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Le rivali dell'Italia nel cammino verso il Mondiale 2022

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Le rivali dell’Italia nel cammino verso il Mondiale 2022

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Svizzera, Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania. Finalmente l’urna di Zurigo ha decretato quali saranno le rivali dell’Italia nel cammino di qualificazione al Mondiale di Qatar, forse il più strano e controverso della storia, che verrà giocato tra novembre e dicembre 2022. Fa ancora male quello che è accaduto soltanto tre anni fa, nello spareggio con la Svezia, ma quella che abbiamo oggi è una Nazionale ben diversa. Mancini è riuscito a plasmare un gruppo che ha fin qui esaltato, pur senza stelle e cambiando spesso interpreti.

L’Italia si è presentata, a differenza dello scorso turno di qualificazioni, come testa di serie. L’urna è stata benevola, con l’eccezione della seconda fascia, in cui la Svizzera rappresenta una delle formazioni più insidiose. Gli Azzurri però sono certamente superiori e giocando come nell’ultimo periodo siamo sicuri che non avremo più una delusione cocente come quella dello Stadio Meazza.

Fonte: profilo IG @azzurri

I CUGINI ELVETICI

Il sorteggio della Svizzera ha fatto storcere il naso a molti, perché in effetti nel ranking FIFA gli elvetici sono al 16° posto, il primo della seconda fascia. La nazionale guidata da Vladimir Petković è quella contro cui gli Azzurri hanno disputato più incontri nella loro storia (58), con il bilancio sicuramente positivo, frutto di 28 vittorie, 22 pareggi e solo 8 sconfitte. Gli elvetici, che non affrontiamo dall’1-1 di Ginevra del 2010, saranno avversari anche nel girone dei campionati Europei della prossima estate.

La Svizzera ha chiuso al terzo posto nel gruppo A4 di Nations League con 6 punti, dietro a Spagna e Germania, concludendo con la vittoria a tavolino sull’Ucraina, ottenuta per la mancata presentazione degli ospiti a causa di diversi casi di positività al Covid-19. Se quella contro gli Ucraini è di fatto l’unica vittoria, va sottolineato come i ragazzi dell’ex tecnico della Lazio siano riusciti a fermare Spagna e, per ben due volte, Germania.

La formazione non presenta particolari singoli di spicco, un po’ come l’Italia, ma tanti buoni giocatori. Petković schiera i suoi con un 3-4-1-2, in cui il reparto più attrezzato sembra essere quello arretrato, con due giovani molto affidabili come Akanji ed Elvedi, coadiuvati dall’esperto Ricardo Rodriguez a difesa di Sommer. In mezzo brilla Xhaka, mentre di fianco a lui ha trovato stabilmente posto Remo Freuler. Sugli esterni, gli interpreti variano spesso, anche se ultimamente i posti sono di Zuber a sinistra e di Widmer a destra. A supporto delle punte Seferovic ed Embolo, è infine schierato Shaqiri, per un reparto offensivo che non sembra poter garantire grande affidabilità.

Sicuramente l’urna poteva essere più benevola, ma gli Azzurri si presentano con molte più certezze rispetto ai cugini.

Fonte: profilo IG @nationalteams_sfvasf

LA CLASSE OPERAIA BRITANNICA

Le insidie c’erano anche nell’urna della terza fascia, su tutte la Norvegia di Haaland e Ødegaard, ma al girone C, quello degli Azzurri, è stata assegnata l’Irlanda del Nord. I britannici non si sono qualificati a Euro 2020 (terzi nel giorne C con 13 punti ma lontani da Germania e Olanda), ma avevano ben figurato in Francia nel 2016, arrivando fino agli ottavi di finale. Anche la Nations League è stata difficoltosa, con l’ultimo posto nel gruppo B1 e la retrocessione con soli 2 punti conquistati in 6 partite. Complici questi risultati negativi, al momento i nordirlandesi sono scivolati al 45° posto nel ranking FIFA.

La formazione è guidata da Ian Baraclough, che non ha ancora trovato lo schieramento adatto e nelle ultime due sfide contro Austria e Romania ha proposto un 3-4-1-2. Pochi gli elementi di livello: sicuramente l’uomo di riferimento è il difensore del Leicester Jonny Evans, ma è in rampa di lancio il terzino del Newcastle Jamal Lewis. Se il reparto difensivo è sicuramente quello più attrezzato, l’attacco invece non presenta singoli particolarmente affidabili, tanto che il principale giocatore offensivo, Magennis, milita nell’Hull City in Championship.

L’Irlanda del Nord fa sicuramente affidamento sulla quantità più che sulla qualità degli interpreti e il rischio per l’Italia potrebbe essere quello di non riuscire a sfondare le linee difensive tendenzialmente solide dei britannici. Gli ultimi due incontri tra le due formazioni risalgono alle qualificazioni a Euro 2012, con i britannici che fermarono l’Italia sullo 0-0 a Belfast e gli Azzurri che conquistarono la vittoria a Pescara con un secco 3-0.

L’attaccante Josh Magennis (fonte: profilo IG @northernireland)

I BALCANI NON DEVONO DIVENTARE INSIDIOSI

Per quanto riguarda la quarta urna, sicuramente non mancavano anche qui le formazioni da evitare, come la Bosnia di Džeko e Pjanić e la Slovenia di Oblak e Iličić. La Bulgaria vanta sicuramente un passato glorioso, con il quarto posto ai Mondiali statunitensi del 1994, ma il presente non è dei migliori. I balcanici occupano il 68° posto nel ranking FIFA e sono retrocessi dal girone B4 di Nations League, classificandosi ultimi a soli 2 punti. Attualmente i bulgari sono senza commissario tecnico, in quanto il contratto di Georgi Dermendzhiev è scaduto e il successore verrà indicato a gennaio. Nelle ultime uscite lo schema utilizzato è stato il 4-2-3-1, che vede come uomo di maggior qualità Bozhidar Kraev, fantasista del Midtjylland. Per il resto, la rosa è quasi completamente composta da giocatori che militano nella massima serie locale.

Italia e Bulgaria si sono affrontate 19 volte, con un bilancio a favore degli Azzurri, vincitori in 10 occasioni e sconfitti in 2 (7 i pareggi). Le ultime due sfide risalgono alle qualificazioni a Euro 2016, con l’Italia bloccata sul pareggio a Sofia e poi vincente per 1-0 a Palermo.

Fonte: profilo IG @team.bulgaria

SI SORRIDE CON I BALTICI

Infine, per quanto riguarda la quinta fascia, il sorteggio ha riservato all’Italia la Lituania: un avversario che non può certo spaventare sulla carta. I baltici sono giunti terzi nel gruppo C1 di Nations League con 8 punti, dietro ad Albania e Bielorussia, e occupano il 129° posto del ranking FIFA. Il sistema di gioco utilizzato è il 4-2-3-1 e non ci sono elementi di particolare spicco, con tutti i giocatori impegnati in leghe minori. Sicuramente un avversario con cui i ragazzi di Mancini non possono sbagliare.

L’Italia ha sfidato la Lituania solo 4 volte nella sua storia, le ultime due nel percorso di qualificazione a Euro 2008, dove i baltici sono riusciti a strappare un pareggio esterno a Napoli, prima della vittoria italiana a Kaunas.

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Diez allo stadio

Ascoli-Spezia 1-2, le pagelle: Bellusci risponde al rigore di Verde, ma nel finale Hristov regala la vittoria allo Spezia

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Esposito

Al Del Duca lo Spezia batte l’Ascoli 2-1. Nella ripresa Giuseppe Bellusci risponde al rigore di Daniele Verde, ma nel finale arriva l’incornata di Hristov a decidere il match.

Il primo squillo del match arriva all’ottavo minuto quando Verde illumina per Kouda, ma trova la respinta attenta di Viviano. L’Ascoli reagisce e, dopo un rischio autorete di Muhl, Botteghin ha l’occasione da due passi, ma spreca. L’episodio chiave arriva al 20′ quando il direttore di gara Marchetti viene richiamato alla review per un tocco di mano di Di Tacchio all’interno dell’area e concede il rigore. Dal dischetto Verde spiazza Viviano. I marchigiani non si perdono d’animo, Mendes ci prova con un diagonale impreciso. Al 38′ si vede Kouda con un colpo di testa che Viviano respinge in angolo. Nel finale di primo tempo, sugli sviluppi un calcio di punizione, la spizzata di Botteghin favorisce Rodriguez che non angola a sufficienza. Prima dell’intervallo Kouda costringe Viviano al miracolo.

Nella ripresa l’Ascoli è più cattivo e trova il pareggio con Bellusci. I marchigiani inizialmente continuano a spingere ma è Kouda a spaventare Viviano che blocca senza problemi. Da lì lo Spezia prende coraggio e si espone alle ripartenze fulminee dell’Ascoli. Nel finale l’incornata di Hristov da calcio di punizione fissa il punteggio sul 2-1. Dopo un tentativo di Di Tacchio, termina così, lo Spezia batte l’Ascoli e ottiene tre punti pesantissimi.

Ecco le pagelle della gara, direttamente dalla tribuna stampa dello Stadio Del Duca.

LE PAGELLE DELL’ASCOLI

Viviano 6,5: una sua respinta sulla conclusione di Kouda prima dell’intervallo, mantiene in gara l’Ascoli.

Bellusci 7: regala il momentaneo pareggio all’Ascoli con una conclusione dal limite. Per il resto, tutto il reparto difensivo mostra una buona coesione. Riceve un’ammonizione per una sbracciata nel primo tempo. (dal 82′ Haveri s.v.)

Botteghin 6: si divora la rete del vantaggio dopo pochi minuti, ma in fase difensiva non sbaglia nulla.

Quaranta 6: anche per lui vale il discorso fatto per i compagni di reparto. Difende bene sugli attaccanti liguri.

Adjapong 6: lotta e spinge sulla destra, inizialmente crea qualche pericolo, ma viene raddoppiato per tutto il resto della gara. (dal 64′ Bayeye: Dà freschezza alla fascia destra. Apporto sufficiente).

Milanese 6: gioca solo il primo tempo, convince solo a tratti per qualità e per carattere. Giocando con continuità potrebbe diventare una buona arma per Castori, che però lo sostituisce nell’intervallo. (dal 46′ D’Uffizi 6,5: entra con coraggio e voglia di dimostrare, anche se mostra nervosismo in qualche circostanza. Approccio positivo).

Di Tacchio 5: commette ingenuamente, ma anche sfortunatamente, il fallo da rigore.

Falasco 6: insidioso palla al piede soprattutto con le traiettorie velenose da calcio piazzato.

Masini 6: il solito Masini che agisce a sostegno delle due punte, si fa vedere tra le linee, ma oggi non incide. (dal 86′ Giovane s.v.)

Mendes 6: a lui è affidata la reazione marchigiana, ma viene contenuto dai difensori avversari. Nella ripresa si trasforma in assist-man per Bellusci.

Rodriguez 6: la sua velocità mette in difficoltà i marcatori spezzini, ma manca di concretezza nella finalizzazione. (dal 82′ Millico s.v.)

All. Castori 5,5: la squadra è viva e resta in partita nonostante un avvio complicato, ma nel finale la squadra è ingenua. A gennaio urgono rinforzi.

LE PAGELLE DELLO SPEZIA

Zoet 6: trasmette sicurezza al reparto difensivo pur senza dover compiere miracoli.

Amian 6: da quella parte Milanese e Falasco spingono molto, ma lui si disimpegna senza troppi problemi.

Muhl 6: rischia un autogol nel primo tempo, ma per il resto è impeccabile. (dal 63′ Hristov 7: entra per dare freschezza al reparto e decide la sfida).

Nikolaou 6,5: sforna una prestazione perfetta nel limitare Mendes.

Elia 6,5: spinge molto sulla sinistra. Nei primi minuti fatica a mantenere le misure su Adjapong, ma viene aiutato dai ripiegamenti di Kouda.

Cassata 6: riceve un’ammonizione ingenua nel primo tempo che potrebbe condizionargli la gara, ma dà tanto al centrocampo di D’Angelo. (dal 63′ Zurkowski 6: entra per incidere nel reparto offensivo con qualche inserimento, ma nulla  di particolare da segnalare)

Salvatore Esposito 5,5: deve fare gioco, ma è impreciso nel gestire un paio di ripartenze.

Bandinelli 6: anche per lui vale la pagella di Cassata, ma senza l’ammonizione. Il contributo dell’ex Empoli è fondamentale per l’equilibrio del reparto.

Verde 7: è freddo dal dischetto portando in vantaggio i suoi. Quando si illumina crea qualche problema alla difesa marchigiana. (dal 70′ Antonucci 6: entra con tanta voglia di fare, ma il finale non gli permette di colpire.

Kouda 6,5: spazia molto su tutto il fronte offensivo arrivando più volte alla conclusione.. Importantissimo è il suo contributo in fase difensiva in aiuto ad Elia.

Pio Esposito 6: gara di sofferenza perchè viene risucchiato dal trio difensivo marchigiano, ma ha il merito di guadagnarsi il rigore del vantaggio.

All: D’Angelo 6,5: vittoria doveva essere e vittoria è stata, ma poteva gestire meglio il vantaggio. Dopo un buon primo tempo, la squadra pensa ad un secondo tempo di puro contenimento e paga. Dopo il gol del pareggio cerca e trova il gol vittoria.

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Carlos Augusto: “Sono stato sempre umile, non ho mai mollato. E sull’Inter…”

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Carlos Augusto
L’Inter si prepara alla sfida di questa sera contro l’Udinese. L’obiettivo principale dei nerazzurri rimane quello di rispondere presente alla vittoria di ieri sera della Juventus, che avendo la meglio sul Napoli è balzata momentaneamente in cima alla classifica.

Alcuni dubbi di formazione per mister Simone Inzaghi, alle prese con alcune assenze pesanti soprattutto nelle retrovie. In dubbio la presenza di Alessandro Bastoni, che ha saltato la trasferta di Napoli dell’ultimo turno in via precauzionale e dovrebbe essere arruolabile per il match odierno. In caso di fortfait, spazio a Carlos Augusto.

Proprio il brasiliano è intervenuto al Match-day Programme ufficiale dell’Inter parlando della sua carriera: dai primi passi mossi in patri fino all’arrivo in Italia, l’esperienza formativa a Monza e infine il salto di qualità compiuto nell’ultima sessione di calciomercato. Di seguito le parole di Carlos Augusto.

ORIGINI – “Appena ho iniziato a giocare ho chiesto a mio papà di iscrivermi in una scuola calcio, poi a 15 anni ho capito che sarei potuto diventare un calciatore professionista. Sono stato umile, ho sempre lavorato tanto e non ho mai mollato e questo mi ha portato fino a qui. Per me l’amore per il calcio è la cosa più importante, mi piace giocare, allenarmi, poi quando si arriva allo stadio e si vedono tutti i tifosi che incitano la squadra, solo questo ti dà una carica incredibile”.

INIZI IN BRASILE – “Sono diversi i momenti che hanno segnato il mio percorso, la consapevolezza acquisita a 15 anni, poi la finale vinta con la Primavera in Brasile, ricordo che c’erano 45.000 tifosi, abbiamo vinto ed è stato importante. Il primo gol con la Prima Squadra è un altro momento che non dimenticherò, è stato nel match contro la Chapecoense, ricordo che non riuscivo neanche a parlare dopo perché ero troppo felice e sono andato a festeggiare con la mia famiglia”.

APPRODO ALL’INTER – “L’Inter è una squadra importantissima, è un onore indossare questa maglia. Da qui sono passati grandi campioni, Ronaldo è stato devastante, è quello che mi ha ispirato e poi c’è stato Roberto Carlos che nel mio ruolo è stato incredibile. Fuori dal calcio Michael Jordan è un punto di riferimento, è stato impressionante come professionista e come persona, ho letto molto su di lui. Non si è mai arreso e anche quando era il migliore del mondo ha sempre voluto migliorarsi. Cos’è importante per me? La famiglia e la squadra che sono concetti molto simili, conta essere uniti e aiutarsi, soprattutto nei momenti difficili”.

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Big della Premier pronte all’assalto per Calhanoglu: la posizione dell’Inter

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Calhanoglu

Uno degli uomini copertina dello scoppiettante inizio di stagione dell’Inter è Hakan Calhanoglu. Da quando Inzaghi lo ha reinventato regista, il turco è diventato perno inamovibile della mediana nerazzurra. Centrocampista tuttofare, infallibile dal dischetto, Calhanoglu conta già 6 gol in questo primo scorcio di campionato, di cui l’ultimo ha spalancato la strada verso la vittoria contro il Napoli. Il rendimento del giocatore ex Milan non è passato inosservato all’estero, dove non mancano le lusinghe per il turco, soprattutto dalla Premier League. Infatti, secondo quanto riferisce l’edizione odierna di Tuttosport, due big del massimo campionato inglese sarebbero pronte a farsi avanti in estate per Calhanoglu. Trattasi nel dettaglio di Chelsea e Liverpool.

La posizione dell‘Inter è però piuttosto netta: Calhanoglu non si tocca, a meno di offerte da capogiro. I nerazzurri sono tutelati da un contratto, recentemente firmato, che lega l’ex rossonero all’Inter fino al 2027. D’altra parte, il turco si è calato alla perfezione nella realtà nerazzurra e il rapporto con compagni e allenatore è ottimo. Cambiare aria significherebbe un azzardo anche per lo stesso giocatore che dell‘Inter è ormai uno dei leader tecnici. Già la scorsa estate, gli interessamenti dall’Arabia non fecero breccia nella testa di Calhanoglu che in questo momento è pienamente focalizzato sulla conquista delle suo primo scudetto.

Le intenzioni delle parti sembrano quindi ben chiare e nonostante l’Inter, per esigenze di bilancio, possa privarsi di un big quest’estate, Calhanoglu non è affatto in discussione. Il sodalizio tra il turco e l’Inter sembra destinato ad andare avanti.

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Si ferma Vlahovic: costretto al cambio in Juventus-Napoli

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La Juve si allena davanti ai tifosi

Problemi per Dusan Vlahovic durante Juventus-Napoli, il serbo è stato sostituito al 70° minuto al suo posto Milik. Secondo quanto riportato da DAZN, potrebbe essere un falso allarme e solamente questione di crampi o indurimento del muscolo.

La Juventus è in vantaggio 1-0 grazie al gol di testa di Gatti, il terzo in stagione.

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