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L'editoriale di Elio Arienti - Milan, questa rivoluzione serve davvero?

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L’editoriale di Elio Arienti – Milan, questa rivoluzione serve davvero?

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Giorgio Furlani

Sempre più protagonista il Milan sia in entrata (Yunus Musah – Valencia), che in uscita (Ante Rebic – Besiktas) e molto altro ancora come CDK in prospettiva Atalanta, Rade Krunic, verso il Fenerbahce e Fode Ballo-Touré: per lui due opzioni, una che porta in direzione Premier (Fulham), l’altra in Bundesliga (Werder Brema). Insomma, tanta carne al fuoco in casa rossonera, un tour de force per il duo Furlani-Moncada per rivoluzionare quasi del tutto l’intero organico, almeno dalla cintola in giù. Ma servirà tutto ciò? Si è sempre detto che una squadra non va, normalmente, rivoltata da cima a fondo, ma più semplicemente, puntellata laddove serve. Dalle parti di Milanello, invece, si è voluto necessariamente aprire le finestre e far entrare, nel centro sportivo rossonero, aria nuova, più fresca e frizzante. Così, fino ad ora, otto new entry, e tanti altri pronti a lasciare…

Ora vogliamo parlare di Inter o di Atalanta? Lasciamo perdere per un attimo i “cugini” dell’altra sponda del Naviglio e vediamo invece quel che accade dalle parti della Dea, perchè dopo aver ceduto Hoijlund allo United, hanno chiuso con Scamacca e sono vicinissimi al “principino” rossonero Charles De Ketelaere che Gasperini vorrebbe provare a recuperare dopo una stagione a dir poco imbarazzante. E l’Inter, appunto… Hanno – bontà loro! – trovato il portiere (Sommer, dal Bayern M.) e il play, Samardzic dall’Udinese. Ed ora? Ci vorrebbe un attaccante (Balogun) ma ci vogliono parecchi soldi mentre le casse piangono miseria. Quindi? Serve fantasia, Marotta e Ausilio saranno in grado di far uscire il coniglio dal cilindro?

Il Napoli ha messo il punto fermo sul centrale difensivo, fuori Kim, dentro Natan un giovane brasiliano di straordinario carattere, grandi potenzialità e fantastico talento. La Lazio, perso Milinkovic-Savic, s’è giocata la carta Daichi Kamada, arrivato a parametro dall’Eintracht Francoforte e sta provando a regalare a mister Sarri anche Isaksen già nel mirino del Milan, mentre la Roma sta ancora ragionando sulle scelte da fare. Non è facile, per i Friedkin accontentare le esigente pedatorie di mister Mourinho, ma ci proveranno senza comunque svenarsi. Infine la Juventus. Si pensava che con l’avvento di Giuntoli le cose sarebbero cambiate, ma dalle parti della Continassa, di volti nuovi, finora – ad eccezione del giovane Weah -, neppure l’ombra. Certo, il mercato è ancora lungo ma tergiversare è assai pericoloso, quantomai rischioso e decisamente deleterio…

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L’editoriale di Elio Arienti – Il derby d’Italia dimostra che siamo alla frutta

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L'editoriale di Elio Arienti

L’EDITORIALE DI ELIO ARIENTI – Una faida senza vittime e senza grande spreco di energie. Certo, ci si sarebbe dovuti aspettare molto di più da questa sfida d’alta classifica tra la Vecchia Signora e la Beneamata. Invece, nel grigiore generale di una partita senza senso, gli unici due lampi che hanno illuminato la serata dell’Allianz Stadium li hanno regalati, con i loro gol, Dusan Vlahovic da una parte e il “Toro” Martinez dall’altra. Il resto? Roba di poco conto. Insomma, una rappresentazione indegna di un match che avrebbe dovuto essere, almeno nelle intenzioni, il top di una giornata di campionato non determinante per la corsa scudetto ma sicuramente importante in prospettiva. Invece, il nulla assoluto. Se questo è il meglio che oggi sa esprimere il calcio italiano, siamo davvero alla frutta. Ben lontani anni luce da spettacoli in grado di farci innamorare di un gioco che abbiamo amato e che continua a tener desti i nostri week-end pedatori.

ESORDI E SORPRESE

Juventus-Inter? Mandiamola in archivio facendo finta di niente ed evitando inappropriati ulteriori commenti. E andiamo avanti. Si, andiamo avanti perché in questo turno di campionato c’erano altre due partite che avrebbero potuto attirare l’attenzione degli addetti ai lavori: Milan-Fiorentina e Atalanta-Napoli. Anche in questi frangenti, purtroppo, come detto per quanto accaduto all’interno dell’impianto torinese, si è ricalcato, sotto il profilo del gioco, lo stesso copione. Spettacolo mediocre con risultati positivi per rossoneri (1-0) e partenopei (2-1). Da registrare, invece, due esordi stagionali. Uno in campo, Francesco Camarda, 15 anni, tra le fila rossonere, un “gioiellino” di cui presto si sentirà parlare. L’altro in panca, Walter Mazzarri, un più che gradito, e inatteso, ritorno nel capoluogo campano.

Insomma, nulla di nuovo. Poco più che la normalità se si eccettua la sconfitta imbarazzante della Lazio al cospetto della cenerentola Salernitana. Da tenere invece  in grande evidenza è la galoppata meritoria del Bologna. Raggiunta la Roma di mister Mourinho al quinto posto in classifica. Anche il percorso della neo-promossa Frosinone continua a sorprendere. Due realtà che si stanno facendo largo nel panorama calcistico nostrano ma che non devono affatto stupire perché quando si lavora con impegno e rispetto altrui, tutto è possibile.

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Juventus Inter: mai banale – L’editoriale di Luca Toselli

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Gli orari delle conferenze

A meno due c’è freddo, ma nemmeno troppo.
La classifica di Serie A, in questa ormai conclusa pausa Nazionali, racconta di una sfida d’altri tempi tra Juventus e Inter.
L’ultimo confronto diretto per lo Scudetto tra le due è la stagione 2019/20, dove Maurizio Sarri ha conquistato il tricolore battendo la prima armata nerazzurra allenata da Antonio Conte.
Proprio l’ex capitano bianconero ha interrotto a quota nove la striscia di campionati vinti dalla Vecchia Signora dopo averne iniziato il ciclo nel 2011/12.
Sembra passato un secolo, ma è storia recente del nostro calcio.

LA POSTA IN PALIO

Tre punti a disposizione di Allegri e Inzaghi: quanto peseranno sul campionato?
Ovviamente una singola partita non è determinante al 100%, a disposizione delle due rose ci saranno altri 75 punti dopo il derby d’Italia.
Juve e Inter però vivono in un precario equilibrio di classifica che le rende, ad oggi, le due maggiori candidate per la vittoria finale.
Saranno 90 minuti di battaglia, ma questa partita significa sempre qualcosa di più di banali punti in palio.

COME CI ARRIVA L’INTER?

Per molti addetti ai lavori, i nerazzurri sono la squadra da battere da ben prima dell’inizio del campionato.
Io stesso la consideravo la più forte, ma pensavo che potesse vincere il Milan (ad oggi decisamente in difficoltà).
Inzaghi ha perfezionato il suo “gioiellino” in queste ultime stagioni e lo scorso anno è arrivato addirittura a giocarsi una finale di Champions League.
Dall’inizio del suo ciclo manca lo Scudetto, sfiorato alla prima annata e perso all’ultima giornata.
Lautaro Martinez è in forma strepitosa e guarda tutti dall’alto in classifica cannonieri. Guardando una partita dell’Inter si percepisce il lavoro settimanale e la mano dell’allenatore.

COME CI ARRIVA LA JUVENTUS?

Anche i bianconeri sembrano stati plasmati da Allegri: il mister bianconero infatti preferisce subire meno da parte degli avversari anche a costo di sacrificare la fase offensiva.
Dopo la sconfitta di Reggio Emilia, infatti, l’unico gol subito è stato quello di Dossena nell’ultima partita casalinga contro il Cagliari.
I bianconeri sembrano una squadra, ad oggi, in grado di segnare con un cross o con un piazzato, difficilmente durante un’azione manovrata o un recupero alto come invece accadeva nelle prime partite stagionali.
La Juve si è “evoluta” per volere del coach e i risultati sono stati positivi anche se spesso e volentieri non convincenti.
E il test di domenica sarà impegnativo dato che si affronta quella che a mio modo di vedere è la rosa più lunga e qualitativa dell’intero campionato.

LA MIA PAURA

Il timore che nutro è semplice, banale e scontato: quello di scottarsi dopo un periodo positivo dal punto di vista del tabellino ma meno luminoso se osserviamo quello che racconta il campo.
Lo scorso anno i bianconeri, dopo 8 vittorie consecutive senza prendere gol, sono sprofondati a Napoli con un pesantissimo 5-1 che ha ridimensionato la seconda parte della stagione bianconera.
Il fortino difensivo juventino dopo quella batosta non è stato più granitico come in precedenza e, per quanto mi riguarda, anche per ragioni legate all’extra-campo.
Dopo la sconfitta del Maradona, infatti, è arrivata la prima penalizzazione.
La mia lettura però è che la Juve abbia overperformato dal punto di vista difensivo sia nella precedente annata, sia in questa.
Non prendere gol nel calcio è importante ma non scontato ed è utopia pensare di vincere tutte le partite senza che gli avversari possano segnare.
Un’altra enorme paura è che a Torino possano “accontentarsi” di un piazzamento Champions senza crederci abbastanza nei momenti decisivi che potrebbero lasciare la Juve in lotta Scudetto anche a febbraio o marzo.
Insomma, una sorta di sindrome del braccino corto per rimanere in tema con l’attualità legata a Sinner e alle ATP Finals.

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L’editoriale di Elio Arienti – Dopo la qualificazione dell’Italia, riparte il campionato

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Mazzarri

L’EDITORIALE DI ELIO ARIENTI – Con la qualificazione della Nazionale italiana di Luciano Spalletti agli Europei, che si giocheranno la prossima estate, si torna a pensare al campionato con una giornata decisamente importante per ciò che riguarda gli equilibri di classifica. Andrà difatti in scena la sfida d’alta classifica tra Juventus e Inter, il cosiddetto “derby d’Italia. Una partita, quella fra le prime due della graduatoria, che potrebbe avere anche risvolti interessanti sulle inseguitrici. Certo, abbiamo appena girato la boa del primo quarto di campionato. Dunque, è ancora presto per mettere un punto esclamativo, ma se volessimo già delineare un futuro, questo potrebbe essere il momento opportuno.

Che partita sarà questo “derby d’Italia”? Stando a quel che si è visto sinora, i pronostici della contesa sono tutti a favore dei nerazzurri. Ma Simone Inzaghi e i suoi ragazzi sono anche quelli che hanno più da perdere perché se la gara volgesse a loro favore andrebbero in fuga. In caso contrario verrebbero non solo raggiunti ma addirittura superati dalla Vecchia Signora perdendo, di conseguenza, il primato in classifica. Una partita dagli alti toni agonistici e dalla tensione emotiva molto forte.

Ma a dar lustro alla giornata numero 13 di campionato ci sono altre due gare interessanti. Sul palcoscenico di San Siro andrà in scena Milan-Fiorentina. Tra i protagonisti, ci sarà Vincenzo Italiano, uno dei tecnici più in voga tra quelli emergenti, e che qualcuno vorrebbe, la prossima stagione, sulla panchina rossonera al posto di Stefano Pioli. Mentre a Bergamo, l’Atalanta ospiterà il Napoli che in settimana ha cambiato guida tecnica, fuori Rudi Garcia, dentro Walter Mazzarri. Un ritorno gradito, quello dell’allenatore livornese, deciso e voluto fortemente dal presidente partenopeo, Aurelio De Laurentiis. Riuscirà il nuovo tecnico, su un campo molto difficile, a dare alla compagine azzurra nuova linfa? Auguri a Mazzarri, a Garcia e… buon calcio a tutti.

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L’editoriale di Elio Arienti – Salta Garcia e ora Pioli rischia

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Pioli

L’EDITORIALE DI ELIO ARIENTI – Rallentano Milan e Atalanta. Si ferma addirittura il Napoli, lasciando alla coppia Inter e Juventus il monopolio del campionato. Alle inseguitrici la speranza ora di agguantare uno degli altri due posti liberi per la Champions League. E’ un inizio di stagione alquanto strano ma anche assai emozionante che tiene desta l’attenzione dei tifosi.

Adesso, il campionato si fermerà nuovamente in relazione all’ennesima sosta per le nazionali. Doppio impegno degli Azzurri di Luciano Spalletti che in rapida successione dovranno vedersela, per la qualificazione ai prossimi Europei, con Macedonia del Nord e Ucraina. Si tornerà poi in campo col big match tra le prime due della graduatoria, Juventus e Inter, oltre al confronto tra Milan e Fiorentina. Da non dimenticare, però, anche Atalanta-Napoli, altro scontro diretto per quanto concerne le zone alte della classifica.

Non che finora si sia scherzato, ovviamente, ma è da adesso che si entra, a tutto tondo, nel vivo della contesa. Naturalmente senza trascurare anche gli impegni infrasettimanali dovuti alle coppe continentali che avranno certamente un loro specifico peso nel prosieguo della stagione sul fronte fisico-mentale e dello stress agonistico. Insomma, non si può trascurare nulla e si deve guardare al minimo dettaglio se non si vuole crollare già adesso che le cose si vanno pian piano delineando sia in testa che in coda.

Certo, qualcuno è già corso ai ripari mettendo in scena, come nelle più classiche commedie napoletane, il più logico e naturale dei provvedimenti, l’esonero dell’allenatore. Fuori Rudi Garcia dentro un altro. E si riparte. Da questo punto di vista occhio anche al Milan. Nonostante la dirigenza rossonera abbia riconfermato, almeno verbalmente, la stima e la fiducia a Stefano Pioli, potrebbe anche ripensarci se le cose dovessero precipitare. Non c’è mai fine all’insensatezza e all’insipienza dei personaggi, lo sappiamo, ma il calcio, inutile ricordarlo, è anche, e soprattutto, questo.

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