritorno di un giocatore difficile da escludere, come Saponara: sarà una risorsa in più o andrà a danneggiare l’equilibrio tra centrocampo ed attacco che per il momento sembra garantire un profilo, certamente di minor qualità ma di grande attitudine, come Lerager?
Il Genoa di Andreazzoli ha grandi potenzialità ed ha finalmente messo le basi per una stagione di buon livello, ha certamente ritrovato entusiasmo ed ambizioni, adesso non può fermarsi, ma consolidare e mettere a frutto le aspettative della piazza.
Immagine di copertina: profilo Instagram @genoacfc