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L'immediato impatto di Sergio Oliveira sulla Roma

Calcio e dintorni

L’immediato impatto di Sergio Oliveira sulla Roma

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Oliveira

La Roma sembra aver svoltato. Le tre vittorie consecutive ottenute contro Cagliari ed Empoli, in campionato, e Lecce, in Coppa Italia, possono rappresentare il segnale che il club capitolino abbia trovato la strada giusta. Le difficoltà e i problemi, tuttavia, non sono scomparsi, tutt’altro. Il trionfo di misura contro i sardi è arrivato solo grazie a un calcio di rigore. Al Castellani, invece, c’è stato da soffrire fino alla fine, dopo aver chiuso la prima frazione di gioco in vantaggio 0-4. Nel mezzo la tiratissima vittoria contro i giallorossi salentini, messa in cassaforte dopo essere passati in svantaggio.

CHI E’ SERGIO OLIVEIRA

I tre successi, sopraggiunti dopo l’inspiegabile disfatta contro la Juventus, sono stati ottenuti in concomitanza con l’arrivo dei primi due rinforzi di gennaio. Il terzino Mitland-Niles e, soprattutto, Sergio Oliveira, preso in prestito oneroso da 1,5 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 13,5 dal Porto. Chi è il centrocampista portoghese e che ruolo potrà avere nella Roma di Mourinho?

Sergio Oliveira nasce e cresce all’ombra dell’Estadio do Dragao. Dopo la trafila nelle giovanili del club del nord del Portogallo, il classe ’92 sale tra i grandi. Tuttavia fatica a trovare spazio. Inizia così un lungo peregrinare in giro per l’Europa. Belgio, Spagna, Francia e Grecia. Tanti prestiti inframezzati dall’esperienza nel Porto B e da brevi apparizioni in prima squadra. La stabilità la trova soltanto nel 2019, sotto la guida di Sergio Conceicao. La consacrazione, però, arriva la stagione successiva, nel 2020-2021, quando veste i panni del protagonista nella strepitosa cavalcata dei lusitani in Champions League, culminata con l’eliminazione della Juventus agli ottavi di finale. In totale segna 20 reti e fornisce 7 assist in tutte le competizioni, venendo nominato giocatore dell’anno del Porto e inserito nella squadra ideale della Coppa dei Campioni.

LE CARATTERISTICHE

Sergio Oliveira è un tuttocampista, un centrocampista in grado di occupare tutte le posizioni della zona centrale del campo. A prescindere dal fatto che giochi da mediano, mezz’ala o trequartista, il suo rendimento è sempre di alto livello. Dotato di tecnica e una fisicità prorompente, riesce a diversificare il suo stile, adattandosi a ogni tipo di disposizione tattica. Eccelle nei calci piazzati, incaricandosi di battere punizioni e rigore, negli inserimenti e ha una buona visione di gioco. Altro suo punto di forza su cui focalizzare l’attenzione è la personalità.

Il suo impatto nella capitale è stato evidente. Tre partite giocate, due reti e un assist. Ha cambiato posizione in ognuno degli incontri giocati. Contro il Cagliari è stato schierato mediano accanto a Veretout nel 4-2-3-1 varato da Mourinho. In Coppa Italia, sempre con lo stesso modulo, Oliveira ha agito da trequartista. Infine, domenica, a Empoli, Mou lo ha fatto partire da vertice basso del centrocampo nell’inedito 3-5-2, fungendo da regista. I risultati sono stati sorprendenti. Il calciatore portoghese ha creato 5 occasioni da gol, giocato 64 palloni e completato 27 passaggi, risultando il migliore dei suoi in ogni categoria.

Mourinho, in cuor suo, sperava in un calciatore dalle caratteristiche diverse, possibilmente un regista puro, un faro a cui guardare e su cui fare affidamento, un metronomo in grado di dettare i tempi di gioco. Il suo connazionale non nasce con queste peculiarità. Tuttavia Mou ha trovato comunque un giocatore versatile, duttile e adatto a più schieramenti. A farne le spese potrebbe essere Jordan Veretout che, fin qui, ha disputato una stagione sottotono, deludendo le aspettative dopo un 2020-2021 da strabuzzare gli occhi.

L’IMPATTO VINCENTE

Arrivato in punta di piedi, Oliveira sembrava destinato al ruolo di jolly, come sostituto di Pellegrini sulla trequarti o dello stesso francese in mediana. Eppure, il centrocampista portoghese non ha avuto bisogno di un periodo di adattamento, calandosi immediatamente nella realtà giallorossa. Il trasferimento in un altro paese e la realtà di un calcio diverso non ha avuto conseguenze e la maglia da titolare, al momento, non sembra possa essergli strappata di dosso. Partecipa all’azione, costruisce, corre, lotta, difende e inventa calcio. Il suo repertorio è ricco di sfaccettature.

L’ex allenatore di Inter e Real Madrid non ha esitato nell’elogiarlo, spendendo parole importanti su di lui. Mourinho ha evidenziato l’importanza del suo carattere e del suo temperamento all’interno del rettangolo verde. La leadership di Sergio Oliveira è tangibile, merito di una mentalità vincente costruita e sviluppata negli anni al Porto, in cui vincere è quasi un obbligo.

La Roma aveva disperatamente bisogno di una figura forte mentalmente, una guida da seguire e di cui fidarsi. Al contempo, necessitava di un calciatore in grado di sopperire alle mancanze mostrate dai vari Diawara, Villar e, a volte, Cristante. I risultati iniziano a essere incoraggianti. Lasciano presagire un futuro roseo e brillante. Nonostante le difficoltà, soprattutto a livello di concentrazione, continuino a essere un rebus da risolvere, il club giallorosso sembra aver trovato la strada giusta. Una strada illuminata da Sergio Oliveira.

 

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Gabigol sospeso per due anni: “Mai fatto uso di sostanze proibite”

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Gabigol

Nelle ultime ore la notizia che Gabigol sia stato sospeso per frode nei test antidoping ha fatto il giro del mondo. Un’indiscrezione che se fosse confermata avrebbe del clamoroso.

Intanto il calciatore brasiliano classe 1996 di proprietà del Flamengo è stato sospeso dall’attività per ben 2 anni dal Tribunale Sportivo Antidoping. Inflitta una pena che terminerà l’8 aprile del 2025 visto che l’episodio incriminante sarebbe avvenuto circa un anno fa.

Gabriel Barbosa dal canto suo non ci sta. L’ex Inter infatti sul proprio profilo X ha pubblicato un messaggio riguardo quanto accaduto in questi giorni. Ecco cosa ha detto:

LE PAROLE DI GABIGOL – “Vorrei pronunciare e chiarire sulle cose che sono uscite oggi, sul fatto che sarei stato sospeso per una tentata frode all’esame antidoping. Nonostante il rispetto che ho verso la giustizia, ribadisco che mai abbia tentato di ostruire o ingannare qualsiasi tipo di esame e confido di poter dimostrare la mia innocenza nelle prossime istanze. Fin dall’inizio della mia carriera ho sempre rispettato le regole del gioco e non ho mai fatto uso di sostanze proibite. Sono deluso dall’esito del procedimento ma continuerò a collaborare con le autorità sportive. Sono convinto che la mia innocenza sarà provata e ripristinata. Grazie a tutti per il sostegno in questo periodo difficile”.

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Shock Di Maria dall’Argentina: El Fideo e famiglia minacciati di morte

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Angel Di Maria e la sua famiglia sarebbero stati minacciati in questi giorni in cui il calciatore si trova in ritiro con la Seleccion Argentina. Minacce di morte con tanto di messaggio lasciato sulla porta della sua abitazione a Funes, vicino a Rosario.

Secondo quanto riportato dal giornale Infobae, il contenuto del messaggio è il seguente: “Di’ a tuo figlio Ángel di non tornare a Rosario perché altrimenti uccideremo un membro della famiglia. Nemmeno Pullaro (governatore della regione di Santa Fè, ndr) vi salverà. Noi non lanciamo carte ma piombo e persone morte”.

A questa vicenda il Clarìn aggiunge che la minaccia sarebbe stata recapitata intorno alle 2:30 del mattino e nella zona sembra si siano sentiti addirittura quattro spari. Inoltre, il contenuto dell’avviso di intimidazione non è stato confermato dalle autorità competenti per evitare di promuovere i gesti di queste persone.

La minaccia, secondo quanto trapela, potrebbe anche essere un tentativo di impedire a Di Maria di tornare a giocare nel Rosario Central. Squadra in cui il Fideo è cresciuto e con la quale ha esordito da professionista nella stagione 2005.

Un episodio orribile che era già accaduto lo scorso anno anche a Lionel Messi, anch’esso vittima di una minaccia intimidatoria.

 

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Antonello sul tema stadio: “Rozzano il futuro, San Siro fermo agli anni ’80”

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Alessandro Antonelloamministratore delegato dell’Inter, ha parlato del tema stadio ad un evento organizzato dallo studio legale ADVANT Nctm. L’AD durante la tavola rotonda “Impianti ed infrastrutture sportive: attori e processi – L’esperienza delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026”, ha analizzato la situazione dei vari progetti per il nuovo stadio, sottolineando come nel 2019 era stato presentato un piano che si interpellava alla legge sugli stadi. Successivamente l’AD dei nerazzurri ha parlato di San Siro e del fatto che sia fermo agli anni ’80 per le sue emissioni. Infine ha concluso affermando che l’Inter sta lavorando su Rozzano, definendolo come piano effettivo.

LE PAROLE

PROGETTO – Nel 2019 è stato presentato il progetto che si interpellava alla legge sugli stadi ma dopo cinque anni i due club si trovano ad attendere un interesse pubblico dall’amministrazione comunale visto che si sono inserite dialettiche che hanno allungato i tempi, come ad esempio la sovrintendenza”.

SAN SIRO – “C’è anche un obiettivo ambientale. San Siro ora è alimentato da una centrale termica produttrice di CO2. Siamo ben lontani all’essere vicini al pareggio di emissioni richieste e siamo fermi agli anni ’80“.

ROZZANO – “Noi stiamo lavorando su Rozzano che è il piano effettivo su cui ci siamo impegnati e per cui stiamo discutendo con la proprietà Cabassi. Abbiamo una opzione fino a fine aprile e su quello ci concentriamo, lavoreremo anche per una proroga. Rimaniamo in attesa della proposta di WeBuild che arriverà non prima di giugno quindi oggi non ci sono alternative se non continuare a lavorare su Rozzano”

 

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Marotta chiaro sul futuro: “Ecco cosa farò a fine contratto”

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Beppe Marotta, dirigente dell'Inter, Serie A, Champions League, Coppa Italia

Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, ha parlato del proprio futuro alla Sala Montanari di Varese. L’AD dei nerazzurri ha confermato, come già detto più volte, che l’Inter sarà la sua ultima avventura da dirigente sportivo. Tuttavia oggi ha parlato con più chiarezza di ciò che farà: occuparsi solamente dei giovani. Marotta è ancora legato all’Inter e lo sarà fino al 30 giugno del 2027, quando il suo contratto andrà in scadenza e lascerà il suo impegno.

In particolare, si batterà per rendere lo sport gratuito, dal momento che considera sbagliato far pagare i giovani per fare sport. In questo modo verrebbero coinvolte anche le famiglie meno abbienti, dove si celano i campioni, che magari non emergono perché oscurati da chi può permettersi di allenarsi con grandi squadre fin da bambini.

LE PAROLE

INTER – “Quando terminerà il mio contratto con l’Inter e lascerò il club, mi occuperò solo dei giovani”.

GIOVANI – “Il settore giovanile è il patrimonio più grande di una società, soprattutto dal punto di vista umano. Sono sempre più convinto che far pagare lo sport ai giovani sia sbagliato: dovrebbe essere gratuito, perché così si riuscirebbero a coinvolgere anche le famiglie povere, quelle in cui si nascondono i campioni, come accadeva una volta”.

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Giovani per il futuro

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