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Lecce show: la Serie A non è poi così lontana

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Lecce show: la Serie A non è poi così lontana

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Passione, solidità, serietà. Il 23 giugno 2015 furono queste le parole del neo presidente Saverio Sticchi Damiani per presentarsi alla stampa e ai tifosi. Circa quattro anni più tardi, dopo stagioni tormentate in Lega Pro e la promozione dello scorso anno, la storia del Lecce targato Fabio Liverani sta assumendo i contorni di una vera e propria favola calcistica. La vittoria per 3-1 sul Cosenza arrivata nel turno infrasettimanale ha portato i giallorossi in testa al torneo di Serie B, agganciando il Brescia dei record e scavalcando definitivamente il Palermo caduto a Pescara. La Serie B 2018-2019 sta riservando davvero tantissime sorprese, e forse mai come quest’anno c’è incertezza su chi possa raggiungere la Serie A senza passare per i play-off. E una di queste sorprese non può che essere il Lecce, che come fatto negli ultimi anni da Carpi, Frosinone e Benevento, sogna il “doppio salto” dalla Lega Pro alla Serie A.

LA FILOSOFIA “LIVERANI”

Fabio Liverani, ex tecnico di Genoa e Ternana, è stato il grande artefice della promozione raggiunta lo scorso anno, non senza problemi. Al terzo anno di “purgatorio”, il Lecce a un certo punto dilapidò in maniera clamorosa un vantaggio enorme sulle dirette concorrenti che – clamorosamente –  si ritrovarono a due punti dai giallorossi. Fu proprio in quel momento che il Lecce divenne grande, e con personalità e autorevolezza riuscì a risalire dalle sabbie mobili e centrò la tanto attesa promozione in Serie B.

Il ritorno in cadetteria ha portato la società ad attuare una rivoluzione tecnica e anagrafica in modo tale da consegnare a Liverani un organico che potesse quantomeno ottenere una salvezza tranquilla. Ma la filosofia di calcio di Fabio Liverani non ammette la parola “acc0ntentarsi”. La qualità del gioco del Lecce, la voglia di rivalsa di alcuni elementi di una rosa non più giovanissima, un tifo impressionante e una grande dose di lavoro quotidiano hanno portato i pugliesi ad ambire a un posto tra i grandi. Nelle prime gare di Serie B si nota subito che la squadra salentina può essere la formazione underdog del campionato: 3-3 a Benevento e vittoria in casa del Verona. I segnali sono più che positivi e la sensazione che si ha, vedendo giocare il Lecce, è che sia una squadra sostanzialmente già pronta al grande salto in massima serie. Un possesso palla spesso dominante, una discreta fase difensiva (38 gol subiti) abbinata ad una ottima organizzazione offensiva ( con 56 gol realizzati il Lecce è il miglior secondo attacco del campionato dietro il Brescia) sono le grandi peculiarità di una rosa che a sei giornate dal termine si ritrova in testa alla Serie B con al reale opportunità di poter ritornare in Serie A dopo sette lunghi anni.

ESPERIENZA E CATTIVERIA: TUTTE LE ARMI DI LIVERANI

Fin dal suo approdo in terra salentina, Fabio Liverani ha cercato di imporre il proprio credo basandosi sul 4-3-1-2. Un centrocampo a rombo che vede il capitano Mancosu agire alle spalle dei due attaccanti. Ha saltato solo una gara in campionato ed è il giocatore più utilizzato della rosa con più di 2’600 minuti giocati. Con 11 gol è il secondo miglior marcatore della squadra e la tifoseria lo adora perché è uno dei pochi superstiti dagli anni di Lega Pro. Il numero 8 giallorosso gioca dietro le due punte, di cui una è sempre Andrea La Mantia, vero trascinatore della squadra. A 27 anni è entrato nel momento più importante della sua carriera, che lo ha visto esplodere lo scorso anno a Entella, seppur retrocedendo. Con 15 gol il bomber del Lecce è salito al terzo posto nella classifica cannonieri della Serie B, governata da Donnarumma del Brescia. La sua doppietta al Cosenza ha lanciato i salentini in testa al torneo e nel finale di stagione i suoi gol saranno fondamentali per tentare l’ultimo assalto alla Serie A, che adesso non sembra poi così lontana.

Al suo fianco si alternano Filippo Falco, ex Bologna, 5 gol in campionato, e Stefano Palombi, 22 anni e vecchia stella della Primavera della Lazio, che a Lecce ha realizzato fin qui 9 gol. Un contributo non indifferente alla causa offensiva arriva anche da centrocampo. Andrea Tabanelli, 29 anni, ha avuto una carriera particolare. Al Cesena, circa sette anni fa, di lui si parlava benissimo tant’è che venne acquistato anche dal Cagliari, ma la retrocessione dei sardi complicò di molto il suo riscatto. Da quel momento il centrocampista ravennate ha avuto una parabola discendente, arrestatasi proprio a Lecce, dove il classe ’90 ha trovato il suo ambiente ideale. Jacopo Petriccione è l’altro baluardo di un centrocampo fisico e tecnico allo stesso tempo: cresciuto nel vivaio della Fiorentina, Petriccione era stato allenato da Liverani anche a Terni. Il grande acquisto del mercato di gennaio è stato Panagiotis Tachtsidis. Classe ’91, il centrocampista greco dopo l’esperienza alla Roma di Zeman nel 2012 ha avuto non poche difficoltà a ritornare ad esprimersi su buoni livelli come aveva fatto a Verona a soli 20 anni. Ha girovagato per l’Italia vestendo le maglie di Catania, Torino, nuovamente Verona, Genoa e Cagliari, prima di ritornare in Grecia all’Olympiacos. Nella scorsa estate aveva puntato su di lui il Nottingham Forest, ma l’esperienza inglese si è conclusa con zero presenze, per cui il greco, che vanta anche 25 presenze in Nazionale, è ritornato in Italia con l’obiettivo di aiutare il Lecce a coltivare un sogno che si chiama Serie A.

Davanti a Vigorito, portiere titolare, giocano spesso Lucioni, tornato in attività dopo l’anno di stop con il Benevento, e Meccariello come centrali. Laterali bassi troviamo invece Calderoni, un altro dei fedelissimi di Fabio Liverani, e Lorenzo Venuti, terzino destro con diverse presenze anche in Serie A con Fiorentina e Benevento. Una rosa non giovanissima ma che ha dimostrato sul campo di avere tanta fame e cattiveria, nel senso positivo del termine. Non dimentichiamoci poi che stiamo parlando di una formazione rivoluzionata in estate e che solo un anno fa rischiava di mancare per l’ennesima volta la promozione in cadetteria.

IL RUSH FINALE

Ciò che più ha sorpreso gli addetti ai lavori è stata la continuità di rendimento che il Lecce ha offerto nel corso della stagione. Effettivamente la squadra pugliese non ha mai avuto un periodo di crisi come invece gran parte delle squadre di Serie B. Anche il Brescia, che per tutti avrebbe dovuto fare quasi un campionato a parte per i grandi nomi all’interno della rosa, ha avuto necessità di cambiare allenatore a inizio stagione per ingranare la marcia. Il Lecce di Liverani, invece, ha sempre dimostrato un ottimo rendimento, motivo per cui è impossibile non parlare del Lecce come seria candidata alla promozione diretta.

La squadra di Liverani ha giocato 30 partite e riposerà alla penultima, quando i giochi potrebbero essere già chiusi e domenica (alle 15) è in programma la trasferta di Cremona. Poi i pugliesi ospiteranno il Carpi e il 22 aprile andranno a Perugia, un antipasto del big match che, invece, andrà in scena la giornata successiva. Lecce-Brescia del 28 aprile può davvero essere la gara spartiacque del campionato e che in qualche modo potrà già dare i suoi primi verdetti. Le ultime due gare vedranno il Lecce impegnato prima a Padova e poi in casa contro lo Spezia. Un calendario non impossibile, ma che presenta due gare fondamentali per capire le reali possibilità di promozione del Lecce. Il fattore casa, poi, potrà essere decisivo. L’unica squadra ad aver espugnato il Via del Mare è stato il Palermo il 21 ottobre 2018.  Le ultime sei partite casalinghe del Lecce si sono concluse sempre con il segno 1 e in generale affrontare i salentini nella loro tana è sempre compito arduo. Ecco perché il finale di stagione del Lecce è ancora tutto da scrivere, con la Serie A che è lì che aspetta.

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Piquè favorevole alla riduzione di squadre in Liga: “Meno partite e più competitive”

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barcellona

L’ex difensore e capitano del Barcellona, Gerard Piquèè stato intervistato al Marca business sport Forum. L’argomento principale sicuramente quello riguardo la possibile riduzione delle squadre in Liga. Lo spagnolo è favorevole a questa iniziativa, prendendo come esempio i format usati in America, in particolare con la NFL.

LE DICHIARAZIONI

NUOVO FORMAT “Alla fine, lo sport sta andando verso competizioni più brevi e uniche. L’esempio chiaro è la NLF, ci sono quattro mesi di competizione e il Paese è paralizzato. Avete record di ascolti. Penso che il calcio dovrebbe andare in quella direzione.”

TROPPE PARTITE“Serve che tutte le organizzazioni si riuniscano e dicano: ‘non è possibile che ci siano 80 partite in un anno’. Ci sono troppe partite e la gente non sa nemmeno cosa si gioca. E poi a livello sportivo il livello scende.”

NUOVO CALENDARIO“Servirebbe un calendario con meno partite che però sarebbe più competitive. Invece di campionati da 20 squadre, passare a 16 o anche 14.”

 

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Flash News

Monza-Juventus, Allegri: “Da Locatelli e l’attacco al mio futuro, vi dico tutto”

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LE PAROLE DI MAX ALLEGRI IN CONFERENZA ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS – Max Allegri ha parlato in conferenza alla vigilia del match tra Monza e Juventus. In attesa dell’esito del big match di giornata di domenica sera tra Napoli e Inter, i bianconeri, vincendo a Monza, potrebbero portarsi in testa alla classifica. Un campo tosto quello dei brianzoli che nella scorsa stagione hanno fatto bottino pieno contro la Juve. La squadra allenata da Max Allegri è ancora alle prese con diversi infortuni. Il tecnico toscano si è soffermato su questo aspetto, fornendo aggiornamenti su diversi giocatori oltre che approfondire anche il discorso riguardante il proprio futuro sulla panchina del club. Di seguito, tutte le dichiarazioni di Allegri alla vigilia di Monza-Juventus: 

LE PAROLE DI MAX ALLEGRI ALLA VIGILIA DI MONZA-JUVENTUS

DERBY D’ITALIA – “Cammino in discesa dopo il derby d’Italia? Sarebbe commettere un errore inspiegabile, noi sappiamo i nostri limiti. La classifica è buona, ma non si è fatto ancora nulla, appena lasci un attimo approccio e intensità rischi di perdere. Vincere partite non è facile, ne abbiamo 6 da qui al girone d’andata, di cui 4 sono trasferte. Ancora è tutto da giocare e bisogna fare un passo per volta. Il Monza fa la differenza nella fase difensiva e lo dicono i numeri: sarà una partita molto difficile”.

OBIETTIVI – “Ottimismo sullo scudetto? Io in spogliatoio non ci entro, è sacro. Il desiderio più importante deve essere la partita di domani. Non scordiamoci che rimanere fuori dalla Champions quest’anno è stato un danno tecnico ed economico. Noi abbiamo il dovere di costruire un’annata per tornare all’obiettivo minimo: giocare la Champions l’anno prossimo. Domani voglio vedere la Juve delle prime 13 giornate. Non possiamo permetterci di sottovalutare nessuno, ci vuole grande rispetto per tutti e dobbiamo giocare sempre da squadra come fatto finora. Noi guardiamo la quinta, bisogna scappare da chi c’è dietro e non guardare davanti. Resta motivo di orgoglio essere a 2 punti dall’Inter, ma bisogna guardare dietro perché nel calcio le cose cambiano in fretta. Non bisogna mantenere, ma migliorare di giorno in giorno”.

INFORTUNI – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo”.

ATTACCO – “Monza imbattuto in casa? Oltre che imbattuti, il Monza ci ha portato via 6 punti l’anno scorso e abbiamo fatto 0 gol a loro. Sarà una partita difficile e importante come quelle a seguire. È importante per dare seguito al pari con l’Inter. Danilo e Alex Sandro saranno a disposizione, seppur non al 100%. Per Locatelli valuteremo oggi, è un problema di dolore, l’altro giorno è entrato, vediamo oggi. Oggi dovrò vedere l’allenamento per capire su Manuel e su Nicolussi-Caviglia, che ha fatto una gara importante. Se no troveremo una soluzione e in qualche modo faremo. Settimo attacco? 5 Vlahovic, 4 Chiesa, mancano quelli di Kean, Milik, Yildiz… L’importante è vincere le partite. Stiamo lavorando sui gol delle punte, cerchiamo di migliorare”.

GALLIANI – “Un amico, ci diamo del tu ormai, ci siamo dati del lei per tanti anni. È un dirigente di altissimo valore, sono fortunato ad aver lavorato con lui e ad avere ancora oggi un rapporto con lui. Siamo legati da un bel rapporto affettivo”.

PALLADINO – “Galliani come al solito non ha sbagliato allenatore. Sta facendo molto bene Palladino e sono certo che nella sua evoluzione può solo crescere, non parlo solo di campo. Potrà fare un’ottima carriera, ci son dei giovani allenatori bravi. E poi accanto ha Galliani, che è un dirigente di grande genialità”.

 

 

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Champions League

Rimonta da urlo dell’Inter, il Napoli crolla nel finale: i resoconti

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Inter

Serata di Champions dalle mille emozioni per Inter e Napoli. Primo tempo da dimenticare per i nerazzurri, sotto 3-0 all’intervallo col Benfica grazie alla tripletta dell’ex Joao Mario. Al rientro dagli spogliatoi, grande reazione gli uomini di Inzaghi che riescono a trovare una super rimonta con il 3-3 finale. Succede di tutto anche al Bernabeu. In casa del Real Madrid, il Napoli prima la sblocca, poi la riprende con Anguissa e, alla fine perde 4-2. I resoconti dei match.

IL RESOCONTO BENFICA-INTER

Serata che parte malissimo per l’Inter. Al Da Luz sembra essere la serata dell’ex Joao Mario, capace di annichilire i nerazzurri con una tripletta nei primi 34 minuti di gioco. La serata di grazia del portoghese si apre dopo soli 5 minuti, quando è abile a raccogliere la sponda di Tengstedt e mettere il pallone all’angolino. Il raddoppio del Benfica arriva in maniera anche abbastanza fortunosa: palla persa da Asllani a centrocampo e ripartenza culminata con un rimpallo tra Bisseck e Rafa. Il pallone arriva poi tra i piedi di Joao Mario che non sbaglia. La timida risposta interista è rappresentata dall’errore di Arnautovic nell’uno contro uno con Trubin. I padroni di casa non si fermano e arriva anche il 3-0, sempre propiziato da un ispiratissimo Tengstedt. Stavolta l’attaccante danese serve un cross delizioso sempre per Joao Mario che, da due passi, mette in rete di testa.

Quella del secondo tempo è tutta un’altra Inter. Gli uomini di Inzaghi ci mettono carattere e riescono a tornare in partita con il tap in vincente di Arnautovic. Sull’onda dell’entusiasmo arriva anche il 3-2 firmato da Frattesi. Gran gol dell’ex Sassuolo che, su cross di Acerbi, trova la rete con un gran tiro al volo. Dopo aver corso un enorme rischio con il salvataggio di Bisseck su Tengstedt, arriva il clamoroso 3-3. Pestone in area di Otamendi su Thuram: dal dischetto va un glaciale Alexis Sanchez che non sbaglia e trova un insperato pareggio. Emozioni anche nel finale con il grande intervento di Audero su Di Maria e l’espulsione di Antonio Silva. Match che però si chiude con un pirotecnico 3-3.

IL RESOCONTO DI REAL MADRID-NAPOLI

Avvio pazzesco al Bernabeu dove, dopo soli 9 minuti, a passare è il Napoli. I partenopei trovano il gol grazie a una bella azione chiusa con l’appoggi di Di Lorenzo per Simeone, bravo a farsi trovare pronto e mettere in rete. Giusto il tempo di ribattere e il Real ha già pareggiato: azione solitaria di Rodrygo e gran destro all’incrocio. Spinti dal proprio pubblico i Blancos trovano anche il raddoppio con il solito Bellingham. L’inglese si inserisce alle spalle di un incerto Natan e, di testa, batte Meret sfruttando al meglio il perfetto lancio di Alaba.

Dopo l’equilibrio di fine primo tempo, al rientro dagli spogliatoi ricominciano le emozioni ancora grazie al Napoli. La squadra di Mazzarri trova il pareggio grazie ad un gran destro di Anguissa che, dopo un primo tentativo murato, trova un grande angolo da posizione defilata. Il Real Madrid riesce a ritagliarsi subito l’opportunità per il nuovo vantaggio ma Joselu, da pochi passi, non riesce a coordinarsi. Il Napoli lotta ma crolla nel finale. Il Real, grazie ad una vistosa incertezza di Meret, trova prima il 3-2 con il destro dalla distanza di Nico Paz. Poi, mette anche il punto esclamativo con il tap in di Joselu su assist di Bellingham. 4-2 il risultato finale.

COME CAMBIANO LE CLASSIFICHE DEI GIRONI

GRUPPO D

  1. Real Sociedad 11
  2. Inter 11
  3. Salisburgo 4
  4. Benfica 1

GRUPPO

  1. Real Madrid 15
  2. Napoli 7
  3. Braga 4
  4. Union Berlino 2

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Calcio Internazionale

Mazzarri torna in Champions dopo undici anni: a che punto è il suo Napoli per l’esame Real Madrid?

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Napoli - Real Madrid

Il Napoli si prepara alla grande sfida di Champions League contro il Real Madrid al Bernabeu. Dopo la sfida di andata vinta dai Blancos per 2-3, dove il Napoli aveva dato comunque dimostrazione di potersela giocare con una delle migliori squadre d’Europa, questa volta ci sarà un’importante differenza, ovvero chi si siederà nella panchina degli attuali campioni d’Italia. Walter Mazzarri torna nel palcoscenico più importante d’Europa a distanza di 11 anni, quando con i partenopei, riuscì a far sognare i tifosi anche nella massima competizione europea.

Il magico trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, trascinatori del primo Napoli di Mazzarri, aveva infatti riportato dopo 21 anni gli azzurri in Champions League, trovando un girone ostico con Bayern Monaco, Manchester City e Villarreal. Nonostante il grande livello, i campani riuscirono a piazzarsi in seconda posizione, trovando quindi l’accesso agli ottavi di finale per la prima volta nella storia. Con il Chelsea si sfiorò l’impresa: all’andate al San Paolo finì 3-1 con doppietta di Lavezzi e un gol di Cavani. Allo Stamford Bridge poi la disfatta, con la vittoria da parte dei futuri campioni d’Europa di Roberto Di Matteo per 4-1 ai tempi supplementari con il decisivo gol di Ivanovic.

Come si farà trovare la formazione di Mazzarri?

LA SITUAZIONE NEL GIRONE

Il girone C composta da Real Madrid, Napoli, Braga e Union Berlino vede le prime due squadre in prima e seconda posizione, rispettivamente a 12 e 7 punti. La formazione di Carlo Ancelotti è infatti a punteggio pieno fino a questo momento. Il Napoli ha portato a casa due vittorie, la sconfitta appunto con il Real Madrid e l’ultimo risultato che è il pareggio con l’Union Berlino, che aveva già fatto mettere in dubbio la definitiva posizione di Rudi Garcia, che da lì a pochi giorni verrà esonerato da Aurelio De Laurentiis. Il patron del Napoli ha quindi deciso di affidare la panchina ad un traghettatore. Un uomo di fiducia, che come raccontato in precedenza, ha già portato buoni risultati e conosce l’ambiente.

“Quando mi ha chiamato gli ho fatto capire che una squadra così importante l’avrei allenata ancora volentieri, e lui avrà pensato che ero l’allenatore giusto. Col presidente c’è stato un po’ di gelo per un paio d’anni dopo che sono andato via, ma ora è un amico, mi ha chiamato anche in occasioni diverse, magari per chiedermi consigli sui giocatori. C’è un rapporto di stima reciproca e considerazione. Domani sarebbe bellissimo se riuscissimo a fare risultato e passare il turno già domani, però se non dovesse essere così ci sarà l’ultima che sarà come una finale. Contro un’avversaria di valore, ma non come il Real Madrid”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

Con la fiducia dell’importante esordio con vittoria di Bergamo per 2-1 contro l’Atalanta, Mazzarri dovrà affrontare qualche dubbio di formazione per affrontare una della favorite al titolo.

“Continuità dopo i segnali di Bergamo? Quello lo vedremo. Siamo coscienti di giocare contro una squadra top nel mondo contro un allenatore bravissimo che ha vinto tutto. Conosciamo le difficoltà ma questo è affascinante e bello e speriamo di fare il meglio possibile”.

LA FORMAZIONE

Mazzarri pronto a confermare il 4-3-3 che ha convinto per compattezza del gruppo contro l’Atalanta in campionato. In porta torna Meret, in difesa Di Lorenzo a destra, centrali confermati Rrahmani e Natan. Sulla sinistra visto il grave infortunio di Olivera, è pronto Juan Jesus. A centrocampo con tutta probabilità verrà riproposto la mediana con Anguissa, in ripresa vista l’ottima prestazione di Bergamo, Lobotka e Zielinski.

In attacco ecco il grande dubbio: sono confermati Politano e Kvaratskhelia confermati come due ali d’attacco, resta da capire il grande dubbio su Raspadori e Osimhen. Il nigeriano è rientrato nello scorso turno di campionato ma anche Mazzarri ha voluto chiarire la situazione:

“Osimhen partirà titolare? Gli devo parlare. Quando ci sono partite così ravvicinate bisogna parlare con i ragazzi. Anche con chi ha fatto una partita intensa a Bergamo: devo capire se stanno bene. Di sicuro Osimhen non ha i 90′ nelle gambe: se partirà dall’inizio o giocherà a partita in corso lo deciderò dopo aver parlato con lui e con lo staff medico”.

Walter Mazzarri, intervista a Sky Sport

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