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A caccia di antagonisti

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A caccia di antagonisti

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Conclusasi la quinta giornata di Ligue 1, nella quale eravamo presenti al Vélodrome di Marsiglia, la domanda resta una sola ma, a differenza di qualche settimane fa, potrebbe ricevere già una risposta piú esaustiva proprio grazie al posticipo dell’OM: si è trovato l’antagonista del Paris Saint Germain o si brancola nel buio?

VISUALE DALLA TRIBUNA STAMPA

Match dai due volti quello di Marsiglia, con un primo tempo piuttosto stantio e noioso, un must dell’OM di questi tempi, seguito poi da una fievole ripresa che ha portato in saccoccia quattro gol ed alcune giocate spettacolari per il 4-0 finale. Il volto del Marsiglia è piuttosto indecifrabile. Col minimo sforzo si è raggiunto tanto, con quattordici gol segnati in 5 giornate, ma la continuità non è di casa ed è proprio Morgan Sanson, centrocampista dell’OM, a produrre un’analisi esatta della situazione: “siamo l’OM, un primo tempo del genere non deve essere da noi, abbiam parlato tanto per iniziare forte ma il risultato è stato pessimo per 45 minuti”, sulla stessa onda delle dichiarazioni di Dimitri Payet aggiungendo che Strootman, da neo arrivato, “ha sofferto la prima parte in scia con tutta la squadra”. In attesa di buone nuove e di vedere il talento Radonjic all’opera con più minutaggio, vanno tenute strette prodezze del genere:

Al momento il Paris Saint Germain, a 15 punti ed a +5 dai marsigliesi, costituisce un discorso a parte che necessita però di alcuni tabù da sfatare: il 4-0 al Saint Etienne di Venerdì è arrivato con una squadra finalmente ricomposta e senza riadattamenti di ruolo. Fuori Neymar e Mbappé in vista di Liverpool, Di Maria e Draxler a far da spalla a Cavani permettendo di tornare al 4-3-3 tanto caro dalle parti di Boulogne-Billancourt. A centrocampo si è risentita la presenza di Marco Verratti (91,7% di precisione passaggi di cui 4 chiave), mentre in difesa si è fermato Thiago Silva mettendo tutti in apprensione. Dall’altra parte, il Saint-Etienne continua il suo periodo nebuloso: si è perso forse lo spirito combattivo di un tempo nonostante le forze in gioco. Nota positiva, è la prima sconfitta in cinque gare. Sei punti, dodicesimo posto, limbo.

LE ATTUALI PRETENDENTI

Oltre al già citato Marsiglia, al secondo posto, sempre con 10 punti, troviamo Lille e Tolosa, che meno di sei mesi fa davano vita ad un arcigno scontro salvezza e che si ritrovano oggi a guardare tutti dall’alto verso il basso: si dice che non dureranno, ma per la naturalezza ed organizzazione potrebbero già essere considerate delle sorprese. Il Lille resta una squadra nella norma fino alla metà campo salvo poi trasformarsi in un team imprevedibile grazie alla batteria di trequartisti Bamba-Ikoné-Pepé, che godono di intese e trame di gioco a parte: in particolare Pepé appare già un giocatore fatto, che ha rifiutato un contratto importante a fine mercato (Lione) solo per consacrarsi. Due rigori procurati e trasformati ed un contropiede concluso magistralmente sono serviti ad evitare il ritorno furibondo di un Amiens apatico (2-3 finale) ma da osservare, soprattutto grazie all’acquisto di Ganso che in un quarto d’ora scarso realizza già il primo assist in Ligue 1. Quanto a Pepé, si scomodano facilmente paragoni difficili dalle parti del Beffroi, ma preferiamo lasciarli in stand-by. Piccola chiosa: i tifosi del Lille erano presenti ad Amiens vestiti di giallo per commemorare il crollo della tribuna ospiti di un anno fa che aveva provocato alcuni feriti e tanto spavento.

https://twitter.com/CDL1Videos/status/1041057133557702656?s=19

Quanto al Tolosa, il merito di Casanova sta in due cose: mettere gli uomini giusti nel ruolo a loro più consono, scegliere uno schema e portare avanti le sue idee. I primi frutti sono già maturi e visibili ai più quanto ad intesa, supporto ed organizzazione. Con un Gradel una spanna sopra gli altri mentre il giovane Monaco stenta a carburare a causa della media d’età (che alla lunga potrebbe premiare).

https://twitter.com/CDL1Videos/status/1041057796844859393?s=19

IL GRUPPO

Poco sotto, a 9 punti, il Digione inizia a perdere punti, convinzione e savoir faire (5 gol subiti nelle ultime 2) nonostante un gran possesso palla, contro una squadra che da anni fa del contropiede la sua forza come l’Angers. L’1-3 finale riassume questo.

https://twitter.com/ParlonsFoot237/status/1041068464553828352?s=19

Ad 8 punti segue un Montpellier realista ed attendista, nella quale anche i giovani talenti sono ancora in letargo. 1-1 contro uno Strasburgo che, pur dandosi da fare a livello offensivo, è privo di una vera prima punta. L’arrivo del giovane Lebo Mothiba ha però giovato, si attendono conferme.

https://twitter.com/LeboMothiba11/status/1041296881433956353?s=19

Dal settimo all’undicesimo posto (tutte a quota 7 punti) spazio all’incertezza: il Lione pareggia col Caen in un match arcigno e spezzettato, il Nimes nella pazzia generale di Bordeaux (3-3), il Reims a Nantes (0-0) ed il Nizza trionfa col Rennes (2-1) iniziando a mostrare gioco ed identità di Patrick Vieira.

https://twitter.com/CDL1Videos/status/1040673607557558272?s=19

QUELLE A RISCHIO

A ridosso della zona retrocessione, Monaco, Strasburgo e Nantes a 5 punti. Non partivano come squadre a rischio, ma pur avendo organico e caratteristiche oltre la media potrebbero rischiare il più classico degli errori, prediligendo la ricerca del bello alla materiale raccolta di punti. Tireremo le somme più avanti.

A quattro punti Amiens e Bordeaux: lasciamo ai primi il tempo di rimettere in sesto tutti i giocatori internazionali e di iniziare un processo di malgama che dovrà vedersi già tra qualche settimana, mentre i secondi restano un vero dilemma. L’allenatore in pectore, tale Ricardo Gomes, ufficialmente non è l’allenatore perché privo di patentino, mentre la squadra sembra seguire un disegno piuttosto casuale che si affida ai singoli. L’Europa League, in questo caso, può davvero rivelarsi nociva.

Chiude, da fanalino di coda, il Guingamp di Antoine Kombouaré, apparso abbattuto nel dopo gara del Vélodrome: “abbiamo preso un gol evitabile, poi siamo crollati” le parole del tecnico. La situazione rischia di farsi rovente, perché le sconfitte sono cinque ed i gol realizzati solo tre. Eppure, con un Marcus Thuram rivelazione di questo campionato, i mezzi a disposizione sembrano esserci. Contro il Bordeaux sarà già un dentro o fuori.

 

 

 

 

 

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Coppa Italia

Pronostico Fiorentina-Parma, statistiche e consigli per la partita

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Pronostico Fiorentina-Parma

PRONOSTICO FIORENTINA-PARMA, STATISTICHE E CONSIGLI PER LA PARTITA – Mercoledì 6 dicembre, alle ore 21:00, la Fiorentina incontra il Parma per gli ottavi di finale di Coppa Italia, in un match che può nascondere insidie. Scopriamo, dunque, il pronostico per la partita insieme a qualche statistica e qualche consiglio per gli scommettitori.

COME ARRIVANO LE DUE SQUADRE

Partiamo dai padroni di casa. La Fiorentina ha vissuto tanti alti e bassi nell’ultimo periodo, con alcune cadute evitabili, come contro l’Empoli, ma anche vittorie prestigiose, come quella di Napoli. La squadra di Italiano si è imposta nel corso dell’ultima giornata per 3-0 contro la Salernitana e ha preparato al meglio la partita di Coppa Italia. Vedremo se la preparazione sarà ripagata anche dal verdetto del campo.

Il Parma viene da sei vittorie in otto partite nell’ultimo mese. Gli uomini di Pecchia procedono spediti verso la risalita nel massimo campionato e si trovano, ad oggi, a pari punti – 33 – col Venezia. Gli emiliani stanno facendo molto bene e ora sognano anche i quarti di finale di Coppa Italia, un risultato che sarebbe importantissimo per il loro morale. In mezzo c’è la Viola, che avrà tutte le intenzioni di battere i crociati.

IL PRONOSTICO DI FIORENTINA-PARMA

Per quanto sulla carta l’esito sembri scontato e i pronostici siano tutti a favore della Fiorentina, spesso la Coppa Italia ha regalato sorprese. Attenzione, dunque, al Parma, che vorrà fare uno scherzetto agli avversari. Per questo, non consigliamo alcun segno fisso, bensì una giocata sul numero complessivo di gol. Il pronostico che potrebbe essere meno rischioso e pagare di più è il MULTIGOL CASA 2-4, in quota 1.62. Benché l’esito finale non sia scontato, la Viola, infatti, potrebbe andare a segno più volte, data la tendenza dei giocatori di Italiano a tenere palla. In alternativa, anche il segno GOL, quotato, invece, 1.75 sui principali bookmakers, potrebbe essere fruttuoso, dato che entrambe le squadre sono decisamente inclini al gol.

PROBABILI FORMAZIONI

Fiorentina (4-2-3-1): Christensen; Kayode, Martinez, Ranieri, Parisi; Mandragora, M.Lopez; Ikone, Barak, Sottil; Nzola. All. Italiano

Parma (4-3-2-1): Chichizola; Delprato, Osorio, Circati, Di Chiara; Bernabé, Hernani, Estevez; Mihaila, Man; Benedyczak. All. Pecchia

 

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ESCLUSIVE

ESCLUSIVA – L’agente di Ikwuemesi: “Si sta adattando alla Serie A, la Salernitana sta lavorando nella giusta direzione”

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La Salernitana sta affrontando un periodo delicato, in piena lotta per la permanenza in Serie A. Nell’ultima giornata di campionato, i granata sono usciti sconfitti dal Franchi perdendo 3-0 contro la Fiorentina. Nonostante la sconfitta anche abbastanza netta, però, i campani sono reduci da un momento anche abbastanza positivo. A risollevare il morale infatti sono il pareggio preziosissimo in casa del Sassuolo e, soprattutto, la prima vittoria in campionato arrivata all’Arechi contro la Lazio.

Uno dei volti di quest’ultimo periodo in casa Salernitana, è sicuramente Chukwubuikem Ikwuemesi. Arrivato quest’estate dagli sloveni del Celje, l’attaccante nigeriano sotto la gestione Inzaghi sta trovando spazio ed anche i primi gol della sua avventura italiana. Per scoprirne di più sul classe 2001, noi della redazione di Numero Diez abbiamo intervistato Thaddeus Kennedy Idama, agente del calciatore facente parte del KCG Sporting Management.

Di seguito, la nostra intervista ESCLUSIVA.

L’INTERVISTA ESCLUSIVA A THADDEUS KENNEDY IDAMA, AGENTE DI IKWUEMESI

Parto chiedendole la sua opinione sul momento attuale di Ikwuemesi alla Salernitana.

“Sta provando a dare il massimo. Essendo calciatore giovane, che proviene da un campionato non molto noto in Europa, sta cercando di adattarsi. Credo farà meglio sul lungo termine”.

Crede che la Salernitana riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?

“Siamo in attesa di scoprirlo, perché la Salernitana è una buona squadra, staff e dirigenti hanno il compito di gestire la situazione e lo stanno facendo molto bene. Il club non sta ottenendo il miglior risultato, ma spetta all’organismo che lo rappresenta fare la cosa giusta. Credo siano nella giusta direzione“.

Di recente Ikwuemesi ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro il Sassuolo. Quali sono state le sensazioni a riguardo?

È stato un bel momento. A Sassuolo erano partiti molto bene, andando in vantaggio per 0-2. È stato comunque un buon risultato per la squadra. È un momento in cui hanno ripreso il controllo e hanno realizzato di poter tornare ad una situazione normale. Io so che chi è ai vertici della società sta facendo molto per assicurarsi di mettere i calciatori sulla buona strada. Poi vincere le partite (contro la Lazio, n.d.r.) è un sollievo per la squadra“.

Con l’arrivo di Inzaghi in panchina sembrerebbe esserci stata una svolta: 5 presenze da titolare e 2 gol in 7 partite. Com’è il rapporto con il tecnico granata?

“Gli dico che dipende tutto dall’impostazione professionale. Il ragazzo è un professionista e conosce i suoi obblighi in campo. L’allenatore è stato un professionista di altissimo livello da calciatore. Sono contento perché metterà Ikwuemesi nelle condizioni migliori e lo preparerà per le partite. Inzaghi è stato un giocatore di punta, un top player. Quando giocava, ai suoi tempi, io tifavo la Juventus e lo guardavo tanto. L’ho guardato tanto all’Atalanta quando ha segnato 15 gol in Serie A prima di trasferirsi alla Juventus. Quindi lo conosco molto bene. Quando un’ex attaccante allena il tuo calciatore, che è anche lui un attaccante, secondo me è una cosa positiva. Sono felice di vedere Inzaghi fare le cose giuste da allenatore. Poi il calciatore ha l’obbligo di rispettarlo. È questa la sua responsabilità quando scende in campo”.

Tornando invece alla trattativa che ha portato Ikwuemesi alla Salernitana: com’è nata? Ci sono retroscena?

“Per me non c’è stato nessun aspetto negativo. Eravamo tutti d’accordo nel fargli accettare questa nuova sfida. Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma quando un giocatore focalizza la mente su qualcosa è possibile. Quindi io penso che abbia deciso di andare in Serie A e noi, dopo, siamo andati a cogliere la sfida. Sapevamo che fosse  piuttosto impegnativa, ma finora tutto bene. Si abituerà a questa situazione e, a lungo termine, otterrà risultati”.

Qual è invece il sogno per il futuro?

“Ogni giocatore ha un sogno per il futuro. Noi li lasciamo a loro. Lui ha l’ambizione di diventare un top player, di giocare club famosi. Al momento siamo concentrati prima sulla Salernitana, e poi dopo lui pensa al suo meglio. Poi lasciamo che il futuro svolga il suo ruolo”. 

Fonte immagine in evidenza: profilo Instagram kcg_project

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Thauvin torna protagonista e si confessa: “Andai a giocare in Messico perché soffrivo di depressione”

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Thauvin

Un gol e un assist nelle ultime due partite per Florian Thauvin, indubbiamente uno degli uomini di maggior classe e talento a disposizione di Cioffi. La missione salvezza, in questa stagione, non sembra scontata come in altre annate per l’Udinese, che dovrà affidarsi anche (e non poco) al sinistro del francese, campione del mondo nel 2018. Neanche il più grande trionfo immaginabile nella carriera di un calciatore può però colmare i demoni interiori di una persona, come ammesso da Thauvin nel corso di un’intervista a Canal+.

DEPRESSIONE – Tre mesi prima di lasciare l’Olympique Marsiglia andai da una persona specializzata su consiglio di alcuni amici, che mi ascoltò e mi fece scoppiare a piangere. In quel momento capii di non stare bene. Ero nella fase iniziale ma già accertata di depressione. Per quello poi decisi di andare in Messico, per stare più tranquillo e avere meno pressioni nel giocare da parte di tifosi e media”.

UN PASSO INDIETRO – “Atleticamente mi sentivo al meglio, ma dal punto di vista mentale ero a pezzi. Quando questa persona mi ha fatto rendere conto della mia situazione, ho deciso che era meglio fare un passo indietro per la mia serenità. Per questo poi scelsi di andare a giocare al Tigres, in Messico”.

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Furia De Laurentiis dopo Napoli-Inter: telefonate alla Federcalcio per protestare

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De Laurentiis

Il Napoli, dopo un inizio di campionato altalenante e l’esonero di Garcia, ci si aspettava un cambio di rotta imminente. Occasione sfumata nel match di ieri giocato al Maradona contro l’Inter, perdendo per 3-0. Tuttavia secondo quanto riportato da Il Mattino, De Laurentiis sembrerebbe essersi infuriato al punto da chiamare la Federcalcio e l’AIA per protestare, riguardo la direzione gara con i nerazzurri. La scelta di non far presentare Mazzarri ai microfoni, prediligendo silenzio totale, sarebbe stata proprio la sua, dopo aver accerchiato il direttore di gara nel tunnel per cercare di ottenere delle spiegazioni, invano.

Gli episodi che avrebbero scatenato l’ira del patron partenopeo sarebbero due. Il primo per un mancato rigore concesso per un presunto fallo di Acerbi su Osimhen. Il secondo a causa della decisione di non annullare il primo gol di Calhanoglu per un fallo in precedenza di Lautaro su Lobotka.

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