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Le huitième géant

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Le huitième géant

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La Roma ha ufficializzato il 12º acquisto dell’attuale sessione di calciomercato, Steven N’Zonzi.

Il centrocampista francese classe ’88 arriva dal Siviglia a titolo definitivo ed è costato alla società capitolina 26,6 milioni+4 di bonus per un’operazione che, complessivamente, si aggira intorno ai 31 milioni di euro.

LA CARRIERA

Steven N’Zonzi cresce calcisticamente nell’Amiens, dove nell’aprile 2008 esordisce con la prima squadra in Ligue 2.

La stagione immediatamente successiva riesce a ritagliarsi più spazio e a farsi notare da diversi club stranieri, tanto che nell’estate del 2009 si trasferisce in Inghilterra per giocare con il Blackburn Rovers: la società del Lancashire spende per il suo acquisto 500mila euro. La prima stagione a Ewood Park si rivela molto positiva, in quanto il ragazzo riesce ad imporsi con continuità adattandosi presto al campionato britannico, con i Rovers che a fine stagione si piazzano al 10º posto. Nelle due stagioni successive, però, il collettivo inglese cala nelle prestazioni fino alla retrocessione avvenuta nel 2012.

Lo Stoke City, nella successiva estate, non si lascia scappare l’occasione di trattare N’Zonzi ed acquista il mediano francese al prezzo complessivo di 4 milioni e mezzo; al Britannia Stadium, il neo-arrivato alza ulteriormente l’asticella e la qualità delle prestazioni, tanto che nel club di Stoke on Trent diventa un titolare inamovibile; e anche grazie al suo contributo, la squadra, nei tre anni, riesce a migliorare di stagione in stagione il proprio posizionamento in classifica, sfiorando nell’annata 2014/15, la qualificazione in Europa League.

Il D.S. del Siviglia, Monchi, si accorge delle straordinarie qualità del centrocampista difensivo e lo porta in terra andalusa per appena 8 milioni. Al Ramón Sánchez-Pizjuán, N’Zonzi completa la sua maturazione come giocatore trionfando in Europa League contro il Liverpool per 3-1 e ottenendo, successivamente, nel novembre del 2017, il tanto atteso esordio con la nazionale francese.

È l’anno 2018 quando il mediano di Colombes viene convocato dal C.T. Deschamps per disputare il Mondiale in Russia; nonostante non venga considerato come un titolare delle selezione transalpina, Steven gioca complessivamente 141 minuti, partendo titolare nell’ultima sfida del girone contro la Danimarca e giocando per tutto l’arco dei 90 minuti; anche in finale contro la Croazia subentra all’ammonito Kanté e gioca 35′, laureandosi, insieme ai compagni, campione del Mondo 2018.

IL PROFILO

N’Zonzi è un mediano con buona capacità d’impostazione unita, anche, a ottime qualità d’interdizione, motivo per cui può tranquillamente posizionarsi in solitaria a fare schermo e gioco davanti alla difesa. La sua straordinaria altezza, 1,96 cm, lo rende molto importante sulle palle inattive, sia in fase offensiva, per tentare di segnare, sia in fase difensiva, per sventare eventuali occasioni da gol. Il neo centrocampista della Roma rappresenta il prototipo di mediano moderno che deve riuscire a fare entrambi le fasi, ma soprattutto lavorare tanto sulle “seconde palle” e, grazie alla sua predisposizione fisica, può raccogliere sia palle aeree, sia a terra, attraverso le sue lunghe leve con cui riesce ad arpionare i palloni in possesso degli avversari.

L’ottima tecnica la si può notare dalla precisione nei passaggi, nell’ultima stagione, infatti, ha avuto il 92,4% di passaggi a segno, rivelandosi un ottimo metronomo nel dettare i tempi di gioco alla squadra; mentre, non è dotato di una buona capacità di dribbling e in caso di forte pressing avversario sarebbe costretto ad appoggiarsi ad un compagno più tecnico. L’altra grande caratteristica interessante di N’Zonzi sono i duelli aerei in cui nella passata annata è riuscito ad avere una media di 3,1 duelli aerei vinti, dimostrando di essere un fattore determinante sulle palle alte. L’unico difetto è che, essendo molto alto, non è un giocatore rapido e ciò lo porta spesso a soffrire avversari con questa caratteristica.

In zona gol il campione francese non spicca particolarmente, anche se ogni anno il suo bottino di 2/3 gol riesce sempre a metterlo a segno. In carriera, in 391 gare giocate, ha segnato solamente 21 reti (un gol ogni 1515′). Anche riguardo agli assist ai compagni non eccelle particolarmente, in quanto, essendo un mediano, lui si occupa principalmente di impostare il primo possesso della squadra e non di imbeccare i compagni per concludere l’azione, infatti in carriera ha totalizzato solamente 20 assist.

DESTINO BIZZARRO

Durante questa sessione di mercato, N’Zonzi è approdato nella Roma giallorossa, eppure l’anno prima, Steven, sarebbe potuto approdare a Torino e vestire la maglia della Juventus. Nella sessione dello scorso mercato estivo, la società della famiglia Agnelli era in cerca di un centrocampista con le caratteristiche del neo acquisto della Roma. Massimiliano Allegri, infatti, aveva individuato nel mediano ex Siviglia il profilo ideale per plasmare la sua Juve dell’annata 2017/2018, ma la squadra andalusa non si mosse dalla richiesta di 35/40 milioni per l’acquisizione del cartellino e la trattativa sfumò. La Juventus, alla fine, ripiegò su Blaise Matuidi che, a posteriori, si rivelò comunque un’ottima scelta.

LA ROMA, TRA MODULI E STRATEGIE SUL CAMPO

La squadra di Eusebio Di Francesco, adesso, può avere diverse alternative di modulo da proporre, sia in base alla gara che vuole fare il tecnico, sia in base all’avversaria che si paleserà ogni giornata. Steven N’Zonzi è la chiave dell’allenatore, in quanto, può scegliere d’impostare due centrocampi differenti. Il primo modulo è il 4-3-3, in cui i protagonisti sarebbero: N’Zonzi in cabina di regia affiancato dalle mezz’ali, Cristante e Pastore, lasciando fuori dai titolari capitan De Rossi.

Il secondo modulo, invece, è il 4-2-3-1 con l’ex Siviglia a fare da schermo in mezzo al campo insieme al capitano (De Rossi); davanti a loro potrebbe agire Pastore oppure Cristante, con l’argentino che sarebbe tutto estro e fantasia, mentre l’ex Atalantino darebbe più compattezza e ordine, permettendosi, però, il compito di pungere attraverso inserimenti alle spalle dei difensori.

Ci sarebbe anche una terza opzione, ma meno probabile, cioè il 3-4-2-1, modulo in cui i giallorossi si disporrebbero con due mediani, affiancati da due esterni tutta fascia (Kolarov e Florenzi) e due trequartisti: in questo caso i mediani sarebbero sempre N’Zonzi e De Rossi che rimarrebbero piazzati in mezzo al campo, mentre i due trequartisti, Pastore e Cristante sosterrero bomber Dzeko, con l’ex PSG con la licenza di inventare e Cristante a lavorare tra le linee creando superiorità numerica.

Nonostante queste ipotesi di centrocampo la squadra capitolina, con tutta probabilità, giocherà con il primo modulo, ovvero il 4-3-3.

LA ROMA DEI TITANI

Il campionato italiano è diventato sempre più fisico e l’attuale sessione di calciomercato è stata un’ulteriore conferma: molte squadre, piccole e grandi, hanno deciso di puntare su calciatori imponenti fisicamente, come testimoniano i recenti acquisti di Bakayoko al Milan, Johan Djourou alla Spal oppure Inglese al Parma.

La Roma questa strategia la stava già adottando da qualche stagione, ma nel corso di questa campagna acquisti ha deciso di puntare forte su giocatori dalla stazza imponente. Infatti, l’acquisto di Steven N’Zonzi ha trasformato la formazione giallorossa nella più alta della Serie A, con addirittura 8 giocatori che superano il metro e 90. Su 29 giocatori che la Roma ha attualmente in rosa, solo 7 sono più bassi di 1,84 cm e sono: Perotti, Ünder, Corić, Florenzi, Kluivert, El Shaarawy, Pellegrini (Luca). Invece quelli sopra al metro e 90 sono: Olsen, Dzeko, Manolas, Mirante, Fuzato, Zaniolo, N’Zonzi e Fazio.

La scelta strategica di puntare su giocatori alti rende il Club di James Pallotta molto pericoloso sulle palle inattive, dove in Serie A esse si rivelano un fattore determinante, soprattutto in partite contro squadre medio-piccole con cui, spesso, si fatica ad entrare anche solamente in area.

In fase difensiva, invece, avere giocatori alti consente di proteggere meglio l’area ribattendo fuori i tentativi di cross avversari. Oltre alle palle inattive e calci piazzati, avere una squadra fisica permette di proteggere meglio il possesso palla, ponendo il corpo tra la palla e l’avversario nel momento in cui si viene pressati, riuscendo così ad ottenere un fallo o comunque mantenere il possesso della sfera; mentre in fase di non possesso si hanno maggiori probabilità di vincere duelli e contrasti per la riconquista della biglia.

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Calcio Internazionale

Italia-Inghilterra 1-2, le pagelle del match: Kane nella storia, Retegui cinico

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Italia Retegui

L’Italia inizia con molta foga e si porta in avanti con convinzione mettendo in apprensione l’Inghilterra. La squadra di Southgate però risponde subito andando in rete al 13′: Bellingham con una bordata impegna Donnarumma e sul conseguente calcio d’angolo, Rice in mischia insacca il gol del vantaggio. Gli azzurri perdono fiducia e l’Inghilterra va vicino al raddoppio prima con Bellingham che non arriva su un cross di Kane e poi con Phillips che calcia dal limite fuori di poco. Sul finire del primo tempo il secondo gol arriva: mano di Di Lorenzo e Kane dal dischetto non sbaglia.

L’Italia inizia il secondo tempo con un altro piglio. Pellegrini dopo pochi minuti ha una buona opportunità ma spara alto da ottima posizione. Dopo qualche minuto arriva pure il gol: assist del giocatore della Roma che trova Retegui solo in area che segna in diagonale. L’Italia continua a spingere trovando un’incredibile qualità nel palleggio che nel primo tempo era completamente assente. A dieci minuti dalla fine viene espulso Shaw ma l’Italia non trova la forza di pareggiare.

LE PAGELLE DELL’ITALIA

Donnarumma 6: subito chiamato a una gran parata su Bellingham non può nulla sul gol di Rice. Il rigore di Kane è imparabile e predica nel deserto con delle parate che limitano il passivo.

Di Lorenzo 5: oggi Grealish è in gran forma e non gli permette di spingere e giocare come fa col Napoli. Il suo fallo di mano regala il raddoppio all’Inghilterra.

Toloi 5: si perde Rice nell’azione del gol arrivando in contrasto troppo tardi. Risulta troppo timido in generale e anche i suoi passaggi non trasmettono sicurezza alla squadra.

Acerbi 5,5: l’Inghilterra non lo pressa lasciandolo impostare e palleggiare ma lui spesso è impreciso e prevedibile. Il centrale dell’Inter prova a limitare i danni ma anche nella fase difensiva è in difficoltà.

Spinazzola 6,5: è in buona forma e in generale riesce a raggiungere spesso la trequarti avversaria proponendosi bene anche in fase offensiva. Dialoga bene con Gnonto dopo l’ingresso del giocatore del Leeds United.

Barella 6: combatte su tutti i duelli e non si dà mai per vinto. Col passare dei minuti perde fiducia anche lui e abbassa il suo raggio d’azione mentre nella ripresa torna sui suoi livelli. (dal 62′ Cristante 6: viene messo in mediana con compiti di regia e interdizione, si fa rispettare e partecipa all’assalto finale).

Jorginho 5: schermato dai centrali inglesi non ha modo di gestire il gioco come lui sa fare. Viene servito poco e male tanto che perde alcuni palloni in zone pericolose. (dal 69′ Tonali 6: piazzato a centrocampo prova a farsi vedere in zona offensiva costringendo i centrocampisti inglesi a retrocedere).

Verratti 6,5: prova a mettere ordine a centrocampo dove c’è molta confusione e soprattutto nel secondo tempo trova le giuste geometrie per dirigere bene l’azione italiana. (dal’88 Scamacca s.v.)

Berardi 5: non ha modo di mettersi in mostra e rimane stretto nella morsa tra Shaw e i centrocampisti. Si fa vedere poco e non trova mai il tiro. (dal 62′ Politano 6: entra bene in partita scaldando il pubblico del Maradona con delle belle accelerazioni).

Retegui 6,5: mostra qualche buon movimento ma viene sovrastato fisicamente dai centrali inglesi. Non molla nonostante sembrasse una serata difficile e segna un bel gol al debutto.

Pellegrini 6,5: da esterno sinistro incide e prova ad accentrarsi per aiutare il centrocampo senza grande successo. Nella ripresa cambia atteggiamento ed è una spina nel fianco costante. Serve un bell’assist a Retegui. (dal 69′ Gnonto 6: ha un buon impatto sul match creando apprensione sulla sinistra e mettendo dei palloni interessanti in area).

All. Mancini 6: l’Italia ritrova la sua identità solo nel secondo tempo. La mancata qualificazione al Mondiale segna ancora le sicurezze azzurre ma lui sta provando in tutti i modi a migliorare le cose.

 

LE PAGELLE DELL’INGHILTERRA

Pickford 6: gioca bene con i piedi e non può nulla sul gol di Retegui. Per il resto fa qualche buon’uscita e amministra bene la difesa.

Walker 6: elemento tattico della difesa inglese ha il compito non facile di contenere le avanzate di Spinazzola ma limita bene i danni.

Stones 6: ferma il tiro di Retegui e poi si limita a far iniziare l’azione offensiva. Non viene sollecitato particolarmente dall’Italia e compie una prova sicura.

Maguire 5,5: in marcatura su Retegui è infallibile nel primo tempo ma poi nella ripresa sbaglia l’uscita da cui nasce il gol azzurro.

Shaw 5: spinge con costanza a sinistra e lascia in ombra Berardi. Trova buone combinazioni con i centrocampisti e Grealish ma nel secondo tempo rovina tutti venendo espulso in pochi minuti.

Phillips 5,5: non si vede molto a centrocampo e svolge per lo più una partita tattica in mezzo al campo. Ha avuto anche un’importante occasione ma non ha trovato lo specchio della porta.

Rice 7: trova il gol in maniera furba in mezzo a tante gambe. Per il resto in fase di interdizione è un guerriero quasi insuperabile davanti alla difesa.

Bellingham 7: le sue progressioni sono impressionanti ed è lui con le sue falcate ad accelerare l’offensiva inglese. Un suo tiro viene respinto ottimamente da Donnarumma ma in generale la sua posizione è dominante sul campo. (dal 85′ Gallagher s.v.)

Grealish 5,5: è in forma e mette in grande difficoltà la fascia destra dell’Italia. Sbaglia clamorosamente il 3-0 e da quel momento il suo rendimento cala fino a scemare. (dal 69′ Foden s.v.) (dal 81′ Trippier s.v.)

Kane 7: propizia il primo gol con un tiro respinto e poi guadagna un rigore che lui stesso trasforma. Segna il gol storico che lo rende il più grande cannoniere del nazionale inglese.

Saka 6: interagisce bene con i compagni senza provare troppo l’uno contro uno ma preferendo partecipare alla manovra con movimenti che non danno riferimento agli italiani. (dal 85′ James s.v.)

All. Southgate 6,5: ha trovato il sistema giusto per l’Inghilterra e ora dovrà solo preparare al meglio l’ultimo assalto a un tanto agognato trofeo, ovvero l’Europeo del 2024. Rimane clamoroso però il calo nel secondo tempo ed inspiegabile il cambio di Foden.

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Il report dell’allenamento odierno del Lecce: ai box Pongracic, differenziato per Dermaku

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Lecce

Al rientro dalla sosta per le nazionali, il Lecce affronterà l’Empoli in campionato. La squadra di Baroni si è ritrovata questo pomeriggio sul campo dell’Acaya per riprendere gli allenamenti e per preparare al meglio la gara. Questo il comunicato pubblicato sul sito del club salentino.

DIECI ASSENTI“Nel pomeriggio i giallorossi hanno ripreso la preparazione sul campo dell’Acaya nella settimana in cui si osserva la sosta di campionato. Assenti per gli impegni con le rispettive Nazionali i calciatori Banda, Ceesay, Colombo, Falcone, Gallo, Gendrey, Hjulmand, Helgason e Voelkerling. Assente anche Pongracic, impegnato in fase fisioterapica e ricondizionamento mentre Dermaku ha proseguito nel lavoro personalizzato di ricondizionamento. Domani allenamento al mattino sul campo dell’Acaya”.

 

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La conferenza di Mancini: “Con l’Inghilterra una classica, Retegui mi ricorda il primo Batistuta”

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Italia

In vista della partita d’esordio delle qualificazioni ad Euro 2024 contro l’Inghilterra, in programma domani alle ore 20:45, ha parlato il CT dell’Italia Roberto Mancini in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni.

FORMAZIONE “Abbiamo giocato con un modulo diverso nelle gare di Nations League. Si potrebbe anche cambiare, ma nel 4-3-3 ci sentiamo a nostro agio, soprattutto per giocare una partita molto propositiva. Dipenderà da noi, dobbiamo cercare di fare ciò che abbiamo fatto e quindi ritornare a vincere, tornare a essere quelli che siamo stati prima”.

L’INGHILTERRA“Ormai è diventata una classica, l’Inghilterra è una delle migliori squadre al mondo. Ha una lista di giocatori straordinari, anche domani sarà una gara molto difficile. Noi cercheremo di fare la nostra partita, ma non sarà semplice per entrambe“.

RETEGUI“Arrivare così dall’Argentina all’Italia, e non in una squadra di club, non è semplice. Un po’ di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un centravanti bravo e giovane, abbiamo una grande fiducia e dobbiamo dargli un po’ di tempo. È un centravanti classico, vedo che molti lo paragonano a Denis. Io mi ricordo quando Batistuta arrivò in Italia, lo ricorda. Chiaramente è un ragazzo giovane e ha bisogno di tempo e di crescere. Credo non ci metterà molto ad ambientarsi”.

IL NAPOLI E IL MARADONA“La Nazionale quando è venuta a Napoli è sempre stata aiutata dal pubblico. Per noi è la prima gara di qualificazione e quindi dobbiamo disputare una buona partita, trascinarli. Il Napoli ha sempre fatto cose ottime, s’è sempre qualificato in Europa e ha sempre lottato per il vertice. Quest’anno è il momento più bello, la squadra gioca davvero bene, è una squadra che potrebbe fare qualsiasi cosa. Non diciamo nulla, siamo un po’ scaramantici: le squadre italiane in Europa possono fare bene, ma con qualche italiano in più sarebbe meglio“.

IL RICORDO DI VIALLI“È una grande emozione perché è la prima volta senza Vialli. Noi l’abbiamo avuto nel gruppo ed è stata una grande fortuna. È un grande dispiacere, le persone come lui saranno sempre vicine, sono persone immortali”. 

PROBLEMI TRA I TIFOSI“Io non sono della polizia. Generalmente sono sempre stati gli ospiti a creare problemi. La partita di calcio è sempre un momento di gioia per tutti e se i tifosi ospiti si comporteranno bene, io non credo ci saranno problemi“. 

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Tacconi lascia l’ospedale, i medici: “Percorso sorprendente”

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Finalmente buone notizie sulle condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere azzurro, colpito da un’emorragia cerebrale lo scorso 22 aprile 2022, ha lasciato l’ospedale dove era ricoverato da quasi un anno e proseguirà la riabilitazione in una struttura vicino casa. A dichiararlo è stato il dottor Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria. Queste le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.

LE CONDIZIONI -“Il percorso di Stefano Tacconi è stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico”.

Anche la famiglia Tacconi ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a tutto lo staff medico dell’ospedale.

LA LETTERA DELLA FAMIGLIA“Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima. Un grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno”.

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