Non poteva di certo andarsene in punta di piedi Francesco Totti, troppo amore, troppo forte l’amore viscerale per pensare che Francesco Totti salutasse con la mano e lasciasse la Roma dopo 30 anni. L’ha fatto continuando a fare quello che ha fatto per 30 anni: tirando bordate che abbattono i muri.
(Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Francesco Totti)
CHI RESTA E CHI VA
Le sue parole sono state di fatto fortissime, direttissime, di fatto però muri che hanno abbattuto sino i muri della stessa Roma perché, a metà Giugno, la Roma che verrà è un vero mistero e l’unica certezza è che sarà completamente diversa da quella che abbiamo visto negli ultimi anni proprio perché non rimane più niente. Rimane solo l’uomo che è a capo della Roma. James Pallotta che con la sua gestione da controllo remoto in questi anni non ha ottenuto i risultati né sul campo né a livello imprenditoriale a livello di strategia poiché non ha posto nemmeno un sassolino per la costruzione del nuovo stadio che era sicuramente un obiettivo al momento del suo sbarco in Italia. Ovviamente le colpe non possono essere solo sue ma questi sono i dati.
Rimane anche il suo consigliere particolare, molto particolare, Baldini da Londra, altro oggetto di vere e proprie saette lanciate dal Capitano nel momento del suo addio. Per il resto, l’anno prossimo alla Roma sarà tutto nuovo perché è andato via Francesco Totti, è andato via Daniele De Rossi, non c’è più l’allenatore Di Francesco, non c’è più il Ds Monchi con tutta la sua squadra perché non è solo il direttore andaluso ad aver abbandonato la Roma ma anche la sua rete di osservatori che qualcosa di buono e anche di molto buono hanno fatto. Ci sarà anche una squadra completamente nuova, probabilmente, perché a questi addii si aggiungono le voci di mercato che parlano di un Dzeko molto vicino all’Inter e di un Manolas in uscita. Togliendo Dzeko, Manolas e De Rossi, allora, la colonna vertebrale è tutta da ricostruire. Non entro nel merito delle parole di Francesco Totti, avrà avuto sicuramente le sue ragioni per esprimersi in questo modo lanciando dei messaggi così diretti e così forti, demolenti in qualche modo.
SI RIPARTE DALLA DIRIGENZA
(Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Torino F.C.)
Mi concentro sul lavoro che dovrà fare la Roma in tutte le sue componenti per pensare di avere un progetto competitivo, una squadra che possa lottare per i primi 4 posti e per conquistare un trofeo che manca ormai da più di 10 anni. Sicuro questa situazione non favorisce i professionisti che stanno arrivando a lavorare per la nuova Roma. Ci sarà un direttore sportivo nuovo, Gianluca Petrachi, un ds che nei suoi anni a Torino ha centrato degli obietti. Al suo arrivo a Torino, il club di Cairo si trovava in Serie B, lascia dopo un campionato da protagonista ed un settimo posto. È vero che i risultati ottenuti sono stati brillanti soprattutto sotto il punto di vista del bilancio, ci sono stati plusvalenze e ottimi investimenti che hanno fruttato sia sul campo che soprattutto a livello di conti, però poi dobbiamo vedere i risultati veri e propri del Torino che sono stati: un immediato ritorno in Serie A, un consolidamento importante ormai nella parte alta della classifica e una presenza in Europa League, arrivata poi da una stagione che non aveva portato direttamente il Torino in Europa ma che poi ci andò per problemi amministrativi di un’altra squadra. Sicuramente si può dire che il lavoro di Petrachi a Torino è stato positivo c’è però da dire che il lavoro che dovrà fare alla Roma sarà completamente diverso. A Torino era una sorta di talent scout mentre, a Roma, gli si chiede di costruire una squadra che possa essere protagonista.
PAULO FONSECA
(Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Paulo Fonseca)
Un altro che probabilmente ha preso le parole di Francesco Totti con un po’ di inquietudine è il nuovo tecnico della Roma, Paulo Fonseca che non ha avuto la benedizione del numero 10. Ha parlato chiaramente Totti, ha detto “io avrei preso Conte, è l’unico che ho provato a contattare e convincere”. Ha lasciato intendere anche intendere il perché: Conte avrebbe voluto una rivoluzione alle sue regole ma per Totti, a Roma, le decisioni vengono prese da altri. Bisogna veder se più effettivamente l’unico motivo del rifiuto sia questo. In ogni caso, in panchina ora c’è Fonseca, un allenatore che è abituato a fare delle vere e proprie imprese. In carriera ha fatto qualificare ai preliminari di Champions League il Paços Ferreira, ha vinto una coppa nazionale con il Braga che non ne vinceva una da mezzo secolo. È stato anche molto bravo allo Shakhtar, appena arrivato ha centrato un doblete (coppa e campionato) ma a Donetsk, Fonseca è stato bravo a proseguire il grande lavoro fatto da un maestro come Mircea Lucescu. Ha fatto rendere la squadra ucraina in anni difficili, in anni di guerra, in anni di lontananza dalla base del club. A mio modo di vedere, Fonseca è un tecnico molto preparato, intelligente e che dà un’identità precisa alla propria squadra. Non credo che sia per forza di cose un tecnico che ha bisogno del proprio prototipo di giocatori per rendere bene. È uno che sa adattarsi. Certo, il suo calcio è definito e di conseguenza servono delle figure specifiche e questo sarà materiale per la dirigenza. Fonseca gioca un calcio propositivo, offensivo e a giudicare dalla rosa attuale della Roma ci sono delle situazioni da sistemare.
LE CERTEZZE DELL’ATTACCO
(Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Cengiz Under)
Il comparto offensivo può essere abbastanza disegnato per le caratteristiche del tecnico che ama degli esterni molto ficcanti e, in questo senso, trattenere Ünder, che è mancato molto nella parte finale della scorsa stagione, può essere una priorità perché ha quelle caratteristiche e valori che possono essere un valore aggiunto. Anche Zaniolo potrebbe trovare una bella collocazione perché quello di Fonseca è un calcio lavorato, un calcio giocato e molto verticale e Zaniolo queste verticalità ce l’ha sia nei movimenti che nella gestione del pallone. A livello di punte nello Shakhtar, Fonseca ha sempre giocato con un centravanti vero ma partecipativo. Dzeko sarebbe il centravanti perfetto ma, ad oggi, vederlo in giallorosso nella prossima stagione appare molto difficile. Schick possiede quelle caratteristiche ma siamo abbastanza convinti che non sia un punta pura ma, anzi, è uno che ha bisogno di interagire con un attaccante vicino, per cui m’immagino che la Roma debba scendere sul mercato per prendere un centravanti di alto livello.
DUBBI SUL CENTROCAMPO
(Fonte immagine: profilo Instagram ufficiale di Lorenzo Pellegrini)
Il settore che mi lascia qualche dubbio in più è certamente il centrocampo orfano di una figura assoluta come Daniele De Rossi. Figure di centrocampo che in questo momento sono principalmente tre: Pellegrini, uno dei valori principali di questa Roma, Bryan Cristante, che nel calcio di Fonseca potrebbe inserirsi magari in una posizione più arretrata rispetto a quella con l’Atalanta. Sempre sulla carta, non vedo in N’zonzi le caratteristiche per entrare nel centrocampo a due di Fonseca. Il tecnico, però, come detto, è molto intelligente, ha sì un’identità molto marcata ma ha anche la capacità di adattarsi al materiale a disposizione.
QUESTIONE DI LEADERSHIP
In caso di partenza di Manolas, Fonseca si ritroverebbe davanti ad un problema non da poco non solo perché il greco è il miglior difensore della rosa ma anche perché è l’unico del suo ruolo con un alto grado di velocità. Non è facile trovare in giro a prezzi accessibili e contenuti un difensore che sia allo stesso tempo molto veloce e molto leader. La situazione attuale è veramente un pochino complicata. Rimane un altro giocatore che dovrà assumere un ruolo centrale dal punto di vista della leadership e si tratta di Alessandro Florenzi. Il capitano che ha tutte le capacità tecniche e temperamentali per trascinare una Roma che secondo Totti è stata deromanizzata. questo è un concetto indiscutibile se vediamo le figure che sono uscite negli ultimi mesi. Florenzi deve assumere i gradi del leader. Nel calcio che ci ha abituato a vedere Fonseca trova una collocazione perfetta sugli esterni. Lui avrà tanta responsabilità addosso, come ce le avrà il tecnico, il direttore sportivo e da oggi ne avrà ancora di più il presidente Pallotta. È una Roma che deve costruirsi e deve totalmente ricostruire, ma da oggi, di alibi, capri espiatori, di scudi davanti non ne ha veramente più. Sarà una stagione determinante per i destini della Roma e soprattutto del suo presidente americano.
(Fonte immagine in evidenza: profilo ufficiale Facebook società)
Domenica pomeriggio alle 18:30 ci sarà una sfida ad altissima intensità e che promette gol e spettacolo quella tra Sassuolo e Roma. Storicamente la partita ci ha sempre regalato tanti gol e risultati mai scontati con tanti colpi dei neroverdi a sorpresa, senza dimenticare i tanti ex.
Il Sassuolo arriva alla partita dopo il successo pirotecnico per 3-4 contro l’Empoli e Dionisi e co sono pronti a sorprendere anche contro la Roma. I neroverdi arrivano alla partita con i soliti dubbi legati alla trequarti, con Bajrami che dovrebbe partire dalla panchina favorendo l’avvio iniziale di Kristian Thorstvedt che affiancherà Laurienté e Berardi alle spalle di Pinamonti che vuole ritrovare il gol.
Situazione complicata in casa Roma, il pareggio contro il Servette non è piaciuto a Jose Mourinho che nel post partita a Sky ha attaccato i suoi di mancanza d’impegno. I giallorossi dunque non possono sbagliare ancora e con il Sassuolo si vuole cambiare passo, anche per non perdere il treno Champions League. Alcuni dubbi per Mourinho con Zalewski che insidia per un posto sulla fascia e Renato Sanches che potrebbe ritornare dal primo minuto a discapito di uno tra Pellegrini e Paredes in mediana. L’ultima in campionato per i giallorossi si è conclusa il 2-1 faticoso contro l’Udinese, grazie ad un gol di Dybala nel finale.
IL PRONOSTICO DI NUMERO DIEZ
Sarà una partita sicuramente ricca di gol, entrambe le squadre vogliono fare risultato e ci sentiamo dunque di giocare un azzardato 1x+over2.5, perché la Roma storicamente in casa del Sassuolo ha sempre fatto fatica e i padroni di casa arrivano da un momento d’oro. Il tutto è quotato alla SNAI 2.65. Occhio però anche ai marcatori, Berardi ha il piede caldo come sempre contro le big e potrebbe fare l’ennesimo regalo ai suoi anche con un calcio di rigore vista l’intensità della sfida.
Il gol che apre le marcature nella sfida tra Milan e Frosinone è stato messo a segno da Luka Jovic al 43′.
Il centravanti rossonero è tornato a gonfiare la rete dopo 189 giorni da quello messo a segno in Fiorentina-Roma 2-1, del 27 maggio.
Come riportato su X da Giuseppe Pastore, inoltre, la rete di Jovic è un momento storico per il Milan, che mette a referto il primo marcatore serbo della sua storia.
Il Barcellona continua la propria rincorsa alla volta del primo posto della classifica della Liga. I catalanti si trovano al momento al terzo posto in classifica, condiviso con l’Atletico Madrid che però ha una gara in meno. Domani sera in programma proprio la sfida rovente tra le due compagini, per decretare chi sarà, almeno per il momento, la principale forza inseguitrice alle spalle di Real Madrid e Girona, in tandem al primo posto e con un margine di vantaggio di 4 punti.
Si attende dunque la gara tra Atletico Madrid e Barcellona, quella che per alcuni sarà una sfida nella sfida (in primis per Joao Felix) e che per entrambi i gruppi squadra sarà l’occasione per mettere alla prova se stessi e le proprie ambizioni.
A proposito di ambizioni, è tornato a parlare Ilkay Gundogan. Il centrocampista, dopo aver lasciato il Manchester City da protagonista nelle vittorie dei tantissimi trofei degli ultimi anni e soprattutto della Champions League 2022/23, si è accasato in Catalogna. La scelta di approdare al Barcellona è dipesa dalla volontà di trovare nuovi stimoli, nuova voglia, una sfida ambiziosa e proiettata verso l’alto. La sua voce all’interno dello spogliatoio conta già molto, con i giovani che possono soltanto imparare dai gesti e dalle parole di un campione assoluto come Gundogan.
In particolare, le parole pronunciate dal centrocampista dopo la sconfitta con il Real Madrid sono diventate argomento di discussione pubblica. Nel corso di un’intervista ai microfoni di BeIN Sports, Gundogan è tornato sulla vicenda. Di seguito le sue dichiarazioni.
OPINIONE GUNDOGAN –“Non posso mettermi nei panni degli altri per sapere come l’hanno recepita, ma ho semplicemente detto onestamente la mia opinione e la mia intenzione non era quella di attaccare niente e nessuno. Voglio dire, ogni volta che critico la mia squadra, per qualunque cosa, includo me stesso. Comincio sempre da me stesso. Penso di avere abbastanza esperienza per sapere come funziona questo gioco, ma prima mi guardo sempre allo specchio e giudico prima me stesso e non gli altri. Voglio che facciamo il meglio che possiamo perché vedo in questo squadra con molto potenziale e molta qualità“.
L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquè, è stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.
LE DICHIARAZIONI
NUOVO FORMAT – “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”
TROPPE PARTITE – “Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”
NUOVO CALENDARIO – “Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”
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