Il Barcellona perde malamente e nettamente l’andata del “Clasico” valida per la Supercoppa spagnola: il Real Madrid in casa blaugrana si impone con uno schiacciante 3-1, risultato con il quale praticamente ipoteca già il trofeo.
Il giorno dopo della prima partita della stagione tra le due grandi di Spagna sorge su tutto un grosso interrogativo sul quale sviluppare interessanti discussioni: si sta assistendo all’epilogo del fantastico ciclo del Barcellona?
L’annata del rilancio, dopo l’eliminazione ai quarti di Champions League dell’anno scorso e la sola vittoria della Coppa del Re, in effetti è partita, in campo e non solo, con dei brutti segnali che non lasciano ben sperare.
MANCANO EREDI
Le tre reti dei “Blancos” di ieri si sono concretizzate tutte sulla fascia destra della squadra di Valverde: in quella posizione giocava Alexis Vidal, che è sì appena rientrato da un infortunio, ma è apparso impalpabile, incapace di placare le avanzate avversarie.

Il Real Madrid sblocca la gara così: Isco e Marcelo fanno quello che vogliono
Sembrava veramente che il Barça giocasse in dieci uomini: i Campioni di Spagna si ritrovavano davanti sempre un’autostrada.
I tifosi barcelonisti più nostalgici ricorderanno che fino a due anni fa su quella fascia aggirava un certo Dani Alves, del quale ad oggi non è stato ancora trovato un vero erede.
E’ stato acquistato Nelson Semedo, ma ha ancora tutto da dimostrare.
I difensori centrali sono pure da valutare: Piquè ha toccato la soglia dei 30 anni e non c’è ancora un giovane da far crescere e inserire con calma al suo posto, mentre Umtiti, per fare un confronto con il Real Madrid, non è di certo ai livelli di Varane.
Da notare che gli altri centrali a disposizione dell’ex tecnico dell’Athletic Bilbao sono il buon Mascherano e il partente Vermaelen: troppo poco.
Pure davanti ci sono pochi giovani in rampa di lancio: Munir El-Haddadi si appresta a vivere un’altra stagione in prestito, Paco Alcàcer ha tutto fuorchè convinto e poi c’è Deulofeu che difficilmente verrà promosso titolare.
Solo a centrocampo si intravede qualche piccolo spiraglio positivo: Denis Suarez non ha fin qui sfigurato, Sergi Roberto qualcosa di buono ha fatto vedere, ma da qui a considerarli plausibili eredi di Iniesta e Busquets ci vuole.
IL PROBLEMA DELLA CANTERA
Collegato al primo punto è il problema della Cantera, il vivaio dei club spagnoli.
Tutti i giovani che crescono a “La Masìa“, infatti, anzichè essere portati in prima squadra, come accadeva ai tempi di Pep Guardiola, vengono sorprendemente ceduti.

I minuti concessi ai canterani dai tempi di Guardiola fino al recente passato: che differenza!
Tanti sono i casi recenti: la 18enne ala promettente Jordi Mboula è stata ceduta al Monaco; Eric Garcia, centrale di 16 anni (prima si parlava di carenza di centrali), è stato dato al Manchester City; il Bayern Monaco ha acquistato, invece, Mateu Morey, uno dei migliori della Spagna Under 17 vincitrice all’Europeo.
La società di Bartomeu ha cambiato la politica di lavoro sui giovani e i risultati sul campo si vedono.
Cosa succederà quando i vari Messi, Suarez e già citati Iniesta, Busquets e Piquè non riusciranno più a guidare la squadra?
Nel frattempo Cristiano Ronaldo e soci continuano ad alzare coppe a raffica anche grazie alle giocate e ai gol di giovani talenti come Isco, Asensio, Lucas Vazquez, che con Zidane non posso essere definiti dei semplici panchinari.
UN MERCATO MOLTO COMPLICATO
E’ un’estate nera per i catalani a causa di un calciomercato molto complicato.
Fino ad ora Nelson Semedo è stato l’unico acquisto di rilevanza, anche se a lasciare perplessi non è tanto qualche acquisto mancato, piuttosto la gestione del caso Neymar, dalla quale il Barça ne è uscito con le ossa rotte.

Il PSG si è presentato a sorpresa con 222 milioni, l’ammontare della clausola rescissoria, e si è portato a casa con estrema facilità l’asso brasiliano.
Il club blaugrana, non aiutato anche dalla volontà del giocatore, non ha potuto porre nessuna resistenza, neanche frenare la buona riuscita dell’affare per trovare prima un sostituto.
Ecco che allora ha in casa un altro grande problema: l’erede di “O Ney“.
Liverpool e Borussia Dortmund non hanno nessuna intenzione di privarsi rispettivamente di Coutinho e Dembelè e non tanto per una questione economica, ma di organizzazione: siamo a metà agosto, stanno cominciando i campionati e poche squadre sono disposte a cedere giocatori importanti.
Mancano sedici giorni alla fine della sessione estiva di calciomercato e la dirigenza deve trovare un esterno che non faccia rimpiangere Neymar, magari due, e ha anche da colmare qualche lacuna difensiva. Buona fortuna!
Eredi che mancano, canterani che vanno via, un calciomercato da pazzi e risultati sul campo che sono tutt’altro che positivi: è l’epilogo del ciclo Barcellona?