L’urna dei sorteggi di Montecarlo ha dato il via alla fase più calda e attesa della Champions League 2019/2020. La fase a gironi porta con sè infatti il vero inizio di quello che, di fatto, rappresenta un autentico fenomeno di massa in continuo divenire.
L’importanza che la coppa dalle grandi orecchie racchiude non è, naturalmente, soltanto di tipo sportivo. Il fattore economico è sempre più preponderante nel panorama di quei club chiamati a fare del guadagno la chiave di volta per poter competere nel lungo periodo.

Fonte: profilo instagram @championsleague
Da qui nasce il valore degli introiti derivanti dalla partecipazione alla Coppa dei Campioni. Numero Diez oggi analizza il fattore incassi nell’ottica della competizione calcistica per eccellenza.
UN’ANALISI A DUE LIVELLI: DAL MACRO…
Nell’analisi in questione sono due i livelli da tenere in considerazione. Quello macro, inteso come competizione della Champions League nel suo insieme, e quello individualistico degli attori coinvolti, quindi nella fattispecie i club.
Si pensi anzitutto alla prima dimensione. La Coppa dei Campioni porta con sè in partenza un patrimonio complessivo di oltre 2 miliardi di euro. Una cifra che tiene conto di un insieme di guadagni derivanti da diritti televisivi, sponsor e strategie di marketing che conferiscono alla competizione una visibilità unica.
Basti pensare al paragone con le altre competizioni UEFA: l’Europa League in quanto a peso complessivo porta con sè il valore di 560 milioni di euro, poco più di un quarto rispetto alla Champions. Se si considera poi la Supercoppa Europea, questa ha conferito alle partecipanti di quest’anno, Liverpool e Chelsea, 3.5 milioni di euro ciascuna per una singola partita, ma al tempo stesso decisiva.

Fra Champions League, Europa League e Supercoppa Europea il valore delle competizioni UEFA ammonta complessivamente a 3.25 miliardi di euro annui. Fonte: profilo instagram @liverpoolfc
Ai Reds, poi, per la vittoria è poi spettato un milione di euro di supplemento. Questi sono dati significativi del valore della coppa dalle grandi orecchie, che porta alle squadre e agli addetti ai lavori (la UEFA stessa) una visibilità unica.
…E A LIVELLO DI CLUB
Si consideri quindi il secondo livello di analisi, quello a livello societario. Alle 32 squadre qualificate alla fase a gironi di quest’anno andranno distribuiti complessivamente 1.95 miliardi di euro.
Il montepremi che spetta a ciascun club viene suddiviso in alcune parti: una prima, quella fissa, è legata anzitutto ai bonus partecipazione, ossia a una cifra di partenza che le squadre ottengono per prendere parte alla fase a gironi. Nell’edizione di quest’anno le società calcistiche riceveranno 15.2 milioni di euro, uno starting fee diviso fra acconto di 14.5 milioni e un saldo di 0.75 milioni di euro. Questa prima parte rappresenta il 25% della cifra totale destinata alle società, per un ammontare di 488 milioni di euro.

I guadagni senza giocare che spettano alle squadre rappresentano la base di partenza verso un guadagno sempre più crescente, in funzione dei risultati. La Juventus, senza giocare, guadagnerà 45.12 milioni di euro. Seguono Napoli e Inter, cui spetteranno oltre 30 milioni a testa; infine all’Atalanta andranno di base 18.52 milioni. Fonte: profilo instagram @skysport
La seconda parte dei guadagni, poi, costituisce la parte variabile, legata a una serie fattori. Il primo di questi è stabilito in base al ranking UEFA, quindi al coefficiente dato dai risultati sportivi delle diverse squadre negli ultimi 10 anni. Nella fattispecie di quest’anno, guardando alle italiane, la Juventus domina coi 29.92 milioni di euro che incasserà solo per il solo posizionamento nella classifica europea.
Il Napoli e l’Inter, poi, riceveranno una cifra intorno ai 15 milioni di euro mentre all’Atalanta spetteranno 3.3 milioni di euro. Il fattore in questione deriva dal 30% dell’ammontare complessivo destinato ai club, per una cifra pari a 585 milioni di euro.
Il secondo degli elementi di guadagno variabili è poi dato dal fattore campo, quindi dai risultati sportivi raccolti nel corso della competizione. Gli incassi in questo caso testimoniano quanto la vittoria in Europa faccia davvero la differenza in ambito finanziario: partendo dalla fase a gironi la UEFA conferisce 2.7 milioni di euro a vittoria e 900mila per il pareggio.
Passando poi alla fase a eliminazione diretta il discorso si fa sempre più ricco e appetibile per le squadre. Nello specifico, gli ottavi di finale valgono 9.5 milioni di euro, i quarti 10.5 e le semifinali 12. Raggiungere la finale di Istambul del 30 maggio 2020 vale ben 15 milioni di euro, con 4 di bonus in caso di vittoria. Come per il fattore ranking anche questo costituisce il 30% del totale investito per i club, per un valore complessivo di 585 milioni di euro.

Per farsi un’idea sull’ammontare degli introiti complessivi si consideri il Liverpool 2018/2019. I Reds hanno raccolto complessivamente dal loro cammino in Champions League 59.1 milioni di euro. Quest’anno il vincitore potrà conquistare oltre 63.2 milioni complessivi. Fonte: profilo instagram @liverpoolfc
Il terzo ed ultimo fattore variabile di guadagno è la quota del cosiddetto market pool. Questo parametro viene erogato dalla UEFA sulla base del valore del mercato televisivo domestico di ciascuna squadra, oltre che dal numero di partite che un dato club riesce a disputare. Quest’ultima voce corrisponde al 15% del montepremi totale e ammonta a 292 milioni di euro da distribuire.
UN FENOMENO RADICATO NEL TEMPO
I guadagni derivanti dalla Champions League rappresentano dunque un elemento decisivo alla voce competitività per le squadre, specie nel lungo periodo. Un lungo periodo che arricchisce e premia chi è stato in grado, negli anni, di partecipare con continuità alla Coppa dei Campioni.
Da quando è stata introdotta la competizione nel 1992 molte sono state le squadre arricchitesi grazie ad essa. Su tutte il Real Madrid, che in 27 anni ha raccolto 862.4 milioni di euro, con Bayern Monaco (827.8) e Barcellona (810.4) a seguire poco dopo.

Fonte: foto di Shaun Botterill/Getty Images
Al quarto posto, poi, si trova la Juventus con oltre 779 milioni di euro incassati. Rimanendo sempre sul fronte delle italiane seguono Roma al nono posto del ranking con 446.8 milioni, Milan all’undicesimo con 412.1 e l’Inter al sedicesimo posto, con 329.5 milioni incassati. Ed è proprio il dato inerente alle milanesi a sorprendere, con rossoneri e nerazzurri che nonostante le 4 Champions League portate a Milano non sono state in grado di capitalizzare le proprie vittorie al meglio.
In quest’ottica diventa dunque più che mai importante tornare a competere in ambito europeo. Non soltanto per un fattore di prestigio, come sottolineato, ma per una questione di benessere economico sempre maggiore per società che per troppo tempo non sono state in grado di competere laddove conta.
(Fonte immagine di copertina: sito UEFA.com)