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Le questioni problematiche del calcio azzurro

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Le questioni problematiche del calcio azzurro

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Mancini

Facile lamentarsi ora. Facile criticare e accusare la nostra nazionale in questo momento. Far emergere tutti i problemi, evidenziare ogni questione tutt’altro che positiva. Facile perché c’è adesso la timorosa consapevolezza che forse ai prossimi Mondiali il calcio azzurro resterà a casa. Ma è la mentalità con cui un italiano medio affronta certe questioni a dover far riflettere. Considerare le cose non quando sono un problema, ma quando sono un’emergenza. Ciò è assolutamente da rivedere. Poi magari ai Mondiali ci andremo pure, ma le difficoltà del nostro pallone resteranno comunque.

DAL 2006 AD OGGI

Undici anni fa vincevamo la Coppa del Mondo. Quel meraviglioso trofeo che unì l’intero Paese come accadde nel 1982. Emozioni. Una nazione così eterogenea sotto tanti punti di vista, ma che per una notte ha vissuto sensazioni totalmente simili. Da Bolzano a Palermo, da Torino a Lecce, da Milano a Roma. Ognuno esultava per l’ennesima stellina pronta da cucire orgogliosamente sopra il nostro stemma. Che gioia.

Eppure quel 2006 sembra restare ora solo un lontano ricordo, nel quale ogni calciofilo che ha potuto coscientemente assistere a quel trionfo si reca quando assiste a prove vergognose della nostra e attuale nazionale. Ma vivere di ricordi è sbagliato, e pure non rispettoso per un calcio che deve andare avanti. I ricordi son belli da rivivere, ma per averne altri da raccontare bisogna scrivere pagine e pagine di storia quando possibile. La nostra nazionale però sembra che da Berlino non si sia ancora svegliata del tutto…

Parlano i numeri, quasi impietosi. Dal 2008 al (quasi) 2018 poca roba questa squadra. Una finale europea finita in umiliazione, due eliminazioni alla fase a girone nei due mondiali disputati rispettivamente in Sudafrica e in Brasile. Poche gioie anche nelle varie Confederation Cup giocate. Insomma, guardando i risultati, le varie compagine rappresentative del nostro pallone non hanno di certo fatto cose eccezionali. L’unica nota positiva, ma che paradossalmente si rivela sempre più un’arma a doppio taglio, riguarda la convinzione dei tifosi nel poter far bene in ogni occasione.

Peccato però che il “noi ci crediamo!” non può sempre nascondere i limiti concreti che abbiamo a livello tecnico e tattico. Con il cuore si può andar lontano, ma a un certo punto serve soprattutto altro. Altro che oggi non vediamo, o che se vediamo lo facciamo in piccole dosi. Insigne il nostro fuoriclasse, Verratti il talento per eccellenza… no. Perché una volta giocavamo lasciando in panchina gente come Del Piero, mentre oggi un giocatore come il neo 43enne sarebbe il maggior esponente di qualità tecnica in rosa.

L’OGGI PER IL DOMANI

E allora svegliamoci. Apriamo gli occhi. Facciamolo guardando anche altri sistemi. Quello tedesco per esempio, che magari in certi fattori emotivi non sarà come noi, ma che però sul terreno di gioco può schierare le riserve delle riverse e batterci comunque con un risultato eclatante. O il modello spagnolo, basato su una filosofia calcistica eterna ed efficace, dove i giocatori crescono in base al gioco, e non viceversa. Noi invece fatichiamo. Sforniamo poco. La nostra under 21 non è nemmeno male nel complesso, ma bisogna darle fiducia.

Bisogna credere nei propri giovani. Finiamola nel fermarci alla carta d’identità. Se un giocatore è talentuoso e mostra grandi margini di miglioramento, deve giocare. Un accordo tra FIGC e i club urge in maniera necessaria. Perché la nostra nazionale si nutre del nostro stesso calcio. Dalla Serie A fino ai semiprofessionisti, dalle Primavere alle scuole calcio. (Ri)Partire dal basso per arrivare ad avere buoni elementi in alto nel giro di pochi anni. Perché l’abbiamo visto nell’ultimo decennio, con i vari individui esplosi in una singola stagione fine a se stessa non si va lontano. E pure la retroguardia ormai vecchiotta non può essere un’arma nella quale confidare sempre.

Serve una rivoluzione vera e propria. Dal CT Ventura, il quale è in gran parte responsabile di ciò che stiamo vedendo, ma la colpa non resta appunto tutta sua. Egli si sta un po’ trovando nel posto sbagliato al momento sbagliato. Con Conte abbiamo fatto più che bene, ma solo perché lui da vero motivatore riusciva a colmare le falle tecniche con cariche emotive quasi da combattimento. Perché arrivare quasi in semifinale con Pelle-Eder titolare, Giaccherini e De Sciglio fissi nei propri ruoli, dice molto, con tutto rispetto ai 4 ragazzi, bravi ad aver dato il massimo.

Guardiamo in casa nostra e riflettiamo un po’ di più. A calcio non basta il cuore, il crederci fino alla fine, servono anche due piedi non buoni ma nemmeno non mali. Perché, per chiudere con un esempio emblematico, un Pellegri in Germania, in Francia e in Inghiterra giocherebbe titolare…

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia, le formazioni ufficiali: tutto confermato, Mendes e Rodriguez sfidano Verde e Esposito

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Dove vedere Ascoli-Sampdoria in tv e streaming

Al Del Duca l’Ascoli ospita lo Spezia per una gara da brividi vista la posizione in classifica di ambedue le formazioni.

L’Ascoli vuole tornare a sorridere davanti al proprio pubblico, che in settimana ha incitato la squadra al Picchio Village. Tuttavia 1 punto in 2 gare nella nuova gestione Castori non può soddisfare la piazza; urge un cambio netto sia dal punto di vista del gioco che dei risultati. Non saranno della gara gli infortunati Falzerano, Caligara e Nestorovski oltre ai lungodegenti Kraja, Tavcar e Bogdan. Confermato il modulo 3-4-1-2 con Masini a sostegno di Mendes e Rodriguez.

Due sconfitte, invece, per Luca D’Angelo, subentrato a Massimiliano Alvini. Anche a La Spezia il clima è pesante e le contestazioni sono all’ordine del giorno. Tuttavia i liguri devono fare a meno di Dragowski, Reca e Wisniewski. Nel 4-3-2-1 agiscono Kouda e Verde alle spalle di Pio Esposito.
Ecco le formazioni ufficiali della gara.

ASCOLI (3-4-1-2): Viviano; Bellusci, Botteghin, Quaranta; Adjapong, Milanese, Di Tacchio, Falasco; Masini; Mendes, Rodriguez. All: Castori

SPEZIA (4-3-2-1): Zoet; Amian, Muhl, Nikolaou, Elia; Cassata, Salvatore Esposito, Bandinelli; Verde, Kouda; Pio Esposito. All: D’Angelo

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – Orazio Accomando: “Camarda all’esordio? Sorridente, cantava i cori della curva”

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Orazio Accomando

Com’è stato l’esordio di Francesco Camarda con il Milan? Lo abbiamo chiesto ad Orazio Accomando, giornalista e bordocampista di DAZN, che ci ha illustrato il fantastico debutto del 2008 rossonero da un altro punto di vista.

Mi ha colpito parecchio come lei ha vissuto l’esordio di Camarda contro la Fiorentina. Saprebbe raccontarci come si è allenato il ragazzo nel corso di queste settimane pre e post debutto?Camarda è un ragazzo che ha la testa sulle spalle. Ha un entourage e soprattutto una famiglia molto seri e lui ha lavorato tanto per arrivare a questo esordio. Da bordocampo l’ho visto sorridente. Durante il riscaldamento canta i cori della curva. Un’emozione unica per lui, considerando che la curva ha visto nel tempo molti dei giocatori più forti di sempre. La Sud gli ha dedicato un coro personalizzato…dev’essere una grande emozione“.

Camarda non convocato contro l’Atalanta, fa ritorno in Primavera. Mi aspettavo che contro la Dea venisse comunque convocato, date le esigenze di Pioli. C’è da dire, però, che il rientro di Giroud e il quasi recupero di Okafor gli toglieranno dello spazio. Pioli però è bravo nella gestione dei giovani“.

Ci sono altri giovani del Milan che, con Pioli, potrebbero trovare spazio, come ad esempio Zeroli, capitano della Primavera rossonera. Saprebbe darci qualche altro nome da tenere d’occhio?Simic è senza dubbio quello fisicamente più pronto per il calcio dei grandi. Lui, Bartesaghi e Chaka Traoré sono sicuramente quelli da tenere d’occhio, nonostante siano già noti, oltre che Camarda, ovviamente“.

Siamo quasi a metà stagione, tiriamo le prime somme: chi vede come favorito per lo scudetto e per la vittoria della Champions League?Per quanto riguarda lo scudetto, vedo l’Inter favorita, ma non ora che è prima in classifica, già da 2-3 anni è la squadra con l’organico migliore. In Champions è presto per dirlo, potremmo dire le solite ma in fondo possiamo soltanto pensare chi andrà più lontano. Per me il City è la squadra più forte al mondo, ma il Real Madrid mi gasa un sacco. Molti pensano alla storia dei Blancos, ma in realtà sono una squadra giovane che gioca molto bene“.

Il mercato di gennaio è alle porte. Dobbiamo aspettarci un mercato sorprendente o di assestamento?Di assestamento ma importante. Mi aspetto molto dalla Juventus, che ha cercato in estate di mantenere i costi ma che adesso ha perso due titolari come Fagioli e Pogba, dovrà sicuramente intervenire in maniera importante“.

Il ruolo del mediano è quello che resta sempre fuori dai riflettori, ma è paradossalmente il cervello della squadra in campo. Quali sono i giocatori in questo ruolo di cui non si parla granché?Partiamo dal presupposto che per me il più forte al mondo in questo ruolo è Toni Kroos. Se dovessi pensare ad un altro nome in campo europeo, di cui si è parlato tanto ma non troppo perché mascherato dai compagni di reparto è stato sicuramente Busquets. Restando all’attuale Serie A, un mediano fortissimo è De Roon dell’Atalanta. Non se ne parla mai, ma è fondamentale e se n’è accorta anche la sua nazionale, finalmente“.

Guardando le partite da bordocampo si ha un punto di vista diverso dalla televisione. Ci racconta qualche aneddoto sul suo lavoro?Mi piace molto raccontare aneddoti. L’ultimo è stato in Sassuolo-Lazio, con Luis Alberto che è uscito dal campo furioso con Martusciello (Sarri era squalificato, ndr), si è messo in disparte, per poi tornare con i compagni dando il cinque proprio a Martusciello. In Salernitana-Inter, invece, Inzaghi doveva far entrare Lautaro e stava per togliere Thuram, poi gli è scattato qualcosa e ha comunicato al suo vice di far uscire Sanchez. Dopo due minuti, assist di Thuram e gol di Lautaro“.

Si parla spesso del calcio europeo o mondiale, ma si parla poco delle serie minori. Cosa nasconde il mondo dell’Eccellenza?L’Eccellenza ha i suoi pro e contro. Sicuramente se sei appassionato di calcio, ritagliarti quelle due ore per guardare una partita di Eccellenza è stupendo. Tuttavia, ci sono pro e contro nei campionati dilettantistici. Domenica ad esempio il mio Gela ha vinto a tavolino perché il Santa Croce si è ritirato dalla partita, cosa che avviene spesso nel dilettantismo“.

 

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Milan, Cardinale alla ricerca di capitali per ripagare il prestito di Elliott: i dettagli

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Milan

Il Milan, tra problemi relativi ai risultati e obiettivi stagionali da raggiungere, è alle prese anche con alcune questioni di natura economica e finanziaria. Nella fattispecie, Gerry Cardinale, attuale proprietario del club rossonero, è al lavoro in modo da rintracciare a stretto giro i capitali necessari per ripagare il prestito della durata di tre anni concesso da Elliott, al momento dell’acquisizione della società meneghina.

A fare il punto della situazione è il quotidiano Tuttosport, che svela anche le cifre della trattativa: sono 585 i milioni di euro con interessi al 7%, i quali fanno così lievitare il costo a circa 700 milioni di euro da restituire entro il 2025.

COSA ACCADE TRA CARDINALE E ELLIOTT?

In merito all’operazione relativa all’acquisto del Milan da parte di Cardinale si è soffermato, come detto di cui sopra, Tuttosport con un’interessante analisi:

Dal bilancio del Milan, si legge: il pegno costituito da Red Bird a favore di Elliott riguarda il 99,93% delle azioni del club rossonero, non solo le quote corrispondenti al ‘vendor loan’ (48,75%). Sarebbero questi gli accordi in capo ai veicoli utilizzati a monte: Acm Bidco da Red Bird in Olanda, Rossoneri Sport Investment da Elliott in Lussemburgo, in pista fin dalla cessione da Fininvest a Yonghong Li nel 2017, controllato dall’hedge fund dall’estate 2018″.

Cosa potrebbe accadere se Red Bird non riuscisse a ripagare il prestito? Lo scenario a cui andrebbe incontro Cardinale potrebbe rivelarsi nefasto: infatti, il fondatore del fondo di investimenti statunitense perderebbe il controllo del Milan.

 

 

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Flash News

Cacace carica l’Empoli: “Col Lecce gara importante, bello avere la fiducia di Andreazzoli”

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Cacace

Liberato Cacace, terzino dell’Empoli, ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne del quotidiano La Nazione. L’esterno neozelandese, nella fattispecie, ha affrontato vari temi: dall’imminente sfida di campionato con il Lecce, passando per il proprio minutaggio e il percorso di crescita, fino a un commento circa l’operato di Andreazzoli e l’importanza di Baldanzi all’interno del club toscano.

CACACE: “IMPORTANTE LA FIDUCIA DI ANDREAZZOLI”

Di seguito un estratto delle dichiarazioni di Liberato Cacace a La Nazione:

LECCE“Sarà una partita importante come lo è stata quella con il Genoa. Dobbiamo continuare su questa strada, lottando ogni gara e per ogni punto. È così che possiamo raggiungere la salvezza”.

PAREGGIO CON IL GENOA“È stato un punto importante, sapevamo che a Genova ci saremmo dovuti confrontare con un’atmosfera difficile. Non è semplice fare risultato a Marassi. Abbiamo conquistato un punto, siamo andati in svantaggio ma la squadra ha lottato per trovare il pareggio dimostrando coraggio”.

PERCORSO DI CRESCITA – “Certo, è positivo avere continuità e fiducia da parte di Andreazzoli; e per questo lo ringrazio. Sono felice di come sta andando la mia stagione, adesso devo continuare così anche nelle prossime partite. Prossimo step? Segnare, fare un assist. L’obiettivo è aiutare la squadra a centrare il nostro obiettivo e continuare a crescere”.

ANDREAZZOLI – “Quando ti parla sa dare tanta convinzione e fiducia. È molto importante, soprattutto per noi giovani. Lui insegna calcio e lo si è visto nei risultati ottenuti contro alcune delle squadre più forti del campionato. Il mister ci dà serenità e convinzione. Questo è ciò che mi piace”.

ASSENZA DI BALDANZI“Si tratta di un grande calciatore, è molto importante per noi. Speriamo che possa tornare il prima possibile”.

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