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Lazio, finalmente ritornano i giovani

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Lazio, finalmente ritornano i giovani

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Dopo un anno non di fallimento ma bensì di conclusione di un percorso con a capo Simone Inzaghi, la Lazio é ripartita con un nuovo allenatore, Maurizio Sarri. Quindi perché non ripartire dai giovani? Si, perché all’ormai ex allenatore dei biancocelesti, in particolare, gli è stato contestato il fatto di non buttare mai molti giovani nella mischia, ma è stato sempre così? Assolutamente no, dobbiamo ricordare, infatti, che il tecnico piacentino, prima di diventare allenatore della prima squadra al posto di Pioli, era allenatore della Primavera della Lazio.

Difatti, i giovani fatti esordire al suo primo anno,  nel 2016-2017, sono stati ben 6: Cristiano Lombardi, Alessandro Murgia, Thomas Strakosha, Franjo Prce, Alessandro Rossi e infine Giorgio Spizzichino, tutti giocatori provenienti dal vivaio biancoazzurro.

I GIOVANI DIVENTATI PUNTI FISSI

Seppur gli ultimi tre nomi non abbiamo inciso particolarmente, i primi tre, invece, sono diventati risorse importanti per la squadra biancoceleste. Il primo, fece il gol all’esordio in campionato con l’Atalanta e in un anno, prima di andare in prestito al Benevento , giocò ben 19 partite, non poche per un ragazzo di vent’anni. Il secondo invece, è riuscito addirittura ad entrare nella storia della Lazio: indimenticabile il suo gol al 93’, nella finale di Supercoppa italiana contro la Juventus,  che sancì la vittoria dei biancazzurri per 3-2. Giocatore poi diventato molto importante per Simone Inzaghi che l’ha spesso e volentieri schierato al posto di Leiva come regista.

Purtroppo però, la storia d’amore tra il giocatore e la Lazio  è dovuta terminare nel 2019. La Spal per Lazzari chiese cash più il giocatore romano e la società biancoceleste a quel punto decise di sacrificare il suo gioiellino. Poi terzo e ultimo giocatore di quell’annata fu Thomas Strakosha che, grazie all’infortunio di Federico Marchetti e alla poca sicurezza che dava Ivan Vargic, venne fatto esordire nella partita contro il Milan e che poi diventò il portiere della Lazio titolare.

GLI ANNI SEGUENTI…

Nella seconda annata invece furono due i giocatori esordienti. Simone Palombi, che giocò la prima sfida di campionato da titolare proprio contro la Spal. E Alessandro Miceli, capitano della Primavera, fatto esordire nella partita di Europa League fra Lazio e Vitesse. Al terzo anno di Simone Inzaghi ha esordito anche Niccolò Armini, sempre in Europa League. Oltre a lui anche Guido Guerrieri, portiere che ha esordito da titolare all’Olimpico contro il Bologna, e  Luan Capanni, attaccante brasiliano che ha dimostrato parte del suo gran talento nel match di Serie A contro il Torino. Infine i due gioielli portoghesi Bruno Jordao e Pedro Neto, comprati per una cifra vicina ai 20 milioni di euro dal Braga, squadra portoghese, e rivenduti a fine stagione al Wolverhampton per 30 milioni, insomma una bella plusvalenza.

L’anno scorso invece, è toccato a Luca Falbo e Raul Moro, il primo sempre in una competizione europea, mentre il secondo nella sfida contro la Juventus. Quest’anno, i due fortunati sono stati Czyz , che ha esordito in Champions League contro il Club Brugge e Bertini contro il Sassuolo. Infine, come dimenticare le consacrazioni di Keita e Cataldi, fatti esordire dal precedente allenatore ma che poi sono maturati con il tecnico piacentino.

QUINDI QUAL É STATO IL PROBLEMA?

A questo punto allora la domanda potrebbe sorgere spontanea: perché ritornano i giovani?  Perché se andiamo a vedere le statistiche, negli ultimi anni di Simone Inzaghi, i giovani che hanno esordito non sono andati oltre. Nel senso che se vediamo come nel primo anno i giocatori poi siano diventati dei punti fissi, questo poi non è successo, ma perché? Il motivo è che se il ciclo di Inzaghi in Primavera era vincente, due Coppe Italia e una Supercoppa primavera, quello che è venuto dopo é stato pieno di incertezze, due le retrocessioni, tra cui l’ultima quest’anno.

UNA NUOVA ERA TARGATA SARRI

Pertanto, Maurizio Sarri è pronto a far tornare protagonisti i ragazzi. Infatti, nel ritiro di Auronzo ben 4 erano i giovani convocati dal settore giovanile biancoceleste: Raul Moro, Shehu, Bertini e Troise.  Proprio quest’ultimo è il giocatore più giovane mai convocato in un ritiro estivo della gestione Lotito. Classe 2005, sedicenne, proprio qualche giorno fa ha vinto da capitano della Nazionale U17 per 3-0 contro la Svizzera. Il primo invece, è il giovane più atteso, ben 6 i milioni sborsati per lui dalla società per sottrarlo al Barcellona nel 2019. Con Simone Inzaghi ha trovato poco spazio, ma in Primavera è stato il giocatore più prolifico, ben 11 i gol segnati.

Sarri è pronto a puntarci e lo ha dimostrato schierandolo sempre titolare in tutte le amichevoli disputate fino adesso. Tuttavia, l’acquisto di questa sessione di mercato che sta più incuriosendo e che bisogna inserire tra i giovani è Luka Romero, preso a parametro zero dal Mallorca. Giocatore che in patria è definito come il nuovo Messi, è il più giovane ad aver mai esordito in Liga, esattamente a 15 anni e 255 giorni proprio nella sfida con il Real Madrid. Si, perché il giocatore argentino è un classe 2004. Insomma, molti i prospetti interessanti . Tuttavia, il giocatore che invece ha particolarmente colpito il secondo di Sarri, Martusciello, è Marco Bertini, queste le parole del tecnico:

Qui si parla di due giovani che hanno ottime qualità tecniche, chiaro che il tempo dirà se poi possono ambire ad una carriera importante. I passaggi non sono così lineari, gli eventi possono causare delle frenate ma ci hanno colpito i ragazzi e tra loro menzionerei anche Bertini. Un giocatore che mi ha colpito in maniera favorevole è proprio lui”.

Pertanto, i giovani nella Lazio stanno tornando, hanno voglia di mettersi in mostra e Sarri è pronto a farli entrare nei suoi schemi di gioco. Vedremo se riuscirà come nel primo anno del suo predecessore a farli diventare dei punti fissi della squadra romana.

(Fonte immagine in evidenza: diritto Google creative Commons)

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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